giovedì 28 giugno 2012

Vellutata di cetrioli, avocado e gamberi, senza cottura



 E' tornata.
Di soppiatto, ed all'improvviso.
Chi ci pensava più.
E si che il periodo è quello adatto...
Io.
L'augusto consorte.
E l'altra.
Indispensabile, pare non si possa fare senza, e che l'eventuale assenza possa pure portar male.
Non è bella, questo no.
Ma è tanto comoda.
Lei: la spiaggina dei Mondiali e degli Europei di calcio.
Avete capito bene: una di quelle sedie basse da piantare sulla sabbia per leggere comodi con i piedi in acqua.
Sabbia non ce n'è, nel soggiorno di casa arabafelice.
Beh, giusto ogni tanto quando arriva con la tempesta ed io mi dimentico qualche finestra aperta.
E non si pensi che non vi sia da sedersi: due divani ed una poltrona fanno corolla al televisore.
Niente da fare.
Il marito la riesuma dal fondo dello sgabuzzino, dove giace in realtà semidimenticata dato che da un lato, ahimè, il tessuto va sfilacciandosi pericolosamente.
Sempre appena prima degli inni nazionali, che le partite di calcio vanno viste in santa pace.
La pianta tra il divano ed il televisore, senza scampo.
A me che guardo dalla poltrona sembra scomoda, in realtà: novanta minuti non credo di averceli mai passati sopra!
I motivi, profondi e condivisibili.
E giuro, amore, che non ti sto prendendo in giro.
Perchè si, siamo due tifosi di calcio piuttosto accaniti.
Sul divano sono troppo lontano, soffro di più.
Mentre da sotto il televisore che so, si ha l'impressione che si possa tirarlo su pure noi, un piede in campo alla bisogna.
E niente da mangiare o da bere in zona, sia chiaro: troppo pericoloso.
Il fuso orario fa si che la partita diventi per noi uno spassoso dopocena, con infinite grazie del divano beige che ci ha messo un po' a dimenticare quella bibita che ebbe l'ardire, anni fa, di farsi bere proprio durante un goal.
Che poi è tutto un alzarsi e sedersi, in realtà, in concomitanza con le azioni più concitate...
Lo so che pensate, e avete ragione.
Siamo proprio due Italians.
Della peggiore specie.
E già che ci sono vado ad appendere la bandiera in giardino.
Il nuovo dirimpettaio tedesco è tanto simpatico, stasera apprezzerà :-)


Ho deciso che ci sono peccati peggiori nella vita che apprezzare il gioco del calcio: il gioco, ho detto, cercando di non pensare a tutto quello che di poco edificante vi gira intorno.
Dunque cena rapida prima della partita che mica posso passare il tempo a sparecchiare dopo!
Zuppetta buonissima, rinfrescante e da preparare in anticipo: datele una chance perchè merita davvero.
Preparata pensando per diversi motivi a quella certa amica di penna che credo potrà apprezzarla (calcio o non calcio :-)




VELLUTATA DI CETRIOLO, AVOCADO E GAMBERI
da Everyday Food di Martha Stewart
( per 4/6 bicchierini oppure due porzioni se usato come starter)

2 cetrioli
1 avocado maturo
150 g di yogurt bianco cremoso, anche light
40 ml di acqua fredda
circa 5 cm di cipollotto
3 cucchiai di succo di lime, oppure limone
un piccolo mazzetto di prezzemolo
sale, pepe
gamberi a piacere (anche surgelati)


Versare nel bicchiere del frullatore mezzo avocado, un cetriolo e mezzo, lo yogurt, il cipollotto, il prezzemolo, il succo di lime, l'acqua fredda e un po' di sale.
Frullare bene quindi valutare se la consistenza sia giusta, altrimenti aggiungere poca acqua.
Mettere in frigo.
Cuocere i gamberi nel modo preferito, questi sono saltati in padella.
Servire la vellutata ben fredda dopo aver aggiunto il resto dell'avocado a pezzetti, il resto del cetriolo a cubetti ed i gamberi.

NOTE:

- nelle preparazioni fredde è meglio regolare di sale dopo il riposo in frigo. Infatti il sale si scioglie più lentamente che nelle preparazioni calde e potremmo essere tratti in inganno.

- la vellutata può essere preparata anche con due giorni di anticipo e tenuta in frigo coperta con la pellicola. Aggiungere però i gamberi solo all'ultimo.

- piacciono le zuppe che non si cuociono? Allora date un'occhiata a quella di mais e gamberi , al classico gazpacho o ad uno un po' più...strano :-)

- per renderla vegan come da etichetta ovviamente vanno tolti i gamberi ;-)

lunedì 25 giugno 2012

Crostata di frutta con crema al limone, senza cuocere nè crosta nè crema!




La vita è indubbiamente tutta una sorpresa.
Belle, brutte, divertenti, allegre o tristi.
Poco prevedibili, o appunto non si chiamerebbero sorprese.
Da certe situazioni facile attenderle, almeno un po'.
Un nuovo capo che si è presentato a lavorare il primo giorno con un cappello da cowboy calato in testa  è sicuramente fonte di una certa aspettativa.
Calcolando soprattutto che siamo in una scuola, e non al rodeo.
Il collega appena arrivato che vuole spiegarmi come il digiuno lo avvicini al divino, e cerchi proseliti per quella che ha tutta l'aria di una setta spero mantenga tutte le sue promesse.
E mi dia materiale a non finire per questo blog.
Il ragazzo arabo che fa un apprezzamento fuori luogo per la strada e dato che distolgo lo sguardo infastidita per tutta risposta fa il gesto di una pistola con due dita, mimando di spararmi, mi rovina un po' la passeggiata.
In un corpo a corpo, ti vorrei.
Per farti vedere quanto male ti possa fare a mani nude e con le unghie laccate.
Fa tutto parte del gioco, ed almeno non mi annoio.
Ma mettiamo che vostro marito porti la macchina dal meccanico.
Gliela lasci per qualche ora.
E che poi gentilmente gli venga riconsegnata a domicilio.
Subito, la vogliamo provare.
Gira la chiave.
Se è vero che si impara dall'esperienza ho capito per averlo provato cosa voglia dire rimanere inchiodati al sedile.
Qualcuno urla una specie di preghiera.
Questa, per la precisione.
Volume sconvolgente, voce alla Adriano Pappalardo.
Giuro che ho pensato ad un pazzo nascosto nel vano motore.
Non ci credo.
Parole dell'augusto consorte che costernato guarda il cruscotto come se potesse rispondergli.
Morale della favola: ci hanno istallato un optional che dalle nostre parti sarà di certo richiestissimo.
All'avvio del motore parte una preghiera in arabo, e non una qualunque: ma proprio quella per augurare un viaggio sereno e senza pericoli.
Ora sta cercando di disattivarlo, senza dover riportare l'auto indietro: non vorremmo offendere il meccanico tanto solerte...
Dal canto mio, vado a spulciare Google: ci sarà una preghiera per ringraziare di aver solo sfiorato l'infarto senza rimanerci secchi? ;-)


Le ricette "senza" vanno parecchio, in casa arabafelice, ma la curiosità di vedere se funzionino bene come quelle "con" è irresistibile.
Ebbene, questo sarà decisamente il dolce della mia estate: a prova di bomba, riesce sempre, non c'è da accendere un fuoco e non richiede alcuna abilità.
Se poi ci mettiamo che realizzarlo è questione di minuti, finirlo questione di secondi tanto sia buono capirete che dovete provarlo per forza.
E poi, non è bellissimo da guardare con tutta quella frutta? :-)




NO-FUSS FRUIT TART
da Kitchen di Nigella Lawson
( per una teglia da 24-25 cm, ed alta almeno 4 cm)

per la base

375 g di biscotti tipo Digestive
90 g di burro morbido ( 75g nella ricetta originale usata da me, vedere la nota)

per la crema

400 g di Philadelphia a temperatura ambiente ( non usate quello light)
240 g di lemon curd a temperatura ambiente (comprato o fatto in casa)
mirtilli, more, lamponi, ribes e fragole per la copertura (o altra frutta a piacere)


Mettere i biscotti nel robot da cucina insieme al burro molto morbido. Girare le lame fino ad avere un composto perfettamente sbriciolato e sabbioso.
Con molta pazienza pressare il composto sulla base e sui lati di una teglia da crostata,possibilmente con fondo amovibile, cercando di fare uno strato uniforme.
Il composto sembra tanto all'inizio, lavorate versandone poco alla volta nella teglia.
Mettere in freezer per non meno di 30 minuti, meglio 40.
Intanto preparare la crema : con le fruste elettriche battere il Philadelphia con il lemon curd finchè il composto sarà liscio e setoso.
Lavorate con ingredienti a temperatura ambiente, questo permette di ottenere una crema veramente vellutata!
Tirare la base fuori dal freezer e consiglio di sformarla subito sul piatto da portata mentre è ancora ben dura, prima di farcirla, sarà più semplice dopo muovere la torta
Versarvi tutta la crema preparata e con la frutta lavata e ben asciutta.



Mettere in frigo per minimo 4 ore, ma una notte è meglio, coperta con pellicola che però non schiacci la decorazione.
Servire fredda.



NOTE:

- dato che mi è stato chiesto diverse volte aggiungo qui che Nigella usa proprio il Philadelphia e non il mascarpone per realizzare il dolce. Fanno fede il programma tv guardato in lingua originale ed, ovviamente, il suo libro che possiedo ;-) 

- qualcuno mi ha detto di aver avuto problemi a compattare la base. Non so da cosa sia potuto dipendere dato che a me non è mai successo, ma suggerisco di aumentare il burro di qualche grammo.

- disubbidendo a Nigella :-) ho preferito adagiare la frutta sulla torta solo prima di servirla.

- è essenziale, a mio parere, usare frutta fresca e non quella surgelata che tenderebbe a rilasciare molto liquido compromettendo il risultato finale.

- la torta dura perfettamente anche 4 giorni in frigo.

- Nigella dice che la torta si può congelare, se la crema viene fatta con Philadelphia normale e non light. Attenzione però che dopo lo scongelamento la crema può tendere a fare un po' di liquido...e purtroppo e' vero!

- la crosta da sola può essere congelata anche per un mese, ed usata quando serve.

- altre idee dolci e salate senza accendere un fornello? Spulciate la sezione senza cottura ;-)

giovedì 21 giugno 2012

Bon bon al cocco senza cottura, senza uova, senza burro e senza farina!



Fine anno scolastico, anche da queste parti.
O dovrei dire quasi, dato che ancora abbiamo da scontare quel paio di settimane residue rispetto ai colleghi nella madrepatria.
Non solo pagelle, voti, o marks come si chiamano qui.
Colleghi che vengono, altri che vanno.
La carambola delle international schools è questa: un gran lavoro per le agenzie viaggi.
Di qualcuno mi spiace, e parecchio.
La mia cara amica Rose, canadese di origine cinese, che rimarrà per sempre una delle persone di maggior buon cuore abbia mai conosciuto.
Nonchè una insegnante di letteratura inglese da cui pendere dalle labbra, a poter avere la fortuna di essere suoi alunni.
Per qualcun altro, beh, dispiacere meno intenso.
Non potrò più disquisire sul pi greco, peccato.
Tempo di corrieri, e spedizioni.
Chi lascia definitivamente quello che è stato il luogo di residenza per qualche anno inevitabilmente accumula ricordi, e non solo nel cuore.
Scatole, e pacchi.
E garage sales.
Perchè se c'è una cosa che i miei colleghi americani sanno fare bene è ottimizzare.
Non mi piace?
Lo vendo.
Non mi serve.
Lo vendo.
Troppo pesante da portare?
Idem.
Un giro nel giardino altrui di questi tempi può essere esperienza di un certo interesse.
Le bombole sub, lo capisco.
Si, sono un po' arrugginite e non ci farei un giro nemmeno se mi pagassero, ma forse con la dovuta revisione possono essere riutilizzate da noi che viviamo sul mare, piuttosto che dal legittimo proprietario che va a finire in Alaska.
Ma una pinna, dicasi, una.
L'altra è stata persa tra i flutti, pare.
Dovremo aspettare di non avere più una gamba, per poterne approfittare.
Il servizio di tazze, di cui due rotte.
Ma il pensiero di buttarle li avrà mai sfiorati o dovrei acquistarle, che so, per divertirmi nel bricolage?
Scorgo un attaccapanni.
Strizzo gli occhi: ma sono le giacche che il vicepreside ha indossato durante questi anni!
Chissà, magari quella in stile hawaiiano potrebbe servire ad un cabarettista.
Un angolo, ed un tavolino.
Non credo ai miei occhi.
Mutande.
Tante mutande da uomo,  usate ma pulite, in bella vista come in un negozio.
Giuro che se ne vende un solo paio capirò cosa fa degli USA il Paese delle opportunità.
Ma voi fateci un pensierino, la prossima volta che sistemate i cassetti ;-)


Ricetta moooolto americana, oggi, ed infatti la fonte è la stessa dei tartufini con gli Oreo: lei, la mitica Jen che viene in palestra per farci mangiare!
Visti mille volte nelle bancarelle di dolciumi negli USA, e mangiati senza ritegno.
Feste di bimbi? Sfizi per grandi? Fateli e non ne rimarrà uno in giro.
E nemmeno li dovete cuocere...



COCONUT ICE
per una teglia quadrata da 20 cm

310 g di zucchero a velo
315 g di farina di cocco
una lattina di latte condensato zuccherato da 397 g
estratto di vaniglia
colorante per alimenti rosa, facoltativo

In una ciotola unire lo zucchero a velo, la farina di cocco, la vaniglia e il latte condensato.



Mescolare con una spatola ed una certa pazienza finchè il composto sta insieme (è un po' duro) quindi dividerlo in due ciotole ed ad una unire il colorante rosa.


Foderare la teglia con carta forno quindi stendere l'impasto rosa livellandolo con un cucchiaio o con le mani. Coprirlo con l'impasto bianco, livellando bene anch'esso.


Mettere la teglia in frigo per almeno 4 ore ( meglio una notte) senza coprirla con nulla.
I dolcetti in pratica devono seccare.
Il giorno dopo sformare e tagliare in quadratini della dimensione desiderata.



NOTE:

- i coconut ice negli USA sono sempre rosa e bianchi, ma ovviamente potete evitare di colorarli o cambiare colore a seconda dell'uso che dovete farne, o dell'occasione.

- si mantengono a lungo in frigo, anche due settimane. In questo caso non tagliare il blocco ma conservarlo intero, tagliandolo il giorno in cui va servito.

- i dolcetti possono essere conservati anche fuori dal frigo per parecchio tempo, purchè non ci sia un caldo...desertico. Questo li rende perfetti anche per i regali golosi.

lunedì 18 giugno 2012

Riso basmati al cocco e lime


Paese che vai usanze che trovi è un detto che certo non ho inventato io.
E se c'è una cosa che non mi manca è una autentica e sincera curiosità per le abitudini di chi mi sta intorno.
Vita, usanze, feste, gesti, cibo.
Tutto mi interessa, e tutto chiedo.
Ricette, certo.
Ma anche chiarimenti e spiegazioni o non avrei mai capito che quel gesto del poliziotto saudita tanto simile ad uno che si fa anche in Italia non voleva certo dire che diamine vuoi ma solo di rallentare con la macchina.
O che accavallare le gambe e mostrare anche di striscio la suola delle scarpe fosse considerato segno di cattiva educazione dalla signora libanese che mi ospitava per il tè.
O che rifiutarne una seconda tazza fosse offesa quasi mortale, significando che la prima non era abbastanza buona.
Mangiare con le mani in Libia è pesato un po', a me abituata alle posate da quando sono nata.
Ma sempre ho ringraziato per l'opportunità di un'esperienza irripetibile.
Però mi dovete scusare.
Anche io ho i miei limiti.
E le mie debolezze.
Altrimenti non si spiega che ad oggi non mi sia potuta rassegnare a quello che è probabilmente lo sport più diffuso tra gli uomini in Arabia Saudita.
Panchina di centro commerciale.
Uomo seduto, o anche più di uno.
In ciabatte, che da queste parti le scarpe chiuse non si usano mai.
Una gamba accavallata sull'altra.
Una ciabatta rimasta in terra.
E le dita delle mani a curiosare tra quelle dei piedi.
In cerca di cosa, non so e non voglio sapere.
Chiedo venia, di nuovo: è un'immagine rivoltante.
Poi c'è la serie dei rumori.
Assolutamente normale tra i miei alunni indiani e filippini il mostrare che la digestione sta facendo il suo corso.
Ricordo lo sguardo del primo che ho buttato fuori dalla classe dopo una sonorità niente male proprio nel mezzo della mia lezione di letteratura: incredulo, e chissà, deve avermi considerato proprio strana.
L'altro ieri, su un taxi che mi porta a casa di un'amica.
Silenzio, che da queste parti è molto sconveniente parlare con l'autista.
Improvvisamente, un boato.
E certo non è un tuono.
Ho appena mangiato! mi avvisa compiaciuto con la bocca ancora spalancata.
Il brutto è che posso anche dirti cosa, e non perchè sono veggente.


Stendiamo un velo pietosissimo :-) e mi consolo con un piatto che ultimamente ho già rifatto diverse volte tanto è buono ma soprattutto veloce e di una facilita' disarmante.
Si presta benissimo per cene etniche con tanti amici come per quelle casalinghe a cui dare un po' di brio.
A vederlo non gli si dà molto credito, ma assaggiatelo e vedrete...
Da mangiare come piatto unico o come accompagnamento a quel che vi pare: favoloso con il pesce, decretato anche da quel giudice severo dell'augusto consorte ;-)

E per vincere una padella Lagostina Tempra, stessa serie della casseruola usata qui, non dimenticate il contest!



COCONUT RICE
( per 4/6 persone, usato come accompagnamento)
da Kitchen di Nigella Lawson

4 cipollotti tagliati a fettine
2 cucchiaini di semi di nigella ( cumino nero)
300 g di riso basmati
400 ml di latte di cocco
600 ml di acqua bollente
mezzo cucchiaino di sale, circa
succo di un lime
un cucchiaio di olio all'aglio (oppure olio extravergine ed uno spicchio d'aglio)


In una casseruola dotata di coperchio far scaldare l'olio all'aglio (oppure l'olio con lo spicchio d'aglio, che poi va eliminato).
Aggiungere i semi di nigella e i cipollotti a fette e cuocere per circa un minuto scarso su fuoco medio girando con un cucchiaio di legno.
Versare il riso tutto in una volta, mescolando bene in modo che sia intriso dal condimento.



Mischiare l'acqua bollente con il latte di cocco e versare il tutto sul riso insieme al sale.
Portare a bollore quindi coprire con il coperchio, abbassare il fuoco e far cuocere per circa 15 minuti, più o meno.
Il liquido dovrà risultare assorbito e il riso cotto.



Togliere dal fuoco e rimestare con una forchetta, delicatamente, per dividere i chicchi. Aggiungere il succo di lime e valutare se serva altro sale.
Servire dopo un breve riposo, in modo che non risulti troppo caldo.
Meglio ancora a temperatura ambiente.

NOTE:

- i semi di nigella (su cui Nigella scherza parecchio, sottolineando che non li usa solo per il nome!) possono essere sostituiti da quelli di senape nera. Se proprio non li trovate usate quelli di papavero, ma l'aroma non sarà lo stesso.

-può essere preparato con qualche ora di anticipo rispetto a quando andrà servito. Conservarlo fuori dal frigo, ma coperto.


giovedì 14 giugno 2012

Scaloppine di pollo agrodolce al pompelmo rosa con riso basmati



Lo ammetto, quello era il piano.
Con una certa malizia ho assaporato i detatgli.
E' ora, mi sono detta.
Una scaloppina di cammello non la leva nessuno, stavolta, a me ed a questo blog.
Per la gioia del macellaio, sempre quello , che saranno un paio d'anni che scuote la testa ogni volta che compro, che so, del banalissimo vitello.
Baldanzosa sono entrata, e con l'entusiamo che riservo, di solito, ai negozi di scarpe.
Guardo.
Riguardo.
Lui ride, perchè secondo me è un veggente e me l'ha fatto apposta.
Una enorme testa mozzata di cammello fa bella mostra di sè penzoloni dal soffitto.
Non riesco a non guardare, gli occhi mi si sono incollati dall'orrore.
Tutti i peli attaccati, e osservo che in vita doveva essere di un marrone piuttosto scuro.
Ondeggia leggermente sotto il getto dell'aria condizionata.
Una specie di ghigno, mi pare che abbia.
Ed io voglio scappare.
Il macellaio dice qualcosa, indicandomela.
Ma non lo ascolto, pensando a come farò, adesso, ad evitare che mi appaia in tutti i sogni da qui all'eternità.
Insiste che c'è del cammello freschissimo.
Come dubitarne???
Già tagliato a pezzi, e probabilmente quel cosciotto che vedo entrerebbe a mala pena dalla porta della cucina, avendo le dimensioni di una stampella per claudicanti.
Se solo superassi il problema del trasporto, ovvio.
La luce mi appare all'improvviso, dal tunnel dell'incubo in cui sono momentaneamente finita.
Voglio essere banale.
E non ci sarà nulla di male.
I petti di pollo esposti nell'altro frigo sembrano sorridermi.
Dovrò solo chiedere che mi vengano tagliati a fette.
Il batticarne no, non ce la posso fare.
Provo a mimare il movimento con un pugno sul palmo, ricordando che Ale da poco mi consigliava di applicarmi ad una rappresentazione dell'attrezzo in questione.
Compro, pago ed esco a razzo.
E penso che la vita è bella quando per avere quello che ti serve basta solo dover fare chicchirichì :-) 


Dunque, il batticarne non ce l'ha il macellaio e non lo possiedo nemmeno io: mi sono adattata con una bottiglia d'acqua. Vale, signori giudici? :-)
L'ispirazione viene da un cuoco giapponese che agitava un pompelmo dallo schermo della mia tv. 
Lo abbinava a del vitello a striscioline, ma con il pollo ci sta una meraviglia.
Il piatto è nel suo complesso saporito ma non invadente, assolutamente non aspro e con un sughetto meraviglioso da raccogliere tutto con il riso che l'accompagna.
Davvero una scoperta!
Ed il tutto va all'MT Challenge di questo mese, in cui Elisa ci ha proposto le scaloppine.




SCALOPPINE DI POLLO AGRODOLCE AL POMPELMO ROSA
( per una porzione)

2 scaloppine di pollo
poca farina per infarinare
mezzo pompelmo rosa a spicchi
il succo dell'altro mezzo pompelmo
erba cipollina
poca acqua
burro chiarificato o normale
riso basmati, per accompagnare
sale


Lessare del riso basmati in acqua leggermente salata e scolarlo allargando i chicchi con una forchetta, lasciarlo quindi da parte.
Asciugare le scaloppine ed infarinarle.
Scaldare un po' di burro in padella e rosolare molto brevemente le fettine da entrambi i lati.
Scolarle dalla padella e metterle da parte, dopo averle salate.
Deglassare ora il fondo di cottura con il succo spremuto dal mezzo pompelmo, unire poca acqua ed un ulteriore pezzetto di burro.
Filtrare la salsa con un colino, quindi rimettere le fettine in padella insieme agli spicchi di pompelmo tenuti da parte.
Versare la salsa filtrata sulla carne ed il pompelmo e scaldare brevemente il tutto per amalgamare i sapori.
Comporre quindi il piatto servendo il riso insieme alla carne ed al pompelmo, cospargendo il tutto con poca erba cipollina.
Versare l'eventuale salsa avanzata nella padella sul riso, e servire.






lunedì 11 giugno 2012

Gallette all'avena...della famosa dieta ;-)



Non si contano, quante ne ho sentite.
E sicuramente non si contano quelle che ancora sentirò.
Gli entusiasti partecipanti ai miei corsi in palestra hanno un repertorio di perle scientifiche da far drizzare i capelli in testa a Piero Angela.
Tecniche  infallibili, teorie pericolosamente sul filo della fantascienza.
Inshallah, dimagrirò. 
Molte cose potrebbero succedere se Dio lo volesse, certo.
Parola della signora musulmana che nell'ordine, prima ha rifiutato di togliersi il velo dalla testa.
Alle mie insistenze, che tanto eravamo tutte donne e che non mi pareva molto sano sudare come una pazza sotto tutta quella stoffa ha risposto che in fondo erano fatti suoi.
E come darle torto.
Poi ha deciso di usare lo step come comoda panca per parlare al telefono lezione durante, infastidita dalla musica alta.
Terzo, si è lamentata che non le faccio perdere peso.
Ho sorriso dallo specchio, mentre le urlavo tira su quel ginocchio e quell'essere diabolico e maligno che vive in me avrebbe voluto incitarla a risparmiare il fiato per le flessioni, piuttosto che sprecarlo tutto per osservare, ogni volta, che i miei shorts sono molto corti.
Ma il concetto di fatti propri non dev'essere biunivoco...
Non bevo nemmeno un goccio d'acqua durante la giornata, altrimenti mi gonfio.
Ah però.
Chissà se si sarà offesa a sentirsi dire che la bara taglia 38 le starà a pennello.
Ho portato un dolcetto per un po' di energia!
La conoscete già, la simpatica signora americana che ogni volta ci induce in tentazione con dolcetti irresistibili tipo questi, facendomi mettere le mani nei capelli.
Ora però si è messa a dieta sul serio, dopo aver compreso che mangiare brownies durante una lezione di aerobica non sono attività perfettamente complementari.
Segue quella del momento, la Dukan, ma con il grande cruccio di queste gallette che non le sono mai venute.
Mi dai una mano a prepararle?
Figuriamoci se mi tiro indietro, ricetta dietetica o meno.
Scettica, quello si.
Ma queste gallette incredibilmente sono buone!
Anche se temo che il dottor Dukan avrebbe da ridire sull'accompagnamento scelto ;-)


Dunque, il problema delle gallette era nella cottura.
Alla mia amica o si attaccavano o si sfaldavano: provate sulla ceramica invece sono venute fuori perfette ed anche con un che di croccantino all'esterno molto piacevole.
Sono piaciute anche a me, e devo dire che possono essere una valida alternativa per una colazione sana e leggera.
Con molta, ma molta Nutella sono state apprezzate anche dall'augusto consorte ;-)

E vi ricordo il contest Lagostina con il quale potete vincere una casseruola in ceramica della stessa linea della padella usata qui.




GALLETTE DUKAN
(per due gallette)

un albume
una cucchiaiata ben colma di yogurt greco allo 0% di grassi
3 cucchiaiate e mezzo di fiocchi d'avena ( o crusca d'avena se si segue la dieta alla lettera)

Mescolare l'albume con lo yogurt e l'avena, si otterrà una specie di poltiglia.
Versare metà della poltiglia in una padella (qui una in ceramica della linea Accademia Bianca Lagostina) in cui in precedenza si siano versate alcune gocce di olio da spalmare con le dita.
Allargare la galletta allo spessore desiderato usando il retro di un cucchiaio, meglio se bagnato in modo che non si attacchi all'impasto.


Cuocere su fuoco medio finchè la superficie risulterà abbastanza asciutta, indice del fatto che la galletta è abbastanza soda da poter essere girata usando una spatola piatta.


Cuocere pochi secondi anche dall'altro lato e servire.


NOTE:

- le gallette cotte si conservano benissimo in frigo per qualche giorno, ma ovviamente perdono un po' di croccantezza.

- nella ricetta originale viene indicato di aggiungere sale o dolcificante ma a mio parere non servono, la galletta neutra è ottima base già così.

- si accompagna benissimo a marmellate, Nutella ma anche a del formaggio spalmabile con del salmone affumicato, o del cetriolo...sky is the limit :-)

giovedì 7 giugno 2012

Maionese furbissima...senza uova!

Nulla è mai quel che sembra.
Specie in casa arabafelice.
Lo sa bene l'augusto consorte, che nel tempo ha imparato che il tè che beve potrebbe non essere stato sul alcun fornello e che per il gelato che mangia va bene non avere la gelatiera, ma si potrebbe anche evitare il freezer.
Affumicare senza un filo di fumo ormai dato per scontato.
Zuppe per cena senza accendere un fuoco roba da dilettanti.
Alle frappe con l'ingrediente segreto ormai rassegnato, ma ha dovuto ammettere che fossero le più buone mai mangiate.
Come i suoi biscotti preferiti, dei quali continua ogni volta a chiedere se la maionese ci sia dentro per davvero.
Il suo responso, indispensabile.
Amore, assaggia!
Parole prese sempre con una certa contentezza: per motivi oscuri mio marito sembra sempre uscire da un digiuno quaresimale dopo una decina di minuti dall'ultimo pasto.
Cos'è secondo te?
Il sospetto serpeggia nei suoi occhi.
Ciotola in mano, e non si decide.
Cosa dovrebbe essere non gli verrà detto nemmeno sotto tortura.
No, non ci sono spezie strane, fidati.
Capirete, siamo in casa dell'uomo che ammetterebbe l'uso della cannella al massimo come diserbante.
Vuole sapere se è dolce o salata, e ok, si può acconterlo.
Cucchiaino con quantità irrilevabile anche da strumenti sofisticatissimi.
Ma evidentemente sottovaluto le potenzialità della sua lingua.
Riassaggia.
Con pure un pezzetto di pane.
Qui che fremo, e lui non si decide.
Dai, allora, cosa ti sembra???
Mi spiazza: non lo sa.
Ma come, ero tanto soddisfatta!
Insisto.
E' che...sembra solo maionese.
Eureka! 
Ma di sicuro doveva essere altro, no?
No, per una volta no.
E che non ci siano uova sarà solo un trascurabile dettaglio ;-)


Ho visto questa ricetta in una puntata di un programma su un canale Sky in cui una famiglia si impegna ad abbracciare uno stile di vita più salutare per il bene dei figli.
Dato che mi sembrava un miracolo, ed io ai miracoli tendo a non credere, mi sono precipitata a provare: mi sono dovuta ricredere, eccome.
Sa proprio di...maionese, null'altro.
Con un basso contenuto di colesterolo, visto che le uova non ci sono.
E appunto per questo si conserva meglio, specie nella stagione calda.
Provate, nessuno noterà la differenza!



VEGAN MAYONNAISE

50 ml di latte di soia ( quello normale del super, rigorosamente senza zucchero )
100 ml di olio di semi (oppure metà di semi e metà di oliva)
sale
succo di limone o aceto di mele


Versare il latte di soia e l'olio in un contenitore stretto a bordi alti, insieme ad un po' di sale.


Immergere il frullatore e cominciare a montare, salendo verso la superficie man mano che il composto addensa.
Ci vuole un pochino più tempo che per la maionese con le uova, non scoraggiatevi.



Fermarsi appena sarà densa e ben montata.



Assaggiare e regolare di sale e succo di limone ( o aceto, se preferite).
Mettere in frigo e servire ben fredda.

NOTE:

- raccomando che il contenitore sia della forma indicata. Non chiedetemi perchè, ma se è troppo largo la maionese non viene!

- si conserva anche una settimana in frigo in un barattolo chiuso senza perdere di consistenza.

- dato che mi viene chiesto in continuazione lo scrivo anche qui: il latte di soia non si sente alla fine, assolutamente. La preparazione sa di...maionese :-)
Ho notato che il latte di soia venduto in Italia è quasi sempre addizionato con zucchero, quello che trovo in Arabia no. Meglio il tipo senza, se potete.

- per realizzarla serve proprio il latte di soia, ricco della lecitina (come il tuorlo d'uovo)che è la responsabile della cremosità. Non provate con il latte tradizionale, non viene!

martedì 5 giugno 2012

Antiaderente vs Ceramica: il nuovo contest Lagostina!



Cucinare è una necessità, e non ci piove.
A meno di non convertirsi al più integrale crudismo tutti dobbiamo accendere un fornello e metterci sopra una pentola, almeno un paio di volte al giorno.
Friggiamo, rosoliamo, lessiamo, grigliamo.
Per quel che mi riguarda, è anche un gran divertimento.
Certo, ho riso poco quel giorno che ciò che stavo preparando se l'è mangiato la padella, nel vero senso della parola, dato che ci è rimasto tutto attaccato.
Ed ancora meno quando quella pentola appena acquistata si è rivelata una specie di strumento del demonio, impossibile da pulire, e come tale ha visto serenamente la fine nel sacchetto della spazzatura.
Ma con gli strumenti giusti cucinare torna ad essere un piacere, e non solo perchè i cibi vengono innegabilmente meglio: volete mettere la gioia nell'usare i nuovissimi materiali antiaderenti che fanno risparmiare tempo anche per lavarli, dato che non si attacca nulla?
Altro che mettersi a sfregare...
Per questo Lagostina propone due linee innovative create con i rivestimenti più all'avanguardia: la classica linea antiaderente, Tempra, e la nuovissima Accademia Bianca, in ceramica.
Entrambe facilissime da pulire e con una finitura che le rende resistenti ai graffi, ottime per friggere come per cotture più sane.
Ma con una differenza: mentre l'antiaderente è più specifico per cotture leggere e senza grassi, invece la ceramica grazie alla sua resistenza alle alte temperature è ideale anche per rosolare e dorare.
Saltateci un semplice petto di pollo, o un trancio di salmone fresco: faranno una crosticina croccante che non viene a meno di non usare una marea di olio...
E quindi con piacere che ospito il nuovo contest Lagostina, Antiaderente vs Ceramica!
In palio due premi meravigliosi: la padella antiaderente della linea Tempra da 26 cm e la casseruola in ceramica da 26 cm della linea Accademia Bianca, che vedete anche nel banner.




Come faccio a partecipare?
Prepari una ricetta a seconda del premio che desideri: sana ma con gusto se gradisci la padella Tempra, croccante e dorata se preferisci la casseruola Accademia Bianca.
Dolce o salata, come desideri.
L'importante è che non sia stata pubblicata in precedenza.
Inoltre dovrai pubblicare il banner in una delle colonne del tuo blog, insieme al link a questa pagina e lasciarmi tra i commenti il riferimento della tua partecipazione, con l'indicazione del premio scelto.

E se non ho un blog?
Stesse regole, ma mi mandi la ricetta via email allegando una foto.

Con quante ricette posso partecipare?
Una per ciascun premio.

Come si vince?
Non è una gara di bravura, ma di fortuna! Infatti estrarrò a sorte (tramite random.org) un partecipante per la padella, ed uno per la casseruola.

Quanto dura il contest?
Da oggi 5 Giugno alla mezzanotte del 5 Luglio, un mese esatto.

Le ricette arrivate verranno elencate qui in ordine d'arrivo, ed il numero assegnato quello che varrà per l'estrazione.
Più facile di così ;-)


Partecipanti per la casseruola Accademia Bianca:

1. Turkey Wellington di Clara pasticcia
2. Seitan croccante con tartare di pomodori di  Correndomi incontro
3. Zuppa fredda di taccole, fave ed asparagi di Una nel Piatto
4. Tofu with bell peppers di Alessandra Zecchini
5. Polpette al lime classiche e croccanti di Happy Cooking
6. Crumble di ratatouille di La Cuochina Sopraffina
7. Tris di eccellenze di Rossella B. ( via email)
8. Orata impanata alle zucchine di Frutta e Zafferano
9. Ossobuchi di tacchino con funghi e pomodorini di I manicaretti di Annarè
10. Pizza di riso di Diario di Cucina
11. Cracker & Quinoa di Creativa per gioco e per passione
12. Tarte tatin ai pomodorini di La Cassata Celiaca
13. Crostata di ricotta e spinaci di Matematicaecucina
14. Kashmir curry di agnello di Banana Split
15. Pane arabo, kebab di pollo e salsa tzatziki di Arte in Cucina
16. Mondeghili con spinaci e ricotta di Le Delizie della Mia Cucina
17. Brisèe di basilico con pomodori, mozzarella e pesto alle mandorle di Ricordi e Tradizioni
18. Spianata del contadino con prosciutto e cipolle di Carotina abbrustolita
19. Tonno marinato al wasabi e sesamo di Fragoline alla panna
20. Petto d'anatra laccato al miele con pesce e cipollotti arrostiti, al profumo di lavanda di La Melagranata
21. Fiori di zucchina ripieni con mozzarella e acciuga di La fata della zucca
22. Bottoncini al tonno di La dolcezza nel cuore
23. Crepes ripiene al forno di cucina con M.E.
24. Peperoni ripieni di Le pentole di falentina
25. Burger vegetariani alle lenticchie di A Little Place to Rest
25. Sformatino di patate con salsa di cipolle rosse caramellate di Meri in cucina
26. Quasi una Linzer Torte di Beyondpasta
27. Pollo in salsa agrodolce di More Sugar Than Sense


Partecipanti per la padella Tempra

1. Filetti di platessa all'aneto con salsa vellutata di rape rosse e insalatina di Dolcemente Inventando
2. Spiedini di polpette al rosmarino con spinaci lessati di Diario di Cucina
3. Scaloppine alla sorrentina con involtini di melanzane con prosciutto e scamorza di Giovanni B. (via email)
4. Pollo con ricotta, basilico e pomodorini di Dolcemeringa
5. Cosce di pollo in padella con zucchine e pancetta di Tavolartegusto
6. Passato di verdure di Rossella B. (via email)
7. Zucchine ripiene della mia nonna di Aria in Cucina
8. Tagliata di tonno con panatura di frutta secca di Clara pasticcia
9. Riso con peperoni dolci di Creativa per gioco e per passione
10. Chapatti: il pane indiano di Banana Split
11. Salad de riz venere avec asperges, champignons et tomatoes di La Cassata Celiaca
12. Spaghetti e fagiolini di Matematicaecucina
13. Polpette di alici di Cioccolato Amaro
14. Zucchette alla crema di La cucina di Petronilla
15. Crema di zucchini di Passioni e Cucina
16. Medaglioni di risotto di Mariintkitchen
17. Churros spagnoli di Arte in Cucina
18. Braciole di maiale all'aceto balsamico e rosmarino con porri caramellati di Love Cooking
19. Insalata di manzo Thai di Fragoline alla panna
20. Petto d'anatra all'aceto balsamico di Modena di Ricette in Tacchi a Spillo
21. Piadina orientale di Meditandum
22. Mezzemaniche con scorfano e cialdine di pecorino, pistacchi e capperi di L'eleganza del polpo
23. Code di gambero in stile orientale di Il laboratorio culinario di Jeggy
24. Schiacciatine al limone di La dolcezza nel cuore
25. Spiedini di involtini di La cucina della Pallina
26. Fettucce con crema di piselli, crumble di nocciole e burrata di L'albero della carambola
27. Polpettine di pollo allo zafferano di La mia cucina improvvisata
28. Thai noodles saltati con manzo di A Thai Pianist
29. Tagliatelle anticrisi di About web, food and tv
30. Involtini ripieni di frittata di Sediamoci in cucina!
31. Basmati con maiale, cipolle e mandorle di More Sugar Than Sense
32. Carbonara estiva con le zucchine di manineinpasta





lunedì 4 giugno 2012

Serve una mano. O anche solo un dito.


Il terremoto in Emilia ce l'abbiamo sotto gli occhi, non importa quanto lontani si sia dalle zone colpite o dall'Italia stessa.
E dovrebbe servire a farci sentire tutti un po' più uniti, senza riservare questi sentimenti solo ad eventi tipo le vittorie di una Nazionale di calcio....
Aiutare?  Uno slancio spontaneo, e se non lo fosse dovrebbe essere considerato un dovere.
Qui di seguito un paio delle tante iniziative nate per provare a far qualcosa, attuabili con una certa facilità anche da chi vive all'estero.
Il primo, un sms solidale del valore di due euro al numero 45500.



Si può utilizzare qualunque cellulare con sim italiana, mentre per la chiamata da rete fissa serve un numero nazionale.
Il secondo, l'acquisto di Parmigiano e Grana Padano provenienti dalle forme danneggiate dal terremoto.
A questo proposito la Coldiretti ha attivato un indirizzo email:
terremoto@coldiretti.it
 Si può scrivere qui per inviare richieste, specificando nome, indirizzo, numero di telefono, prodotto e quantitativo al quale si è interessati.

Nessuno può far miracoli, poco ma sicuro.
Ma aiutare chi è rimasto vivo mi sembra il modo migliore per onorare chi la vita l'ha persa.



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