giovedì 29 novembre 2018

Salsa Butterscotch al burro salato


Periodo di incontri pre-auguri natalizi, nelle comunità delle signore expat di mezzo mondo.
Tutto avviene in anticipo perchè poi la maggior parte partirà per le vacanze o per il consueto rientro in terra d'origine.
Da me, ad esempio, ci sono state cene di Thanksgiving e Natale insieme, giuro, per ottimizzare i tempi.
Che poi in realtà  molte delle suddette signore non festeggino nemmeno il Natale è un dettaglio: la Holiday Season, così come i generici Holiday Greetings, non si negano a nessuno...
E soprattutto non si nega, alla signora expat, la possibilità di organizzare un coffee morning a tema.
Qui casca l'asino :)
Verrai giudicata per come ti vestirai.
Per cosa presenterai a tavola.
Perchè ricordiamo che la signora expat media vuole mangiare.
Per poi lamentarsi che ingrassa.
Ma se offri carote e salsa allo yogurt stai certa che non si presenterà nessuno.
Anzi, non è inusuale che venga richiesto cosa verrà servito.
Credevo fosse per eventuali allergie/intolleranze/retrizioni alimentari.
Invece pare sia per sapere se si deve far colazione prima o meglio presentarsi digiune, per star certe che non si lascerà nulla di intentato.
Pare, ed è vita vissuta, che a quello organizzato da me serpeggiasse la paura.
E' magra, servirà solo sedano e mele?
Ovviamente no, che sono magra ma sempre italiana, e la cosa più leggera che c'era erano macarons farciti con crema tiramisù ;)
Variegato quello si vede frequentando altre case, ma non voglio annoiarvi con il pollo a colazione, normalissimo tra le orientali, o il quasi nulla trovato a casa della signora australiana tipo un litro di succo di arancia in sette, ed è pure avanzato perchè nessuno ha avuto coraggio di prenderne.
No, piuttosto vi racconto di un buffet ricco e vario.
Tutto da un noto catering della città dove vivo, che cucinare è un'altra cosa che va poco di moda.
Ripetuto all'infinito dalla padrona di casa.
Per poi vederlo, all'uscita.
Una ciotola graziosa.
La signora ha chiesto a tutte un contributo in denaro.
Con un sorriso, e la più grande faccia tosta che abbia mai visto.
Offerta libera per il buffet.
A cui ci ha invitato lei.
Sono morta.
Anche perchè so che lavoro fa suo marito e quanto guadagni.
Diceva bene mia mamma, che è questo il modo in cui si diventa ricchi :D

No comment :) e piuttosto vi invito a preparare questa salsa meravigliosa quanto prima: non è semplice caramello, che è fatto con normale zucchero semolato, ma Butterscotch ovvero realizzata con brown sugar: è Natale, cercatelo, ne vale la pena fosse solo per metterlo qui.
Fatene barattolini da regalare, o servitela sulla tavola delle Feste: sono certa che non vi mancheranno idee per utilizzarla!



BUTTERSCOTCH SAUCE
da Ready for Dessert di David Lebovitz

55 g di burro salato
180 g brown sugar
150 ml di panna, o doppia panna se la trovate
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia

In un pentolino a base larga mettere burro, brown sugar e 90 ml di panna (presi dal totale della ricetta) su fuoco medio, mescolando sempre, finchè il burro si scioglie ed il tutto diventa omogeneo.
A questo punto alzare un po' il fuoco e senza mescolare lasciar bollire vigorosamente il composto per 3 minuti. Conteggiate da quando il bollore è veramente partito, non prima.
Togliere quindi dal fuoco ed unire subito la panna rimasta.
Appena intiepidisce unire la vaniglia.


NOTE

- la salsa dura in un barattolo pulito in frigo anche oltre due settimane. Ma è più buona servita tiepida, quindi scaldate piano quella che vi serve prima di servirla.

- il brown sugar, come già detto molte volte, non è zucchero di canna ma zucchero addizionato di melassa. Trovate online ricette per prepararlo da voi ma ormai si trova con discreta facilità sia nei negozi che online.

- se non avete il burro salato, usate quello comune addizionato almeno di due generosi pizzichi di sale. Credetemi però che è una ricetta per cui vale l'investimento in quello salato.

- servitela sui gelati, le torte, il Pandoro...o confezionate dei barattolini da regalare.




lunedì 19 novembre 2018

Anatra arrosto (a bassa temperatura) con prugne secche, mele ed arancia

Non so quale maledizione sia, ma è già successo il mese scorso.
Vengo attirata da ricette potenzialmente buonissime che mai e poi mai sarò in grado di fotografare decentemente.
E se prima è stato un pollo, bello sulle pagine del libro e terribilmente sgraziato dopo il mio tocco, oggi è la volta dell'anatra.
La coscia fotografata sul volume riesce ad essere artistica, la mia pare di più un moncone ma me ne faccio una ragione.
Scelta perchè in casa arabafelice piace moltissimo ma non viene cucinata spesso dato che non si trova facilmente.
Quindi non mi sono fatta sfuggire l'occasione del reparto surgelati (fresca non se ne parla, sempre nel deserto siamo...)
Mi incuriosivano il ripieno di frutta e la cottura lenta a bassa temperatura.
Allo stesso tempo mi impensieriva che non ci fossero spezie o salse particolari e che il condimento si riducesse in pratica a sale e pepe.
Com'e finita?
Che è finita l'anatra.
Osannata come una delle migliori mai fatte.
Morbida, succosa.
E la frutta del ripieno diventa, a parte l'arancia ovviamente, un complemento al piatto di tutto rispetto ed anche di una certa figura.
Ammetto che è stata un po' una sorpresa.




DANISH CHRISTMAS ROAST DUCK
per 4 persone
un'anatra da circa 3 kg
3 mele, meglio se unpo' aspre come le Granny Smith
due manciate di prugne secche snocciolate, circa 200g
mezza arancia
sale e pepe macinato al momento

Assicurarsi che l'anatra sia ben pulita sia dentro che fuori. Mettere da parte le rigaglie e tagliare la punta delle ali (non contengono carne, ma tenerle in caso si voglia preparare il gravy, la salsa di accompagnamento).
Asciugare bene l'anatra con carta da cucina.

Sbucciare le mele e tagliarle a pezzetti, quindi usarle per riempirne la cavità insieme alla mezza arancia ed alle prugne secche. L'arancia e e le mele non rilasceranno aromi alla carne ma contribuiranno ad una carne più morbida e non stopposa. Chiudere quindi la cavità con del filo da macellaio o con un grosso ago da selvaggina.
Massaggiare quindi tutti i lati molto generosamente con sale e pepe, avendo cura di mescolarli prima di usarli.

Preriscaldare il forno a 130 gradi.
Versare 500 ml di acqua in una teglia da forno e appoggiarvi sopra una gratella sulla quale andrà l'anatra, con il petto in giù.
Cuocere per un'ora quindi girarla e continuare la cottura per altre tre.
Irrorare la carne con i sughi di cottura che si raccolgono sotto la gratella e non preoccuparsi se la pelle a questo punto non è particolarmente croccante, dato che la parte finale della cottura avviene poi a calore più elevato.
L'anatra è cotta quando la temperatura interna raggiunge 72-75 gradi, quindi il tempo di cottura dipende dalla dimensione dell'animale: generalmente un'ora e mezzo per ogni chilo di peso quando si cuoce a bassa temperatura.
Tagliando un pezzo di carne i succhi devono essere trasparenti, non rosati.

Far riposare l'anatra per 30 minuti, quindi dividere le cosce dal petto e ricavare due/tre pezzi da ogni parte. Non rimuovere la pelle.
Per scaldarla prima di servire, scaldare il forno a 120 gradi ed infornare i pezzi finchè la pelle sarà croccante. Può essere utile una botta di grill in caso.


 NOTE

- questa è veramente l'anatra for beginners. Non richiede operazioni particolarmente complicate ed il condimento è realizzato con ingredienti di uso comune. L'autrice suggerisce di acquistarne una bella polposa per evitare che la carne si secchi ma soprattutto di cuocerla a bassa temperatura.
La mia anatra pesava leggermente meno di quanto indicato in ricetta, e quindi ho ridotto di poco i tempi di cottura.

- la comodità ulteriore sta nel fatto che il piatto si può preparare addirittura con un giorno di anticipo e scaldare quando deve essere servita. Leggermente confusa l'indicazione che per avere una pelle più croccante la carne andrà scaldata a temperatura più alta rispetto a quella di cottura: in realtà la carne va cotta a 130 gradi e scaldata a 120! Immagino che ci si riferisca alla nota successiva che suggerisce l'uso del grill in caso di necessità (e come tale, quindi, completamente facoltativo: a me non è servito, per esempio)

- l'autrice suggerisce l'uso di un gravy, una salsa di accompagnamento classica fatta usando le rigaglie dell'anatra. Ma è già buonissima così, irrorata con i succhi di cottura che si raccolgono nella teglia posta sotto la grata.

- ho servito le mele e prugne secche insieme alla carne: ci stavano benissimo! Quindi se cercate un secondo d'effetto per la Vigilia o il giorno di Natale, fateci un pensierino.

mercoledì 14 novembre 2018

Bon-bon alle mandorle, cocco e cioccolato bianco (senza glutine e senza cottura)


Se ieri avete visto una preparazione sontuosa, ricca, e come dicono gli inglesi a bit time consuming.
Oggi dimenticate tutto.
Poteva l'elemento più cialtrone della banda Starbooks non essere attirata dalla ricetta ovvio, che fosse golosissima.
Ma, altrettanto ovvio, che fosse velocissima.
Che sporcasse poco.
Che si presentasse in modo adeguato a a far fare la porca figura di vanpeltiana memoria.
Ebbene, la risposta l'avete già indovinata.
Ieri siete stati in cucina una giornata, oggi vi ci tengo al massimo in due blocchi da dieci minuti.
Poco sforzo, massimo risultato: fanno un figurone nelle scatole dei pensierini natalizi, sui vassoi a complemento di un caffè.
E nessuno, dico nessuno, è riuscito a mangiarne uno solo...
Tranquilli, non vi faccio una testa così raccontandovi per filo e per segno delle origini arabe del marzapane.
Però sono gli arabi ad aver importato dolci di mandorla lavorata con sciroppo di zucchero in Sicilia, dove poi con le dovute elaborazioni sono diventati patrimonio preziosissimo della cultura gastronomica locale.
Addirittura il nome "marzapane" è diretto discendente di una parola araba che in realtà non indicava i dolci in sè ma un contenitore che li conteneva....
Insomma, pare che abbia tutte le scuse per non farmela sfuggire ;)




SNOWBALLS
da Scandikitchen Christmas di Bronte Aurell
per 20 pezzi
200g di marzapane (una percentuale di mandorle del 63% sarebbe ottimale, accettabile almeno del 50%)
120g di cioccolato bianco di buona qualità
100g di cocco rapè
colorante alimentare spray glitter argento, facoltativo
un po' di buccia d'arancia grattugiata oppure 2 cucchiai di liquore all'Amaretto, facoltativi

Dividere il marzapane in 20 pezzi, lavorare ogni pezzo ad ottenere una pallina quindi metterle tutte in frigo in modo che siano ben fredde quando verranno ricoperte con il cioccolato.

Temperare il cioccolato bianco (che può essere insidioso, ma la via più semplice è sciogliere metà del cioccolato a bagnomaria, quindi togliere dal fuoco, unire l'altra metà e mescolare in modo che il tutto si raffreddi velocemente)

Infilzare quindi una pallina di marzapane con uno stecchino ed immergerla nel cioccolato fuso in modo che sia uniformemente ricoperta. Passarla quindi nel cocco rapè e lasciar asciugare su una teglia coperta con carta forno. Procedere fino ad esaurimento delle palline.

A questo punto decorare con lo spray, se lo si desidera.

NOTE

- non sono buoni, sono divini. Il marzapane che ho usato io è il Niederegger, probabilmente uno dei migliori in circolazione, che conservavo e veneravo da alcuni mesi al pari di una reliquia.
 Come accennato, usare quegli agglomerati di zucchero dei supermercati non vi farà ottenere lo stesso risultato. Se voleste farlo in casa, trovate una ricetta della stessa autrice qui .

- essenziale aromatizzare l'impasto per creare un piacevole contrasto tra il dolce dell'interno e della copertura: la buccia d'arancia ci sta magnificamente e conferisce quel profumo "natalizio" che i dolcetti altrimenti non avrebbero senza.

- il cocco è il tocco da maestro, e soprattutto aiuta a creare dei dolcetti belli da vedere.
Palle di neve, sia chiamano, per un motivo...piuttosto trovo un po' ridondante la richiesta di temperare il cioccolato bianco, notoriamente difficile da maneggiare, visto che poi tanto questo viene ricoperto dal cocco. Ma al solito, è la cialtrona che parla :) e comunque il metodo indicato nel post è il più semplice in assoluto.
Sapete già tutti che un cioccolato bianco di scarsa qualità non si scioglie bene e diventa un agglomerato di grumi inutilizzabile, quindi investite in uno degno del suo nome.
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