giovedì 29 aprile 2010

Paratha


" Amore, ho fatto la paratha!"
" Hai fatto una parata??? "

Questo l'inizio di un surreale dialogo con mio marito. Il poverino ha sgranato gli occhi, immagino gia' mi vedesse su un carro allegorico tipo Carnevale di Rio, il tutto aggravato dal fatto che l'Arabia Saudita, credetemi, per usi e costumi e' quanto di piu' lontano dal Brasile si possa immaginare...
Bando alle ciance, la paratha e' un piatto tipico sia dell'India che del Pakistan, dove si usa per accompagnare i pasti, colazione compresa.
Mi e' stata insegnata dalla mia amica indiana Yasmeen, a cui a sua volta e' stata insegnata da sua nonna.
Lei ha preparato tutto ad occhio, ed e' impazzita a starmi dietro mentre le levavo gli ingredienti nel disperato tentativo di pesarli.
Pero' ci ho azzeccato!

E per la serie tutto il mondo e' paese, tempo fa avevo ammirato la crescia sfogliata di Genny, e come lavorazione un po' me le hanno ricordate...

PARATHA

400 g di farina
  80 ml di olio di semi
mezzo cucchiaino di sale
acqua tiepida quanto basta

per il ripieno:

patate lesse sbucciate e tagliate a fettine
zenzero fresco
cipollotto
coriandolo fresco, o prezzemolo
sale

Lavorare la farina con l'olio ed il sale, e pian piano cominciare ad aggiungere dell'acqua, poca alla volta.
Si dovra' ottenere un panetto non troppo sodo, che va avvolto nella pellicola e fatto riposare un'oretta a temperatura ambiente.
Dopo il riposo, dividere il panetto in palline medio/piccole, che andranno poi lavorate a salsicciotto. Il salsicciotto va poi arrotolato su se stesso, usando due dita come supporto:




Le girelle ottenute vanno coperte con pellicola e fatte riposare una mezz'ora. Dopodiche', prendere una girella e tagliarla a meta'. Le due meta', stese e sovrapposte, formeranno la paratha.
Quindi stendere le due meta' con il mattarello in una forma approssimativamente circolare, che rispecchi le dimensioni del vostro testo, o padella. Su di una meta' mettere delle patate lesse, condite con sale e pepe, dello zenzero grattugiato e del prezzemolo (o coriandolo)



Coprire con la seconda meta', e schiacciare bene con le mani




Infine continuare a premere e stendere con il mattarello, fino ad avere una sfoglia sottile che imprigioni il ripieno. Rifinire i bordi con una rotella in modo da avere un cerchio.





Cuocere la paratha sul testo appena unto ben caldo, o su una padella di ferro. Appena messa sul fuoco, praticare dei piccoli taglietti sulla superficie ed ungere di olio con un pennellino (Yasmeen lo fa con le mani...io mi stavo ustionando). Girare dopo poco e cuocere anche dall'altro lato.



Man mano che sono pronte, impilarle una sull'altra. Poco prima di servire, tagliarle a spicchi con le forbici e servirli sovrapposti, come vedete nella prima foto.



Se invece fate la paratha senza ripieno, procedete cosi': dividete il panetto in due, e stendete le due meta' una sull'altra. Cuocete come gia' mostrato ma appena la paratha e' cotta dovete...stropicciarla!!!
E' cosi' pronta per accompagnarsi a cio' che piu' vi piace, salumi, formaggi o...panna acida e marmellata ;-)



NOTE:

- la pasta si puo' preparare in anticipo e conservare in frigo coperta con pellicola. Tirare fuori almeno un'ora prima di stenderla, perche' torni a temperatura ambiente
- altro ripieno possibile, il cavolfiore bollito e lo zafferano al posto dello zenzero. Anche pezzetti di formaggio, purche' non acquosi.
- fatene tante...uno spicchio tira l'altra!


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lunedì 26 aprile 2010

La torta al cioccolato più buona...


Le torte al cioccolato sono spesso deludenti. Promettono, promettono ma, nella mia esperienza, raramente mantengono.
O sanno troppo di cioccolato, o troppo poco. Sono secche, o troppo morbide. Troppo dolci a volte, e troppo amare in altre. A volte solo...brutte!
Ne avro' provate decine e decine, e molte per carita', mi sono anche parecchio piaciute, ma nulla con cui barattare una delle mie amate torte di agrumi, o un dolce al cucchiaio.
Fu quindi per pura educazione che non rifiutai la fetta che mi venne offerta, un paio d'anni fa, ad un buffet a cui ero invitata, sbuffando mentalmente che invece mi andava di piu' uno di quei pasticcini piccoli ed eleganti che sembravano fare il nome da quanto mi attiravano.
Ebbene, al primo morso la rivelazione. Al secondo, la certezza.
Si scioglieva in bocca, una senzazione indescrivibile. Un bilanciamento perfetto di ogni singolo ingrediente creava una magia.
Mi precipitai dalla padrona di casa, complimentandomi per la bonta' del dolce, e provai ad investigare la ricetta.
Ma c'erano tante persone, lei era cosi' impegnata, e non se ne fece nulla.
Fu quando le telefonai per salutarla dall'aeroporto, in partenza per rientrare in Arabia, che lei stessa si ricordo' della mia richiesta. Ma santo Cielo, avevo la borsa, il telefono, un trolley e...un'ottima memoria, per fortuna. La lista degli ingredienti me la stampai in mente, e la appuntai una volta in volo.
Quindi, tutto questo preambolo, e posso completare il titolo: ...che abbia mai mangiato, e sicuramente la piu' richiesta dai miei ospiti.
Se non siete stufi di provare dolci al cioccolato, datemi retta, e fate un altro tentativo...

TORTA AL CIOCCOLATO (per una tortiera da 24cm)

200 g di cioccolato fondente di ottima qualita'
150 g di burro
4 tuorli
4 albumi
175 g di zucchero semolato
4 cucchiai colmi di fecola di patate
un pizzico di sale
zucchero a velo, per decorare

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il burro. Far attenzione che il composto non scaldi troppo, e farlo quindi raffreddare del tutto.
Montare i 4 tuorli con lo zucchero semolato ed il pizzico di sale con le fruste elettriche, ed a parte montare a neve ferma gli albumi.
Unire i 4 cucchiai di fecola di patate al composto di tuorli, ed amalgamarli. Aggiungere il composto di burro e cioccolato ormai a temperatura ambiente, e girare bene.
Da ultimo, unire delicatamente gli albumi a neve.
Versare il composto in una teglia imburrata o coperta con carta forno (la mia nessuna delle due opzioni, essendo in silicone) e cuocere in forno statico preriscaldato a 150 gradi per circa 40 minuti ( la ricetta originale dice a 170 per 30 minuti, io ho dovuto adattare al mio forno)
Far raffreddare completamente prima di servire, spolverata di zucchero a velo.

                                     

NOTE:
- azzeccare la cottura del dolce e' il segreto per la sua buona riuscita. La torta non ha lievito, non deve crescere, ma solo asciugarsi.
La signora mi disse  che se veniva cotta con il forno ventilato la cottura era ancora piu' rapida, ma non avendo esperienza in merito vi rigiro l'informazione cosi' come l'ho avuta.

-risulta perfetta anche due giorni dopo la cottura, conservata chiusa nell'alluminio. Oltre, non ci e' mai arrivata :-)

giovedì 22 aprile 2010

Pollo alla birra


Il pollo e' indubbiamente un pennuto sottostimato. Eppure, permette di preparare piatti deliziosi, saporiti, leggeri e se vogliamo anche economici.
Purtroppo pero' la nomea di carne triste e stopposa non si riesce a levargliela, poverino.
Io ci provo con questa ricetta semplice ma gustosissima, e che piace sempre a tutti, anche a quel mio amico che non mangiava pollo...
L'unica accortezza e' la scelta della birra adatta, che sia chiara e leggera. Va benissimo anche l'analcolica, ed e' con quest'ultima  in realta' che ho preparato il piatto.
Non si sentira' molto, anzi il sapore si trasforma lasciando il passo ad un sughetto ottimo per eventuale scarpetta. E se ve lo dice una a cui la birra non piace, potete crederle ;-)

POLLO ALLA BIRRA

cosce e sovraccosce di pollo, con la pelle
poca farina
trito di sedano, carota e cipolla
pochissimo olio extravergine d'oliva
birra chiara od analcolica
sale

Salare i pezzi di pollo, ed infarinarli.
Preparare un trito non troppo fine di sedano, carota e cipolla e stufarlo in un cucchiaio d'olio ed un cucchiaio di acqua in una casseruola.
Appena il trito sara' appassito, mettere il pollo nella casseruola e rosolarlo brevemente da tutti i lati.
Ora versare un po' di birra sul fondo della pentola, senza esagerare: la carne non deve risultare coperta! Bastera' un dito di liquido.
Cuocere quindi la preparazione semicoperta per circa 45 minuti.
Il fondo di cottura dovra' risultare leggermente sciropposo, e la carne ben cotta.
Servire caldo, con un'insalata o delle patate lesse.

NOTE:

- Il piatto puo' essere preparato senza problemi con diverse ore di anticipo, e poi scaldato.
In questo caso, calcolate 5 minuti di cottura in meno.

- dato che me lo chiedono in tanti, in Italia in genere per questo piatto uso la birra Moretti.

lunedì 19 aprile 2010

Torta di carote con glassa di cioccolato bianco e philadelphia






Finche' non ho avuto circa 13-14 anni,  le torte per le ricorrenze di famiglia erano appannaggio esclusivo di mia madre. Dovrei dire la torta, piuttosto che usare il termine al plurale, dato che lei faceva sempre la sua ottima torta allo yogurt, e per noi, me e mia sorella minore, la festa cominciava dal poter ripulire a ditate la ciotola in cui l'aveva preparata.
Un anno, evento eccezionale per lei che non amava cucinare, la decoro' con panna montata e fragole: ai miei occhi fu la torta piu' che bella che avessi mai visto.
Ma dato che non si e' mai contenti di quello che si ha, al raggiungimento dell'eta' in cui si puo' chiedere il permesso di fare una torta senza sentirsi dire di no, instaurai la tradizione che avrei fatto io le torte per tutte le feste in famiglia.
In realta' mamma e papa' diedero poca soddisfazione alle mie velleita' di cuoca, chiedendo sempre gli stessi dolci, i loro preferiti. Mia sorella invece, da brava sperimentatrice, esaminava con cura i dolci che le venivano sottoposti per la scelta quando la festeggiata era lei, e grazie a lei torte che mamma non si sarebbe mai sognata di preparare entrarono nei nostri menu.
Non tutti furono strepitosi successi, qualche dolce riusci' duro, altri molto meno buoni di quanto ci si sarebbe aspettato. E di quelli buoni,  non tutti piacquero a mamma, che aveva gusti difficili ed a cui non piacevano i dolci troppo elaborati.
Quello di oggi e' l'ultimo in ordine di tempo realizzato per il mio compleanno, qualche giorno fa. L'avevo adocchiato da mesi sulla copertina di un numero di  La Cucina, mensile del Corriere della Sera, e la scelta si e' rivelata azzeccata: il dolce e' ottimo, non complicato, e completato con una glassa e farcitura che per una golosa come me e' stata come un ingresso in paradiso.
E mamma, sono sicura, questa crema se la sarebbe finita a cucchiaiate.

Con questa ricetta partecipo al contest di  Al Cibo Commestibile , La torta della bonta'.


                                                      

TORTA DI CAROTE CON GLASSA AL CIOCCOLATO BIANCO E PHILADELPHIA

120 di burro
150 g di zucchero semolato
3 o 4 uova ( dipende dalla consistenza dell'impasto)
50 g di nocciole
250 g di carote
2 cucchiai di marmellata di arance
250 g di farina
8 g di lievito per dolci
8 g di bicarbonato
un pizzico di sale
mezzo cucchiaino di zenzero grattugiato

per la glassa e la farcitura

200 g di cioccolato bianco
320 g di philadelphia
un pizzico di sale
3 cucchiai di latte
50 g di nocciole tostate e tritate, per la copertura

Tostare le nocciole in forno per circa dieci minuti, spellarle e tritarle.
Montare il burro con le fruste finche' sara' spumoso e quasi bianco, unire lo zucchero semolato e continuare a battere finche' il tutto sara' ben amalgamato.
Ora unire un uovo intero alla volta, battendo molto bene dopo ognuno. Se dopo il terzo uovo il composto vi sembra liquido, non unite il quarto.
Unite quindi al composto di burro le carote grattugiate, le nocciole tritate, la marmellata d'arancia e lavorare a lungo il tutto.
Aggiungere  la farina setacciata con il lievito ed il bicarbonato, il sale e lo zenzero.
Versare il composto in una teglia foderata con carta forno da 24 cm di diametro e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti, valutando comunque la cottura con la prova stecchino.
Lasciar raffreddare bene la torta.
Per la glassa: sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco e farlo intiepidire. Battere con le fruste elettriche il philadelphia  ed incorporarvi il cioccolato, il latte ed il pizzico di sale.
Tagliare il dolce a meta', farcirlo con parte della glassa, e usare il resto per coprirla completamente.
Decorare i bordi con le nocciole tritate e tenere in frigo fino al momento di servire.


                                        
NOTE:
- e' meglio cuocere la torta il giorno prima rispetto a quello in cui la si vuole tagliare e farcire.

- non temete l'abbinamento philadelphia-cioccolato bianco: la crema non e' assolutamente troppo dolce.
 




giovedì 15 aprile 2010

Vellutata...pro-abbronzatura?




































Ancora vellutate? Beh, in Italia da quel che sento e vedo in tv la primavera stenta un po' ad arrivare, quindi un piatto caldo si fa mangiare volentieri.
Poi con la patata rossa dolce e la carota, ricchissime entrambi in betacarotene, prendiamo due piccioni con una fava: ci si scalda e ci si prepara dall'interno alla prossima, speriamo, abbronzatura atomica!
E si sta pure leggeri, cosa che ha un certo legame con l'abbronzatura di cui sopra...
Quanto a me, sappiate che non faccio assolutamente testo: vivo immersa in un'estate perenne, e discretamente torrida. Eppure, non riesco a farne a meno.
Questa in particolare ha un sapore tutto suo, predominando la patata dolce, quindi deve piacervi il tubero in questione per poterla apprezzare!
Per me, una delle piu' buone mai mangiate...

Un'ultima nota: ma avete visto che bei premi ha scelto Cris per il suo giveaway? Altro che Babbo Natale, qui non c'e' nemmeno da essere particolarmente buoni per poter partecipare!
Vi consiglio di cliccare sul link, o sul banner qui di fianco, e di partecipare numerosi!!!

                                        


VELLUTATA DI PATATA ROSSA DOLCE E CAROTE ( per due porzioni)

una patata rossa dolce, non troppo piccola
3 carote medie
mezza cipolla bianca
sale
acqua q.b.
zenzero fresco grattugiato
pistacchi grossolamente tritati
olio extravergine d'oliva, un cucchiaio

Affettare la cipolla sottilmente e stufarla per pochi minuti in un cucchiaio d'olio allungato con un cucchiaio d'acqua. Quando risultera' ammorbidita aggiungere la patata e le carote, a tocchi grossolani.
Saltare il tutto un paio di minuti, dopodiche' aggiungere acqua sufficiente per coprire a filo le verdure ed un po' di sale.
Cuocere a tegame semicoperto per circa mezz'ora, dopodiche' controllare lo stato delle verdure, eventualmente prolungando la cottura se necessario.
Quindi scolare le verdure, conservando l'acqua di cottura, e passarle al mixer.
Diluirle con l'acqua di cottura messa da parte, a vostro piacere. Io l'ho tenuta piuttosto densa, ma potete farla piu' liquida senza alcun problema.
Versare nei piatti da portata con una leggera spolverata di zenzero fresco ed una manciata di pistacchi.

NOTE:
- lo zenzero va a piacere, ma provate a non ometterlo, da' parecchio carattere al sapore della vellutata.
- i pistacchi ci stanno molto bene, ma anche mandorle, o qualche nocciola si abbinano magnificamente.

lunedì 12 aprile 2010

Fragole con crema di riso







































Non appena tra le vostre amiche si diffonde la notizia che avete un food blog, anche i regali che vi fanno cominciano a cambiare.
Sanno che le vostre foto necessitano sempre di nuovi sfondi e le vostre ricette di eleganti piatti su cui posare in tutto il loro splendore in attesa del click, e fanno a gara nell'incontrare i vostri gusti cosi' difficili...
Queste coppette nascono cosi', da un regalo inaspettato, e si e' fatto subito urgente il bisogno di metterci dentro qualcosa.
Il dolcino che vi propongo e' di una semplicita' disarmante, ma e' di un buono...e si accompagna magnificamente anche ad altri tipi di frutta o, perche' no, ad un mix a vostro piacere.
La ricetta proviene come idea da un vecchissimo numero della Cucina Italiana, e da me poi modificata.

FRAGOLE CON CREMA DI RISO (per 6 coppette)

100 g di riso
100 g di latte intero
50 g di panna fresca da montare
un baccello di vaniglia
qualche seme di cardamomo, facoltativo
75 g di zucchero semolato
sale

per la decorazione

fragole, o altra frutta a piacere
zucchero semolato
cannella in polvere
fiori del vostro giardino, se vi va!

Cominciare sciacquando il riso per qualche istante, dopodiche' metterlo in una pentola coperto di acqua completamente insieme ad un pizzico di sale e mezzo baccello di vaniglia.
Lessarlo per circa 20 minuti, o comunque finche' sara' cotto.
In un pentolino unire il latte, la panna, lo zucchero e portare quasi a bollore. Spegnere il fuoco, unire un paio di semi di cardamomo se decidete di usarlo ed il resto della vaniglia. Far intiepidire.
Scolare il riso, e versarlo ancora caldo nel mixer con le lame. Unire il composto di latte e panna, eliminando il baccello di vaniglia ed i semi di cardamomo.
Frullare finche' la crema non risultera' perfettamente liscia, almeno un paio di minuti.
Versare la crema nelle coppette e far riposare in frigo.
Intanto condire le fragole a pezzetti con dello zucchero, e farle macerare un'oretta.
Al momento di servire, adagiate qualche fragola su ogni coppetta unendo poco del loro succo.
Guarnire con un pizzico di cannella ed il fiore che preferite: il mio, in questo caso, uno di plumbago.

NOTE:
- la crema di riso resiste egregiamente due giorni in frigo, senza essere condita con le fragole.
- per i celiaci: usare della cannella in polvere presente nel prontuario.

venerdì 9 aprile 2010

Arabafelice in cucina...per Sarah!




































Certo non potevo trovare titolo di giveaway che meglio si abbinasse con il nome del mio blog!
Questa volta pero', dalla cucina dove passo tanto tempo, non escono piatti ma angoli che mi sono cari, ed in qualche modo parlano di me.
Vivendo all'estero, sono in una casa ammobiliata non scelta da me: probabilmente quindi questa  non e' la cucina dei miei sogni, ma ha il pregio di essere enorme (gli arabi fanno le cose sempre in grande...) e luminosissima, con tanti spazi dove stipare padelle e pentolini, un tavolo apposta per il computer (che oramai si puo' stare senza computer in cucina?) ed una "storage room" , una specie di sgabuzzino dedicato che trabocca di stampi, stampini, barattoli, e tutto cio' che, prima o poi, potrebbe servirmi :-)
Ecco quindi l'angolo che ogni tanto suscita ilarita' prima, e preoccupazione poi, quando ricordo che li uso benissimo...


Quest'altro invece, genera solo sbigottimento ed una certa incredulita': ti piace Hello Kitty???? A te????
Ho smesso da un po' di negare, ed ammetto che in realta' a me la gattina rosa che sorride piace eccome. Non ho mai comprato nulla con il suo logo, e questi sono regali di chi ha recentemente scoperto questa debolezza ed ha deciso che non era poi cosi' grave da non poter essere assecondata.


E da ultimo, ecco cosa puo' diventare una delle mensole con libri e giornali di cucina: porta mazze da golf...ah, i mariti!


Con questo post partecipo al divertente giveaway di Sarah, il cuore in cucina

martedì 6 aprile 2010

Da 99 colombe...mille pulcini!





E' passato un anno dal terremoto in Abruzzo, e se anche volessi dimenticarlo e' impossibile, essendo stato in pratica quasi concomitante con il mio compleanno, che non mi sembro' piu' tanto importante da festeggiare...
Da allora molte cose sono cambiate, altre sono state cancellate, altre ancora cercano di rinascere.
Questo il caso dell'azienda delle Sorelle Nurzia, che a mala pena sopravvissuta, e' oggi di nuovo una realta' attiva ed in crescita  grazie anche alla splendida iniziativa delle 99 colombe, che riunisce tantissimi food blogs nell'intento di far conoscere i loro ottimi prodotti.
Iniziativa di cui sono orgogliosa di far parte anche io qui da lontano...

L'idea mi e' balenata vedendo dei pulcini dolci realizzati da Martha Stewart. Lei pero' cuoceva appositamente dei dolcetti per crearli, io invece uso una colomba delle Sorelle Nurzia...spero che, avendone acquistate tante, almeno una da riciclare in un dolce differente vi sia avanzata!
I pulcini sono buoni, ma soprattutto un gran divertimento. Se avete dei bimbi, coinvolgeteli senza preoccuparvi del macello in cucina: si divertiranno un mondo come voi!

PULCINI DI COLOMBA

colomba avanzata, anche un po' rafferma
panna da montare
zucchero a piacere
farina di cocco oppure cocco disidratato in scaglie
scorza d'arancia o di limone
praline, confettini o pezzetti di liquirizia (per gli occhi)
mandorle intere con la buccia
poco succo di frutta, facoltativo

Tagliare la colomba in cubi abbastanza regolari e non troppo piccoli. Se troppo rafferma, si puo' decidere di bagnare i cubi con poco succo di frutta (io non l'ho fatto).
Mettere la farina di cocco o il cocco disidratato in scaglie in una teglia senza nulla, e tostare in forno preriscaldato a 150 gradi per pochi minuti, finche' prende un bel colore dorato.
Assolutamente vietato rispondere al telefono, al campanello, o mettersi a fare qualunque altra cosa: il bel colore dorato diventa carbone molto velocemente...ne so qualcosa :-(
Montare la panna molto bene, aggiungendo lo zucchero solo se lo si desidera.
Tagliare la scorza dell'agrume scelto in striscioline, per simulare la cresta dei pulcini.
Passare quindi a montare gli animaletti: ricoprire con la panna il cubo di dolce, evitando solo la base.


Spolverizzare con il cocco tostato:



Infine sistemare le strisce di arancia o limone sul capo del pulcino, infilare una mandorla a mo' di becco e sistemare i confettini, le praline od i pezzetti di liquirizia a simulare gli occhi.



Tenere in frigo, e prima di servirli passarli 10 minuti in freezer.

NOTE:
- potete usare la ricetta per riciclare qualunque cosa, da torte rinsecchite a muffins agonizzanti...tutto tornera' a nuova vita!

giovedì 1 aprile 2010

Pane rustico di segale


Sono affezionata a questa ricetta, mi riporta ad un bel periodo in cui,  durante una delle mie visite a Roma, con mia sorella decidemmo di partecipare ad un corso di panificazione di Margherita e Valeria Simili, le fornaie bolognesi che girano il mondo per insegnare l'arte del pane, e non solo.
Questo fu il primo pane che replicammo a casa, a corso finito: piacque a tutti, con quel suo gusto integrale ma allo stesso tempo non troppo rustico come il titolo invece potrebbe far pensare.
La presenza dei semi di finocchio da' poi un profumo tutto speciale, e la formatura fa' si che il pane diventi bellissimo anche da vedere.
Lo posto ora, pensando che forse, se non siete troppo stanche dall'impastare colombe e pizze pasquali, forse vi va comunque di provarlo...anche solo per decorare la tavola.
La ricetta originale prevede che da questo quantitativo di impasto escano due filoni, ma io e la mia mania per tutto cio' che e' piccolo ci abbiamo messo lo zampino, per cui vedete dei paninetti, al loro posto.
Importante: se non si ha il lievito madre, semplicemente si omette, seguendo il resto della ricetta cosi' com'e'.

PANE RUSTICO DI SEGALE (per 8 panini medi, o 16 mignon)

400 g di farina 0
100 g di farina di segale integrale
100 g di lievito madre ( solo se disponibile, le sorelle al corso non lo usarono)
280 g di acqua ( piu' eventualmente altri 20, 30 g se necessari)
10 g di lievito di birra fresco
5 g di malto
15 g di miele
40 g di olio
12 g di sale
3 g di semi di finocchio

Mescolare il miele ed i semi di finocchio qualche ora prima di impastare, cosicche' rilascino il loro aroma.
Se procedete a mano, mescolate le farine, il malto, il miele con i semi di finocchio, il lievito sciolto in poca acqua ed il lievito madre, se lo avete. Cominciare ad impastare aggiungendo man mano l'acqua finche' otterrete un impasto non troppo morbido, ma comunque ben lavorabile.
Regolatevi quindi se l'acqua e' sufficiente, o ne va aggiunta leggermente.
Solo ad impasto gia' avviato, aggiungere il sale e, poco alla volta, l'olio, finche' il tutto non risultera' omogeneo.
Lavorare il panetto per almeno 15 minuti, sbattendolo sulla spianatoia.
Se avete l'impastatrice, mettete nella ciotola le farine, l'eventuale lievito madre, malto, miele, semi di finocchio e una parte dell'acqua. Avviare la macchina, e continuare ad aggiungere l'acqua finche' il composto sara' amalgamato.
Con la macchina sempre in funzione, aggiungere l'olio poco per volta, ed il sale.
Far impastare per almeno 20 minuti.
Prendere quindi l'impasto e farlo riposare in una ciotola, coperto, per circa 40 minuti.
Ora dovete decidere se ottenere solo due grossi pani, nel qual caso dividete l'impasto in due parti, altrimenti dividetelo in 8 pezzi, per i panini, o addirittura 16 per quelli micro.
Di ogni pezzo di impasto, qualunque sia la dimensione, fate un filoncino, e fateli riposare coperti per 10 minuti.
Ora, con il mattarello schiacciate la meta' di ogni filoncino a circa 1cm di altezza, tagliate in 3 parti, intrecciarle e rovesciare la treccia sull'altra meta'.
Credo sia piu' semplice guardare la foto dei passaggi in sequenza, che leggere la mia descrizione!


Spolverare i panini crudi con poca farina, e lasciarli lievitare coperti gia' nella teglia dove li cuocerete per circa 40 minuti.
Preriscaldare il forno a 200 gradi, ed infornare calcolando circa 40 minuti di cottura se fate i due filoni grandi, 20-25 minuti per i panini e circa 10-15 per i mignon.
Valutate comunque in base al vostro forno.

NOTE:
- questo pane regge magnificamente il congelamento. Scongelatelo a temperatura ambiente, e poi scaldatelo: torna come nuovo!
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