giovedì 29 maggio 2014

Mousse leggera allo yogurt e limone, e...


Una mousse leggerissima.
Una rivista che forse non conoscete.
Tutto qui ;)

lunedì 26 maggio 2014

Babà al tè, gelato furbissimo alla menta e marmellata di datteri


Non lo faccio mai.
E mi ero imposta di non farlo mai.
Mai guardare le ricette già arrivate all'MTChallenge del mese.
Non importa che sia un uovo fritto, un pezzo di carne poco fotogenico o un'insalata che non si mette in posa.
Qualunque sia la sfida c'è già stato, nell'ordine.
Chi l'ha fatto più bello.
Chi l'ha fatto più buono.
Ma soprattutto chi l'ha fotografato con una maestria tale da generare nella sottoscritta un unico desiderio: quello di cliccare su "cestina" per l'intera cartella di scatti appena realizzati.
Mai dire mai, e mai fu più vero.
Il piccolo babà, in sè, sarebbe pure carino.
Lo era nella mia mente.
Certo, prima di scoprire che forse, dico forse, ho messo un po' troppo impasto in ogni stampino.
Sarà che questa ricetta perfetta si è trovata particolarmente bene con il clima desertico.
Sarà che quella idea che mi era parsa geniale di spegnere per un'oretta l'aria condizionata in cucina ha fatto il resto.
Fatto sta che non ho trovato piccoli, graziosi babà lievitati con la loro cupoletta.
Ma piuttosto mongolfiere pronte a librarsi in aria.
E corri a cuocere, sperando che il battesimo del volo non avvenga dentro il forno.
Bagno, farcisco, decoro.
Magari "decoro" è una parola grossa, va'.
Lo guardo attraverso l'obiettivo della macchina fotografica.
Non trovo il suo profilo migliore.
Forse perchè non ce l'ha.
Un click  sulla pagina degli sfidanti.
Mannaggia a me.
Gli altri ce l'hanno, il profilo migliore.
Pazienza, perchè intanto non è buono.
E' buonissimo.
E quella domanda dell'augusto consorte che se ne è strafogati tre in un giorno solo farò finta di non averla sentita.
Ma perchè è bagnato?
Perdonalo, Antonietta :D


 Il babà ha voluto parlare arabo, in casa arabafelice, what else? ;)
Unendo alla pasticceria nostrana quello che è un sapore tipico di queste parti: ovvero il tè con la menta e qualche dattero a contorno.
E la menta in un gelato, così che i due sapori si fondano in qualcosa di più adatto al clima della terra che mi ospita.
E come si sarà capito partecipo all'MTChallenge di Maggio 


                                                               
BABA'
per circa 10 babà monoporzione
dalla ricetta de La Trappola Golosa


300 g di farina bio tipo 0
3 uova grandi
100 g di burro
100 g di latte
25 g di zucchero
10 g di lievito di birra
 mezzo cucchiaino di sale fino

per la bagna
un litro di acqua
300g di zucchero
tè nero in foglie

per il gelato furbissimo alla menta
250 g di panna fresca da montare
150 g di latte condensato zuccherato
4 cucchiai di sciroppo concentrato di menta
un cucchiaino di estratto di menta

marmellata di datteri per lucidare


Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. 
Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito.
Versare in una ciotola il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarci il lievitino e le tre uova. Impastare schiacciando ripetutamente nella mano l’impasto per amalgamare le uova e aggiungere un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, man mano che se ne senta la necessità, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente, sbattendolo verso la ciotola per una decina di minuti. 
Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio.
In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto  una cucchiaiata alla volta facendo  assorbire bene  prima di aggiungere  la successiva. Lavorare per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e iniziare a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna. Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.
Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.
Una volta completato il giro, con l’indice  sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.
Per le monoporzioni come le mie mettere una piccola pallina di impasto nello stampino riempiendolo per metà e lasciar lievitare.
Accendere il forno  a 200, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 180 e cuocere per 20 minuti circa.
Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca.
A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa.
Per la bagna: far bollire l'acqua con lo zucchero per 10 minuti. Spegnere il fuoco e mettere le foglie di tè, circa 2 cucchiaini colmi, in infusione per 5 minuti.
Passare attraverso un colino a maglie fitte.

Per il gelato furbissimo alla menta: Montare la panna ben ferma. In una ciotola a parte mescolare latte condensato, sciroppo ed estratto di menta. Mettere in un contenitore e poi in freezer una notte.

Irrorare i babà  con la bagna tiepida, e lasciarli nella ciotola rigirandoli ogni tanto in modo che la assorbano per bene finchè non avranno la consistenza di una spugna inzuppata.
Adagiare ogni babà nel piattino individuale, spennellarlo con pochissima marmellata di datteri e servirlo con il gelato e un dattero a decorare.

NOTE

- la ricetta sembra indaginosa ma basta organizzarsi con i tempi. Ho cotto e imbevuto i babà il giorno prima di servirli.

- l'impasto è stato realizzato in planetaria, e finito a mano.

- il gelato alla menta fa parte della categoria di gelati furbissimi che non ghiacciano mai, provare per credere ;)

- la marmellata di datteri è stata acquistata, essendo qui dove vivo molto comune.

martedì 20 maggio 2014

Barrette alla frutta secca e cioccolato senza...tutto :)




Sembra fatto per me.
Gwyneth Paltrow, insieme alla co-autrice del libro Julia Tushen, ha creato un libro di ricette senza.
Senza cosa?
A turno, senza...tutto.
Dovendo fronteggiare uno stretto regime alimentare per risolvere alcuni problemi di salute si è trovata a dover eliminare dalla dieta moltissimi ingredienti.
Dopo un primo momento di sconforto ha, ehm, tirato l'acqua al suo mulino e ci ha tirato fuori questo libro.
Dedicato, per citare testualmente, a tutti coloro che per necessità o per voglia debbano o gradiscano eliminare determinati ingredienti dalla propria alimentazione.
I dolci, con queste premesse, promettono poco al fruitore di un libro di cucina.
Ma se si ha una certa dimestichezza con l'alimentazione vegan o, più facile, con i siti di fitness si vedraà che senza si riescono a creare piccoli capolavori.
Queste barrette, uno di essi.
Non sono nuove preparazioni del genere in casa arabafelice ma ancora non avevo utilizzato i datteri come dolcificante e legante e ne sono rimasta assolutamente conquistata, pur non amandoli da soli.
Ma nell'impasto si fondono alla perfezione ed è impossibile percepirli, dato che il sapore della frutta secca la fa da padrone.
E se ci mettiamo pure il cioccolato, bingo!
Vero è che la ricetta presenta alcuni ingredienti non facilissima reperibilità in Italia, mentre molto comuni all'estero: ma devo dire che, volendo, si possono facilmente sostituire (nel caso dell'olio di cocco) o addirittura preparare in casa (come il burro di mandorle).
Qui sono già una presenza fissa nel freezer.
Prima della palestra, dopo un pomeriggio di studio, una giornata di lavoro: una botta di energia niente male.
Anzi, va, pure senza nessuna scusa.
E' che, giuro, sono troppo buone.





CANDY BARS
210 g di anacardi non tostati e non salati
255 g di datteri (pesati dopo aver tolto il nocciolo)
125 g di burro di mandorle
100 g di sciroppo d'acero
60 g di farina di cocco
60 g di cocco a scaglie (non zuccherato)
mezzo cucchiaino di estratto di mandorla
circa 200-250 g di gocce di cioccolato
un cucchiaio e mezzo di olio di cocco


Mettere gli anacardi nel robot da cucina con le lame e ridurli in polvere abbastanza fine.
Aggiungere quindi i datteri tagliuzzati, il burro di mandorle, lo sciroppo d'acero, la farina di coccol, il cocco a scaglie e l'estratto di mandorle.
Far andare le lame, fermandole ogni tanto per non surriscaldare il composto finchè il tutto starà insieme.
Non succede subito, bisogna avere un minimo di pazienza e soprattutto non aggiungere nulla al composto.
Foderare una teglia quadrata o rettangolare non troppo grande e versarci il composto, pressandolo con le mani fino ad ottenere un'altezza di circa due centimentri e mezzo.
Se il composto è troppo appiccicoso inumidire le mani o versare sui palmi qualche goccia di olio.
Mettere la teglia in frigo per sei-otto ore, finchè sarà più solido.
Il giorno dopo versare le gocce di cioccolato e l'olio di cocco in un pentolino e far sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Mescolare bene e versare il tutto sul dolce ormai indurito, livellando con un cucchiaio.
Rimettere in frigo per almeno un'ora, per far rapprendere il cioccolato, e servire tagliato a quadrotti oppure tagliare il composto con formine da biscotti, nel caso le barrette siano destinate ai bambini.

NOTE

- La ricetta richiede l'olio di cocco, che dove vivo si trova tranquillamente come il burro di mandorle. Per quest'ultimo, nel caso aveste difficoltà a reperirlo, ci sono molte ricette on line per farlo in casa.

- La preparazione non ha presentato alcun intoppo. Solo ci vuole un po' di pazienza perchè il robot frulli tutto per bene nella fase di preparazione dell'impasto. Meglio lavorare comunque con la funzione a scatti.

- Diventano morbide a temperatura ambiente quindi vanno conservate in frigo, o come consiglia l'autrice in freezer. Non serve farle scongelare perchè rimangono sempre un po' morbidine.

- La misura della teglia non è specificata con esattezza. Ho usato indifferentemente sia una teglia quadrata da 20cm la prima volta, e poi ho optato per una da 23cm. Entrambe vanno bene.

- In un'intervista rilasciata durante la promozione del libro l'autrice parla di queste barrette e dice di provare a sostituire il burro di mandorle con quello di arachidi, ovviamente biologico e senza zucchero: ho provato, e se possibile sono ancora più buone.

lunedì 19 maggio 2014

Pancakes ai mirtilli, in quindici minuti!


Va bene tutto.
Va bene che salire sulla scaletta dell'aereo, ad ogni viaggio, sia per la sottoscritta una sofferenza.
Ogni volta ho un flash dei condannati al patibolo e vedo me stessa vestita come Maria Antonietta.
Va bene che il cuore arrivi a livelli tali che nemmeno con i miei sprint migliori ho saputo eguagliare.
Va bene che le mani tremino.
La voce pure.
Le gambe non ne parliamo.
Perdo la naturale logorrea, e lo so che qualcuno già grida al miracolo :)
Ogni sillaba si tramuta in un singhiozzo, represso.
I braccioli del sedile, se potessero parlare.
Mi farebbero causa da quanto li stringo.
Va bene sforzarsi di non guardare l'orologio, e scoprire che sono passati novanta secondi dall'ultima volta che lo si è fatto.
Uh, pareva un'eternità.
Ogni turbolenza e penso alla mia lapide.
Ed ogni volta mi ricordo che non ho dotato i parenti di foto approvata.
Va bene tutto.
Ma questo no.
Che poteva capitarmi, oltre ad essere costretta dalla vita e dal deserto a prendere un aereo per ogni spostamento?
No, non una sorella ingegnere aerospaziale.
A quello si può sopravvivere.
E' l'augusto consorte fanatico dell'aviazione che mi ucciderà.
Inseguendo il sogno non tanto segreto di ottenere un brevetto di pilota inonda la sottoscritta di dettagli tecnici, aperture alari, flap, inversori di spinta e chi più ne ha più ne metta.
Apprezzo la buona volontà.
Per ogni rumore che mi fa trasalire, la spiegazione scientifica.
Sarà.
E' che io nel panico nemmeno ci sento più.
Per cui il teatrino, ormai, è sempre quello.
La sottoscritta avanti cammina verso il sedile, rigorosamente corridoio perchè devo poter scappare.
Che nessuno chieda dove :)
Faccia che non so descrivere, dato che non mi vedo.
Ma che fa chiedere alla hostess, gentile, are you ok?
Mai darmi il la.
Avviso subito che ho paurissima, e lei annuisce che verrà a controllare durante il volo che stia bene.
Lui, dietro.
Sorrisone stampato e subito stessa hostess sequestrata per convincerla a farlo parlare con i piloti, visitare il cockpit, discutere di dettagli tecnici.
Ci guarda sospettosa.
Are you guys together?
Chiede se siamo insieme.
La guardo rassegnata.
Lei ride a crepapelle.
Va bene che Dio li fa e poi li accoppia.
Ma con noi ci si è anche parecchio divertito ;)

Mi riprendo dalla paura passata sugli ultimi voli con una colazione che fa passare qualunque pensiero: l'impasto si prepara in, cronometrato, cinque minuti.
Altri dieci per cuocere una marea di pancakes, e tutta la mattina, lenta, per goderne.
Stupendi con lo sciroppo d'acero ma provateli anche con questo di mirtilli: da leccare il piatto!





BLUEBERRY BREAKFAST PANCAKES
per circa 22-25 pezzi
da How to Bake di Paul Hollywood

200 g di farina autolievitante
1 cucchiaino di lievito per dolci
un pizzico di sale
un uovo medio
300 ml di latte intero
un cucchiaio di burro fuso
75 g di mirtilli
poco burro e olio, per la cottura

per servire

sciroppo d'acero
mirtilli freschi


Setacciare farina, lievito e sale.
A pare battere con una forchetta uovo e latte.
Unire il composto liquido a quello di farina con una frusta a mano o una forchetta finchè si ottiene un pastella fluida.
Aggiungere il burro fuso e i mirtilli interi ed amalgamare delicatamente.
Scaldare una padella antiaderente con un pezzetto di burro e poche gocce di olio su fuoco medio.
Quando è calda versare l'impasto a cucchiaiate (una cucchiaiata = un pancake).
Cuocerli un paio di minuti per parte finchè dorati, quindi girarli e cuocere anche dall'altro lato.
Ungere la padella di nuovo cuocendo gli altri pancakes.
Servirli con sciroppo d'acero e mirtilli freschi, oppure con sciroppo ai mirtilli.


NOTE

- i pancakes possono essere preparati la sera prima, conservati in frigo coperti con alluminio e scaldati pochi secondi al microonde il giorno dopo: rimangono come appena fatti.

- se non avete la farina autolievitante aggiungete un altro cucchiaino di lievito per dolci alla farina tradizionale.

- l'autore del libro da cui ho preso la ricetta, Paul Hollywood, consiglia di abbinarli anche a del bacon croccante: beh, ci sta una meraviglia!


lunedì 12 maggio 2014

Torta glassata al cocco e lime
























La Nigeria, lontanissima.
Fisicamente e dai pensieri.
I don't even know where it is.
Me lo dice con occhi vacui una collega, e parte segreto il ringraziamento perchè, almeno, non insegna Geografia.
Boko Haram, un nome come un altro.
Potrebbe essere indifferentemente un gruppo rock o un villaggio sperduto chissà dove.
Mica si mastica tutti la lingua Hausa.
Già, perchè altrimenti si capirebbe che non è, che so, il nuovo tormentone del momento.
Ma un tormento vero e proprio.
Un'organizzazione terroristica che di questo nome si fregia.
Si può tradurre, più o meno, con "l'educazione occidentale è peccato".
Quando si dice un nome, un programma.
Semina morte e terrore come se nulla fosse, in nome di una non ben meglio definita difesa dei principi dell'Islam.
Che, sia chiaro, nulla ha a che fare in realtà con orrori simili.
Oltre duecento ragazze da punire.
Rapite e vendute come schiave.
Chissà che avranno fatto di tanto grave.
Ecco, hanno osato andare a scuola.
Studiare.
Tra le materie anche l'inglese, la lingua degli infedeli.
Non bisogna farsi una cultura.
Bisogna sposarsi.
Possibilmente con qualcuno che decida per loro.
Il leader dell'organizzazione dice che glielo ha ordinato Allah.
Ora, non so se il problema sia che Allah parla una lingua che questo tizio capisce poco.
Magari se a scuola ci fosse andato anche lui ci saremmo risparmiati questo scempio.
Molti si stanno mobilitando per liberare queste poverette.
Ma chissà se è tardi.
Scaccio dalla mente il pensiero di cosa stiano passando, perchè certi orrori sono troppo grandi anche solo per poter essere immaginati.
Noi possiamo almeno parlarne.
Non sono nostre amiche, sorelle, parenti, conoscenti nè connazionali.
Ma la sofferenza parla tutte le lingue.
E sono certa che arrivi a tutte le orecchie.
#BringBackOurGirls


Salto di palo in frasca come mai, oggi, per presentarvi la torta che mi sono fatta per il mio compleanno, il mese scorso: cocco e lime, una glassa zuccherosa, una torta morbidissima e non banale.
Provatela, e vi catapulterà in vacanza al primo morso :)



FRESH LIME & COCONUT CAKE
da Delia's Cakes di Delia Smith
per due teglie da 18 cm


2 lime
50g di farina di cocco
115g di farina autolievitante
un cucchiaino di lievito per dolci (due se non usate la farina autolievitante)
115 g di zucchero di canna
115 g di burro morbido ma non sciolto
2 uova grandi
un cucchiaio e mezzo di latte di cocco in polvere

per la farcia e copertura

buccia e succo di un lime, più un altro se serve
150-175g di zucchero a velo
3 cucchiai di latte di cocco in polvere


Preparare le torte: grattugiare la buccia dei due limee avvolgerla in un pezzetto di pellicola per alimenti in modo che non secchi.
Versare la farina di cocco in un recipiente, irrorarla con il succo dei lime e lasciar riposare un'ora.
Quindi setacciare farina e lievito, unire lo zucchero, il latte di cocco in polvere, le uova ed il burro.
Battere per circa un minuto con le fruste elettriche.
A questo punto unire la farina di cocco e la buccia grattugiata dei lime.
Versare l'impasto dividendolo tra le due teglie a cerniera imburrate e coperte con carta forno e cuocere in forno preriscaldato a 170 gradi per circa 25 minuti.
Far raffreddare qualche minuto nelle teglie quindi sformare e far raffreddare completamente.

Preparare farcia e copertura: grattugiare la buccia da un lime, quindi spremerne il succo.
Mettere succo e buccia grattugiata in una ciotola quindi aggiungere a poco a poco lo zucchero a velo e il latte di cocco in polvere. A seconda dei lime potrà servire un pochino di succo in più per ottenere una consistenza morbida e spalmabile.
Sbucciare il secondo lime tagliando la buccia a striscioline, quindi tagliarlo a spicchi usando un coltello affilato, cercando di conservare l'eventuale succo che uscirà.
Versare gli spicchi e l'eventuale succo nel composto di zucchero a velo già preparato.
Versare metà della farcia su una torta, coprire con l'altra e versare l'altra metà sulla superficie.
Infine decorare con la buccia di lime.
Servire appena la glassa si rapprende un po'.


NOTE

- la torta può essere preparata il giorno prima ma meglio conservarla a temperatura ambiente, non in frigo.

- dura tranquillamente anche tre giorni senza perdere morbidezza, data che la glassa la impermeabilizza.

- il latte di cocco in polvere è essenziale per aromatizzare la torta: qui in Arabia si trova al supermercato, in Italia immagino sia disponibile nei negozi biologici e l'ho avvistato anche da comprare on line.

Arabafelice in cucina! © . Template by Berenica.