giovedì 27 febbraio 2014

Gamberi grigliati al miele e lime, e qualcosa da leggere


La cena in trenta minuti, promette la rivista da cui è presa la ricetta.
Bugia.
Per questa ne servono dieci.
In tutto.
E se non ci credete, guardate qui :)

lunedì 24 febbraio 2014

Brownies furbissimi al cioccolato e nocciole, senza uova, burro nè cottura!


Mai contenti.
Mai soddisfatti.
Mai paghi.
Mi chiedo spesso che lavoro snervante debba essere.
Pensare a tutto ciò che si possa fare di sbagliato.
E vietarlo.
Non bastava, tanto per pescare nel mucchio, vietare alle donne in Arabia l'uso dell'altalena.
Pare che andarci possa indurre gli uomini a molestarle.
Quindi in realtà non è un divieto: è un favore.
Non bastava averle coperte da capo a piedi.
Non bastavano tutti gli assurdi no a cose che per noi occidentali sono normale routine, e con cui, come mi ha fatto sapere qualcuno, ho abbondantemente annoiato tramite le pagine di questo blog :)
Ora è stato vietato alle donne di andare dal medico da sole.
Ma certo.
Potresti dover mostrare al medico parti del tuo corpo, e questo, si spiega, sarà permesso solo in casi gravi.
Quindi bisogna dare la preferenza a dottoresse.
Se ci sono.
E se non ce ne sono, come di solito succede, non basta che nello studio ci sia di routine sempre un'infermiera a vigilare.
Ora ci vuole un parente.
Maschio, è chiaro.
E di primo grado, eh, che non vengano strane idee.
Mica, che so, un lontano cugino.
Padre, marito, fratello o figlio.
E non conta se tuo figlio ha, che so, dieci anni.
Non è una femmina e questo basta.
Bisognerà pregare di rimanere in buona salute.
E di non aver, faccio per dire, di corsa bisogno di un cardiologo mentre sei sola in casa.
Che potrebbe nuovamente succedere qualcosa del genere.
Sarà bene farsi un bel corso di primo soccorso.
E un bel segno della croce.
Ops, la croce no.
E' vietata pure quella :)


Vi ricordate questi? Ecco, siamo agli stessi livelli di irresistibilità.
Portateli in ufficio, alle feste, ai vicini, dove vi pare. Basta che non li teniate in casa: resistere, credetemi, potrebbe mettervi a dura, durissima prova.
Non vi inganni il nome originale, non c'è il terzo cioccolato: l'autrice ha spiegato che provò la ricetta con i Digestive al cioccolato, appunto, ma non le piacque il risultato. Le piaceva però il nome, e quello è rimasto.
Si mantengono a lungo, sia in frigo che in freezer.
Forse :)




NO-BAKE TRIPLE CHOCOLATE BROWNIES
da Bakeless Sweets di Faith Durand, e mostrato su Everyday Food di Martha Stewart
per una teglia quadrata da 20 cm di lato

100 g di biscotti tipo Digestive
75 g di nocciole
25 g di cacao amaro
225 g di latte condensato zuccherato
100 g di cioccolato fondente
un generoso pizzico di sale


Tostare le nocciole brevemente in padella (oppure in forno a 180 gradi per 10 minuti, se preferite) e spezzettarle in modo grossolano usando la mezzaluna.
Frullare i biscotti con il robot oppure metterli in un sacchetto per surgelati, chiuderlo bene e passarci sopra con un mattarello finchè saranno piuttosto fini.
Unire quindi in una ciotola i biscotti ormai in polvere, il cacao, il sale e le nocciole.
Fondere il cioccolato a bagnomaria e farlo intiepidire.
Unire il latte condensato al composto di biscotti ed infine il cioccolato fuso.
Versare il tutto (la massa è piuttosto densa, e così deve essere) nello stampo coperto con carta forno e pressarlo bene con le mani.
Porre in frigo per almeno un paio d'ore, quindi dividere in 16 pezzi.




NOTE

-  il dolce dura tranquillamente una settimana in frigo.

- il dolce può essere conservato anche in freezer, mettendo i quadratini in un sacchetto per surgelati.

- usate proprio i biscotti Digestive per la ricetta: hanno un che di salato che si sposa benissimo con gli altri ingredienti.

- non omettete di tostare le nocciole.

giovedì 20 febbraio 2014

Torta salata di patate, tonno e pomodori (senza farina)


Mettiamo che viviate in Arabia Saudita.
Mettiamo che quelle poche, anzi pochissime, volte l'anno che rientrate in Italia la vostra base sia Roma.
Potreste mai aspirare a conoscere qualcuno che vive in Sicilia?
No, è la risposta più probabile.
E non perchè sia impossibile ma perchè se vedeste quella che è l'agenda dei miei rientri, tra famiglie in due regioni diverse, amici, doveri, medici, banche, poste e chi più ne ha più ne metta vi mettereste le mani nei capelli invocando, al limite, solo la congiunzione astrale favorevole.
Beh, ogni tanto succede.
La congiunzione.
Meglio, un po' di programmazione.
Una cena organizzata da mesi a casa dello zio più famoso del web.
Tra Gambetti, Zuccheri e Gamberetti.
E, inaspettatamente, lei.
Simpatica, discreta, golosa come me.
Anche se chi ha rubato le noci dalla torta sono stata io.
Con un bimbo delizioso ed educatissimo (che nel frattempo sono diventati due :D , che mi fa pensare che nonostante quello che vedo ogni giorno nella mia scuola esistano ancora genitori che sanno fare il loro mestiere.
Mi è piaciuta subito.
E non per i dolci favolosi che mi ha regalato.
Nemmeno perchè si chiama come me :D
Forse sono tutte affinità elettive.
O affinità di blog :)
Ma volevo proprio farglieli gli auguri per il suo blog che compie la bellezza di quattro anni.
Chiede, Stefania,  una ricetta che mi piaccia particolarmente tra le sue.
Ma tutti i dolci, che domande, dei quali ammiro la perfezione degna di una splendida pasticceria.
Eppure, per festeggiarla, ho voluto provare una ricetta salata.
Ed accidenti se ho fatto bene.
Auguri, Stefania, ed avrai capito che partecipo al tuo giveaway...your way ;)



Questa non è mica una torta salata normale: l'involucro è fatto con le patate lesse, e non c'è un grammo di farina rendendo la preparazione adatta ai celiaci (ma in caso state attenti al tipo di pangrattato che usate per la teglia). Particolarissima, si presenta magnificamente e si può preparare con largo anticipo.
Cosa chiedere di più? Nulla, tranne che consiglio, come fa anche Stefania , di usare una teglia da 24 cm e non da 18 cm.




QUICHE GATEAU
da Le mie torte salate di Luca Montersino
per una teglia da 18 cm (ma meglio da 24 cm)

per l'involucro esterno

750 g di patate
50 g di burro
75 g di parmigiano 
35 g di tuorlo
45 g di albume
sale e pepe

per il ripieno

120 g di tonno sott'olio
20 g di acciughe sott'olio
15 g di capperi
20 g di prezzemolo
un grammo di origano secco

per il composto da quiche

180g di uova intere
20 g di tuorlo
150 g di latte
150 g di panna
sale e pepe

per la copertura 

300g di pomodori maturi
20 g di capperi
10 g di olive nere
5 g di prezzemolo
150 g di gelatina K in soluzione (non l'ho usata)



Preparare l'involucro esterno: lessare le patate, sbucciarle e schiacciarle con lo schiacciapatate. Aggiungere alle patate ancora calde il burro, il parmigiano grattugiato, le uova e aggiustare di sale e pepe. Imburrare lo stampo scelto e cospargerlo di pane grattugiato. 
Utilizzando una sacca da pasticceria, distribuire il composto nello stampo, sia sulla base che sulle pareti, formando un "cestino" che possa contenere il ripieno. Distribuire sul fondo omogeneamente il ripieno, sminuzzando tutti gli ingredienti.
Infine miscelare le uova, i tuorli, la panna e il latte bollenti. 
Aggiustare di sale e pepe e distribuire sul ripieno, versando delicatamente. 
Cuocere a 180° per circa 20 minuti ( ma nel mio forno c'è voluta quasi mezz'ora)
Una volta che la torta sarà fredda, completarla con una tartare di pomodoro, capperi e olive (servirebbero nere ma le avevo solo verdi)
La ricetta prevede  di finire la torta con la gelatina K, che io non ho usato.





NOTE

- la torta è buonissima sia appena tiepida che a temperatura ambiente. Non servirla comunque troppo calda.

- si conserva molto bene qualche giorno in frigo, quindi è ottima da preparare in anticipo.

- ho usato uno stampo da 18cm (ed è quella qui fotografata), ma l'ho rifatta in uno da 24 cm e devo dire che preferisco di gran lunga la versione più sottile.

lunedì 17 febbraio 2014

Strudel ai pistacchi con sciroppo di rose


Potevo dire l'estro.
La fantasia.
La creatività.
Un'ispirazione.
Che l'avevo visto in sogno.
Il verduraio.
E' stato il verduraio.
Meglio, il suo garzone.
Con l'apparecchio ai denti e gli occhi che mi sorridono sempre.
Che mi guarda e mi sussurra tante frasi in arabo che fingo di non capire ;)
Mi ha ascoltato tante volte implorare il suo padrone.
Una scatola di quelle rose stupende.
Qui sono una rarità.
Cibo degno di un sultano.
Difficult, difficult.
Difficile, dice.
E se c'è un posto dove difficile è sinonimo di impossibile, è questo.
Il ragazzo è triste, giovedì scorso.
Deve andar via, comincia l'università in un'altra città.
Gli dispiace non vedermi più.
Ed io sempre a dire che non capisco nulla.
Passasse un mutawa, un poliziotto religioso, e lo sentisse lo metterebbe subito in galera.
Ed anche me, di sicuro.
Tira fuori una scatola di polistirolo da sotto il bancone.
Gift, balbetta, e deve aver cercato la parola in inglese apposta per l'occasione.
Non ci credo.
Sono bellissime.
Non c'è stato verso di pagare.
Lui ride e gli brillano gli occhi e l'apparecchio ai denti, tanto il padrone non c'è.
Volevo dargli una mancia.
Impossibile.
Lo ringrazio nella sua lingua.
Mi fa l'occhiolino.
Lo sciroppo di rose tutto merito suo.
E lo strudel che si ispira ad un baklava, pure ;)


La pasta di Mari-Lasagnapazza è stata scrigno perfetto per i pistacchi e le spezie: ha un sapore neutro che li esalta alla perfezione. Lo sciroppo di rose è essenziale, dato che il ripieno è volutamente non troppo dolce.
Non sa di saponetta, nè di fiori, e per assurdo non è nemmeno stucchevole: sa quasi di fragole, a detta dell'augusto consorte. Non sostituitelo con prodotti che trovate in commercio perchè sarebbe completamente diverso.
E con questo strudel arabeggiante partecipo all'MTChallenge di Febbraio



  
STRUDEL DI PISTACCHI ALLO SCIROPPO DI ROSE


per la sfoglia

150 g di farina
100 ml di acqua
un cucchiaio di olio extravergine
un pizzico di sale

per il ripieno

300 g di pistacchi non tostati e non salati
mezzo cucchiaino scarso di cardamomo
un pizzico di chiodi di garofano in polvere
100 g di zucchero di canna
poco burro fuso

per lo sciroppo di rose

130 g di petali di rose ad uso alimentare (quindi non trattati)
il succo ed i semi di un grosso limone
500 g di zucchero semolato
750 ml di acqua
poco zenzero fresco grattugiato


Preparare innanzitutto lo sciroppo che va realizzato con due giorni di anticipo: cominciare mettendo i petali in una ciotola di vetro insieme a 200 g di zucchero.
Con le dita strofinare i petali con lo zucchero, quindi coprire con pellicola e lasciare 12 ore in frigo.


Il giorno successivo mettere in un pentolino i rimanenti 300 g di zucchero, l'acqua, il succo di limone insieme ai semi e un cucchiaino circa di zenzero fresco grattugiato..
Appena il tutto bolle unire i petali insieme allo zucchero ed al liquido che si sarà formato.
Appena riprende il bollore abbassare un po' il fuoco in modo che il tutto frema e cuocere per 35 minuti,  quindi spegnere e far raffreddare completamente.
Passare il tutto da un colino a maglie fitte pressando bene i petali.
Mettere lo sciroppo in frigo.


Preparare la sfoglia impastando la farina con l'olio, il sale ed unendo man mano l'acqua ben scaldata ma non bollente. Ottenuto un impasto morbido ma non troppo appiccicoso avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare una mezz'ora.
Preparare quindi il ripieno tritando grossolanamente i pistacchi (ho usato la mezzaluna) e mescolandoli in una ciotola con lo zucchero e le spezie.
Assemblare il dolce stendendo la pasta molto sottile su un canovaccio o una tovaglia di lino o cotone infarinato, come spiegato da Mari.
Spennellare la pasta leggermente prima con il burro fuso, quindi spolverizzarla con un velo di zucchero di canna. Distribuire uniformemente i pistacchi quindi arrotolare, chiudendo anche i lati in modo da sigillare il ripieno.


Spennellare lo strudel con poco burro fuso e cuocerlo in forno preriscaldato a 180 gradi per circa mezz'ora (ma nel mio forno sono bastati 25 minuti).
Far intiepidire quindi servire a fette accompagnando con lo sciroppo di rose.






NOTE

- il dolce si conserva perfettamente per quattro/cinque giorni, coperto con carta alluminio.

- lo sciroppo di rose NON è l'acqua di rose che trovate comunemente in vendita: questo ha una consistenza sciropposa, appunto, ed un sapore molto delicato. Se non avete i petali sostituitelo con uno sciroppo di zucchero e succo di limone.

sabato 15 febbraio 2014

Biscotti di farina di riso e semi di papavero



Per la felicità degli amanti di biscotti burrosi.
Per la felicità degli amanti dei biscotti che si sciolgono in bocca.
Per la felicità dei celiaci, visto che sono pure gluten free.
Per la felicità di tutti, sulle pagine dello Starbooks! :D

lunedì 10 febbraio 2014

Mexican Wedding Cookies, ovvero i biscotti che si sciolgono in bocca


Amna.
Cerco il suo nome in ogni riga, nel quotidiano locale.
E niente di niente.
Leggo della metropolitana nella capitale, quasi terminata e talmente futurista da far invidia ad un film di fantascienza.
Della nuova torre in costruzione alla Mecca, che quando sarà terminata diventerà la più alta del mondo, scalzando la Burj Khalifa a Dubai dall'attuale primato.
Della nuova ferrovia superveloce i cui lavori procedono spediti.
Quanta modernità si può comprare, se si vende petrolio a tutto il mondo.
Ma cerco lei.
Capito sull'illuminate articolo per cui due sauditi su tre considerano disdicevole che una ragazza lavori come infermiera.
Si ha a che fare spesso con uomini.
Che siano malati un dettaglio insignificante.
Per di più bisogna accudirli a letto.
Per carità.
Lo eviterei come la peste, nel Paese dove anche andare in altalena può farti dare della poco di buono.
Amna non c'è più.
E non ce n'è traccia sui quotidiani locali.
Era una studentessa all'università della capitale.
Chissà che soddisfazione poter studiare qui dove l'istruzione femminile non è obbligatoria ma nemmeno vista come necessaria.
Amna si impegna.
Il piccolo problema al cuore che si porta dietro da anni non è un problema.
Nè un ostacolo.
Amna si sente male dentro il campus femminile.
Coraggio, arriva il medico e starai meglio.
Ma il medico non può arrivare.
La polizia religiosa ne blocca l'ingresso perchè uomo.
Che scandalo, se entrasse nel campus femminile.
Amna, immagino, sul pavimento.
Spero sia andata via in fretta.
Senza capire e senza sapere.
Quando finalmente si riesce a farlo entrare è troppo tardi.
Amna è morta.
Potrei raccontarvi un paio di episodi personali con i medici locali, in effetti.
Ma farebbero ridere, e onestamente non ne ho alcuna voglia.
Ma che bello se tutti quei soldi comprassero anche il buon senso.
L'umanità.
E la capacità di levarsi i paraocchi.


Salto di palo in frasca e vi esorto a provare quanto prima questi biscotti: diffusi anche in Russia ed in Grecia sono un mix specialissimo che si scioglie letteralmente in bocca, grazie al burro lavorato con lo zucchero a velo e la farina di mandorle.
Perfetti a colazione, a merenda...e quando vi pare.
E durano a lungo, se ne avete la forza :)




MEXICAN WEDDING COOKIES
da Cookies di Martha Stewart
per circa 20 pezzi

140 g di mandorle spellate
270 g di farina
la punta di un cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino scarso di cannella
226 g di burro
120 g di zucchero a velo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
mezzo cucchiaino di estratto di mandorla

per la copertura

un albume
circa 150g di zucchero a velo
40 mandorle spellate ma non tostate, intere


Tostare in forno a 180 gradi i 140g di mandorle (NON quelle della copertura) per circa 12 minuti.
Farle raffreddare completamente.
Quando ben fredde metterle nel robot da cucina con le lame insieme alla farina, il sale, e la cannella facendo girare per circa un minuto, finchè il tutto sarà molto fine. Attenzione a che il composto non si scaldi.
A parte battere il burro con i 120g di zucchero a velo finchè il tutto sarà chiaro e montato per almeno 4 minuti.
Unire quindi gli estratti e battere ancora brevemente, unire infine il composto di mandorle tritate lavorando a bassa velocità finchè il tutto sta insieme, non di più.
Mettere il composto senza impastarlo per una ventina di minuti in frigo, quindi dividerlo in circa 20 pezzi che andranno delicatamente rotolati a formare delle palline.
Disporle nella teglia distanziandole molto bene e mettere la teglia 10 minuti in frigo.
Ora mettere le 40 mandorle in una ciotola insieme ad un cucchiaio circa di albume battuto appena con una forchetta e far in modo che siano ben ricoperte.
Premere due mandorle su ogni biscotto.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi finchè appena dorati sui bordi, per circa 25 minuti (ma dipende sempre dai forni, quindi controllateli a vista)
Tirarli fuori dal forno e dopo cinque minuti spolverizzarli abbondatemente con zucchero a velo. Ripetere l'operazione dopo 15 minuti.
Servire solo quando saranno freddi.

NOTE

- i biscotti sono ancora più buoni il giorno dopo essere stati preparati

- i biscotti cotti durano anche una settimana chiusi in una scatola di latta.

venerdì 7 febbraio 2014

Torta furbissima di mandorle e mele, senza farina, burro nè lievito!


Lo sapevo.
Dovevo solo aspettare.
L'occasione viene quando vuole lei, si sa.
Luminosa la carriera che ho davanti.
Certo non insegnerei più nè la lingua inglese, nè la sua letteratura.
Non avrei più a che fare con principini annoiati.
O con presidi folkloristici.
E il pi greco perderebbe una delle sue paladine.
Non passerei più le mie serate in palestra, a preparare lezioni per pazzi tanto quanto me.
Sarebbe tutto più semplice.
E chissà, magari più remunerativo.
Uno dei tanti, tantissimi giorni di sole.
Spacca le pietre come sempre, non vivo forse nel deserto?
Eppure, come altre volte, lo so.
Poche ore.
E arriverà.
Spero, almeno.
Che ho una certa fama da difendere, consolidata da anni.
Una nuvola.
Due.
Vento, tanto.
Tuoni e lampi da documentario.
Tutto vola.
Ed io sorrido.
Ho sparso la voce per tempo.
Il manager del centro residenziale dove vivo, dove si sono avuti diversi danni data l'entità del fenomeno, mi sta chiamando al telefono.
Come hai fatto.
Per un attimo non capisco.
Forse non voglio capire.
A sapere della pioggia.
E si che lui è inglese, e se ne dovrebbe intendere.
Forse ha mentito e viene da una tribù di chissà quale remota parte del pianeta, dove osservano ancora, che so, il volo degli uccelli e il colonnello Bernacca non è stato mai avvistato.
Do you have a...tool to predict weather?
Ossignore, mi chiede se ho uno strumento apposito per predire che tempo farà.
Esito: vorrei parlargli di una sfera di cristallo.
Di poteri paranormali.
Di potenziale, conseguente dispensazione di numeri del Lotto.
Ricevo solo per appuntamento.
Confesso: una banale, banalissima applicazione per le previsioni del tempo sul mio Iphone.
Beh, ne ho tre dello stesso tipo ma questo rimane tra noi :)
Gli ricordo che non mi aveva creduta.
Ribatte di avvisarlo ogni qualvolta dovessi avere notizie dello stesso genere.
Ok.
Ma da oggi chiamatemi sciamano.
D'altronde è sempre solo questione di tempo.
Atmosferico e no ;)

Torta che ha strabiliato, quella oggi su queste pagine: senza un sacco di roba, e quella che c'è...si nasconde :) infatti le mele danno morbidezza al tutto ma senza prevalere sul gusto finale che è quello di certi dolci siciliani alla mandorla che adoro.
Provateci: risultato favoloso e dolce che se ne mangiate poco è pure sano  e soprattutto è naturalmente gluten free per cui partecipa  al 100% Gluten Free (fri)DAY




DAMP APPLE AND ALMOND CAKE
da Feast di Nigella Lawson
per una teglia da 25 cm di diametro

3 mele asprigne, tipo Granny Smith
2 cucchiai di succo di limone
325g di farina di mandorle
8 uova intere
275 g di zucchero semolato (ma ne bastano 210)
50g di mandorle a lamelle per la copertura


Pulire le mele e tagliarle a cubetti. Metterle in un pentolino insieme a un cucchiaio di succo di limone e due cucchiaini di zucchero (preso da quello che serve per la torta), ed appena il tutto è ben scaldato mettere il coperchio, abbassare il fuoco e far cuocere per circa 10 minuti, finchè sarà semplice schiacciarle con una forchetta.
Lasciarle da parte a raffreddare.
Quando è freddo mettere il purè di mele nel robot con le lame insieme allo zucchero, la farina di mandorle, un cucchiaio di succo di limone e le uova intere.
Appena ottenuto un composto omogeneo versare nella teglia coperta con carta forno, spolverizzarlo con dello zucchero semolato e le mandorle a lamelle (non saltare questo passaggio, viene una crosticina da cui non riuscirete a staccarvi...)
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti.
Non toccarla finchè è calda!
Servirla solo quando completamente fredda.


NOTE

- la torta è molto morbida e umida, come dice anche il suo nome di "damp cake". Ha la consistenza di certi pasticcini di pasta di mandorle, per capirci.

- se avete dell'applesauce pronta, potete usarla al posto del purè di mele: ne serviranno circa 285 grammi.

- le Granny Smith possono essere sostituite da altro tipo di mela a vostro piacimento.

- lo zucchero previsto dalla ricetta è parecchio, diminuitelo tranquillamente.

- serve un robot piuttosto grande per contenere tutti gli ingredienti. Se il vostro non lo è meglio lavorare il composto in due volte.

- se riuscite, la torta è mille volte più buona il giorno dopo. E non scordate di spolverizzarla con lo zucchero semolato prima della cottura, viene una crosticina buonissima!

- dura tranquillamente cinque giorni, coperta con carta alluminio.


lunedì 3 febbraio 2014

Biscotti al cioccolato con le crepe






Dicono che ci si abitui a tutto.
Non è vero.
Ci si adatta, piuttosto.
Ci si adatta a coprirsi dalla testa ai piedi.
O dal collo ai piedi, per le fortunate come me.
Di nero, colore ideale viste le temperature mai sotto i 25 gradi nemmeno in pieno inverno.
Ci si adatta a dover dipendere da qualcun altro per spostarsi con un mezzo che abbia un motore.
Beh, anche per quelli senza.
Ci si adatta ad avere gli occhi del colore sbagliato, e ci si adatta all'essere accusate di indurre maleficamente in tentazione tutti gli innocenti uomini che capiti di incrociare.
Ci si adatta a vivere nell'unico Paese al mondo dove i cinema sono illegali, nonostante un film di una regista locale sia addirittura candidato all'Oscar.
Ci si adatta a sentire che se mai verrà dato il permesso di guidare questo porterà a terribili danni fisici.
Ci si adatta a sentire che San Valentino è una festa pagana che porta alla perdizione, con l'unico risultato di farla piacere anche a chi l'ha sempre odiata.
Ci si adatta a sentire che l'uso del mascara, nonostante gli occhi siano l'unica parte scoperta del corpo, possa risultare così provocante da indurre gli uomini locali a saltarti addosso. E pure dando loro ragione.
Ci si adatta a sentirsi gridare da dietro con un megafono dalla polizia religiosa che dovrei coprirmi i capelli. Ma secondo me hanno avuto più paura loro dell'urlo di spavento che ho lanciato :)
Ci si adatta a sapere che qualunque cosa si stia facendo è probabilmente sbagliata.
E se non lo è, lo sarà presto.
Una foto, pochi giorni fa.
Che fa il giro del mondo.
La sempre ineffabile polizia religiosa di cui sopra si avvicina ad un gruppo di donne.
Donne? Vedo solo figure nere.
Avventate.
Spregiudicate.
Senza vergogna.
Si sono sedute su delle altalene.
Vi rendete conto?
Parebbe, ai signori in questione, che la cosa possa indurre altri uomini a molestarle.
Uhm.
Non sempre da queste parti le parole sono gradite.
Le tengo per me.
Ma chissà se ci si adatta, a risultare sempre tanto simpatici nei pensieri altrui :)


Mi astengo come al solito da qualunque commento :) e mi butto sul cioccolato, che è meglio.
I biscotti di oggi non sono una novità e in rete ne circolano diverse versioni. Questa è della mia amata Martha Stewart e quanto sia buona è impossibile da farlo capire: vanno assaggiati.
Non c'è nessuno che non mi abbia chiesto la ricetta, o una fornitura a vita :D
E correte a dare un'occhiata a che libro stupendo sia sulle pagine dello Starbooks questo mese!



CHOCOLATE CRACKLES
da Cookies di Martha Stewart
per circa 30 pezzi piccoli

113 g di cioccolato fondente
75 g di farina
25 g di cacao amaro
un cucchiaino di lievito per dolci
un pizzico di sale
55 g di burro freddo
150 g di brown sugar (leggere la nota)
un uovo
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
40 ml di latte intero
90 g di zucchero semolato
60 g di zucchero a velo


Sciogliere il cioccolato a fuoco bassissimo e farlo intiepidire.
A parte mescolare farina, sale, cacao e lievito.
Battere con le fruste elettriche il burro con SOLO il brown sugar per non meno di 3 minuti di orologio, finchè ben montato. Unire l'uovo e la vaniglia, ed infine il cioccolato fuso raffreddato.
Ora usando una spatola unire la farina in due volte, alternando con il latte (se avete una planetaria usate il gancio a K)
Raccogliere il composto senza impastarlo ed avvolgerlo in pellicola trasparente, quindi farlo riposare in frigo per minimo 2 ore.
Dividere il composto in circa 30 palline, e rotolarle PRIMA nello zucchero semolato finchè ben coperte, e POI nello zucchero a velo.



Sistemare le palline distanziandole due centimetri abbondanti ( si allargano in cottura) su una teglia coperta con carta forno.
Farle riposare 10 minuti in frigo, quindi cuocerle in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 12-14 minuti: dovranno formarsi le caratteristiche crepe in superficie.
Non toccarli da caldi, e farli raffreddare completamente prima di servire.

NOTE

- i biscotti durano anche quattro/cinque giorni purchè tenuti in una scatola di latta. Separare gli strati con carta forno.

- il brown sugar dona alle preparazioni un gusto inconfondibile, e si può fare a casa mescolando 100g di zucchero semolato con 10 g di melassa appena scaldata. Girare bene per intridere lo zucchero ed utilizzare. Se non avete nemmeno la melassa usate zucchero di canna, anche se il risultato finale sarà leggermente diverso.
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