giovedì 29 dicembre 2011

Tortini di riso e tonno con salsa al limone

Sono certa che avere quella della bomba atomica mi darebbe meno problemi.
La ricetta, intendo.
Non mi spiegherò mai il motivo di tanta reticenza, invece, per quelle di cucina.
Un paio di mesi fa, a casa di una signora americana che vive dalle mie parti.
Anziana, severa, dotata di un sarcasmo al confronto del quale il mio suona come una poesia d'amore.
Un'insegnante, prima di andare in pensione, e fidatevi anche se non ne ho le prove, dev'essere stata il terrore dei suoi studenti.
Tavola apparecchiata perfettamente, una marea di portate.
Posti a tavola assegnati, tutto buonissimo.
E non resisto a quella salsa al limone deliziosa: oso chiederne, a grandi linee, la ricetta.
Mi spiazza.
Maybe.
Forse.
Finora sono stata abituata a dei si, o dei sonori no. Il forse non era stato contemplato.
Non mi va di chiedere da cosa dipenderà il suo farmi la grazia o meno, da come mi comporto a tavola?
Ma tanto per non lasciare nulla di intentato, mi comporto bene, anzi benissimo :-)
Fin troppo.
Mi offro volenterosa per sparecchiare, nonostante mi sia stato detto di stare seduta.
Ritiro un paio di piatti e li impilo per portarli in cucina.
Vedo l'altra ospite davanti a me fare delle smorfie insensate, ma non le faccio caso, che sia una nuova ginnastica facciale?
Malissimo, invece, mi sta avvisando del pericolo imminente.
No!
Scandito alle mie spalle, e il tono mi gela.
Errore madornale: ho osato impilare i piatti, e la padrona di casa non gradisce che venga fatto.
Avete presente un'espressione alla Fantozzi? E' stata la mia con la pila in mano.
Almeno ora lo so, ho detto per sdrammatizzare, mentre l'altra ospite sussurrava che aveva cercato di dirmelo...
La ricetta me la sono giocata, poco ma sicuro.
Ma l'ho già scritto altrove, in un'altra vita sono stata una zanzara, o qualcosa di ugualmente molesto.
Chiamo il giorno dopo per ringraziare, e non resisto, dopo essermi scusata nuovamente per i piatti.
Dai, cosa serve per quella salsa? Please.
Silenzio, e una risatina.
Mi elenca tutti gli ingredienti, includendo però come fondamentale il suo magic touch per farla venire bene...
Rido pure io, chiedendomi se per avere il tocco magico si debba essere fate, o piuttosto streghe? ;-)
E visto che ormai ci siamo, buon 2012 a tutti!!!



Questi tortini, che nascono per partecipare al contest Impiatta e scatta 2 indetto da Sonia e Angelo Parodi sono un vero jolly: graziosissimi su un buffet come per un pasto da ufficio, saporiti e leggeri allo stesso tempo.
E se anche non vi ispirano, provate almeno la salsa che è una vera sorpresa, e accompagnerà ottimamente anche il pesce o le verdure ( e non serve essere nè fate nè streghe per farla venir bene...)




TORTINI DI RISO E TONNO CON SALSA AL LIMONE
( per 6 pezzi )

200 g di riso bollito ( peso da cotto)
2 scatolette da 90g ciascuna di trancio di tonno in olio d'oliva Angelo Parodi
un uovo
un cucchiaio colmo di yogurt greco
un pezzetto di cipollotto
poca scorza di limone grattugiata
80 g di parmigiano grattugiato
prezzemolo
sale

per la salsa al limone

un limone
40 ml di olio extravergine
sale
zucchero
senape
yogurt greco, facoltativo

Mettere in una ciotola il riso bollito, l'uovo, il tonno scolato dall'olio, il formaggio, il pezzo di cipollotto tritato fine, il prezzemolo, la scorza di limone, lo yogurt ed il sale.
Mescolare bene ed assaggiare regolando eventualmente ai propri gusti.
Dividere il composto in stampini da muffins unti benissimo, meglio se antiaderenti o di silicone, pressando un po'.




Cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 15-20 minuti, finchè risulteranno dorati.
Sfornare e far riposare negli stampi per una decina di minuti, quindi sformare.
Preparare la salsa: pelare al vivo il limone, eliminando buccia e parte bianca. Dividerlo in spicchi eliminando i semi e metterlo nel frullatore insieme a mezzo cucchiaino di sale e mezzo di zucchero.
Far andare le lame ad alta velocità, quindi unire l'olio a filo come per una maionese.
Appena il tutto sarà ben amalgamato aggiungere una puntina di senape e mettere in frigo.
Usarla per nappare i tortini tiepidi, volendo allungandola con poco yogurt greco ( io non l'ho fatto).

NOTE:

- i tortini si possono cuocere in anticipo, anche di un giorno, e conservare avvolti nella pellicola in frigo. Andranno scaldati in forno o al microonde, ma sono buoni anche a temperatura ambiente.

- la salsa è una goduria! Si conserva anche due settimane in frigo in un barattolo, ma aggiungete lo yogurt solo al momento di servirla, se lo usate, e non durante la conservazione.

- lo yogurt nell'impasto puo' essere sostituito con ricotta o formaggio morbido.

martedì 27 dicembre 2011

Mousse al salmone affumicato

Babbo Natale esiste.
E non porta i regali solo ai bimbi buoni.
No, è molto generoso anche con le ragazze cattivelle che scrivono sui blog di cucina :-)
Mi ha riportato la mattina del 25 la valigia persa, ricordate?
Certo me l'ha fatta un po' sudare.
Avevo un numero da chiamare all'aeroporto per informazioni, ed è stato peggio che provare a partecipare ad un quiz televisivo: ostinatamente occupato per giorni.
Che poi io creda che il più delle volte  la cornetta fosse lasciata alzata per non sentire me e quelli nelle mie condizioni fa parte delle malignità di cui questo blog è pieno.
Ostinatamente, ho detto.
Ma ho voluto fare a gara, e vedere chi lo fosse di più tra me e lui.
E dato che il tale numero era, così dicevano, attivo ventiquattr'ore su ventiquattro mi sono messa la sveglia ad ore assurde per provare anche nel cuore della notte.
O la mattina prestissimo, e per prestissimo intendo le tre.
Insomma, ci sono riuscita.
Mi ha risposto un signore arabo assonnato ma gentilissimo, che mi ha detto che si, la valigia era stata ritrovata a Roma ed era in viaggio verso Jeddah, Arabia Saudita, da dove dopo i controlli doganali mi sarebbe stata spedita. Inshallah, aggiunge, che giustamente non si sa mai.
E mi viene un colpo.
Non perchè nella valigia ci fosse nulla di proibito.
Ma c'era qualcosa che poteva far mal pensare: una bottiglia di aceto balsamico.
Ora, che io mi azzardi con una certa leggerezza a portare un pezzo di prosciutto è un conto.
Ma mai e poi mai rischierei con degli alcolici, lì si che magari mi mettono a morte!!!
E l'aceto balsamico, che pure qui è venduto, non da tutti è conosciuto, specie alle dogane saudite dove si parla e legge solo arabo.
Non ci ho dormito una notte, dall'ansia: e non vi sembri ridicolo o esagerato, che da queste parti sono questioni serie...
L'altra mattina, prima dell'alba tanto per cambiare, la conferma: la valigia aveva superato la dogana.
Certo è stata aperta per i controlli.
E rotta.
Sembra ci siano passati sopra con un camion, il pane carasau è diventato pangrattato carasau.
Tra i miei vestiti pare sia esplosa una bomba a mano, e la mia biancheria è stata accuratamente ispezionata, più dell'aceto balsamico...
La borsa a cui tanto tenevo c'è ancora, idem l'amatissimo phon, il cardiofrequenzimetro nuovo, lo stampo per il pandoro ed il regalo per mio marito.
Inspiegabilmente, manca solo un calendario.
Caduto, rubato?
Non lo saprò mai.
Ma babbo Natale non poteva farmela passare del tutto liscia, specie se legge questo blog ;-)

Una mousse che è un classico in questo periodo di festa, strizzando l'occhio all'ultimo dell'anno. E' morbidissima e soffice, specie se avrete l'accortezza di non servirla fredda.
Si fa in attimo, e pure in anticipo: e avrete tutto il tempo per andare dal parrucchiere ;-)



MOUSSE AL SALMONE

225g di Philadelphia
65 grammi di panna fresca liquida
2 cucchiai di succo di limone
110 g di salmone affumicato
2 cucchiai di caviale rosso, o uova di lompo
un pezzetto di cipollotto, circa 5 cm
qualche goccia di Tabasco, facoltativa


Tirare fuori il Philadelphia dal frigo e farlo tornare a temperatura ambiente.
Mischiarlo quindi alla panna e montare il tutto con le fruste elettriche.
Si dovrà ottenere un composto soffice.
Unire ora usando un cucchiaio o un mestolo il pezzetto di cipollotto tritato finissimo ed il succo di limone.
Tagliare a pezzetti o striscioline il salmone ed unirlo con delicatezza, i pezzi devono risultare visibili, ed il Tabasco.
Da ultimo il caviale rosso, facendo attenzione a non romperlo.
Mettere in una ciotola coperta con pellicola che sbordi dai lati in modo da poterla sformare con facilità.
Tenere in frigo ma è importante che torni a temperatura ambiente per essere servita, è molto più buona.
Accompagnatela con crostini di pane, crackers integrali o, se avete tempo e voglia, questo pane rustico buonissimo.

NOTE:

- non metto sale perchè il salmone e' già molto saporito.

- può essere preparata con due giorni di anticipo e tenuta in frigo coperta.

- qualche altra idea per il Capodanno? Gli sfizi di gamberetti, le treccine di sfoglia o le scenograficissime sfogliatine alle olive. E perchè non dare un tocco etnico con una ciotola di hummus? Ce n'è di tutti i tipi...;-)

giovedì 22 dicembre 2011

Bocconcini di salmone crudo ai pistacchi


Un programma perfetto.
Organizzato nei minimi dettagli.
D'altronde se si passano pochi giorni in Italia con parecchi impegni che poco tempo lasciano al tempo libero non si può fare altrimenti.
E nel mosaico esatto di ciò che dovevo fare è rientrato uno stampo per pandoro.
Eh si, perchè io per stamane, dopo un discreto numero di ore di aereo e diverse di macchina che mi hanno riportato tra le dune, avrei avuto un programma criminale: mettermi a prepararne uno.
Ho studiato le ricette, chiesto consiglio a qualche amico.
Pregustavo la mattinata libera, impegnata solo a svuotare bagagli dai quei sessanta chilogrammi scarsi che mi sono trascinata dietro, con una controllatina qui e lì a vedere se l'impasto cresceva bene.
No, controllatine poche: che la prima volta che mi misi a fare il panettone per sbirciarlo dove l'avevo messo a lievitare lo feci cadere da una mensola direttamente in terra.
Qualcuno disse che si era suicidato per le troppe attenzioni: bene, non avrei commesso di nuovo lo stesso errore.
Gioivo già del caldo che ho trovato, passando da dieci gradi scarsi di Roma agli assolatissimi trenta: magari mi lievita pure prima!
E non vedevo l'ora di farlo assaggiare, pontificando sui dolci della nostra tradizione...
Mai avere certezze.
Mai fare programmi.
Due, ne avevo, di bagagli.
E ne è arrivato uno.
E' vero che con il senno del poi, e pure del prima, dovrei essere contenta.
Che si sia persa la valigia...normale.
Non quella in cui c'era un pezzo di prosciutto di Parma da cinque chili, un cotechino e salumi sparsi.
Se si fosse persa questa starei tremando come una foglia e facendo voti del tipo giuro che non tocco più una fetta di salame in vita mia.
Quindi no, sono riuscita con l'aria di una televenditrice a spiegare con dovizia di particolari all'addetto alla dogana che quel grosso pezzo di carne altro non era se non bresaola, conosciuta e mangiata pure in Arabia.
E sono stata vicina a chiedere se volesse assaggiare...
Quindi per farvela breve ora ho tutto per un buffet salato.
Ma niente pandoro homemade, e se vogliamo dirla tutta nemmeno un paio di jeans, la mia camicia preferita, il mio amatissimo phon ed i regali di Natale per mio marito.
Quindi fatemi gli auguri, va.
Ma di ritrovare tutto :-)

Vi lascio una ricetta per la Vigilia che più facile di così non si può, e soprattutto velocissima, utile se a tre giorni da Natale dovete passare ore al telefono con due aeroporti diversi, ma con esattamente lo stesso tipo di impiegati...
Ricordate che la marinatura del salmone non scongiura di per sè il rischio di anisakis, per cui consiglio di congelarlo crudo prima di procedere, come illustrato in questa ricetta.
E buon Natale a tutti!!!



BOCCONCINI DI SALMONE CRUDO AI PISTACCHI

un filetto di salmone spesso come questo
sale 
olio extravergine d'oliva
succo di limone
aneto
pistacchi tritati

Mettere il filetto di salmone intero a marinare nel succo di limone condito con del sale e poco aneto, da un minimo di mezz'ora ad un massimo di un paio. Più lo terrete immerso, più risulterà semi-cotto.
Scolarlo dalla marinata, asciugarlo con della carta da cucina ed passarlo nei pistacchi tritati premendo bene con le mani perchè ne sia totalmente ricoperto.
Con un coltello affilato tagliarlo in bocconcini e servire subito con un filo d'olio.

NOTE:

- può essere marinato e coperto con i pistacchi anche diverse ore prima di essere servito, mentre il taglio dei bocconcini è preferibile farlo a non più di mezz'ora da quando si vuole mangiarlo.


lunedì 19 dicembre 2011

Ravioli al salmone








Se avete letto il post della prima parte, già sapete che siamo in tunnel senza uscita.
Un assaggio dopo l'altro, e manca poco che ci rimetta il consorte.
Ed a tutti quelli che mi hanno scritto increduli segnalo che le patate dolci con i marshmallows non sono frutto della mia immaginazione malata, ma un piatto ultra-tradizionale di accompagnamento al tacchino.
E niente osservazioni del tipo meglio solo che male accompagnato, che è stata la prima ad uscire a mio marito...
Quello che non ci aspettavamo era il finale.
Poteva succedere di tutto, a quel punto: un dessert magnificamente preparato sarebbe stato una bella sorpresa, in effetti.
D'altronde il padrone di casa nonchè cuoco per la serata si era premurato di chiedermi la ricetta della panna montata,  ma non solo quella.
Di più.
Aveva voluto tempo prima anche quella della mia torta al cioccolato preferita, dato che gli era tanto piaciuta.
Figuriamoci, gliel'ho passata con malcelato orgoglio e soddisfazione.
Certo, un paio di problemini avrebbero dovuto mettermi in campana.
It's so confusing, osserva leggendola.
Ma come, se è precisissima!
Il fatto è che è americano, e non possiede una bilancia.
La conversione in cups se la faccia da sè, ma gli mando un link che gli sarà d'aiuto.
O almeno credo.
Arriva in tavola una specie di sottiletta nera, spolverata di zucchero a velo.
Onestamente esprime la vivacità di un malato terminale, e gliene manca un pezzetto che non so decidere se sia rimasto attaccato alla teglia o sia stato staccato con un morso per un assaggio dell'ultimo secondo.
C'è pure la panna, in uno spray.
Un pezzo per uno e ingoiarla senza un bicchier d'acqua sinceramente non è semplice.
Il padrone di casa scuote la testa.
It's awful. Fa schifo.
Beh, se l'è detto da solo. 
E ne ammiro l'onestà, non è facile ammettere una debacle.
It's Stefania's recipe. E' la ricetta di Stefania.
Forse l'avete capito: ho grossi problemi a rimanere in silenzio e mostrarmi superiore.
Hanno cercato di insegnarmelo, ma non ce la faccio.
E con un sorrisone e la voce più gentile che posso osservo, ringraziando della citazione, che è venuta un pochino diversa.
Yes, but it's your fault, those grams...
E' colpa mia, dice, perchè la ricetta in grammi lo ha destabilizzato.
Capisco.
Un problema psicologico, non un cuoco incapace.
Il buon gusto di stare zitta, l'ho già detto, non ce l'ho.
Ma ho chi mi fa ben degna compagnia ;-)


Altra ricetta superclassica sulla mia tavola della Vigilia, facile facile e di gran soddisfazione.
Se proprio non vi va o siete intimoriti dalla pasta fatta in casa potete comprare le sfoglie stese dal pastaio, e preparare da voi solo il ripieno.
Il condimento ci sta di un bene che stupisce tutti, fidatevi ( nonostante quello che avete letto sopra...:-)




RAVIOLI AL SALMONE
( per quattro persone )

per la pasta

300g di farina
100 g di semola rimacinata
4 uova intere
2 cucchiaini di olio extravergine
un pizzico di sale

per il ripieno

500 g di ricotta ben scolata
250 di salmone affumicato
erba cipollina a piacere

per il condimento

olio extravergine di oliva
succo di limone
sale
noci tritate 
pepe rosa

Preparare la pasta impastando le farine con le uova intere, il sale e l'olio. Solo se le uova fossero particolarmente piccole unire un paio di cucchiaini di acqua, ma non dovrebbe essere necessario.
Lavorare bene fino ad avere un impasto omogeneo, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare una mezz'ora.
Se non vi va di preparare la pasta da voi potete comprare le sfoglie già pronte nei negozi di pasta fresca.
Intanto preparare il ripieno: mettere nel frullatore la ricotta ben scolata ed il salmone affumicato a pezzi. Far andare fino ad ottenere una crema morbida, dopodichè con una spatola unire un po' di erba cipollina a piacere. Di solito non serve sale, essendo il salmone già saporito di suo.
Mettere il ripieno in frigo.
Stendere quindi la pasta con la macchinetta, personalmente le passo fino al numero 6 della Imperia perchè non mi piacciono troppo grossi.
Mettere piccoli mucchietti di ripieno sulla sfoglia, coprire con un'altra e sigillare bene badando a non intrappolare troppa aria quando li chiudete. Tagliare i ravioli di forma e dimensione preferita e premere bene i bordi con una forchetta o con le dita in modo che risultino ben chiusi.
Può essere utile anche inumidire i lembi con poco albume, o acqua, per favorire la chiusura.
Adagiare i ravioli pronti in teglie o vassoi abbondamente cosparsi con semola o farina, e possibilmente in luogo fresco.



Lessare i ravioli in abbondante acqua salata fino a quando vengono a galla, e da quel momento calcolare uno o due minuti a seconda dello spessore della sfoglia.
Per il condimento emulsionare del succo di limone con dell'olio extravergine d'oliva e del sale. 
Faccio ad occhio, anzi a...lingua ;-) per cui assaggiate e regolatelo secondo come vi piace di più.
Diciamo che il limone deve sentirsi.
Scaldate il condimento su fuoco bassissimo e usarlo per condire i ravioli, cospargendoli poi con delle noci tritate e del pepe rosa.

NOTE:

- il ripieno può essere preparato anche con un giorno di anticipo e tenuto in frigo coperto.


giovedì 15 dicembre 2011

MARTHellati: i vincitori!!!



Finito, un'altra volta.
Un giveaway facile facile, scusa per regalare a tre fortunati di voi quelli che sono tra i miei libri di cucina preferiti al momento.
Che dire se non grazie?
Mi ha stupito che siate state in moltissimi a partecipare per il libro sulle torte, mentre pronosticavo che avrebbe vinto quello sui biscotti. Tra i tre, quello meno gradito, si fa per dire: i cupcakes.
Che non ci siamo ancora convertiti a questo dolcetto d'oltreoceano?
E per l'ennesima volta mi spiace aver avuto a che fare con qualche polemica, tipo ma l'estrazione non è limpida, potresti scegliere chi vuoi tu.
Ora, a parte il dettaglio che se voglio regalare libri posso farlo senza dover mettere in piedi questo ambaradan, è ovvio che non c'è il notaio con me davanti al computer aperto su random.org, nemmeno le buste chiuse o il televoto: nonostante questo assicuro che potete contare sulla mia onestà :-)
Di nuovo, credetemi, avrei voluto premiare tutti, ma come si fa, ho solo tre copie...ah, e mi ha fatto molto sorridere il panico creatosi ieri sera, la mezzanotte segnalata come scadenza era quella araba, italiana, zulu time o che altro???
Non l'avevo specificato, ma intendevo quella italiana, mica posso mettervi a fare i conti di che ora sia in Arabia Saudita...
Bando alle ciance, e dopo il rituale rullo di tamburi ecco i vincitori, sorteggiati da quel giudice severo che è il caso:






Sezione Pies and Tarts: numero 53
corrispondente a Bloggoloso

Sezione Cookies: numero 13
corrispondente a Profumo di mamma

Sezione Cupcakes: numero 3
corrispondente ad Alessandra, una lettrice senza blog


Invito ora i vincitori a mandarmi al più presto via email l'indirizzo a cui spedire il libro. Sto solo pochi giorni in Italia, quindi scusate se chiedo una certa rapidità.
Ancora grazie, ed al prossimo giveaway!

lunedì 12 dicembre 2011

Torroncini morbidi alle mandorle




Un incubo, lungamente atteso, tanto da farci sperare che divenisse finalmente realtà in modo da potercelo mettere definitivamente alle spalle.
E' quindi con santa rassegnazione chesuoniamo il campanello con mio marito che, leggerissimamente prevenuto, comincia a sussurrare frasi tipo oddio senti che odore strano?
No, amore, viene dalla casa a fianco. 
Mento, e lui lo sa. 
Catapultati nel salone, il padrone di casa ci informa che andrà a fare la doccia, la moglie insegue il gatto che vuole salire sul buffet, il figlio brandisce una spada di Guerre Stellari che sbatte ripetutamente sulla testa di un amichetto presente, un paio di invitati parlano al telefono e la tv urla.
Parecchio.
D'altronde il canale trasmette colorite prediche di un pastore americano, che ama a quanto vedo saltellare sul palco intrattenendo la folla con preghiere ritmate da salti.
Penso tra me e me che il Papa dovrebbe pensarci, a quattro salmi in palestra, e magari risolverebbe la crisi delle conversioni.
Bello, eh? Ci piace vedere che suda.
Lapidaria frase del padrone di casa, ormai pulito e profumato, a noi e altri ospiti che attoniti lo aspettiamo sul divano.
Nessuno azzarda un commento, ed a me rimane per sempre sulla lingua una domanda sulla natura della doccia di poco prima...
Apertura del buffet, ma col trucco.
Alt! Wait! Aspettate!
L'ordine è talmente perentorio che mi chiedo se il tragitto sino al cibo sia infestato da mine antiuomo.
Let's pray all together. Preghiamo tutti insieme.
L'intenzione è buona. Anzi buonissima.
E' il modo che mi fa pensare, e scusate se trovo un po' comico dover formare un cerchio attorno al tavolo, dandoci tutti la mano.
E fin qui ok.
Ma sul tavolo, in bella mostra, c'è un tacchino.
Morto, e ben cotto. 
Ma sempre un tacchino.
Mio marito mi sussurra che è una setta satanica, e dobbiamo scappare quanto prima.
Immagino lo pensi anche l'unico musulmano presente.
Ma non prima di mangiare.
Tacchino niente male, ma il contorno di patate dolci gratinate al forno con copertura di marshmallows ha su mio marito l'effetto di un uppercut di Mike Tyson.
Il purè con la cannella, uno jab.
La bechamelle usata nella pseudo-pasta al forno mi dà da pensare: accidenti, gliel'ho passata io la ricetta, come fa ad essere dolce?
Veniamo informati di una personale aggiunta di zucchero per rendere il piatto agrodolce e dare un tocco caramellato alla gratinatura, giusto in tempo perchè mio marito senta ed eviti l'assaggio che sarebbe potuto essergli fatale.
Niente, i notri due palati italici non ce la possono fare.
E ancora non era venuto il bello.
Cosa? Ve lo racconto alla prossima puntata ;-)


Posso fare a meno di Panettone e Pandoro, davvero. Ma di un pezzo di torrone no.
La ricetta non è difficile, solo un po' lunga ma avrete i torroncini più buoni del mondo, morbidi morbidi, con un impasto un po' particolare dove c'è anche un po' di burro. Unica condizione fondamentale è possedere un termometro da cucina.
Se non lo avete, c'è sempre il torrone che si fa senza ;-)





TORRONCINI MORBIDI ALLE MANDORLE
da Petit Fours della Luxury Books

440 g di zucchero semolato
250 ml di glucosio liquido 
175 g di miele
60 ml di acqua
2 albumi
un cucchiaino di estratto di vaniglia
125 g di burro morbido
250 g di mandorle tostate in forno
 scorza di arancio o limone a piacere
cioccolato fondente per la copertura

Mettere lo zucchero, il glucosio, il miele l'acqua ed un pizzico di sale in un pentolino su fuoco lento mescolando spesso finche' lo zucchero si scioglie.
Quindi smettere di mescolare e far bollire piano il composto senza toccarlo finchè raggiunge la temperatura di 121 gradi sul termometro da pasticceria.
Quando il termometro segna circa 116 gradi cominciare a montare gli albumi ( se lo fate con troppo anticipo smonteranno!) fino ad averli a neve ben montata.
Appena lo sciroppo sul fuoco raggiunge la temperatura di 121 unirne un quarto a filo sugli albumi, continuando sempre a montare ( ne ho prelevato circa tre mestoli grandi ).
Ecco come si presenterà il composto.



Intanto lasciare il resto dello sciroppo sul fuoco e far raggiungere la temperatura di 143 gradi.
A questo punto unirlo sempre a poco a poco ed a filo sul composto di albumi, sbattendolo.
La foto è mossa, lo so, ma giusto per darvi un'idea di cosa vi aspetti :-)


Appena finito con lo sciroppo unire la vaniglia, la scorza ed il burro. Battere velocemente, pochi secondi, ottenendo un composto che...sa di torrone!


Sempre velocemente unire le mandorle tostate in forno e versarlo in una teglia di circa 28 x 18 cm foderata con carta forno.


Lasciar rassodare a temperatura ambiente e poi in frigo. Dopo almeno cinque ore di frigo si può tagliare con un coltello affilato in torroncini delle dimensioni desiderate.


Rimettere i torroncini in frigo ( o ancora meglio in freezer, come Gambetto giustamente suggerisce ), ed intanto sciogliere il cioccolato.
Non immergere i torroncini nel cioccolato fuso e caldo, si sciolgono!!! Meglio spennellarli con pazienza usando un pennello da pasticceria, e metterli subito in frigo a rassodare, o il calore del cioccolato li fonde.
Tenere in frigo ma tirare fuori circa un quarto d'ora prima di servirli.

NOTE:

- meglio conservarli in frigo, in ambiente molto caldo tendono ad ammorbidire parecchio. Per mangiarli al meglio meno dieci minuti circa di temperatura ambiente.

- nella ricetta originale oltre alle mandorle ci vanno le ciliegine candite, che a me non piacciono molto: se volete usarle unite meno mandorle.

- tutte le ciotole ed in pentolini usate saranno incrostati di torrone e caramello: niente paura, mettete tutto a bagno in acqua tiepida e sparisce in men che non si dica.

- si conservano..all'infinito, se riuscite a non mangiarli ;-)

venerdì 9 dicembre 2011

Insalata russa, in rosa


Prendete il piatto russo più famoso del mondo, e chiedetene la ricetta ad una russa doc.
L'ho fatto, e mi ha riso in faccia.
Solo dopo avermi guardato con un certo disprezzo mi ha erudito sul fatto che primo, l'insalata in questione in Russia la chiamano Olivier.
Secondo, la ricetta è in realtà molto elaborata e complicata, non quella che fate voi italiani.
E' tentando di nascondere un certo sarcasmo che ho chiesto quale fosse, secondo lei, la versione più simile all'originale.
Non mi ha più riso in faccia: mi ha praticamente squadrato con la stessa simpatica espressione di Ivan Drago a Rocky Balboa, e per un attimo ho avuto davvero paura in due mi ci spiezziasse per davvero.
Perchè l'insalata russa è veramente un piatto nazionale, e famosissimo.
Creato a metà dell'Ottocendo, c'è da dirlo, da un cuoco di origini francesi, Lucien Olivier.
E ci metteva di tutto, altro che due patate e qualche carota buttate dentro ad una ciotola!
Carne affumicata, tartufi, a volte aragosta, sottaceti, capperi, prosciutto...
Un piatto ricco e sontuoso, che pochi palati potevamo permettersi.
Un condimento unico a base di maionese, segreto tanto quanto le proporzioni esatte dell'insalata stessa.
Ma si sa, più si cerca di tener segreta una ricetta, più si viene accerchiati e perseguitati da chi questa ricetta la vuol conoscere a tutti i costi.
E qui devo dire che so bene di cosa si parli, avendo di non proprio edificanti mie gesta riempito questo blog :-)
Ebbene si, quindi: un aiuto cuoco riuscì a rubarla.
A sua discolpa, se mai sia possibile discolparlo, c'è da dire che era stato appena licenziato, e non contento, pensò bene di vendicarsi vendendo la ricetta ad un ristorante concorrente, dal quale fu poi assunto.
Non solo, la vendette anche a svariate case editrici,  e questo mi fa pensare che se avesse avuto un blog non avrebbe avuto molti timori a pubblicarla :-)
Solo un appunto: ricetta rubata, ma a metà.
Quella del condimento rimase ad Olivier.
E dato che l'aiutocuoco non la ricordava bene, si limitò ad annegare tutta la sua frustrazione nella maionese.
A lui dobbiamo però la semplificazione del piatto da intricato nugolo di ingredienti raffinati e ricercati ad una più semplice insalata fredda, personalizzata nel corso degli anni da chiunque l'abbia provata.
E quindi un grazie glielo dobbiamo.
Anche perchè mi sentirò meno sola, la prossima volta che vorrò nuovamente sbirciare nei ricettari altrui :-)


Questa è l'unica insalata russa che mio marito mangi: quella preparata con la ricetta di sua madre, e del quale è unico e temuto assaggiatore ufficiale per vedere se ogni volta gli ricordi l'originale.
La barbabietola non si sente, ma addolcisce leggermente il tutto donando una sfumatura di rosa. 
Insomma, delicata e saporita allo stesso tempo.
Un must sulla mia tavola di Natale :-)




INSALATA RUSSA, IN ROSA

300g di patate 
300g di carote
300g di piselli
200g di giardiniera
3 cucchiai di cetriolini sott'aceto
200 g di barbabietola rossa già cotta
un paio di cucchiai di capperi
sale
maionese ( anche quella senza uova)
uova sode per decorare

Lessare le verdure separatamente in acqua bollente salata finchè saranno tenere ma ancora leggermente al dente oppure, ancora meglio, cuocerle a vapore.
Scolarle, farle raffreddare e tagliarle a cubetti.
Tritare nel mixer la giardiniera, oppure usare la mezzaluna: l'importante è che sia finissima, ed a parte tritare con la mezzaluna la barbabietola e i cetriolini.
Unire tutto in una ciotola, mescolando delicatamente ed unendo un po' aceto e del sale, se necessario.
Amalgamare con ulteriore maionese, se necessario, ma senza esagerare, e mettere in frigo almeno un paio d'ore ( meglio una notte )
L'insalata prenderà un colorito rosato dovuto alla presenza della barbabietola.
Prima di servirla velarla con maionese e decorare con uova sode affettate.

NOTE:

- migliora enormemente con il riposo: quindi se potete prepararla due giorni prima di servirla, meglio.

- le dosi proposte qui bastano per una...tavolata ampia. Dimezzate tranquillamente!

lunedì 5 dicembre 2011

Chocolate Charms



Le punizioni arrivano sempre.
Ho osato dubitare, ed ecco che tutto mi torna indietro con gli interessi.
Beh, non si è ancora fatta.
E non, badate bene, perchè abbiamo glissato.
O abbiamo addotto un'invasione di alieni in giardino come scusa.
Nemmeno ci siamo dati malati.
E' che mi sono ammalata per davvero.
Lui, premuroso, ha deciso di rimandare, non sia mai mi perda la sua ricetta speciale per la panna montata.
Il più terrificante attacco di sinusite mi sia mai capitato, con dolore martellante alla testa per dieci giorni di continuo.
Naso che cola, e la peculiare capacità di inanellare un numero di starnuti da Guinness dei Primati.
Mai uno solo, sempre dispari e non meno di cinque.
Di febbre, condizione necessaria e sufficiente a rimanere a casa da scuola, nemmeno l'ombra, nonostante tutto mi facesse pensare di averla.
Orecchie tappate, voce che mi fa sentire molto vicina al mondo animale, nella fattispecie ai cinghiali.
Parlare è una sofferenza, e prima che i miei alunni possano gioirne avviso che il primo che mi costringe a ripetere qualcosa due volte passa la pausa pranzo a risistemare i libri sugli scaffali della biblioteca.
Idem per la palestra, gli incauti compagni di saltelli per una volta dovranno fare a meno di istruzioni dettagliate, conteggi e richiami.
A casa mi trascino, che tanto lo sapete: una donna deve essere in punto di morte per non adempiere a tutte quelle faccende che la tirano avanti.
E siccome ho forti speranze di sopravvivere, preparo pranzi da impacchettare e cene da servire in tavola, carico lavatrici e stendo panni.
Con una faccia da zombie, e lo spirito di chi vorrebbe mettersi a letto per l'eternità.
Ma meno male che ci sono i mariti.
Attenti, premurosi.
Comprensivi.
Mamma mia come stai.
Questo all'ennesima, sonora soffiata di naso.
Non ci dovresti andare a scuola, domani.
Ma l'idea di buttar giù le istruzioni per l'eventuale supplente mi fa desistere dal solo pensarci.
Visto che stai così è meglio se dopo prendo un'aspirina pure io.
No, scusa, non ho capito: sto male io ed i medicinali li prendi tu???
Si, che lo sai che se poi me l'attacchi è tremendo, come viene a me a nessuno.
Come se mi servisse conferma: ogni uomo è portatore sano di sindrome da pecora morta.
E se si manifesta, credetemi, non vorrete prendere un'aspirina per simpatia con i vostri consorti: preferirete un meteorite in giardino.
Che si fa? Nulla.
Ma di aspirine preventive, dategliene due ;-)


I morbi, quelli veri e quelli presunti, non hanno evitato di provare un dolcetto nuovo: ebbene, non sono una gran fan del cioccolato preferendo di solito i dolci con gli agrumi, ma questi concorrono con i lemon meltaways in quanto a bontà!
Se quindi dovessi incoronare il biscotto al cioccolato perfetto, non avrei dubbi.
Fragrante, dolce al punto giusto e si scioglie in bocca al primo morso.
E per altre idee regalo cioccolatose date un'occhiata al preparato per cioccolata calda o all'alberello, bellissimo anche fatto piccolo piccolo ed usato come segnaposto!




CHOCOLATE CHARMS
da Cookies di Martha Stewart
per una ventina di pezzi

125 g di farina
15 g di cacao amaro
la punta di un cucchiaino di sale
113 g di burro
70 g di zucchero semolato
qualche goccia di estratto di vaniglia, facolatativo
altro cacao per la copertura


Battere con le fruste elettriche il burro  per circa cinque minuti, finche' ben montato. Aggiungere lo zucchero e montare per altri due minuti. Unire l'estratto di vaniglia, se si sceglie di usarlo e montare un altro minuto.
A parte miscelare farina, cacao e sale ed unirli pian piano al composto di burro ( se usate una planetaria usate ora il gancio a K ) usando le fruste a bassa velocita', ma ad un certo punto sara' impossibile usarle e bisognera' utilizzare una spatola ( a meno che non facciate tutto in planetaria).
Assolutamente non impastare con le mani, e fermarsi non appena il tutto sta insieme.
Ecco come si presenta l'impasto, piuttosto morbido.


Formare un disco con l'impasto, avvolgerlo in pellicola e mettere in frigo per almeno due ore ( o meglio una notte).
Aiutandosi con un cucchiaio prelevare pezzetti di impasto, che ora sara' piuttosto duro, e rotolarli tra le mani a formare palline di circa 2, 5 cm di diametro.
Adagiarle in teglia su carta forno e metterle in freezer per quindici minuti. Se i biscotti non sono ben freddi non manterranno la forma in cottura.


Cuocerle in forno preriscaldato a 165 gradi per circa 20-25 minuti, non di più.
Far raffreddare completamente quindi spolverizzare con cacao amaro.

NOTE:

- i biscotti durano tranquillamente una settimana, ma conservateli senza spolverizzarli. Fatelo solo quando li volete servire.

- Martha Stewart suggerisce di regalarli unendo un sacchetto di cacao a parte, e le istruzioni su un biglietto carino: bella idea, no?

giovedì 1 dicembre 2011

Falafel ( polpettine arabe di ceci )



 
Quando si dice anime gemelle.
E' che davvero io e mio marito andiamo d'accordo su tutto.
O quasi tutto.
Il fatto che lui sia un grande appassionato di aerei e volo in genere non influisce in alcun modo sul fatto che la sottoscritta sia probabilmente sulla lista nera di tutte le compagnie di volo al mondo, indicata come la peggior punizione che possa capitare ad un'assistente di volo.
Immagino che esempi di come trattare con me che chiedo informazioni sullo strano rumore che sento pervenire dal motore di destra vengano ormai studiati nelle scuole per hostess e steward, idem di me che chiedo se le condizioni atmosferiche durante il viaggio siano previste buone.
E quando immancabilmente rispondono di si e comincia la seconda parte, tipo ma se fossero cattive non me lo direbbe, vero? si cominciano a mettere tutti le mani nei capelli, compreso il santo che da qualche anno mi accompagna ;-)
Ma la mia rivalsa arriva con il cibo.
Tanto sono curiosa ed entusiasta nel provare qualunque novità mi venga propinata, per la serie che non si sa mai e quello che sembra orribile magari non lo è, quanto lui va nel panico per qualunque piatto non contenga profumi più che familiari.
E intendiamoci, per qualcosa posso anche essere d'accordo.
Con il wasabi non potrà mai esserci amore, appurato, e con alcune spezie comincia a sentirsi male solo al sentirle nominare.
Tanto per fare un esempio la cannella, in casa arabafelice, viene tenuta chiusa in un barattolo e dentro una busta di plastica, meglio custodita di un segreto di Fatima, dato che l'odore potrebbe turbare l'augusto consorte ad ogni apertura dell'anta della credenza.
Ma è di cumino che dice che potrebbe morire, e di cumino sono strapieni i falafel.
Che, by the way, a me piacciono da morire.
E si, potrei farmeli tutte le volte, ma volete mettere quelli comprati al baracchino che ne frigge in continuazione, dove c'è sempre una fila infinita ed il profumo si sparge per mezzo quartiere?
Peccato che l'esercizio in questione sia, tanto per cambiare, solo per uomini.
Sarebbe molto, molto sconveniente che mi mettessi in fila tra di loro.
Ed allora?
Si fanno gli occhi dolci al marito, ed ora ho capito perchè la cosa stia diventando reato.
Via in macchina, ed io rimango dentro.
Lui, in fila.
Ed è l'unico a farla stando girato non verso il bancone ma la strada, senza perdermi d'occhio, dato che l'ultima volta un simpatico ragazzino locale ha deciso di farmi lo scherzetto di un petardo sulla portiera causandomi uno spavento tale che ancora mi chiedo come non mi sia venuto un colpo.
E quando mi porge il cartoccio unto, che avviene.
Non importa se fuori ci siano trenta, quaranta o cinquantacinque gradi.
Apre il finestrino.
E mentre mangio di gusto lui mi guarda in apnea, respirando solo quando riesce a girare la testa verso l'altra parte.
Esagerato.
Ma a pensarci bene, che sia la mia vendetta per aver dovuto  assistere ad un occhio di pesce gelatinoso che gli pendeva dalla bocca?
Che come diamine abbia fatto, ancora non l'ho capito ;-)

I falafel sono uno degli street food più comuni in Medio Oriente. Facendoli in casa potrete dosare le spezie a vostro piacimento, ma sconsiglio di ometterle del tutto: non sarebbero più loro.
Mangiateli con le mani, e con una generosa dose della loro salsina: ve ne innamorerete.
E chissà, magari fate un'aggiunta etnica al plateau dei fritti della Vigilia?


FALAFEL
( per una ventina di pezzi piccoli )

200 g di ceci ammollati ( non cotti!)
uno spicchio d'aglio
un pezzo di cipollotto, circa 5 cm
una generosa manciata di prezzemolo
mezzo cucchiaino di cumino
un cucchiaino colmo di bicarbonato
sale
semi di sesamo

per la salsa

yogurt greco
succo di limone
sale
foglie di menta tritate

Mettere nel mixer con le lame i ceci ammollati per 24 h( non lessati, mi raccomando, o i falafel si disfano in cottura!), un po' di sale, le spezie ed il prezzemolo fresco, l'aglio ed il pezzo di cipollotto.
Volendo si puo' unire del coriandolo, ma a me non piace e l'ho omesso.
Far girare finchè il tutto sembrerà una pasta.



Ora unire il bicarbonato e dare una frullata veloce. Assaggiare e regolare sale e spezie.
Con l'aiuto di un cucchiaio formare delle palline, il composto sarà morbido ma lavorabile con un po' di attenzione. Rotolare le palline nel sesamo, ma non in modo troppo uniforme.



Friggere in olio profondo finchè saranno dorate e servire calde, con una salsina fatta mescolando yogurt greco, sale, succo di limone e foglioline di menta.

NOTE:

- non spaventatevi se il composto è molto morbido, e resistere alla tentazione di aggiungere alcunchè per renderlo più sodo.

- non fateli con i ceci in scatola, che sono cotti!

- l'impasto può essere preparato in anticipo, purchè non aggiungiate il bicarbonato che invece va messo solo quando intendete friggere.
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