lunedì 25 luglio 2011

Burgers di tonno ( in scatola )


Qualcuno ne aveva avuto sentore.
Che sia perchè dotato di poteri da paragnosta, o perchè ben ricorda nostre esperienze precedenti, poco importa.
Sta di fatto che a forza di chiedermelo, se all'INPS quest'anno fosse andato tutto bene, qualcosa è successo davvero.
Questa volta, a differenza dell'altra, non c'è fila.
Non c'è nemmeno troppo caldo, e il ventilatore sul soffitto dell'ufficio INPS di piazza Augusto Imperatore a Roma laconicamente fermo non fa sentire la sua mancanza.
Nessuna vecchietta a cercare di superare la folla.
Nessuno ad inveire e bestemmiare.
Che si sia capitati improvvisamente e senza preavviso nel mondo perfetto?
Per un attimo il dubbio viene, eccome.
Si ha paura a solo pensarlo, ma forse, dico forse, qualche volta può andare tutto bene.
Crederci anche solo per un minuto è bellissimo...
Il nostro turno arriva in fretta, e con tutte le nostre carte complicate siamo davanti all'addetto allo sportello.
E' leggermente disabile, con qualche piccola difficoltà di parola e nei movimenti, gentile e sorridente come raramente di questi tempi, e rarissimamente in suoi colleghi che invece la parola possono usarla benissimo ma ritengono superfluo rispondere ad un buongiorno o troppo stancante alzare un dito sulla tastiera del computer che hanno davanti, e che scusate se ho i miei dubbi che lo sappiano usare.
Lui, no.
Ascolta attento il fiume di parole con cui lo inondiamo, e legge attento le nostre carte. Asserisce con il capo, fino a quel momento.
Quell'ultima domanda che gli pongo.
E quello che era un cenno assertivo del capo diventa improvvisamente diniego.
Alza persino le braccia al cielo ed esclama : ambaradan !
Ora, lo so che nella vita non si dovrebbe perdere occasione per tacere.
Ma è più forte di me.
Non ce la faccio.
E il solo fatto che il gentilissimo addetto descriva tutta la situazione per quel che è, ovvero un gran macello, un ambaradan, un po' mi conforta: almeno non sembra complicato solo a me!
E ribatto, lo so, è proprio un ambaradan.
Lui, leggermente meno sorridente, mi ripete più deciso: ambaradan!
Ora si che sto zitta, perchè mi è appena venuto un dubbio atroce, ed a mio marito con me.
E siccome evidentemente lo guardiamo come due idioti, il tizio ripete a voce altissima: ambaradan! ambaradan cinque!
E' il numero che non si sa come mi accende il neurone, quello sopravvissuto al caldo ma che evidentemente funziona male pure col fresco.
Vuoi vedere che invece di inveire contro la difficoltà della burocrazia sta cercando di dirmi tutt'altro???
Un lampo.
Via dell'Amba Aradan 5.
Un indirizzo.
Chiedo timidamente, mio marito decide di tacere, che sia solo io a fare l'ultima figuraccia.
Vuol dire che l'ufficio competente si è spostato in via dell'Amba Aradan 5?
Alza di nuovo le braccia con sollievo, e fa si con la testa.
Inutile descrivervi come ci si senta a passare da perfetti imbecilli, perchè non avrei parole sufficienti.
Lo dicevo, che avevo bisogno di una vacanza.
Ma questa, evidentemente, non è bastata :-)

Piatto semplice semplice, ma che piace a tutti, grandi e piccoli. Leggero, poco impegnativo, ma non per questo poco appetitoso. Si usa il caro, confortante tonno in scatola, che si trova ovunque,  e non serve nemmeno alcun attrezzo particolare per prepararli.
Insomma, una ricetta da...vacanza ;-) che può essere preparata in anticipo e cotta quando serve.
Provateli, e se permettete un consiglio, mettete la maionese nell'impasto, non lo yogurt greco...vale la pena!

Comunicazione di servizio: sono ancora in giro, quindi mi collego mooolto poco. Le risposte ai commenti quando torno...al chiodo :-)




BURGERS DI TONNO
( per 4 pezzi )

300 g di tonno in scatola, peso da scolato ( al naturale o sott'olio, e' lo stesso)
un albume
2 cucchiai di succo di limone
scorza di mezzo limone
abbondante prezzemolo tritato
un cucchiaio di maionese (oppure di yogurt greco)
4 cucchiai circa di pangrattato
poco sale
poco olio extravergine, per la cottura

per la salsina

yogurt greco
poco sale
scorza di limone grattugiata

Scolare il tonno e sminuzzarlo con una forchetta. Unire l'albume, il pangrattato, il prezzemolo tritato , lo yogurt o la maionese, il succo di limone e la scorza. Lavorare bene con le mani come si fa con le polpette, se non fosse abbastanza sodo aggiungere poco pangrattato.
Assaggiare e valutare se serve un pochino di sale.



Formare ora quattro burgers e passarli nel pangrattato, pressando un po' perche' si attacchi.



Con un pennellino ungerli con poco olio extravergine d'oliva e cuocerli su una griglia calda, oppure passare in forno a 190 gradi. Farli colorire per bene da entrambe i lati e servire tiepidi, con un po' di yogurt greco lavorato con poca scorza di limone ed il sale.

NOTE:

- i burgers ancora crudi possono essere surgelati. Scongelarli in frigo e procedere alla cottura come da ricetta.

martedì 19 luglio 2011

Salmone affumicato homemade... senza fumo!



Sfatiamo un mito.
Una volta per tutte.
Tanto per mettere le cose in chiaro, in Italia d'estate ho caldo. Moltissimo caldo.
Un caldo diverso e molto più fastidioso di quello arabo.
Appiccicoso, umido, che ti fa sudare ad ogni movimento.
Non è questione di temperatura, credetemi sulla parola.
Cinquanta gradi e qualcosina in più, con il sei per cento di umidità, sono un gioco da ragazzi.
Non si suda, si evapora.
Si,  stare sdraiati a prendere il sole un tantino di sofferenza è, in piena estate, ma neanche poi questo atto eroico.
Vero che ci siamo sbizzarriti in tanto di esperimenti scientifici, facendo asciugare meringhe al sole e cuocendo il famoso uovo sul cofano della macchina: entrambe le cose non sono leggende metropolitane, piuttosto le descriverei come vere ricette ad impatto zero, tranne al limite per la cuoca che si scordasse il cappello dentro casa.
E' un po' come trovarsi sempre dentro un gigantesco phon, e già sento qualcuno malignare che la cosa possa piacermi, e parecchio.
Trentadue gradi con il novanta per cento di umidità, quanto di più vicino al collasso cardiocircolatorio mai provato in precedenza.
Non ho capito ancora, e qui evidentemente la lacuna è mia, perchè a Roma a mezzogiorno si affondi con le scarpe nell'asfalto ed in Arabia no.
Piuttosto a forza di camminare avanti ed indietro sotto casa riconosco le impronte dei miei tacchi da quelli altrui al primo colpo d'occhio, e chissà che fra duemilacinquecento anni chi studierà questa parte di Roma non descriva la via in questione come una sorta di tardiva e casereccia Walk of Fame  e si passi tutti, dal calzolaio alla sottoscritta, dal benzinaio al pasticcere, dal barista al tabaccaio ad una fama postuma ed insperata.
Però, c'è un però.
Posso sudare e incantarmi a guardare il Pantheon e sognare di come le sue colonne siano state fatte arrivare dall'Egitto in tempi in cui gli aerei erano ben lungi dall'apparire.
Sentire il ponentino sulla pelle e pensare a Rugantino.
Passare a Trastevere e capire che Trilussa non è morto, ma rivive ogni giorno cento volte in ogni romano de Roma che faccia una battuta.
O abbronzarmi a Piazza Navona mentre cerco e spero di vedere prima di squagliarmi la terrazza del piccolo attico dove Sophia Loren e Marcello Mastroianni girarono il terzo episodio di Ieri, oggi e domani, ridendo del codazzo di tedeschi che allunga il collo nella stessa direzione, pensando che vi si celi chissà cosa...
Insomma, si, ho caldo ed il fatto di vivere in Arabia non costituisce vantaggio alcuno per resistere meglio.
Ma come scritto ad una cara amica di penna tempo fa, Parigi è valsa una Messa.
Roma ben vale tutta la sua sudata ;-)


Continuiamo la serie che vi farà pensare che il caldo mi faccia evidentemente brutti scherzi, per cui dopo il tè che non bolle e il gelato senza freezer arriviamo ad affumicare senza fumo :-)
In realtà, prima di scatenare tutti i puristi, si dovrebbe chiamare marinatura a secco: ma suona meno bene!
Provate, il sapore è proprio quello del salmone affumicato, ma cento volte più buono e delicato di quello comprato. Da utilizzare come secondo piatto o come antipasto, è davvero buono e versatile.
Se ci affiancate le ricette di cui sopra, avete una cenetta o un brunch pronti senza accendere un fornello!
Ed anche se ora sembra lontanissimo, tenete la ricetta a mente per il prossimo Natale...;-)



SALMONE AFFUMICATO HOME MADE
da Living di Martha Stewart

un trancio di salmone piuttosto spesso
un mix di sale e zucchero ( 50 g di zucchero per ogni 250 g di sale )
latte per il riposo

ingredienti facoltativi:

buccia di limone, o arancia
aneto, oppure menta, oppure prezzemolo...

Per prima cosa acquistare un trancio di salmone che non sia troppo sottile, piu' o meno come quello in foto. Se ha la pelle ancora meglio, ma non e' fondamentale, quindi congelarlo per tre o 4 giorni come minimo.
Questo scongiura il pericolo che un pericoloso parassita che puo' annidarsi nei pesci crudi, l'Anisakis, possa procurare gravi danni alla salute.
La cottura lo elimina completamente, ma in caso di pesce crudo o marinato e' bene attenersi a questa semplice procedura.
Per ulteriori informazioni vi invito a leggere il post a riguardo di Poverimabelliebuoni e quello di Muscaria.


Scongelato il pesce, asciugarlo e metterlo in una teglia su un primo strato del mix di sale e zucchero, eventualmente aromatizzato con le vostre erbe aromatiche preferite.





Coprire con il resto del mix facendo attenzione che il pesce sia completamente ricoperto, e nessuna parte sia esposta all'aria.
Coprire con pellicola e mettere in frigo per circa 36 ore.



Se vedete che si forma dell'acqua in superficie eliminatela con delicatezza.
Passato il tempo di marinatura estrarre il pesce dalla salamoia, sciaquarlo sotto acqua corrente e, se avete il tempo, immergetelo in una ciotola con del latte per un'oretta: il pesce diventera' ancora piu' morbido e gustoso.
Scolarlo dal latte, asciugarlo e affettarlo sottilmente.
Si puo' mangiare cosi', condito solo con del limone, poco olio e magari del pepe rosa, mischiato ad una bella insalata, oppure in ogni ricetta che preveda l'uso del salmone affumicato, come questi blinis, o delle tartellette.
Se ne avanza conservarlo in frigo coperto con pellicola a contatto.

NOTE:

- da molti pescivendoli in Italia è possibile comprare il salmone già trattato per essere mangiato crudo, e vi eliminate un passaggio ;-)


lunedì 11 luglio 2011

Arabafelice...nelle vostre cucine: i vincitori!

Doveroso che cominci questo post con un grazie, ma potreste obiettare che dovrei ripeterlo oltre 150 volte, perchè possa raggiungere ciascun singolo partecipante al mio giveaway.
Ed avreste ragione da vendere.
Perchè non avete solo copiato delle ricette.
Molto di più.
Ciascuna, in mano vostra, è stata personalizzata, raccontata e dedicata in modi tali che ogni volta leggervi è stato  divertente,  a tratti commovente, interessante e coinvolgente.
C'è chi ha rifatto il dolce con cui aveva fatto bella figura, chi la preparazione che aveva salvato una cena improvvisa. Chi il piatto più veloce, chi il più complicato, chi quello che pensando a lei era stato cucinato.
Ma con tutti è arrivato un pensiero per il quale vi sono grata.
Chi ha un blog magari ha avuto vita facilitata, già avvezzo a scrivere parole che saranno lette da una moltitudine più o meno ampia.
Per questo mando un grazie speciale anche ai partecipanti senza blog, che mi hanno scritto parole tristi e allegre, ricordandomi, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le ricette non sono solo cibo ma fatte anche di ingredienti che si chiamano sentimenti.
E lo dico senza alcuna difficoltà, sono contenta e sollevata di aver deciso che fosse il caso a decretare i vincitori: di mio, sarebbe stato impossibile scegliere dei "migliori" semplicemente perchè tutti, dicasi tutti, in modi diversi, avete toccato le corde del mio cuore, anche quelle che di solito evitano accuratamente di farsi toccare, specie da quelle certe partecipanti senza blog che mai, dicasi mai, mi sarei sognata di vedere in quella lista e che sanno di avermi fatto un gran regalo...
Qui la chiudo, e smetto di annoiare.
Allora, l'estrazione è avvenuta utilizzando Random.org, in cui ho inserito i numeri corrispondenti a ciascun partecipante  e proceduto poi al sorteggio dei tre numeri per ogni categoria.
Fiato alle trombe, rullino i tamburi...



Vincitori per la categoria cannello da pasticceria, in ordine di estrazione:

  7. Venera (partecipante via email )


Vincitori per la categoria termometro, in ordine di estrazione:

76. Sonia
57. Camy
26. Giorgia ( partecipante via email )


Chiedo adesso gentilmente che i vincitori mi contattino all'indirizzo arabafeliceincucina@gmail.com per comunicarmi dove spedire il premio.
Per favore, non sto molto in Italia, quindi scusatemi se sollecito una certa rapidità. Sono certa che mi capite.

Ancora grazie a tutti, e al prossimo giveaway!

giovedì 7 luglio 2011

Gelato alla frutta...senza gelatiera e senza freezer!


Vieni un po' a vedere, c'è Jamie Oliver che ti copia.
Tanto lo sento il mezzo sorriso con cui lo dice, fin dalla cucina.
Ma non crediate sia caduta in una simile, infima trappola.
Giammai.
Si che mi materializzo in soggiorno, a razzo. Dato che non ricordo di aver attraversato cucina e sala da pranzo potrei asserire di aver volato, ma mancano testimoni oculari.
Per carità, non che mi sfiorasse il pensiero che Jamie Oliver potesse avermi davvero copiato.
Magari.
Anche se sta facendo un gelato super-furbo
Ed era per combinazione proprio quel giovedì.
Il giovedì in cui il sorbetto magico veniva pubblicato su questo blog.
Il giovedì che nei Paesi musulmani in realtà corrisponde al vostro sabato, e quindi non lavoro e passo la mattinata al super a mercanteggiare col verduraio e farmi infinocchiare dal commesso di turno.
No, non è quello.
E' che volevo vedere se sulla Terra esiste un altro cuoco di cui mio marito ricorda a perfezione nome e cognome.
Del primo, ho con sorpresa già parlato.
Al secondo, capirete, la sorpresa lascia spazio ad una incipiente preoccupazione.
Anche perchè se c'è una cosa in cui mio marito è bravissimo, tra le tante s'intende, è dimenticare immediatamente i nomi di chiunque ci circondi da un periodo di tempo relativamente breve.
E fosse solo questo, poco male.
E' che proprio li ribattezza con invidiabile nonchalanche.
Serata con un fiume di persone in un giardino non nostro, e conosciamo pochissimi degli invitati.
Soliti convenevoli, in cui devo sempre scandire il mio nome almeno due volte, per evitare che Stefania diventi in un battibaleno Stephanie, all'inglese o alla francese a seconda dei casi.
D'altronde se io posso imparare e soprattutto ricordare che ti chiami Grant ma preferisci il nickname Olly tu puoi fare lo stesso sforzo e pronunciare il mio nome così come me l'hanno dato.
Poi arrivano loro, Peter, Luise con il loro delizioso, amatissimo bassotto Felix.
Ci vengono presentati in fila, cane compreso.
Sono molto simpatici, e Felix è un amore, per nulla intimidito dalla folla non proprio sempre urbana che lo circonda.
Io parlo, parlo, parlo con una paio di signore. E non siete stupiti, lo so :-)
Mio marito anche, con il divertentissimo Peter.
Beato lui, perchè le signore che ho beccato sono una vera rogna.
Però qualcosa non mi torna.
E si che ormai i due uomini sembrano vecchi amici.
Aspetta, non dirmelo.
Non è mio marito colui che  lo sta apostrofando come Philip da oltre un'ora???
Il bello è che l'altro risponde, e qui non so se dare il merito ad un'educazione esemplare o all'alcool che si sta scolando.
Tornando a casa, la verità.
Ma  l'hai chiamato  Philip tutta la sera!!!
E vabbè, che sarà mai.
Ma come ti è uscito?
E che ne so, sarà la crasi tra Felix e Peter...
Ora lo capite che dovevo correre, che magari a copiarmi poteva esserci, che so, tanto il professor Zichichi come Mr Bean? :-)


Insomma, nessuno ha copiato niente, o meglio la sola copiona sono io! E se al titolo del precedente post avete dubitato delle mie facoltà mentali, ora avete la conferma...
Eppure il gelato viene!!! E pure buonissimo.
Parola anche di Philip, ops, Peter che recentemente l'ha assaggiato con noi :-)
La ricetta va al consueto appuntamento con il Calendario di Ammodomio.


Comunicazione di servizio: si è appena concluso il giveaway, grazie di cuore a tutti i partecipanti.
I vincitori presto su queste pagine, ma dopo un po' di giri italici...non ci metto tanto, prometto! ;-)



GELATO ALLA FRUTTA ISTANTANEO
( di Jamie Oliver )

400 g di frutta a piacere surgelata, anche mista
400 g di yogurt bianco naturale, o greco, freddo di frigo (di soia o riso per la versione vegana)
qualche cucchiaio di miele ( oppure zucchero, meglio se a velo )
una decina di foglie di menta fresca

Mettere nel mixer la frutta ancora surgelata, lo yogurt ben freddo, le foglie di menta e il miele a piacere( oppure lo zucchero a velo )



Frullare ad alta velocita' finche' il composto sara' ben amalgamato e cremoso, ci vuole proprio pochissimo!


Servire al volo !

NOTE:

- se non volete usare il miele per dolcificare è meglio lo zucchero a velo rispetto a quello semolato: quest'ultimo infatti non avrebbe il tempo di sciogliersi, visto il brevissimo periodo di frullatura.
Ovviamente nulla vieta di omettere qualunque dolcificante.

- se indugiate troppo nella frullatura, specie in una cucina molto calda, potrebbe cominciare a sciogliersi ma basteranno 10 minuti di freezer per farlo tornare come nuovo.

- quello che avanza va in freezer, e per una migliore consistenza andrebbe rifrullato prima di servirlo.

- viene benissimo con qualunque tipo di frutta, anche mischiata.



lunedì 4 luglio 2011

Tè freddo...bollito in frigo!

Che la mia scuola sia il risultato di un frullato di teste, caratteri e nazionalità è argomento già ampiamente trattato su questo blog.
Quello che viene fuori è a discrezione di chi guarda una tragedia o un interessantissimo esperimento scientifico, che mette esemplari per ogni lingua e nazione del mondo a lavorare insieme pretendendo che non solo si capiscano, ma che possibilmente vadano anche d'accordo.
Fate voi.
E si che più di una volta sono stata indecisa se chiamare il National Geographic per girare un documentario, perchè scusate se più geographic di così non si può,  il team del Discovery Channel o direttamente l'intero staff di Presenze, l'assurdo programma tv che pretende di cercare i fantasmi, se non altro perchè a vedere certi personaggi che si aggirano per le aule prenderebbe un tale colpo da, probabilmente, considerare la saggia decisione di privare l'umanità del suo, ehm, imperdibile programma.
Un colpo è preso a me, piuttosto, la mattina che mi sono sentita rimbombare la voce del preside in classe con un tono e volume tali che, perdonatemi, pareva veramente provenire dall'Oltretomba.
Alunni ghiacciati nei banchi, sottoscritta cui probabilmente per una inspiegabile reazione chimico/fisica devono essere tornati i capelli ricci, non solo, ma direttamente dritti sulla testa.
Lui fisicamente non c'è, questo è poco ma sicuro.
Anche perchè se ci fosse lo vedremmo eccome, l'americanone alto due metri per 150 kg buoni, con una stazza tale da poter competere con Babbo Natale.
C'è ben altro.
Quegli stramaledettissimi altoparlanti.
Vani tutti i tentativi di farli funzionare.
Fino ad oggi, evidentemente.
Con somma gioia e gaudio il preside ci sta informando che l'impianto di comunicazione finalmente è operativo, e quindi oltre ad inondarci delle solite tantissime, inutili email verremo travolti da messaggi anche dalla sua viva voce.
Lo so che avrebbe le potenzialità per essere considerato un sistema utilissimo.
Non in mano sua.
Il giorno in cui a scuola festeggiavamo l'International Day ci ha deliziato con la performance live di lui che intonava (o stonava, come volete) l'Inno Nazionale americano.
In quello del compleanno del suo vice, buffi auguri in diretta mi hanno dato un bel da fare a far smettere di ridere tutta la classe. Anche perchè, detto tra noi, volevo ridere pure io.
Da un po' invece, complice l'atmosfera più rilassata degli ultimi giorni di scuola, di quando gli esami sono finiti, ha preso l'abitudine di darci una notizia curiosa al giorno per, dice lui, farci iniziare la giornata con buonumore.
E' così che ho scoperto che Giugno, negli Stati Uniti, è stato il mese del tè freddo, con tanto di celebrazioni, feste a tema, degustazioni gratuite e chi più ne ha più ne metta.
Altro che Almanacco del Giorno Dopo.
Per carità, sto diventando più sarcastica ed intollerante del solito. Ho proprio bisogno di una vacanza.
Ma lui di più ;-)

Lo so che dal titolo state pensando che qui l'unico ad essere bollito sia il mio cervello, ma ovviamente il tè non è bollito affatto. L'infusione avviene tutta in frigo, senza accendere un fornello, e con il vantaggio di non dover lavare pentole o travasare caraffe.
Quasi ad impatto zero, con un aspetto migliore del classico tè con acqua bollente, e un gusto sicuramente più limpido.
Ah, la ricetta proviene dalla mia collezione vintage di riviste di Martha Stewart ;-)


TE FREDDO...BOLLITO IN FRIGO
da un numero di Living del 1998

un litro e mezzo d'acqua
4 bustine del te' preferito
zucchero a piacere, io 3 cucchiai
succo di due limoni
fette di limone

Versare l'acqua in una caraffa, dolcificarla a piacere girando finche' lo zucchero sara' sciolto. Mettere le bustine di te, il succo di limone, e le fette a piacere.


Coprire con della pellicola e mettere in frigo per circa 12 ore, quindi eliminare le bustine e servire.

NOTE:

- il te e' ampiamente personalizzabile: il succo di limone puo'essere aumentato, diminuito, eliminato o sostituito con arancia.
Le fette di limone invece possono essere rimpiazzate da fette di pesca, e con l'aggiunta di qualche fogliolina di menta sara' ancora piu' buono.

- lo zucchero può essere sostituito con dolcificanti, oppure omesso del tutto.

- se a fine infusione il tè risultasse troppo forte per i vostri gusti potete diluirlo con altra acqua fredda.



venerdì 1 luglio 2011

Anteprima Classifica Wikio Luglio 2011, sezione Gastronomia

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