lunedì 29 marzo 2010
Bouquet di asparagi in pasta phillo
Non sara' mica una ricetta...e' piuttosto un'idea, che mi pare adatta al periodo primaverile ed anche alla tavola pasquale, sia come antipasto che come contorno sostanzioso.
E perche' no, anche per una bel centrotavola, con altre verdure o fiori, o un segnaposto originale.
Sono adatti anche ai buffet, dato che si mangiano rigorosamente con le mani.
BOUQUET DI ASPARAGI IN PASTA PHILLO
asparagi non troppo piccoli
pasta phillo
burro
fleur de sel
Lavare velocemente gli asparagi, facendo attenzione a non rompere le punte, e tagliare la parte finale dura del gambo.
Srotolare i fogli di pasta phillo ( la mia si compra arrotolata!) e sovrapporne due, uno sull'altro.
Tagliare quindi una lunga striscia dai due fogli sovrapposti, larga circa 6 cm.
Utilizzare la striscia per avvolgere il gambo di un asparago, a mo' di mummia diciamo...
Proseguire allo stesso modo per tutti gli asparagi, quindi adagiarli in una teglia coperta con carta forno e spennellarli con il burro fuso.
Spennellate sia la parte con la pasta phillo che le punte.
Cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 20 minuti, o comunque finche' la pasta phillo risultera' dorata e croccante, e gli asparagi cotti.
Servire cosparsi con del fleur de sel.
NOTE:
- si possono preparare con qualche ora di anticipo, diciamo un paio, senza che la pasta phillo perda croccantezza, e poi scaldare in forno per qualche minuto.
Oltre le due ore, rischiamo di avere un involtino molliccio!
giovedì 25 marzo 2010
Ravioloni con il nido!
Beh, il nido e' dentro...si scopre mangiandoli! A dire il vero mio marito, vedendoli, ha detto belli quei dischi volanti! Non so se era un complimento...
La ricetta e' ricca, un concentrato di carboidrati e proteine, ma sulla tavola pasquale ci sta bene, con l'uovo che fa capolino alla prima forchettata.
Questi ravioli sono volutamente grandi, dovendo accogliere un intero tuorlo d'uovo al loro interno: percio' non consiglio di servirne piu' di uno a testa, considerando che la tavola di Pasqua e' in genere carica di tante altre leccornie...se invece li mangiate come piatto unico, ...allora arrivate anche a due, va :-)
RAVIOLONI CON IL NIDO (per circa 10 ravioli, di 11 cm di diametro)
per la pasta
300 g di farina
3 uova intere
un pizzico di sale
un cuccchiaino da caffe' di olio extravergine
eventuale acqua, uno o due cucchiai (da valutare)
per la farcia
200 g di ricotta di pecora
4 cucchiai di parmigiano o pecorino grattugiati ( o un mix dei due)
una manciata di prezzemolo tritato
una manciata di basilico tritato
mezzo cucchiaino di buccia di limone grattugiata
sale, pepe a piacere
un tuorlo d'uovo piccolo per ogni raviolo che si confeziona
per condire
burro fuso
salvia
pepe rosa in grani
una spolverata di formaggio, se piace
Preparare la pasta mescolando la farina con le uova intere, l'olio ed il sale. Solo se necessario aggiungere pochissima acqua.
Impastare il panetto ottenuto finche' sara' liscio, quindi avvolgerlo in pellicola trasparente e farlo riposare una mezz'ora a temperatura ambiente.
Nel frattempo, scolare la ricotta versandola in un colino a maglie fitte. Quando sara' ben asciutta, mescolarvi il formaggio scelto, le erbe aromatiche, la buccia di limone, ed il sale e pepe a piacere...insomma date un assaggino!
Stendere quindi la pasta con l'aiuto della macchinetta Imperia...o a mano, purtroppo questa e' una cosa che ancora non ho imparato! Non fateli estremamente sottili, dato che il ripieno non e' propriamente una piuma.
Posizionate quindi un po' di ripieno sulla sfoglia, modellandolo con le dita a mo' di nido, ed al centro del nido porre delicatemente il tuorlo:
Coprire con un'altra sfoglia di pasta, ed eliminare per bene l'aria dal raviolo prima di tagliarlo nella dimensione desiderata e della chiusura.
Una volta confezionati, lessare i ravioloni in acqua salata, che dovra' bollire ma con delicatezza: dopo tutta questa fatica, mica vorremo romperli sul piu' bello!
Prestare attenzione anche nell'adagiarli in acqua, anche se non credo che ad alcuno di voi sia venuto in mente di lanciarli...
Lessarli per 7-8 minuti, il tuorlo dovrebbe cuocere fuori e mantenere un cuore morbido.
Condire con burro fuso e salvia, e decorare con pepe rosa in grani.
Servire in tavola con del formaggio a parte che ogni commensale aggiungera' a piacimento.
lunedì 22 marzo 2010
Peanut butter sauce...e colomba?
Il titolo che leggete in alto e' esattamente la domanda che mi sono sentita rivolgere appena ho proposto questo abbinamento. E si che mio marito e' abituato agli strani intrugli che escono dai miei calderoni!
Eppure, sorprendentemente l'idea ha funzionato: il tocco appena salato del peanut butter e' stato, ai nostri palati, un complemento ottimo per la colomba ( o dovrei dire la sua degna sostituta, qui colombe non ne arrivano...se non virtuali).
Se avete coraggio, e soprattutto se vi piace il peanut butter, provate: scoprirete una salsa che crea dipendenza, con la sua vellutata consistenza.
Quanto a me, con questa americanata partecipo al contest Chi accompagna la colomba? che Babs ha organizzato con Genny e Dario Loison.
PEANUT BUTTER SAUCE
250 g di glucosio
80 g di peanut butter, quello con i pezzettini di arachidi altrimenti quello liscio
un albume
la punta di un cucchiaino di sale
Montare l'albume a neve ferma e metterlo da parte.
Versare il glucosio in un pentolino con il sale e portare a bollore. Appena raggiunto, spegnere il fuoco ed unirvi il peanut butter, girando finche' non sara' perfettamente sciolto.
Ora, battendo continuamente con le fruste elettriche, versare a filo il composto di glucosio e peanut butter sull'albume montato. Continuare a battere finche' il composto sara' omogeneo.
La salsa sara' molto liquida, ma lasciatela riposare a temperatura ambiente e pian piano prendera' la giusta consistenza.
Servire...con moderazione :-)
NOTE
- la salsa pronta si conserva in frigo chiusa in un barattolo. Quando occorre, si puo' far intiepidire in un pentolino o al microonde.
- provatela appena tiepida sul gelato alla vaniglia, sui waffles, sui pancakes o in accompagnamento ad una torta al cioccolato, sulla panna cotta, oltre che con la colomba...e mi saprete dire!
- non scordate il sale: e' fondamentale per il gusto finale.
- per i celiaci: usare del burro di noccioline gluten free.
giovedì 18 marzo 2010
Involtini con carote e sesamo alla soya
In realta', mi sarebbe piaciuto chiamarli involtini con il fiocco, ma insomma forse era un po' troppo romantico per un banalissimo pezzo di carne!
Sono facilissimi, ma se...perdete tempo a fare il fiocco, anche un amore da guardare, a mio parere.
La ricetta e' stata presa da un supplemento del Corriere della Sera, a cui ho apportato le mie personali modifiche.
INVOLTINI DI VITELLO CON CAROTE E SESAMO (per 4 persone)
2 fettine di carpaccio di vitello (o manzo) a persona
2 grosse carote
3 cucchiaini di salsa di soya
semi di sesamo
olio extravergine di oliva
sale, pepe
Lavare e spazzolare le carote, quindi affettarle nel senso della lunghezza e, con pazienza, ricavatene dei filetti. Non usate la grattugia, i filetti devono sentirsi sotto i denti :-)
Sbollentarli in acqua poco salata per 5 minuti, dopodiche' scolarli bene dall'acqua e condirle con un'emulsione fatta con un cucchiaio di olio e 3 cucchiaini di salsa di soya, piu' del sale a vostro piacere.
Stendere le fettine davanti a voi, e pareggiatele nel caso abbiate ospiti di riguardo...in caso contrario e' uno spreco evitabile!
Salatele pochissimo, ed adagiate al centro di ognuna un po' del ripieno di carote marinate, quindi avvolgete e chiudete con dello spago da cucina.
Usando un pennello, ungete gli involtini e lasciate cadere sopra qualche seme di sesamo, in modo che si attacchi.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi, per una decina di minuti o comunque fino al punto di cottura desiderato.
Noi qui siamo stati certamente cannibali in un'altra vita, per cui questi sono piuttosto al sangue :-)
Sono buoni sia caldi che freddi, per eventuali pic nic o imminenti gite fuori porta!
mercoledì 17 marzo 2010
99 Colombe arrivano in Medio Oriente
Torno oggi dalle vacanze, e tra un mucchio di roba che aspetta probabilmente di saltare da solo in lavatrice e la valigia che giace sconsolata sul pavimento, non potevo non riaffacciarmi al mio amato mondo blog per dare un'occhiata.
Ho quindi letto dell'iniziativa di Artemisia e Lydia per aiutare la ditta delle Sorelle Nurzia, duramente colpita, come tante altre, dal terremoto in Abruzzo dello scorso anno.
Tutte le indicazioni le trovate sul blog 99 colombe, a cui vi rimando per i dettagli.
Certo non trovero' una colomba delle sorelle Nurzia, ne' di alcuna altra marca, dato che il Paese in cui vivo vieta tutte le celebrazioni religiose che esulino dall'Islam, ed ostacola quindi l'importazione dei prodotti tipici che ad esse possono essere legate.
Ma se le 99 colombe sono state forti abbastanza da volare fin qui, posso io essere da meno?
Ho quindi letto dell'iniziativa di Artemisia e Lydia per aiutare la ditta delle Sorelle Nurzia, duramente colpita, come tante altre, dal terremoto in Abruzzo dello scorso anno.
Tutte le indicazioni le trovate sul blog 99 colombe, a cui vi rimando per i dettagli.
Certo non trovero' una colomba delle sorelle Nurzia, ne' di alcuna altra marca, dato che il Paese in cui vivo vieta tutte le celebrazioni religiose che esulino dall'Islam, ed ostacola quindi l'importazione dei prodotti tipici che ad esse possono essere legate.
Ma se le 99 colombe sono state forti abbastanza da volare fin qui, posso io essere da meno?
lunedì 15 marzo 2010
Alici marinate all'origano
Nulla di eccezionale, oggi, ognuno di voi avra' la sua ricetta per farle...ma queste sono alici del Mar Rosso, volete mettere? :-)
Qui non sono considerate pregiate, e in pratica il pescivendolo me le ha regalate, dato che avevo comprato altro.
Lo sapessero gli arabi, quanto possono essere squisite su una fetta di focaccia appena sfornata...
ALICI MARINATE ALL'ORIGANO
alici
aceto bianco
succo di limone
olio extravergine d'oliva
acqua
sale
pepe
origano secco
Preparare la marinatura usando i liquidi in questa proporzione: 3 parti di acqua, 2 parti di olio, una parte di aceto, una di limone. Sciogliervi quindi del sale a vostro piacimento.
Pulire le acciughe molto bene, aprendole a meta' in modo da formare dei filetti.
Adagiarle in un contenitore a strati, condendo ciascuno con la marinatura preparata ed una spolverata di origano...abbondate,eh!
Chiudete quindi il contenitore e mettetelo in frigo per una notte, dopodiche' sono pronte per essere servite.
giovedì 11 marzo 2010
Brioche allo yogurt e panna acida
Come ho gia' detto in altri post, la colazione e' sicuramente il pasto che prediligo...o meglio la colazione che si puo' fare nei fine settimana, con calma, indugiando nello spalmare la marmellata senza guardare l'orologio.
Questa brioche, ricetta della mia amica americana Jennifer, si presta magnificamente all'opera: le fette, morbide e profumate, sono buonissime da sole o con l'aggiunta di marmellata, Nutella (ops...non l'ho scritto), burro di noccioline...
Dopo qualche giorno, se mai vi fosse avanzata, provate a tostarla: una meraviglia!!!
BRIOCHE YOGURT E PANNA ACIDA
( per uno stampo 25cm per 9 cm )
120 g di panna acida
120 g di yogurt bianco
20 di lievito di birra fresco, oppure 7g di quello disidratato
40 g di burro fuso
2 cucchiai di zucchero semolato
125 ml di acqua tiepida
500 g di farina , piu' quella necessaria all'impasto ( dovrete regolarvi...)
un pizzico di sale
altro burro per spennellare
Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida, prelevata da quella che servira' per il resto della ricetta.
In una ciotola mischiare la panna acida, lo yogurt e lo zucchero con il burro fuso e il resto dell'acqua.
Viene fuori un miscuglio inquietante, non preoccupatevi :-)
Ora unire i primi 400g di farina, il sale, il lievito con la sua acqua e cominciare ad impastare, aggiungendo via via tanta farina quanta ne servira' per ottenere un impasto morbido ma non troppo appiccicoso ( non aggiungete troppa farina, si compromette la morbidezza del risultato finale)
Lasciar lievitare al calduccio per un paio d'ore, dopodiche' sgonfiare l'impasto, rilavorarlo brevemente e metterlo in uno stampo da plumcake.
Lasciar riposare una mezz'ora, dopodiche' cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 30-35 minuti.
Appena fuori dal forno, finche' e' caldissima, spennellarla con un po' di burro fuso.
Servire fredda.
NOTE:
- dura diversi giorni se avvolta in una panno o nell'alluminio.
- il lievito nella ricetta può essere ridotto aumentando di conseguenza i tempi di lievitazione.
- se non trovate la panna acida, potete farla da voi con la ricetta della bravissima marble.
- la brioche e' piuttosto neutra, nascendo in realta' come pane! Se preferite, aggiungete un po' di zucchero.
lunedì 8 marzo 2010
Purè bi-patata
Perche' bi-patata? Semplice, ho usato per questo pure' patate classiche e patate rosse dolci, in egual misura.
L'idea e' rubacchiata a Nigella Lawson, con ovviamente le mie modifiche.
Il sapore della patata dolce prevale, cosi' come il bellissimo colore...quindi deve piacere il tubero in questione, per poterlo apprezzare.
Per quel che mi riguarda, lo adoro, e lo consiglio come contorno inusuale ad un arrosto, non fosse altro che per come si presenta, cosi' fiammeggiante!
Questa dose e' minima, voi aumentate eh....:-)
La ricetta va al Calendario Ammodomio.
PURE' BI-PATATA
una grossa patata, classica
una grossa patata rossa dolce
mezzo bicchiere abbondante di latte caldo
20 g circa di burro
sale e pepe, a piacere
timo
Cuocere le patate: potete semplicemente lessarle, ma io avevo il forno acceso per un'altra preparazione per cui le ho avvolte singolarmente nell'alluminio dopo averle lavate e le ho cotte li' per circa un'ora.
Appena pronte, schiacciarle con lo schiacciapatate e raccogliere la polpa in una ciotola.
Cominciare a battere con delle fruste elettriche (ho fatto tutto nella ciotola del Kenwood) aggiungendo il burro a pezzetti, in modo che il composto monti per bene. Diluire, sempre battendo, con il latte caldo e smettere di montare quando si sara' raggiunta la consistenza desiderata.
Condire a piacere con sale e pepe, e se ce l'avete a disposizione del timo fresco.
NOTE:
- potete, come anche il pure' classico, prepararlo con qualche ora di anticipo.
Prima di servirlo pero' scaldatelo (uso il microonde) e montatelo con le fruste per qualche secondo.
Tornera' come nuovo!
giovedì 4 marzo 2010
Bottoncini di semifreddo al caffe'
Un dolcino piccino piccino piccio', che si fa con tre ingredienti in pochi minuti. Il resto del lavoro lo fa il freezer, dandogli magicamente la consistenza del velluto...
Per una improvvisa voglia di dolce, come e' stato in questo caso, o per servire il caffe' a fine pasto in modo diverso: allora e' carino metterlo a raffreddare direttamente nelle tazzine.
Ho usato dei mini stampini dell'Ikea, diametro di 4 cm, ma ovviamente potete usarne di piu' grandi, o uno singolo, liberissimi di trasformarlo da bottoncini...a qualcosa di piu' appagante.
Ma come ho detto altre volte, i peccati pesano meno, se sono piccoli!
Inoltre, grazie a Fiordilatte, approfitto di questa ricetta per partecipare al concorso con fine benefico indetto da Nero-Nero a sostegno di Chef Sans Frontieres .
Inoltre, grazie a Fiordilatte, approfitto di questa ricetta per partecipare al concorso con fine benefico indetto da Nero-Nero a sostegno di Chef Sans Frontieres .
BOTTONCINI DI SEMIFREDDO AL CAFFE'
(per 8 mini stampini o 3 normali)
45 ml di caffe' espresso a temperatura ambiente
180 g di latte condensato zuccherato
125 ml di panna fresca da montare
caffe' in polvere a piacere, per la spolverata finale
Montare la panna. A parte amalgamare il latte condensato ed il caffe' con una frusta, in modo da ottenere un composto omogeneo. Unire la panna montata al composto di caffe' e montare ancora con le fruste un minuto.
Versare il composto, che sara' piuttosto liquido, negli stampini e lasciar freddare qualche ora prima di servirlo, cosparso di caffe' in polvere.
NOTE:
- in freezer non diventa mai "pietra", ed appena fuori diventa morbido in pochissimo tempo: quindi attenti, non tiratelo fuori con troppo anticipo!
...da domani, e per un paio di settimane, saro' fuori casa. Non so che tipo di connessione avro' a disposizione ma sicuramente il tempo per usarla sara' ben poco!
Lascio qualche ricetta programmata, per non farvi scordare di me :-) , e ci sentiamo al mio rientro!
...da domani, e per un paio di settimane, saro' fuori casa. Non so che tipo di connessione avro' a disposizione ma sicuramente il tempo per usarla sara' ben poco!
Lascio qualche ricetta programmata, per non farvi scordare di me :-) , e ci sentiamo al mio rientro!
lunedì 1 marzo 2010
Tartellette di philadelphia al salmone
Come qualcuno di voi gia' sa, vado matta per la pasta che si ottiene semplicemente mischiando il philadelphia a del burro e della farina.
La scoprii qualche anno fa, guardando un improbabile programma di cucina su un canale tv americano, dove in mezzo ad accostamenti improponibili e miscugli degni di pozioni magiche, improvvisamente saltarono fuori dei croissants fatti con questo impasto...provarli ed amarli fu tutt'uno, e sono stati sicuramente il mio cavallo di battaglia quando postavo su un noto forum di cucina.
Ora, con la stessa pasta, vi propongo delle tartellette: non siate scettici, provate questo impasto, somiglia ad una sfoglia senza esserlo, e' rapidissimo e riesce sempre...e poi ha una friabilita' che non posso descrivervi a parole!
Queste tartellette sono state cotte in stampi da mini-muffins, con diametro di 3,5 cm.
TARTELLETTE DI PHILADELPHIA AL SALMONE
(per circa 20 pezzi)
per i gusci
80g di philadelphia
100 g di burro
140 g di farina
per il ripieno
220 g di philadelphia
80 g di salmone affumicato
un cucchiaino di succo di limone
2 o 3 cucchiai di panna acida, sostituibile con yogurt greco
sale solo se necessario
erba cipollina, o aneto per decorare
Preparare la pasta battendo con le fruste il burro freddo con il philadelphia. Battere almeno 3 minuti, in modo da ottenere un composto montato.
Spegnere le fruste ed amalgamare la farina, inizialmente con una spatola, poi a mano. Non lavorare troppo l'impasto, comportatevi come fareste per una frolla.
Farne un panetto, avvolgere nella pellicola e mettere in frigo mezz'ora.
Nel frattempo, preparare il ripieno: amalgamare il philadelphia con il salmone tagliato a pezzettini, la panna acida ed il succo di limone.
Assaggiate ed eventualmente regolate di sale, io non ne ho aggiunto.
Preriscaldare il forno a 190 gradi. Prendere la pasta dal frigo e stenderla con il mattarello, aiutandosi con della farina, piuttosto sottile. Foderare con la pasta gli stampini scelti, e mettere in freezer 5 minuti prima di cuocere.
Quindi infornare per circa 15/20 minuti, dipende sempre dai forni, ma le tartellette dovranno risultare ben dorate.
Farle raffreddare e farcirle, magari usando una tasca da pasticceria, ma va benissimo anche un cucchiaino.
Conservare in frigo fino al momento di servirle.
NOTE:
- le tartellette crude si possono surgelare negli stampini e cuocere cosi' come sono, ovviamente prolungare leggermente il passaggio in forno
- le tartellette cotte si possono farcire tranquillamente fino a 4 ore prima di servirle (tempo massimo da me provato) senza perdere in frabilita'.
- il ripieno si puo conservare in frigo, in un contenitore ermetico, fino a 4 giorni.
- la pasta cruda puo' stare un paio di giorni in frigo, o essere surgelata.
- la pasta cruda puo' stare un paio di giorni in frigo, o essere surgelata.
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