Udite, udite.
E sono io la prima a non crederci.
Dopo che ci ho riempito pagine di questo blog.
E ancora pagine.
Che ho nascosto gli stampini a cuore.
E il mio augusto consorte ha acquistato rose con gli stessi accorgimenti che se avesse dovuto rubare la Gioconda.
Che poi diciamolo, manco mi piacciono tanto.
Ma qui dalle mie parti è il fiore più gettonato a San Valentino.
Ebbene, da quest'anno festeggiarlo qui in Arabia Saudita non è più peccato nè reato.
Un eminente religioso ha decretato che dal suo punto di vista la festa non ha niente di religioso, ma come riporto esattamente dalle sue parole, può essere un evento sociale positivo che promuove l'affetto ed i buoni sentimenti tra amici.
Leggermente più oscuro mi rimane capire il perchè ora, ebbene si, sia lecito regalare rose purchè lo si faccia verso persone che non provino astio verso i musulmani.
Solo a me sembra che non c'entri nulla?
Comunque sia, non avete idea.
Non potete capire.
Rose ovunque.
Il supermercato decorato con cuori pure sul bancone delle verdure.
I centri commerciali che traboccano di rosso e rosa.
Vetrine decorate a tema.
Il nostro ristorante preferito che porta dolci a forma di cuore
E tutti, dai commessi ai cassieri, ad augurare "Happy Valentine's" a ripetizione, alla stregua di un buongiorno.
Lo so che vi sembra una stupidaggine.
E' che non si capisce cosa sia il sollievo da un'oppressione, il sollevare una cappa, se non si prova cosa sia viverci sotto.
Si, anche di qualcosa di estremamente sciocco.
Di questo passo mi aspetto l'anno prossimo di annuciarvi, che so, sfilate di carri allegorici sul Golfo Persico da far invidia al Carnevale di Rio.
Aspettiamo.
E non diciamolo all'eminente religioso che Valentino era un santo ;)
La ricetta mi ha ispirato subito per la semplicità, ma onestamente ha superato di gran lunga ogni aspettativa.
Vi dico solo: correte a farli, e non perchè lo dico io ma basta che leggiate di chi sia la ricetta. Una sofficità incredibile, e la glassa che li mantiene morbidi: un fritto che può aspettare ore, se non è magia questa!
Bonus aggiuntivo, la ricetta non contiene uova nè latticini così anche chi soffre di intolleranze a questi alimenti o segue un regime vegano può mangiarla senza problemi.
Ma soprattutto, fatene tanti ;)
TANGERINE DOGHNUTS
di Yotam Ottolenghi, dalle colonne di The Guardian
per 8 pezzi
130 ml di acqua appena tiepida
un cucchiaino di lievito di birra disidratato
un cucchiaio di zucchero semolato
la punta di un cucchiaino di sale
215 g di farina
mezzo cucchiaino di buccia d'arancia (o mandarino) grattugiata
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
un cucchiaio di olio d'oliva
circa un litro di olio di semi di girasole per la frittura
per la glassa
150 g di zucchero a velo
2 cucchiai e mezzo di Grand Marnier (leggere la nota)
2 cucchiai di succo di mandarino (o arancia)
un cucchiaino e mezzo di buccia di mandarino (o arancia) grattugiata
mezzo cucchiaio di succo di limone
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
sale in fiocchi per la finitura
Mettere l'acqua, il lievito, lo zucchero semolato, il sale, la farina, la buccia d'arancia, l'estratto di vaniglia e l'olio nella ciotola dell'impastatrice e lavorare con il gancio a spirale a velocità medio-alta per circa 7 minuti, o comunque finchè l'impasto si stacca dalle pareti della ciotola (sarà comunque appiccicoso). Trasferirlo in una ciotola unta, coprire con un panno umido e far lievitare per circa un'ora e mezzo in un luogo tiepido, o comunque finchè raddoppiato di volume.
Nel frattempo mescolare gli ingredienti per la glassa (tranne il sale) e lasciare da parte.
Rovesciare l'impasto su una superficie appena infarinata, lavorarlo un momento con le mani quindi con un coltello affilato dividerlo in 8 pezzi (da circa 45 g ciascuno).
Ungersi le mani con poco olio quindi lavorare ogni pezzo a formare una pallina che andrà appoggiata su della carta forno. Lasciare lievitare ancora una ventina di minuti senza coprire.
Scaldare l'olio in pentolino fino alla temperatura di 180 gradi. Appena pronto usare due dita per schiacciare delicatamente i lati dei donuts (ma senza sgonfiarli!) ed immergerli massimo 3 alla volta nell'olio caldo.
Cuocere per circa 2 minuti e mezzo per lato e scolarli con un mestolo forato su un vassoio coperto con carta da cucina.
Una volta cotti tutti i donuts, immergerli uno alla volta nella ciotola della glassa in modo da ricoprirli uniformemente. Farli asciugare 5 minuti su una gratella quindi ripetere l'operazione una seconda volta.
Spolverizzare con poco sale e lasciar riposare altre 15 minuti prima di servirli, tiepidi o a temperatura ambiente.
NOTE
- i mandarini non li ho trovati, ed ho usato l'arancia. Per motivi ben chiari a chi segue questo blog e sa dove vivo, niente Grand Marnier che ho sostituito con altro succo d'arancia.
- per praticità dopo averli passati nella glassa li ho rotolati nello zucchero a velo e poi spolverizzato con poco sale. Sono risultati meno appiccicosi.
- non solo sono buonissimi e molto semplici, ma resistono bene anche dopo diverse ore dalla frittura: volendo possono essere scaldati pochi secondi al micro-onde.
Omg!!!
RispondiEliminaCapisco che mettessi a dieta nella settimana "grassa" di carnevale non sia propriamente l'ideale ma tu vuoi proprio farmi del male???
Continui a friggere...mannaggia!
Ahahahah
Questi posso provare a modificarli, però tra qualche giorno...non volermene.
Prevedo, comunque, giorni di frittura ossessiva e compulsiva ^_^
Ma pure tu, dai!!!!! ;)
EliminaSembrano buonissimi, MichelaenCuisine
RispondiEliminaHo amato questo articolo, il risvolto culturale. Ti leggo da poco e la tua testimonianza del mondo arabo mi attira e mi incuriosisce molto. Siamo veramente diversi....
RispondiEliminaMa ciò che ho amato a prima vista sono questi Donuts!! Adatti al Carnevale!! Fritti e golosi con la loro glassa.... A pensarci bene potremmo glassare così anche le nostre castagnole!! 😋
Mi hai convinta! Li faccio!
Grazie per l'ennesima ricetta.... 😍
hai ragione, la glassa si presta anche ad altri fritti. E grazie ;)
EliminaBasta una parola... Ottolenghi!
RispondiEliminaprofumo d'agrume che piace moltissimo, ottolenghi docet
RispondiEliminaBellissimo post, il sollievo è comprensibile davvero, impensabile per noi occidentali immaginare cosa significhi vivere così, poveretti...e l'idea del carnevale di Rio saudita mi ha fatto molto ridere!
RispondiEliminaGrazie per la ricetta, da provare (anche in quaresima ;-) )