giovedì 28 ottobre 2010

Sorrisi...mostruosi!

Sto per dirlo. Lo dico?
Va bene, lo dico, ma prima dovete fare lo sforzo di immaginarmi improvvisamente trasformata in Puffo.
E sia ben chiaro, non la fascinosa ed ammiccante Puffetta bionda, ma il ben piu' antipatico e realistico Puffo Quattrocchi. Ve lo ricordate? Non gli andava mai bene niente, e la profonda conoscenza di me stessa mi fa asserire che mi sarei trovata d'accordo con lui su parecchi argomenti.
Per cui, imitandone anche l'intonazione della voce: io odio Halloween!
Mi e' uscito spontaneo il pensiero ieri mattina guardando le pareti della mia classe, ricoperte di pipistrelli di cartone, mostri creati dalla fantasia dei ragazzi e, chissa' perche' molto vicino alla cattedra, un ragno gigante e peloso di cartapesta che scende dritto da un filo appeso al soffitto. La scuola e' americana, non mi posso sottrarre.
Alla fine non e' nemmeno vero che odi la festivita' in se', che come molte altre ha nobili ed antiche origini totalmente dimenticate ed obliate dall'orgia di cioccolatini, diavoli, fantasmi e quant'altro.
E' che proprio non mi piace lo smercio di tradizioni e feste altrui, a meno che, che so, in qualche cittadina degli USA non si decida improvvisamente di celebrare la Festa de' Noantri...:-)
Qui la finisco, ed amen.
Che poi sono la prima ad essere ben contenta del sacchetto strapieno di dolciumi che gira per casa in questi giorni, comprati un po' troppo in anticipo rispetto al 31, e che ogni tanto subisce un attacco non si sa bene da chi (ma tenderei ad escludere il gatto dalla lista dei sospetti) che fa si che urga una visita al super per rimpinguarlo.
Speriamo poi che il "trick or treat", il pellegrinaggio per spaventarci e chiederci i dolci vada meglio di quello dell'anno scorso, quando mio marito ha tirato fuori una ben celata finora indole da lupo mannaro, facendo prendere un colpo a tutti quanti.
Bussano, e dalla finestra del soggiorno vedo perfettamente lo stuolo di bimbi e ragazzini in costume con genitori al seguito e previdenti buste di plastica in mano. Nazionalita' varie ed eventuali, gli americani la fanno da padrone ma un discreto numero di amichetti e compagni di scuola e' stato invitato per l'occasione nel nostro centro residenziale, di solito riservato ad i soli occidentali.
Per cui lo stuolo di cui sopra e' molto colorito e colorato, in tutti i sensi, con eta' delle piu' disparate, dai pochi mesi ai 16 anni.
Apro la porta e le maschere assurde su bimbi bellissimi, ma soprattutto la neonata vestita come la figlia dei Flintstones con tanto di molletta a forma di osso tra i (pochi!) capelli annienta il Puffo Quattrocchi che e' in me in un attimo.
Ma proprio mentre sto distribuendo cioccolato a piene mani, gli sguardi cambiano. Da furbetti ed allegri gli occhi diventano fuori dalle orbite, ma quello che mi preoccupa nel nanosecondo in cui tutto e' successo e' lo sguardo annichilito di un paio di genitori. Dagli occhi spalancati alle urla, un attimo.
Meno di un attimo per unirmi al coro. Vuoi vedere che uno a scelta tra Frankenstein ed Osama Bin Laden ha scelto di apparire proprio da dietro le mie spalle?
Ebbene si, perche' da quella che prima era la rassicurante penombra del mio ingresso e quindi dalle mie spalle, si e' appena palesato un essere orripilante, che si muove a balzi, alto oltre il metro e ottanta, che con un urlo disumano ha gelato tutti. Anche in questo caso non era il gatto, ma il secondo adulto della casa, coperto di un sciantoso lenzuolo nero comprato in un momento di follia.
Come e' finita? Male, malissimo.
Bimbi in lacrime, genitori infastiditi e marito profondamente colpito (ed affondato!) nel suo ego mostruoso.
Per quest'anno ha gia' detto che si rifara'. Che dite, avviso tutti i genitori di non bussarci, questa volta? ;-)

Niente ricetta oggi, ma uno sfizio salutare e divertente allo stesso tempo, per aderire alla campagna promossa nella mia scuola per far mangiare piu' frutta ai ragazzi. L'idea dei dentoni di mandorla e' rubacchiata ad un vecchissimo numero della rivista Everyday Food di Martha Stewart.

SORRISI MOSTRUOSI

mele bio
mandorle
succo di limone

Lavare molto bene le mele, togliere il torsolo e tagliarle in quarti. Passarle subito con un pennello intinto in succo di limone ( o sfregarle con un mezzo limone).
Praticare al centro di ogni quarto due tagli obliqui, in modo da ricavare le labbra




Rifilare poi ulteriormente le labbra per renderle dello spessore desiderato. Modellare dei denti "mostruosi" dalle mandorle, un coltellino affilato ed un po' di pazienza sono sufficienti ;-)
Infilarli nel palato, et voila', terrore assicurato!

lunedì 25 ottobre 2010

Napoleone


Che nome roboante per un dolce, ho pensato la prima volta che l'ho mangiato ed ho chiesto come si chiamasse.
La richiesta di spiegazioni sull'origine e' stata fatta cadere nel vuoto, lasciando cosi' la mia mente libera di immaginare niente di meno che Bonaparte assaggiare la delizia, cadere in delirio per la bonta' e chiedere che gli fosse intitolato,  se non fosse che i trascorsi dell'imperatore francese in Russia non sono dei migliori e dubito che abbiano voluto dedicarglielo per fargli un piacere.
Quindi niente, la spiegazione deve essere un'altra, e mi e' balenata all'improvviso al termine dei sei mesi di duro lavoro per estorcere la ricetta alla legittima proprietaria.
Per la crema del ripieno era stato necessario addirittura un intervento di probabile natura divina, senza il quale dubito che ora starei qui a scrivere. Ma c'era l'impasto da fare, e la famosa volta che riuscii ad avere lumi sulla farcitura le sfoglie erano gia' pronte e stese a raffreddarsi.
Inutile raccontarvi il botta e risposta sugli ingredienti, mentre la signora russa sbatteva con le mie fruste la sua crema: cosa c'e' nelle sfoglie? Ma nulla, solo farina, burro e...ah si, acqua.
Avete mai provato il desiderio irrefrenabile di strozzare qualcuno che vi sta dando incommensurabilmente sui nervi? Ebbi l'impulso al solo sentire la risposta, perche' solo Dio, ed Allah, sanno a quante infinite combinazioni e risultati i tre ingredienti citati possano dare vita, dal sublime all'immangiabile passando per il mediocre.
E sfortunatamente a me serviva la sua perfezione. Che fare allora? Ma nulla, semplicemente un atto di forza.
Si infilano in una busta un panetto di burro, della farina, la mia bilancia ed a sfregio pure una bottiglia d'acqua, si indossa la migliore faccia di bronzo del proprio repertorio e si bussa  a casa della signora che malauguratamente per lei aveva piu' di una volta detto passa a prendere un te' quando torni da scuola...
Non credo che si sia stupita piu' di tanto, al vedermi sulla porta con la busta ed un sorrisone.
Sollevo' leggermente le sopracciglia solo alla vista della bottiglia d'acqua, ma me la cavai con una battuta,  non fosse mai che avesse iniziato lo sciopero della sete e non ci fosse stata piu' nemmeno una goccia d'acqua per impastare...
Basta, era alle corde. Ha tirato fuori quel ricettario che bramavo e che desideravo tanto rapinarle, se non fosse stato che la meta' delle ricette era in russo, e borbottando ha cominciato ad elencare gli ingredienti.
Verissimo, solo acqua, burro, farina e...succo di limone. Pare sia il segreto della straordinaria friabilita' della pasta, ed anche della sua resistenza. Si, perche' credetemi, questo dolce e' magico: un millefoglie che non e' un millefoglie, una crema che non e' una crema, una friabilita' che invece di due ore dura due giorni, un contrasto dolce/non dolce da Guinness dei Primati.
Non e' forse magia, questa?
Provatelo, e ve ne innamorerete. E' il dolce di quando voglio fare bella figura, e non c'e' volta che mi abbia tradito. 
E da ultimo, il nome: perche' Napoleone? Non ne ho ad oggi la piu' pallida idea, ma mi piace pensare che la mia personalissima campagna di Russia per carpire la ricetta sia andata molto meglio di quella del povero Bonaparte, e glielo dedico volentieri come rivincita ;-)

Questa ricetta va al consueto appuntamento con il calendario di Ammodomio.

NAPOLEONE

250 g di burro
400 g di farina
150 ml di acqua fredda (circa)
30 ml di succo di limone
una dose come questa di crema al burro e latte condensato

Per prima cosa unire il succo di limone all'acqua, e lasciare da parte.
Tagliare il burro freddo a pezzetti e lavorarlo con la farina sfregandolo tra le dita, in modo da ottenere uno sfarinato. Ora cominciare ad unire a poco a poco l'acqua con il succo di limone, impastando con le mani (o anche nel Kenwood, se volete, usando il gancio a K). Valutate se usare tutta l'acqua o no, dipendera' dalla vostra farina. L'impasto finale dovra' essere morbido ma non appiccicoso.
Dividere quindi l'impasto in 5 parti : 4 piu' grandi ed una piu' piccola.
Per comodita' vi dico che le palle piu' grandi devono pesare intorno ai 170-180 grammi.
Avvolgere ogni pallina nella pellicola e mettere in frigo per circa tre ore (o anche una notte, se preferite avvantaggiarvi con il lavoro).
Preriscaldare quindi il forno a 200 gradi, e prendere un panetto di quelli piu' grandi alla volta. Lasciarlo una ventina di minuti a temperatura ambiente, perche' torni ad essere lavorabile, e stenderlo su carta forno infarinata con il mattarello in un rettangolo di circa 25cm x 19cm, molto sottilmente:


Cuocere quindi la sfoglia per circa 10-15 minuti, in forno colorira' e si gonfiera' facendo le bolle, e' cosi' che deve essere.
Procedere allo stesso modo per le altre 3 sfoglie grandi, cercando di farle tutte uguali.
Se le stendete in anticipo, tenetele in frigo fino al momento della cottura, mi raccomando!
L'ultima pallina, a cui aggiungerete eventuali ritagli di pasta, va stesa sempre sottilmente ma non serve fare un rettangolo, dato che dopo la cottura andra' completamente sbriciolata.
Appena ogni sfoglia esce dal forno appiattire delicatamente con le mani protette da un guanto da cucina  le bolle, senza preoccuparvi delle briciole. Cercate solo di non rompere le sfoglie, o quantomeno di romperle troppo :-)
Far raffreddare le sfoglie completamente, ed intanto preparare la crema.
Cominciare quindi ad assemblare il dolce nel piatto in cui lo servirete, e' piu' comodo che spostarlo dopo.
Mettere una prima sfoglia sul piatto, e spalmare uno strato sottile di crema, continuare cosi' fino ad esaurimento delle 4 sfoglie grandi. Se riuscite, il dolce avra' un aspetto piu' carino se l'ultima sfoglia riuscite a metterla con  lo strato piu' liscio sopra, al contrario, per capirci, ma non e' fondamentale.
Coprite anche l'ultima sfoglia di crema, e spalmatene anche sui bordi.
Sbriciolate quindi la sfoglia piu' piccola ed usate le briciole per ricoprirlo completamente.
Conservare in frigo, ma tirare fuori una ventina di minuti prima di servirlo, in modo che la crema sia giustamente morbida.



NOTE:
- a differenza di qualunque altro millefoglie, questo non si inzuppa di ripieno e rimane friabilissimo anche due giorni.


giovedì 21 ottobre 2010

Crema al burro e latte condensato



Dio, o forse sarebbe meglio dire Allah visto dove mi trovo, solo sa quanto ci ho messo ad avere questa ricetta.
Le detentrice, una signora russa che per un periodo ha vissuto da queste parti, non mi diceva mai espressamente di no, peccato si divertisse molto a darmi indicazioni vaghe e francamente cosi' confusionarie da risultare errate, sempre con un sorrisino sadico che mi irritava parecchio.
Ora, non capiro' mai cosa spinga qualcuno ad essere tanto gelosi di una ricetta da non poterla condividere con nessuno. O meglio lo capisco se vi chiamate Heinz Beck e la ricetta in questione e' cio' per cui tanta gente viene al vostro ristorante ogni giorno, ma in caso contrario?
Eppure il mondo e' pieno di non solo chi le ricette non le da', ma le da' appositamente sbagliate, o peggio ancora, come mi accadde una volta con una signora libanese che si, quel dolce era una antica e preziosa ricetta di famiglia ma per, diciamo, 50 euro avrebbe potuto dimenticarlo...
Nel caso di questa crema, o meglio di tutto il dolce che poi questa crema contiene, la biblica epopea ha avuto luogo in circa sei mesi. Credo la signora si sia molto divertita il giorno in cui mi ha detto semplicemente di mescolare burro e latte condensato, dimenticando il piccolissimo particolare del procedimento che fa la differenza tra un miscuglio semiliquido finito nel lavandino e la crema lussuriosa che vedete in foto...
Fino al giorno che Allah deve avere rivolto il suo sguardo misericordioso da queste parti e deciso che si, la crema alla fine me la meritavo :-)
Metto un piede a casa dal lavoro e gia' sento il telefono che suona. E' lei con il suo inconfondibile e graziosissimo accento russo, ma con una voce concitata che di solito non le appartiene.
Stefania, puoi prestarmi le fruste elettriche? Le mie si sono appena rotte e non so come fare...
Avete presente quando nei film appaiono sulle spalle del protagonista davanti ad una scelta complicata un diavolo ed un angelo contemporaneamente a dare opposti consigli?
Beh, vi giuro che sulla mia, di spalla, mi e' sembrato di vederli per davvero, i due, e credo che quello con le corna e vestito di rosso abbia avuto leggermente la meglio quando ho risposto certo, te le porto subito, omettendo il piccolissimo particolare che non mi sarei mossa da quella cucina nemmeno se minacciata con le armi.
Sospettavo a cosa le servissero, dato che ero tra gli invitati alla cena che avrebbe dato da li' a poche ore e quel dolce mi era stato promesso.
Quindi in un lampo mi sono precipitata alla sua porta e con malcelato sadismo l'ho attentamente guardata preparare il tutto, e pesare accuratamente gli ingredienti. Eureka. Habemus crema.
Non credevo ai miei occhi, avendo per tanto tempo dubitato che potesse essere possibile che contenesse solo due ingredienti. Eppure non solo funziona, ma e' di una bonta', di una goduria, che a mio giudizio non ha pari, e cosi' versatile da meritare un post tutto per se'.
La signora non ha fatto una piega, ed io non ho detto una parola.
Nemmeno quando le mie fruste elettriche sono saltate in aria, dopo aver finito il lavoro, solo perche' lei le ha accidentalmente attaccate alla presa da 220 V invece che al 110 V...se Parigi e' valsa ben una messa, questa crema vale tutte le fruste elettriche di questo mondo ;-)

Come ho gia' accennato questa crema e' un mix perfetto di sapore e sensazioni. Puo' essere usata per farcire qualunque dolce, non solo quello per cui e' nata e che vedrete presto ;-), e secondo me da' il meglio di se' se non spalmata in strati troppo spessi.
In frigo rassoda parecchio, quindi consiglio di farla poco prima di utilizzarla. Il dolce cosi' farcito puo' aspettare in frigo, ma tiratelo fuori una ventina di minuti prima di servirlo se gradite la crema piuttosto morbida.
Quindi, via libera a tartellette, torte e tutto quello che la gola, o il diavoletto sulla spalla, vi suggeriscono :-)

IMPORTANTE: state andando avanti a sperimentare con le mele? Eh si, perche' alla fine del contest tutte le ricette arrivate faranno parte di un PDF curate niente di meno che da spaz, il geniale grafico che gentilmente ha  proposto di occuparsene. E dato che vorrebbe inserire i vostri post cosi' come sono e non solo le ricette nude e crude, ci serve il vostro permesso.
O meglio, fatemi sapere solo se non volete apparirvi, altrimenti chi tace acconsente ;-)


CREMA AL BURRO E LATTE CONDENSATO ( senza cottura )

una lattina di latte condensato da 397 grammi
250 g di burro freddo

Tagliate il burro freddo a pezzetti piccoli, e cominciate a montare con le fruste elettriche (io faccio nel Kenwood). Questa operazione deve durare circa 10 minuti, non barate, il burro deve montare e diventare quasi bianco, come vedete in questa foto:


Solo a questo punto e con la frusta in funzione cominciare ad aggiungere il latte condensato a poco a poco.
Far andare finche' il composto sara' ben amalgamato e risultera' ben montato, ancora pochi minuti:


Usare subito. I dolci farciti con questa crema e' preferibile che siano tenuti in frigo se intercorrono molte ore dal momento della preparazione a quella di servizio.

NOTE:
- nella coppetta della prima foto la crema e' stata fatta scendere da una sac-a-poche, per far rendere meglio conto della consistenza. Puo' quindi essere usata anche per creare dei decori.

- la ricetta e' semplice, ma non riesce se il burro non e' perfettamente montato, e' l'unico passaggio a cui fare attenzione, e nella mia esperienza il burro monta meglio se ben freddo di frigo.

lunedì 18 ottobre 2010

Decorazioni di zucchero homemade...in rosa


Un post che non poteva non essere tutto rosa, oggi 18 Ottobre, giornata culminante della campagna di sensibilizzazione e prevenzione del tumore al seno organizzata dalla Lilt.
Cosa si puo' fare attivamente? Molto, con controlli costanti nel tempo a cui ogni donna non dovrebbe aver timore di sottoporsi. Infatti la percentuale di questi tumori che, se scoperti ad uno stadio iniziale, e' perfettamente guaribile, e' altissima.
E poi? Mi hanno sempre molto interessato certi studi abbastanza recenti sulla correlazione tra tumori ed alimentazione: se siamo quello che mangiamo dovremmo cercare di dare al nostro corpo solo il meglio!
Oltre ad aver individuato cibi e sostanze che possono aiutare nella prevenzione, gli studiosi mettono in guardia da tutti quegli additivi che a vario titolo vengono aggiunti a certi cibi.
Non so voi, ma perdo volentieri mezz'ora in piu' al supermercato per leggermi le etichette di quello che compro: se la lista degli ingredienti e' troppo lunga, o somiglia ad una lezione di chimica, lascio perdere.
Non voglio sembrare la virtuosa che certamente non sono, ne' una talebana dell'argomento anche perche' altrimenti immagino mi ridurrei alla dieta di una capra :-)  pero' un po' di attenzione la faccio e non e' poi cosi' difficile.
La settimana scorsa ero con mio marito a Dubai, per il viaggio romantico di cui vi avevo parlato. Visitando la sede di Fauchon l'occhio mi cade su delle deliziose decorazioni di zucchero per dolci.
Credetemi, un cofanetto irresistibile, graziosissimo, pieno di zuccherini multicolore, multiforme...gia' mi vedevo svolazzare leggiadra in cucina creando muffins e cupcakes tanto smielati da far apparire Hello Kitty alla stressa stregua di un rude marine americano.
Per la solita mania, giro il cofanetto e vengo paralizzata da due cose ben distinte.
Primo, la lista degli ingredienti: immagino che la ricetta della bomba atomica sia piu' semplice e piu' breve, e non vorrei correre il rischio che il grazioso cofanetto esploda una volta arrivato a casa.
Secondo, il prezzo!!! Va bene che siamo da Fauchon, ma c'e' un limite: o mi stanno facendo pagare veramente la ricetta della bomba atomica ed io non lo so?
Quindi, per quanto mio marito insistesse che erano tanto carini ( e forse pregustava uno smangiucchiamento li' per li') li ho lasciati dov'erano. Stoica, eh? ;-)
Tanto mi ricordavo che avevo trovato la ricetta di decorazioni home made che da tempo volevo provare...
Che dite, mi propongo a Fauchon come fornitore? :-)

Non solo queste decorazioni sono semplicissime da realizzare, non richiedono alcuna cottura, sono buonissime e si conservano veramente a lungo (anche un mese) . Abbigliati per benino sono anche un grazioso pensierino natalizio, ed ovviamente potete sbizzarrirvi con forme e colori.

DECORAZIONI DI ZUCCHERO

55 g di burro morbido
225 g di zucchero a velo
2 cucchiaini di latte (circa)
qualche goccia del colorante preferito ( se si vuole, altrimenti lasciarli bianchi )
qualche goccia di estratto di vaniglia, o menta, o limone

Lavorare il burro morbido con un cucchiaio fino ad avere una crema, quindi cominciare ad unire i primi 50 g di zucchero a velo, lavorando finche' e' perfettamente incorporato. Continuare aggiungendo un cucchiaio di zucchero alla volta, lavorando bene dopo ogni aggiunta (si puo' fare nell'impastatrice, usando il gancio a K).
Quando si sara' aggiunto circa meta' dello zucchero, ed il composto si presentera' granuloso, aggiungere i 2 cucchiaini di latte, l'aroma scelto ed eventualmente il colorante. Girare, il latte rendera' il tutto piu' omogeneo, ed unire a poco a poco il resto dello zucchero.
Il composto si presentera' ancora granuloso


A questo punto impastare con le mani: il calore delle stesse aiutera' a compattare il tutto in una massa omogenea. Se proprio fosse impossibile aggiungere poche gocce (non di piu') di latte.


Ora prelevate piccole porzioni di impasto, metterle su carta forno, coprirle con altra carta forno e stendere con il mattarello ad uno spessore di circa mezzo centimetro.
Coprire con pellicola l'impasto ancora da utilizzare, in modo che non secchi.
Tagliare le decorazioni, ho usato dei piccolissimi tagliabiscotti


Mettere le decorazioni ottenute su carta forno e lasciarle asciugare perfettamente, diciamo almeno una giornata ed una notte. Giratele ogni tanto, in modo che l'asciugatura sia uniforme.
A questo punto potete conservarle in dispensa in vasetti di vetro, o scatole di latta.



NOTE:
- potete usarle per decorare qualunque cosa, ma in caso di dolci rivestiti di coperture molto umide, come creme o panna, e' bene mettere le decorazioni all'ultimo, poco prima di servire.
- secondo la ricetta, si conservano bene per oltre un mese, chiuse in un barattolo al riparo dall'umidita'.


giovedì 14 ottobre 2010

Tutù


A vederla non ci credi.
Non puo' una signora tanto minuta, cosi' anziana, che sai anche stare poco bene, aver impastato tutti quei chili di farina a mano da sola sapendo che stai per arrivare, e farti trovare taralli, biscotti, ed i Tutu' per cui e' giustamente famosa in tutto il paese.
Eppure e' vero, zia Angela per l'ennesima volta ha disobbedito a tutti i figli, a noi nipoti, a miriadi di dottori, solo per farci assaggiare di nuovo queste specialita' che credetemi, come a lei non vengono a nessuno in famiglia.
Zia Angela che poi non e' nemmeno una zia in senso stretto, ma d'altronde non e' che la potevamo chiamare cugina-di-primo-grado-di-papa', no? :-)
Somiglia un po' a certi personaggi interpretati tanto tempo fa da Tina Pica, sempre affaccendata e con quella voce che sentiresti anche in mezzo alla folla di piazza San Pietro, da quanto e' particolare e inconsapevolmente un tono sopra tutti.
Chiederle le ricette per cui e' famosa la rende sempre piena di orgoglio, si schernisce, e sorride quando le ricordi di come tutti la considerino una pasticcera imbattibile.
E' qui che fa quella faccia furba, proprio alla Tina Pica, e quasi a scusarsi dice che no, non e' brava, ma che brave erano sua madre e sua nonna, da cui ha imparato a cucinare.
E aggiunge sempre "sai perche' erano considerate pasticcere straordinarie? Perche' in tempo di guerra, per risparmiare, chi voleva fare un dolce cercava di usare meno ingredienti possibile, omettendo i costosi burro ed olio e riducendo sempre le uova...mamma e nonna no. Meglio mangiarne una volta l'anno, ma fatto come si doveva"
Potevo io, secondo voi, non pregarla quindi di darmi la ricetta antichissima dei Tutu', dolcetti glassati tipici di alcune zone della Sicilia, che tanto mi piacciono?
Lei ha acconsentito di buon grado, e mi ha mandato una lettera con dosi e dettagli.
Ora, di solito ricopio le ricette che mi interessano nelle agende, nei bloc notes, oppure le salvo in ormai straripanti files del computer.
Questa no, perche' se la ricopiassi nella Moleskine perderei tutta la magia di questa lettera che parla con l'inconfondibile voce della zia, che ad ogni passaggio mi fa delle raccomandazioni, che mi dice di stare attenta a non bruciarmi quando glasso i dolcetti, e di aggiungere un pizzico di sale alle uova prima di montarle per "battezzarle".
D'altronde, proprio per le sue raccomandazioni e' famosa:  al nipote spericolato pilota di aerei caccia non c'e' volta che non dica, salutandolo,  "mi raccomando, vola basso e piano!" E vi giuro, ogni volta che salgo in aereo con la mia solita terribile paura di trovarmi a pochi istanti dalla morte, sarei tentata di riferirlo al pilota, se non fosse che andare alti e veloci e' quello che ci terra' tutti su :-)

I Tutu', a differenza di altri dolci, non vi daranno soddisfazione subito. L'impasto crudo e' immangiabile per via dell'ammoniaca, l'odore in cucina mentre cuociono pestilenziale per lo stesso motivo, e senza glassa non sono poi questo granche'.
Fate un atto di fede, resistete agli assaggi lungo la via e mangiateli solo il giorno dopo averli preparati: sara' li' che capirete che ne e' valsa la pena.
La crosticina di glassa che si rompe lascia sotto i denti il contrasto con un dolcetto morbido e profumato, e quasi miracoloso: non conosco molti altri dolci che si conservino cosi' bene per anche due settimane!
Saranno perfetti nei sacchettini dei regali natalizi, e se li fate pensate che la ricetta avra', come minimo, 150 anni :-)

TUTU' (per circa 60 dolcetti, grandezza di una noce)

2 uova intere
200 g di zucchero semolato
3 cucchiai da minestra di olio di semi
un pizzico di cannella
un pizzico di sale
pochissimo estratto di vaniglia (non usate la vanillina, al limite omettetelo)
6 cucchiaini da caffe' di cacao amaro
8 g di ammoniaca per dolci
125 ml di latte
450-500 g di farina

per il gileppo (sciroppo di zucchero per la glassatura)

250 g di zucchero semolato
62 g di acqua (non ridete!)

per il gileppo al cacao

250 g di zucchero semolato
62 g di acqua
un cucchiaino raso di cacao amaro

Montare la uova intere ed il pizzico di sale con i 200g di zucchero fino ad ottenere un composto ben gonfio, unire quindi l'olio, il pizzico di cannella, il cacao, l'ammoniaca, e si stempera tutto con il latte.
Ora a poco a poco si comincia ad aggiungere la farina, mescolando prima con una spatola e poi lavorando a mano se non possedete un'impastatrice (della quale in caso va usato il gancio a K). Bisogna ottenere un impasto simile a quello della pizza, morbido ma non appiccicoso, quindi vedete voi se usare o meno tutti i 500g di farina.
Non assaggiate! L'ammoniaca cruda da' un aroma terribile che sparisce completamente dopo la cottura.
Preriscaldare il forno a 175 gradi, e con le mani unte con poco olio formare tante palline della grandezza di una noce, che vanno messe in teglia su carta forno un po' distanziate.


Infornarli e cuocerli 8-10 minuti. Non stracuoceteli, basta che la base si colori (controllate ogni tanto) e sono pronti. Appariranno un po' piu' pallidi che da crudi, ma ancora non assaggiateli, per carita'!
L'ammoniaca, che puzzera' un po' durante la cottura, cancellera' ogni traccia di se' appena i dolcetti saranno completamente freddi.

Solo a questo punto, quindi a minimo un paio d'ore dalla cottura, si puo' procedere alla glassatura. Potete scegliere se fare entrambe le glasse o una sola, fate voi.
Mettere zucchero ed acqua in un pentolino (siate precisi, eh, che misurare a cosa corrispondesse per zia Angela un piccolo bicchiere della sua cucina ha richiesto una certa applicazione!) e far cuocere su fuoco medio finche' il composto di presentera' schiumoso


Dalla formazione della schiuma fate cuocere altri 5 minuti esatti, quindi spegnete il fuoco e velocemente buttate pochi biscotti alla volta nel pentolino, rigirateli per bene e scolateli su una gratella o su della carta forno, usando due forchette o una pinza.
Per la glassatura al cioccolato, procedere alla cottura dello zucchero nell'acqua fino all'apparizione della schiuma. Appena la vedete, unire il cacao e far cuocere un minuto esatto. Glassare i Tutu' come sopra.
Far asciugare la glassa una notte all'aria, dopodiche' conservare i dolcetti in scatole di latta.

NOTE:
- questi dolcetti hanno una durata veramente sorprendente, ma e' dovuto all'uso dell'ammoniaca per dolci come agente lievitante. Vi prego, non sostituitela con lievito per dolci, non avreste lo stesso sapore, ne' la stessa resistenza.

lunedì 4 ottobre 2010

Crême caramel, e dieci e lode



Per la prima volta che ci siamo incontrati e cominciammo a chiacchierare. Strano accorgersi che passarono ore solo perche' ad un certo punto tramonto' il sole.

Perche' non stiamo mai stati zitti da allora. Quello che per qualcuno e' logorrea, da noi e' il sale, lo zucchero ed il pepe delle giornate.

Per le facce buffe che fai la mattina quando ti svegli.

Per le stesse facce buffe che fai quando sono arrabbiata, e non c'e' modo di farmi rimanere seria, dopo.

Perche' non trovi mai la biancheria nei cassetti, e si che e' li' da dieci anni...

Per tutte le volte che hai detto che sapevi aggiustare quello che si era rotto in casa, ed era vero.

Per la volta che volevi riparare la parabola  e ti sei ostinato a passare  un infruttuoso pomeriggio sul tetto rischiando il colpo di calore. E che sara' stato mai per una volta aver dovuto chiamare un tecnico?

Perche' non c'e' verso di farti ammazzare un insetto nemmeno a pregarti in ginocchio, e salvi dall'annegamento le formiche che navigano in piscina sulle foglie di bouganvillea.

Perche' la prassi di cui sopra ha tre eccezioni: mosche, scarafaggi e zanzare. E se ti chiedo il perche' della differenza di trattamento, rispondi che fanno troppo schifo! E vai con l'ambientalismo...

Per avermi strappato sorrisi anche quando non avevo nulla da stare allegra.

Perche' non ci stanchiamo mai di guardare certi film di Verdone, che ci faranno ridere per sempre anche se li sappiamo a memoria.

Perche' non c'e' verso di farti spaventare con i film horror. Li guardi con aria sempre cosi' annoiata.

Per lo spavento bestiale che ti sei preso la notte che siamo andati in bagno all'insaputa l'uno dell'altra, e ci siamo scontrati al buio nel corridoio. Il mio urlo se lo ricorda anche il vicinato: altro che film horror.

Perche' ti piace tutto quello che preparo di strano, e poi chiedi domani cucini una cosa normale?

Per quando fai finta di conoscere il vino che stai bevendo e te ne esci con un'iperbole letteraria dopo l'altra per descriverlo, facendo sganasciare tutti dalle risate.

Perche' tanto hai fatto che sei riuscito a trovare in mezzo al deserto un concessionario Kenwood a cui fare arrivare la planetaria che tanto desideravo.

Perche' ti piace tanto fare shopping da sobbarcarti 800 km di guida, tra andare e tornare, in una sola giornata solo per passeggiare con me in quei centri commerciali interminabili.

Perche' la prima tappa dello shopping e' sempre quel negozio bellissimo di attrezzatura da cucina, dove ad ogni utensile che vedi esclami  sento che ti potrebbe servire!

Perche' contro ogni previsione sei riuscito a far crescere basilico e rosmarino in giardino. Ok, per il timo possiamo sempre riprovare, no?

Per quel modo assurdo di fare zapping alla velocita' della luce: ma lo vedi davvero cosa c'e' in ogni canale?

Per quando siamo in palestra insieme, e prima o poi uno dei due morira' li' seduta stante, per la dannatissima voglia di essere l'ultimo a mollare che abbiamo entrambi.

Per le cose carine che dici per rincuorarmi quando siamo in aereo e muoio di paura. Non funzionano, ma e' bello che almeno ci provi.

Per tutte le altre cose che sappiamo solo io e te, e mai mi sognerei di scrivere qui ...per ciascuna di esse ti risposerei non altre dieci, ma dieci milioni di volte :-)


Vorreste che con un marito cosi' io non gli facessi per il nostro anniversario quello che forse e' il suo dolce preferito in assoluto, il creme caramel con la ricetta di sua zia? Gli ho anche dato della pecora morta nel post precedente, dovevo farmi pur perdonare...
Provatelo anche voi perche' e' semplice ma veramente buonissimo, mentre io me ne vado via qualche giorno a festeggiare.
E noi ci rivediamo on line lunedi' prossimo, con una sopresa che spero gradirete :-)


 CREME CARAMEL
( per uno stampo da un litro o 5 stampini monoporzione)

600 ml di latte fresco intero
140 g di zucchero semolato
4 tuorli
3 uova intere
la buccia di un grosso limone, oppure di un'arancia o della vaniglia
altri 200 g di zucchero semolato, per il caramello

Mettere sul fuoco il latte con i 140 g di zucchero semolato e la buccia di limone ( o altro aroma scelto). Appena bolle spegnere e far raffreddare completamente.
In una ciotola battere leggermente con una forchetta i tuorli e le uova intere. Non devono montare, ma solo amalgamarsi tra loro, e fare attenzione a non fare troppa schiuma.
 Unire il latte ormai freddo, scartando la buccia di limone, passandolo attraverso un colino a maglie fitte.
Girare bene il tutto in modo che sia perfettamente amalgamato.
Preparare quindi il caramello: versare i 200 g di zucchero senza null'altro in pentolino con fondo spesso e che sia abbastaza largo in modo che lo zucchero non formi uno strato troppo alto.
Mettere il pentolino su fuoco dolce ed aspettare che lo zucchero fonda, senza mai mescolarlo.
Appena il tutto e' fuso versarlo nello stampo o negli stampini scelti, facendoli roteare in modo da distribuirlo alla base ed un po' sui bordi.
Versare il composto di latte ed uova nello stampo e cuocere in forno a 180 a bagnomaria per circa 30 minuti, dopodiche' coprire con alluminio e proseguire la cottura un'altra decina di minuti circa.
In caso di stampini monoporzione la cottura sara' un po' piu' breve.
Far raffreddare nello stampo a temperatura ambiente e poi una notte in frigo.
Capovolgere su un piatto da portata avendo cura di passare un coltellino a lama sottile lungo i bordi per farcilitare il distacco dallo stampo.

NOTE:

- se non volete preparare il caramello sul momento ma avete del caramello morbido gia' pronto, ungete con poco olio di semi e cospargete di zucchero lo stampo prima di versare il creme caramel. Cuocetelo quindi come da ricetta e servitelo con il caramello pronto dopo la cottura.

- la zia di mio marito, che mi ha dato la ricetta che si tramanda in famiglia con orgoglio, ha sempre ribadito che con il latte fresco il creme caramel ha un sapore finale diverso che se fatto con il latte a lunga conservazione.
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