mercoledì 28 marzo 2018

Uova marmorizzate....con l'ingrediente segretissimo!


No, stavolta non è la Pasqua vietata il problema.
Con tutte le uova di cioccolato che ho visto in giro o non importa più o stiamo facendo passi da gigante.
E nemmeno reperire uno stampo e modificarlo come già successo.
Le uova sono ovunque, bianchissime.
I coloranti per alimenti, idem.
La schiuma da barba non ne parliamo.
Il procedimento a prova di chiunque.
I fiori.
L'erba.
Qualcosa che ricordi la primavera, se non la Pasqua.
Eh si, perchè ora che vivo in una moderna città il problema è quello: staccarne dal giardino comune non è un'opzione.
Andare a fotografare direttamente fuori? Non l'ho mai fatto nemmeno dove stavo prima: il giardiniere a sua volta fotografava me, e andare in diretta su Youtube/Pakistan non è esattamente il mio sogno nel cassetto, allora come oggi.
Il mega supermercato, la risposta è sempre il mega supermercato.
Che ha anche angolo fiori&piante, in un Paese dove di autoctoni ce ne sono proprio pochini.
Pure le stelle di Natale ci ho visto, a Dicembre.
Ma appunto per questo avete idea del prezzo...
Bene, non ho alcuna intenzione di spendere che so, 30 euro per un mazzo di rose.
Che poi le rose a me nemmeno piacciono.
I tulipani adoro.
E le margherite.
Ma divago come mio solito, e poi non è il fiore che mi serve. Voglio quei rametti di minifiorellini bianchi, abbiate pazienza se non ricordo il nome, messi a decorazione attorno.
I mazzi sono pronti, mi dicono, non si possono rovinare.
Insisto.
Prego.
Rompo l'anima, in una parola sola.
Il ragazzo addetto si guarda attorno.
Veloce, sfila un paio di rametti da mazzi diversi.
Me li porge con l'aria di un complice in una rapina.
La gentilezza funziona ancora, pare.
Ora chi glielo dice però che no, il suo numero di telefono non lo voglio???

Una ricetta che non è una ricetta anche se si usano le uova: come spiegato queste sono solo decorative! Divertitevi con i vostri bimbi e per carità, usate una schiuma da barba con meno profumo di quella usata da me.
Guanti per alimenti consigliati anche se il colorante va via dalle mani con poche passate di acqua calda e sapone.



HOW TO DYE EGGS WITH SHAVING CREAM
da Martha Stewart

uova con guscio bianco
schiuma da barba
colorante per alimenti, liquido o in gel

 Per prima cosa preparate le uova: in caso le vogliate svuotare il procedimento prevede di praticare due fori alle  estremità di ciscun uovo e di soffiare forte per svuotarlo del contenuto.
Dopodichè i gusci vanno sciacquati sotto acqua correte e sterilizzati in acqua e aceto, facendo bollire per 10 minuti e schiumando se necessario. Far asciugare bene prima di colorare.
In alternativa rassodare le uova tenendo presente che dato che il guscio è permeabile le uova sono solo decorative, non commestibili.

Preparare dei contenitori che possano contenere le uova, stampini, bicchieri, tazze...quello che volete. A me è sembrato comodissimo usare lo stampo da muffin.
Riempire ogni cavità per metà di schiuma da barba quindi versare un po' di colorante su ciascuna. Mischiando i colori le uova verranno marmorizzate.
Più colorante usate, più vivido sarà il colore.
Mescolare i colori con uno stecchino.



Immergere ogni uovo in una cavità facendolo girare in modo che risulti ben ricoperto.
Far riposare 20-25 minuti.


Trascorso questo tempo prendere le uova e pulirle con carta da cucina.
Solo se necessario sciacquarle ma l'acqua può far sbiadire il colore, ancora.



giovedì 22 marzo 2018

Il biscotto ...che mancava!


Continuo il rehab.
Come spiegato già nell'altro post resistere ad acquistare tutto il ben di Dio che improvvisamente mi è disponibile a portata di mano dagli scaffali dei supermercati a cui ho accesso ora si sta rivelando più difficile del previsto.
E' che ogni volta me lo devo ripetere, quando già la mano è protesa verso lo scaffale.
Aspetta, Stefania, aspetta.
Non è più come prima.
Che se vedevi qualcosa di nuovo andava svaligiato tutto lo stock, dato che sarebbe tornato alla meglio dopo sei/otto mesi e alla peggio, mai.
Qui ancora non mi capacito che i suddetti supermercati vengano riforniti ogni giorno.
Ogni santo giorno.
E sempre arriva qualcosa di nuovo.
Quindi resisto, resisto.
E finalmente ho capito cosa sembro ai commessi che ormai mi conoscono, oh se mi conoscono.
I vecchi dei cantieri.
Avete presente i vecchi che guardano i cantieri con le mani dietro la schiena.
Almeno non faccio commenti, però.
Mi limito a sgranare gli occhi.
Ieri, ho temuto di non farcela per davvero.
Dunque, sono anni che vi faccio una testa così con le feste occidentali vietate nel Paese in cui vivo.
Ho comprato alberi di Natale, stampi per biscotti, colombe, panettoni, fiori per San Valentino, tutto ...per vie traverse.
Tutto nascosto, segreto, rischioso in qualche caso.
Ora, è proprio vera la differenza tra un mini villaggio nel deserto ed una metropoli.
Il deserto c'è in entrambi i casi, ma la gente è ben diversa.
Ebbene, nello splendido, fornito, elegantissimo super che ho sotto casa un'apparizione.
Sono stata in apnea un attimo.
Tutto un angolo dedicato alla Pasqua.
Avete capito bene.
Le mitiche uova della Cadbury, i cioccolatini a forma di carote, i coniglietti della Lindt.
Tutto in ogni dimensione possibile ed immaginabile.
E colpo al cuore, gli ovetti ripieni della Oreo!
Grandi e piccini.
Due li ho presi, e quando mi ricapita la mia mente ossessionata ha subito pensato.
Mi è già ricapitato oggi.
Credo mi ricapiterà domani.
Niente, non faccio progressi :D


Dunque, solo un asceta può rimanere impassibile davanti ad un biscotto descritto dall'autrice come un perfetto incrocio  tra un chocolate-chip-cookie ed uno shortbread.
Dei primi, dice, anche troppe ricette sono in giro che più o meno si somigliano...quindi ok, ne crea una nuova che è la chiusura del cerchio, la crasi perfetta tra i due.
Insomma fateli e non saltate il riposo di una notte.
E solo io li trovo anche bellissimi, oltre che assolutamente irresistibili?



SALTED BUTTER CHOCOLATE CHUNK SHORTBREADS
da Dining In di Alison Roman
per 24 pezzi

255 g di burro salato
100 g di zucchero semolato
50 g di light brown sugar (leggere la nota)
un cucchiaino di estratto di vaniglia
250 g di farina
170 g di cioccolato fondente

per la copertura
un uovo (o latte)
zucchero Demerara o Turbinado o anche brown sugar
fiocchi di sale 

Tagliare il burro freddo a pezzetti e montarlo con le fruste elettriche o in planetaria con i due zuccheri e la vaniglia finchè il composto sarà chiaro e gonfio.


Unire la farina delicatamente (con il gancio a K o una spatola se non si ha la planetaria) girando solo il tanto che basta perchè il composto stia insieme.
Unire quindi il cioccolato tagliato a pezzi grossolani e non preoccuparsi se il composto sarà leggermente granuloso.

Dividere quindi l'impasto a  metà e con le mani formare ogni metà in un cilindro di circa 5- 6 cm di diametro.
Avvolgere i cilindri in plastica per alimenti e mettere in frigo almeno due ore ma molto meglio una notte.
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Ora spennellare i rotoli di impasto con l'uovo battuto e spolverizzarli o rotolarli nello zucchero scelto (abbondate ;) quindi con un coltello seghettato ben affilato tagliare delle fette da non meno di un centimetro di spessore che andranno adagiate su una teglia coperta con carta forno, distanziandole un poco.
Ovviamente il coltello incontrerà dei pezzi di cioccolato, niente panico e compattare con le dita i biscotti che in quei punti potrebbero rompersi.
Spolverizzarle con i fiocchi di sale e ora mettere cinque minuti in freezer.
Cuocere quindi per 12-15 minuti, dipende dai forni, o comunque finchè i bordi appariranno dorati.
Non stracuocerli!
Togliere dal forno e far raffreddare prima di servire.


 



NOTE
- se si è allergici o comunque non si possono utilizzare uova i cilindri possono essere spennellati con latte.

-i biscotti vengono meglio se riposano a lungo in frigo. Abbiate pazienza una notte, su!

- il brown sugar non è zucchero di canna ma zucchero addizionato di melassa. Si può fare in casa se non lo doveste trovare al supermercato, trovate online le proporzioni.

- il burro va montato BENISSIMO con lo zucchero, non meno di cinque minuti di orologio. E' essenziale per la riuscita della ricetta.

- il cioccolato non deve essere troppo fine, per questo ho messo la foto: volete un bel pezzettone in bocca, non una scaglia.

- la consistenza è divina, i bordi croccanti e il centro leggermente più morbido: il perfetto incrocio tra uno shortbread e un chocolate chip cookie!

- i rotoli di impasto prima del taglio possono essere surgelati un paio di mesi.

- i biscotti cotti si conservano anche cinque- sei giorni chiusi in una scatola di latta. Leggenda metropolitana di cui non ho prove dato che qui sono spariti in fretta, molto in fretta....e stavano cominciando a sparire pericolosamente già da crudi!


lunedì 19 marzo 2018

Budini di meringa con caramello e mandorle tostate




Se la scelta del primo dolce provato dal libro del mese è stata dettata dai gusti del consorte (il dulce de leche non vale, era solo un complemento!) il secondo invece è assolutamente colpa, o merito, delle papille gustative della sottoscritta.
Meringhe in ogni foggia, cotte, fiammeggiate sopra le crostate, arrotolate, in monumentali Pavlove o sbriciolate sopra i gelati e nelle coppe: mi piacciono sempre, e tanto. 
Il dolce in questione non mi è nuovo, anzi l'ho mangiato spesso ma nella forma più tradizionale, quella che lo vede cotto nello stampo unico: le monoporzioni non solo più aggraziate ma sicuramente meno da sensi di colpa...sempre che se ne mangi una sola.
Il buffo nome è in realtà cambiato col tempo : in origine era "Malakoff", per tributo all'omonima battaglia e relativa vittoria contro lo zar Nicola durante la guerra di Crimea.
Divenne poi "Molotov" dopo la seconda guerra mondiale, probabilmente per assonanza con quello che era all'epoca il soprannome di un politico russo.
Ma bando alle ciance, e veniamo al dolce: buono, è buono.
Deve piacere ovviamente la consistenza particolare e morbida che prende la meringa cotta in questo modo ed il suo sapore estremamente delicato.
Il novanta per cento del risultato dipende quindi da ciò che lo accompagna ;)





MOLOTOV PUDDING
per 6 porzioni
olio neutro, per ungere gli stampini
4 uova fresche a temperatura ambiente
un pizzico di sale
4 cucchiai di zucchero superfino (tipo Zefiro)
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
3 cucchiai di mandorle a lamelle per servire
100 g di zucchero superfino per il caramello

Usando l'olio scelto ed un pezzo di carta da cucina ungere sei stampini da circa 150 ml di capacità.
Preriscaldare il forno a 180 gradi e mettere dell'acqua a bollire.
Montare gli albumi con il sale fino allo stadio soft peaks, ovvero formeranno delle onde morbide. Unire quindi i 4 cucchiai di zucchero a poco a poco, sempre montando, ed infine la vaniglia.
Gli albumi dovranno risultare lucidi e ben montati.
Usando un cucchiaino dividere la meringa tra gli stampini preparati, usandolo per pressare il composto con delicatezza in modo che raggiunga ogni angolo.
Livellare la superficie e battere gentilmente gli stampini sul piano da cucina per eliminare eventuali bolle d'aria.
Mettere gli stampini in una teglia e versare nella teglia dell'acqua bollente in modo che raggiunga circa metà altezza degli stampini stessi.
Infornare e cuocere 12 minuti, tempo durante il quale i dolci si gonfieranno e coloriranno un poco ma si sgonfieranno appena li toglierete dal forno.
Togliere gli stampini dal bagnomaria e far raffreddare i dolci completamente prima di sformarli invertendoli sui piatti da portata.
Tostare le mandorle su fuoco basso e lasciare da parte.
Per il caramello, mettere i 100 g di zucchero in un pentolino con 100 ml di acqua e farli bollire a  fuoco alto. Dopo un po' lo sciroppo comincerà a cambiare colore, e qui va guardato a vista (watch it like a hawk, come un falco!) e tolto dal fuoco quando ancora dorato e non troppo scuro, altrimenti risulterà amaro.
Dopo un paio di minuti controllare la consistenza, se sarà troppo sodo per poter essere versato sui dolci basta aggiungere dell'acqua, un cucchiaio alla volta, fino alla giusta consistenza.
Fare attenzione perchè il caramello schizzerà un poco all'aggiunta dell'acqua.
Servire quindi i dolci con il caramello e le mandorle, oppure con del dulce de leche (ne è stata data la ricetta qui ), o ancora con della crema inglese.


NOTE

- ho seguito la ricetta alla lettera e non ho avuto problemi. Rimango perplessa che ancora si unisca il sale agli albumi dato che ormai anche il mio gatto sa che si, viene favorita la trasformazione in meringa ma questa sarà poi meno stabile.

- i dolci si gonfiano tantissimo in cottura, sembrano dei soufflè! ho avuto un attimo di timore vedendo che erano almeno 2 cm e mezzo oltre lo stampo a fine cottura. Invece si sono poi abbassati rimanendo perfettamente lisci.

- come dicevo la salsa di accompagnamento è ciò che darà carattere al dolce: caramello e mandorle tostate si sono rivelati vincenti, rimango leggermente più perplessa sul dulce de leche anche qui ma ecco, si, bisogna che provi per potermi esprimere :)

- temevo, come temo sempre, che non uscissero bene dagli stampi: sbagliavo.

- quelli avanzati li ho tenuti in frigo, e per i miei gusti freddi sono ancora più buoni.

- detto questo, il consorte decreta che il concetto di monoporzione va rivisto e calibrato dato che per lui questa in foto è al massimo una cucchiaiata.

venerdì 16 marzo 2018

Focaccina istantanea con yogurt, uova e chutney al mango



A tavola in pochi minuti.
Focaccine home-made comprese!
Un topping golosissimo.
Un pasto completo da abbinare ad un'insalata ed il gioco è fatto.
E che c'entrano gli animali degli expat?
Per scoprirlo e scoprire la ricetta mi leggete oggi dalle Amiche di Fuso :)

martedì 13 marzo 2018

Tortini al cioccolato senza farina con dulce de leche e panna al lime



Ogni pasto che si rispetti finisce con un dessert degno, possibilmente, di tutto ciò che si è mangiato prima.
Uno sweet tooth epocale mi porta a organizzare i miei menù  spesso proprio partendo da esso e andando a ritroso abbinando pietanze che ci stiano bene...ed infatti qual è per la sottoscritta una delle più grandi tragedie del mangiar fuori?
Sbagliare l'ordinazione del dolce.
Se succede tutto il pranzo è rovinato, senza appello e senza riguardo a quanto i piatti salati delle portate precedenti possano essere stati buoni.
Chi si scusa, s'accusa.
E qui nè mi scuso ma certamente nemmeno mi accuso per aver cominciato il viaggio culinario in Portogallo proprio dalla pietanza che di solito si gusta per ultima.
Ammetto che la scelta di un dolce al cioccolato con sentore di agrume è stata pilotata dal sapere che il mio augusto consorte adora l'abbinamento in questione.
La presenza del dulce de leche una piacevole scoperta: non sarei io se non mi fiondassi sulla prima ricetta che ordini di usare il latte condensato.
L'autrice sostiene che usare il latte condensato per il dulce de leche non sia proprio una scorciatoia vietata, visto che alla fine fa risparmiare quelle ore sul fornello che servirebbero a ridurre il latte normale proprio a quello stadio.
E se lo dice lei chi sono io per contraddirla? ;)




FLOURLESS CHOCOLATE CAKES WITH LIME CREAM
per 12 tortine 
200 g di cioccolato fondente di buona qualita tagliato a pezzi (almeno 70% di cacao)
200 g di burro e un altro po' per imburrare
4 uova
100 g di zucchero grezzo di canna o soft brown sugar
un cucchiaio di caffè forte
due cucchiai di rum invecchiato
200 g di panna da montare
buccia grattugiata di mezzo lime
12 cucchiaini di dulce de leche
per il dulce de leche
(dose standard del libro, per la ricetta ne serve meno)
 3 barattoli di latte condensato da 400 g ciascuno
un generoso pizzico di sale

Preparare il dulce de leche:
Preriscaldare il forno a 220 gradi e preparare due barattoli resistenti al calore lavandoli con acqua molto calda e sapone da cucina e facendoli poi asciugare in forno non troppo alto per 15 minuti.
Versare il latte condensato ed il sale in una teglia o piatto a bordi alti di vetro o ceramica e coprirlo bene con alluminio.
Mettere quindi la teglia in una più grande che andrà riempita con acqua molto calda che arrivi più o meno a metà altezza della teglia con il latte condensato.
Infornare quindi per un'ora controllando che il livello dell'acqua non si abbassi troppo e in caso aggiungendone.
Dopo un'ora controllare quindi il colore del latte condensato che dovrà cominciare a diventare dorato. Attenzione al livello dell'acqua a questo punto: se troppo poca il latte cuocerà troppo prendendo un aspetto granuloso. Stessa cosa può accadere se il foglio di alluminio non è ben stretto attorno ai bordi della teglia (se dovesse succedere, niente panico: versare il latte in un'altra teglia lasciando eventuali parti bruciate e batterlo vigorosamente finchè sarà più o meno liscio. Quindi passare il composto al setaccio eliminando gli ultimi grumi. Non sarà perfettamente liscio ma comunque buono. Attenzione, indossare guanti da cucina, il tutto è pericolosamente caldo!)
Quando il latte avrà preso un uniforme colore dorato rimuoverlo dal forno e farlo raffreddare un poco prima di invasarlo nei barattoli preparati.
Chiudere, far raffreddare e conservare in frigo anche un mese.

Preparare i tortini:
Preriscaldare il forno a 180 gradi ed imburrare 12 stampini da muffin.
Mettere burro e cioccolato in un pentolino e far sciogliere il tutto a bagnomaria, facendo attenzione che la base della pentola non tocchi l'acqua.
Togliere quindi dal fuoco e far raffreddare un poco.
In una ciotola battere le uova intere, il caffè, il rum e lo zucchero per almeno tre/quattro minuti o comunque finchè il composto sarà chiaro e spumoso ( le fruste dovrebbero lasciare dei segni sulla superficie del composto quando vengono sollevate)
Con una spatola o un cucchiaio di metallo unire il composto di cioccolato e burro a quello di uova mescolando dal basso verso l'alto cercando di non smontare il tutto.
Suddividere il composto tra i dodici stampini lasciando almeno 2 mm dal bordo o il composto ne uscirà.
Cuocere quindi per 13 minuti o comunque finchè i tortini si saranno gonfiati.
Togliere dal forno e far raffreddare completamente negli stampi.
Si abbasseranno mentre raffreddano, è normale.
Quando completamente freddi passare una lama tra i dolci e i bordi degli stampi e sformarli.
Montare la panna morbida insieme alla buccia di lime.
Per servire appoggiare ogni tortino sul piatto da portata e versare un cucchiaino di dulce de leche nel piccolo cratere che si sarà formato in superficie e completare con una cucchiaiata di panna.
Servire subito.

NOTE

- comincio dal dulce de leche: l'autrice sconsiglia di utilizzare il metodo che ho usato finora, ovvero quello di bollire la lattina in pentola a pressione. Dice di aver assistito a disastri per cui si è raccolto dulce de leche anche dai soffitti...per amore di Starbooks ho quindi utilizzato il metodo del forno. Pietà, sarò incosciente ma è lungo, indaginoso perchè a seconda della temperatura si rischia un disastro, costringe a guardare a vista lo sportello del forno per cui torno alla mia pentola a pressione, almeno finchè il soffitto da ripulire non sarà il mio.
La dose data nel libro è abbondante: siccome a casa mia queste cose non si conservano ma non si ha pace finchè non sono finite ne ho fatto la metà.

- le tortine sono molto buone, con una consistenza "fondente",  unico rischio quello di cuocerle troppo: in questo nuovo forno con cui come già abbondantemente detto ancora non ho feeling completo ho fatto 11 minuti e non ho sbagliato. Dovrete valutare con il vostro. Il sapore è molto intenso, deve proprio piacere il cioccolato.

- detto questo, trovo necessario per i miei gusti smorzare l'intensità con la panna ed il dulce de leche. L'aroma di lime è in realtà molto, molto delicato. Quindi mi raccomando, ad ogni cucchiaiata fare attenzione a prendere un poco di tutto ;)

-  della differenza tra zucchero di canna e brown sugar abbiamo già detto molte volte: non sono due prodotti identici, il secondo è normale zucchero semolato addizionato di melassa. Si può fare in casa ma ormai si trova facilmente anche in qualche super della madrepatria.


giovedì 8 marzo 2018

Gnocchi di mascarpone al pesto...che non si lessano!


Ebbene, sono in rehab.
Rehab da accumulo compulsivo di scorte alimentari.
O almeno ci provo.
Dopo il recente trasloco dal mezzo del nulla alla civiltà lo shock è ancora da superare.
Che shock?
Ma ad esempio quello per cui qui i supermercati vengono riforniti tutti i giorni.
Nello sperduto deserto di prima ricorderete le visite settimanali all'unico super disponibile nelle vicinanze che riceveva scorte solo il giovedì mattina: quello che arrivava, bene.
Quello che mancava, pace.
Ritenta e sarai magari più fortunata la settimana prossima.
A volte lo ero.
Ma la maggior parte no.
Qui invece cominciamo col dire che non ho ancora finito il tour dei super che la piazza offre.
Tutti blandiscono la grande comunità expat di qui facendo a gara ad importare quanti più prodotti una famiglia europea o americana sia interessata a comprare.
Dalle mozzarelle italiane al vero pecorino sardo, al latte di mandorla bio e senza zucchero che amo ai semi di chia.
Carne e pesce di ogni tipo, meravigliosi.
Farine bio, e l'olio di cocco che per me era poco meno del Santo Graal.
Lo yogurt di cocco.
Il mio amato Fruyo.
E non parliamo della sezione dolciumi e biscotti dal mondo.
Signori, qui non solo si trovano banalmente gli Oreo: qui ci sono corridoi dei supermercati a loro dedicati ed a tutte le possibili varianti.
I thin, quelli sottili ma che non mi ispirano, se voglio un Oreo lo voglio intero, non la metà, come quelli mini per lo stesso motivo.
I normali, ok, che poi tanto normali non sono se presenti alla fragola, al peanut butter, alla cannella, alla zucca, all'ignoto gusto "birthday cake" che mi riprometto di scoprire di cosa sappia, alla menta, ricoperti di cioccolato fondente o bianco.
I double stuff, con doppia crema all'interno.
Le Oreo cheesecake surgelate e vendute, opportunamente, anche in fette confezionate singolarmente.
Oreo crust! Ovvero la base già fatta di Oreo sbriciolati come base di altri dolci, venduta anche con apposita teglia usa-e-getta.
Oreo ice cream, nella versione biscotto farcito o tipo classico Cornetto nostrano con i pezzetti di biscotto sopra.
Yogurt con Oreo dentro, e persino le barrette proteiche gusto Oreo (si, queste le ho comprate!)
Ho resistito a tutto (le barrette proteiche non valgono, eh)
Ma dove ho veramente vacillato, dove ho temuto che il rehab da accumulo compulsivo stesse fallendo è stato lì.
Quello scaffale in bella vista.
Just arrived from USA.
Oreo Mega Stuff.
Avete letto bene: c'è il quadruplo della crema di quelli normali.
Ho guardato la scatola imbambolata per un minuto buono.
L'ho rimessa a posto.
Ciao, mi chiamo Stefania ed ho un problema di dipendenza.
E ho deciso mentre scrivo che non mi interessa più superarlo ;)



Pasqua è alle porte e nonostante qui da me come ben sapete non solo non si festeggi la suddetta ma non sia nemmeno festiva la domenica, una bella cena quella sera non ce la leverà nessuno! I menù pasquali degli scorsi anni hanno spesso previsto piatti di carne come pezzo forte, ma ne mangiamo sempre meno...e allora via di primi piatti che poi sono i preferiti dal consorte e dalla sottoscritta.

Tra i primi Pasquali che sto sperimentando questo ha riscosso l'incondizionato amore del severo giudice di casa arabafelice e la preghiera che farà parte dei menù di casa, non solo di quello pasquale!

Se vi piacciono gli gnocchi ecco una variante interessante, e se non vi piacciono o vi hanno stancato ecco un nuovo modo di cuocerli che ve li farà rivalutare.
Come scritto nelle note possono essere anche lessati in maniera tradizionale: ma se posso darvi un consiglio, osate ;)




GNOCCHI AL MASCARPONE IN PADELLA CON PESTO DI BASILICO E RUCOLA
da Everyday Easy di Lorraine Pascale
per 4/6 persone

per gli gnocchi:
100 g di parmigiano grattugiato
un cucchiaio di timo oppure origano
350 g di mascarpone
300 g di farina
2 uova
sale, pepe

per il pesto:
30 g di parmigiano grattugiato
uno spicchio d'aglio (anche arrostito, se si vuole)
60 g di basilico fresco
60 ml di olio extravergine
60 g di pinoli leggermente tostati
sale
qualche foglia di rucola e una manciata di pinoli per decorare
poco succo di limone
olio e burro per cuocere

 Preparare il condimento: mettere nel frullatore il parmigiano, l'aglio, il basilico ed i pinoli con un po' di sale. Unire quindi l'olio e frullare a scatti fino ad ottenere una crema. Lasciare da parte.

Preparare gli gnocchi: versare in una ciotola il parmigiano, il timo o origano, il mascarpone, la farina, le uova, sale e pepe a piacere. Girare il composto ed impastarlo fino ad ottenere un panetto morbido e liscio.
Dividerlo quindi in rotolini da cui ricavare degli gnocchi non troppo piccoli.
Mettere quindi sul fuoco una padella con poco olio e burro, farli scaldare, abbassare la fiamma e versare gli gnocchi in un solo strato.
Lasciarli un minuto, quindi molto delicatamente muovendo la padella e usando una spatola girarli. Devono diventare dorati e croccanti da tutti i lati, ci vorranno circa altri 4 minuti.
Versare gli gnocchi nel pesto quindi impiattarli decorando con della rucola, qualche pinolo e una spruzzata di succo di limone.


NOTE

- il piatto è semplicissimo e molto veloce. Volendo gli gnocchi possono essere anche lessati in maniera tradizionale.

- se la padella non è sufficientemente grande per contenere tutti gli gnocchi cuocerne un po' alla volta e tenere gli altri in una ciotola coperti con un foglio di alluminio perchè non freddino.

- gli gnocchi sono buonissimi! Sbizzaritevi con i condimenti. Possono anche essere surgelati dopo la formatura ma prima della cottura.

- non so quanto mangi Lorraine Pascale ma questi gnocchi sono abbastanza sostanziosi quindi noi ci abbiamo mangiato in ben più che quattro persone.


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