lunedì 29 ottobre 2018

Uova...da paura!



Ve l'ho raccontato tante volte, e lo ripeto per l'ennesima.
Celebrare Halloween, come tutte le feste che non abbiano radice e tradizione dell'Islam, sarebbe vietato in Arabia Saudita.
Ed in effetti così è stato sempre nel piccolo villaggio dove ho vissuto per tanti anni.
Dove si faceva una specie di trick or treat nascosti tra le altissime e presidiate mura del nostro compound.
E le caramelle, in quei giorni, non si sa bene per quale motivo triplicavano di prezzo nel piccolo super a nostra disposizione.
Ma ora sono nella grande città, con i supermarket delle meraviglie.
Sempre Arabia, sia chiaro.
Ma una città e non un paesino.
Con i grattacieli, oltre ai supermarket di cui sopra, tanta gente da ogni parte del mondo ed un'aria scanzonata.
Magari perchè a pochi km in linea d'aria abbiamo a disposizione lo stato del Bahrein a confronto?
Insomma, giovedì lo shock: decorazioni di Halloween nei negozi, ed io che me le facevo di nascosto con le colleghe a scuola.
Zucche ovunque.
Ed udite, udite: intagliate.
Decorate.
Con tanto di candela dentro (vabbè, era spenta, sempre lo scaffale di un supermercato è)
Costumi, maschere, torte a tema.
Wow, penso.
Ormai le donne guidano.
Ci sono i camerini di prova nei negozi.
Aprono i cinema.
Le abaye d'ordinanza non sono più solo nere.
Lo so che non mi capirete mai.
Ma un po' mi dispiace, che non sia più la mia cara, vecchia Arabia delle mie avventure di una volta :)


 La non-ricetta di oggi viene da un vecchissimo numero di Everyday Kids recuperato nella favolosa biblioteca della mia precedente scuola, quella sperduta nel nulla. E' stata riproposta da poco sul sito di Martha Stewart ma l'originale è questa, ed avrà almeno 20 anni.
Niente di complicato ma una decorazione carina, ops, paurosa, per il buffet di una festa di Halloween.
E se volete qualche altra idea, c'è la sezione dedicata!



SCARY EGGS
da Everyday Kids, di Martha Stewart

6 uova a temperatura ambiente
350g mirtilli surgelati (o colorante nero)
acqua, circa un litro

Mettere le uova in un pentolino in cui possano stare in un solo strato.
Versare acqua fredda che le sovrasti di circa 5 cm ed i mirtilli, quindi accendere il fuoco ed aspettare il bollore.
Appena l'acqua prende il bollore spegnere il fuoco, coprire con un coperchio ed aspettare 10 minuti.
Quindi tirare fuori un uovo alla volta e martellarlo leggermente con un mestolo per formare delle crepe nel guscio.
Metterle quindi in una ciotola media e versarsi l'acqua di cottura (senza i mirtilli) facendo attenzione che siano completamente coperte. Lasciar raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigo.
Pelare le uova per metà e servire.

NOTE

- se le uova servono solo per decorare potete prepararle diversi giorni prima e tenere in frigo. Sono comunque  perfettamente commestibili!

- il colore della foto è stato ottenuto con i mirtilli surgelati.

- non mettete troppa acqua: volete concentrare il potere colorante dei mirtilli, non diluirlo.

martedì 23 ottobre 2018

Polpette con glassa all'arancia ed aceto di mele




Prima che saltiate sulla sedia.
Prima che chiudiate questa pagina.
Prima di ogni espressione di disgusto.
Della mia precedente ricetta provata per il libro del mese avevo detto che stava tutto nel titolo.
Qui, al contrario, è proprio il titolo che dovete superare.
Perchè se dico solo "polpette con la marmellata di arancia" probabilmente evoco in qualunque lettore quella serie di luoghi comuni poco edificanti sulla cucina americana, spesso vista come accozzaglia di sapori ben lontani da ciò a cui siamo abituati.
Un'americanata non è un considerata un complimento.
Ma la cucina americana, come tutte lasciatemelo dire, molto dipende da chi la prepara.
E soprattutto c'è una cucina americana autentica, vera, che va conosciuta ed apprezzata al di là dei luoghi comuni di cui sopra e che non è quella dei fast food a buon mercato dove si precipitano la maggior parte dei turisti improvvisati che poi vengono a riferire oddio ma non sai che ci mettono sulla pizza e banalità del genere.
Mi sono strozzata roba immangiabile, nel mio Paese d'origine, preparata da miei connazionali.
E non siamo convinti di essere il Paese in cui si mangia meglio al mondo?
Insomma, non fermatevi alla marmellata.
Che è un'idea, un profumo, un'astuzia.
Mescolata all'aceto di mele ed alla salsa di soia diventa una glassa delicata, dalla quale le polpette sono velate e non sopraffatte, esaltate e non coperte.
Assolutamente indispensabile non saltare alcun ingrediente, all spice compreso, perchè non si otterebbe la stessa complessità di aromi.
L'autrice dice che queste polpette non sono solo semplicissime da preparare, ma universalmente acclamate nel momento in cui le servite: da adulti, bambini e ...foodie, raffinati esperti di cibo o sedicenti tali, e con il potere di riportarvi indietro nel tempo a certi buffet degli anni '50.
Provare per credere, come diceva una pubblicità.
E lasciate perdere che vi venga detto da chi ha mangiato patate dolci gratinate col marshmallow per ogni Thanksgiving, negli ultimi anni ;)



MARMALADE MEATBALLS  WITH CIDER VINEGAR GLAZE
da Dinner:Changing the Game di Melissa Clark
per 3/4 porzioni
circa mezzo kg di manzo macinato, non troppo magro
25 g di panko
4 filetti di acciuga sott'olio, tritati
2 cipollotti, sia la parte verde che la bianca, tritati
un uovo, leggermente battuto
un cucchiaino di sale
uno spicchio d'aglio, grattugiato su una grattugia Microplane o tritato
un cucchiaino di zenzero fresco tritato
la punta di un cucchiaino di pepe nero macinato al momento
un pizzico di all spice (pimento, pepe garofanato)
110 g di marmellata d'arancia (se ha pezzi molto grossi meglio tritarli),
un cucchiaio di aceto di mele
un cucchiaio di salsa di soia
1/4 di cucchiaino di peperoncino secco
erba cipollina, per guarnire (facoltativa)


-Sistemare una delle grate del forno almeno almeno dieci centimetri dalla fonte di calore ed accendere il grill.

- In una ciotola capiente mescolare la carne, il panko, le acciughe, i cipollotti, l'uovo, il sale, l'aglio, lo zenzero, il pepe e l'all spice amalgamando bene.

- Formare con il composto delle polpette da circa tre centimetri l'una. A questo punto possono essere messe in frigo, coperte, anche per una notte, invece che essere subito cotte.

- Sistemare le polpette su una teglia a circa almeno due centimetri l'una dall'altra e cuocere sotto il grill finchè saranno dorate e cotte anche all'interno, 5 o 7 minuti.

- Nel frattempo mettere in un pentolino la marmellata, la salsa di soia, l'aceto, il peperoncino e portare il tutto a leggera ebollizione.

- Appena le polpette saranno cotte spennellarle con la glassa preparate e rimetterle sotto il grill finchè la glassa farà le bolle sembrando quasi caramellata, ci vorranno due minuti al massimo.
Servire subito, volendo spolverizzandole con erba cipollina.

NOTE

- premettendo che di solito trovo le polpette classiche una preparazione molto banale (mi perdoneranno i tanti estimatori), queste non lo sono di certo: tra la glassa ma soprattutto gli aromi aggiunti alla carne diventa un piatto da poter tranquillamente offrire.
Impagabile l'aggiunta delle acciuge, che non vi venga in mente di ometterle anche se non vi piacciono: non si sentono e regalano una sapidità particolare.

- la carne: in questo gli americani ci capiscono parecchio più di noi. Quindi non comprate il macinato super magro, ma fidatevi di Melissa Clark che suggerisce una ratio di 80/20 come percentuale di grasso. Ne guadagnerà il sapore.

- la cottura: mai cotto polpette al forno, prima, ma così ho fatto. Sono venute benissimo e trovo sia comunque la cottura indispensabile vista la presenza della glassa.

- da quando ho tirato fuori la ciotola per prepararle al momento in cui sono entrate in forno sono passati si e no 10 minuti. Possono anche essere preparate in anticipo, cotte e lasciate senza glassa per poi procedere all'ultima operazione quando dovrete servirle.

-di che sanno? non certo di polpette con la marmellata :) carne saporita e una glassa agrodolce delicata anche perchè ne va un velo. Raffinate.

- l'augusto consorte, del quale terribilmente temevo il giudizio stavolta, ne ha mangiate due. Poi altre tre. Poi un'ultima perchè non capiva di che sapessero. Per poi ammettere, vinto, che fossero buonissime nonostante non fossero le classiche, al sugo, da lui tanto amate ;)

giovedì 18 ottobre 2018

Pollo con l'uva ed aceto di sherry




In un mondo che è tutto immagine, quella qui sopra è di certo un epic fail.
Volevo emulare la bella foto del libro e ahimè, il risultato è la bestia sgraziata che vedete.
Però non ci vuole un volo pindarico per immaginare cosa possa essere questo pollo, con pochi passaggi che ne decretano in modo inderogabile il passaggio da "cena di casa quando non si sa che mangiare" a piatto che non sfigura davanti agli ospiti.
Di pollo in casa mia se ne mangia, e tanto.
Stragi, ne abbiamo fatto.
E pollo se ne mangia parecchio in generale.
Più difficile invece creare un piatto che con il pollo non avessi già realizzato, e qui arriva Melissa Clark.
Nell'introduzione del libro afferma come ogni ricetta presente sia, si, qualcosa di se vogliamo basico, conosciuto.
Ma con il twist, il tocco, l'accorgimento, che trasforma (ed infatti il sottotitolo è non a caso "changing the game") ciascuna in una cena non solo semplice, ma di gusto e soddisfazione.
L'abbinamento frutta/carne non è una novità, ma personalmente non l'ho mai usato con il pollo.
L'autrice dice che il trucchetto di arrostire l'uva e l'aggiunta dell'aceto di sherry è ciò che usa quando vuole apparire elegante senza troppo sforzo.
Abbinata al pollo, lo fa diventare un piatto da re.
Anche bello, giuro.
Se guardate la foto del libro :D




CHICKEN AND GRAPES WITH SHERRY VINEGAR
da Dinner:Changing the Game di Melissa Clark
per 4-6 persone
un cucchiaio di sale, e altro al bisogno
un cucchiaino e mezzo di semi di finocchio, leggermente pestati in un mortaio
un cucchiaino di pepe nero macinato al momento, più altro al bisogno
buccia grattugiata di un limone
un cucchiaio più due cucchiaini di olio extravergine d'oliva
un pollo aperto a farfalla tamponato con carta da cucina (tra i due kg e i due kg e 300)
340 g circa di uva rossa senza semi, divisa in piccoli grappoli
un cucchiaino di zucchero
un cucchiaino e mezzo di aceto di sherry, o più a gusto
un cucchiaino e mezzo di burro non salato


In una ciotolina mischiare cucchiaio di sale, i semi di finocchio, un cucchiaino di pepe, la buccia di limone ed un cucchiaio di olio.
Strofinare il tutto generosamente sul pollo, metterlo in una teglia da forno e quindi lasciarlo riposare col lato della pelle verso l'alto per almeno un'ora.

Circa quindici minuti prima di cuocere il pollo scaldare il forno a a 250 gradi, quindi trasferirci il pollo e cuocerlo per 20 minuti.

In una ciotola mescolare luva con l'olio rimasto, lo zucchero ed altri sale e pepe a piacere. Sistemare l'uva attorno al pollo e rimettere in forno finchè questo sarà ben cotto e l'uva leggermente caramellata, ci vorranno 20-25 minuti.

Trasferire il pollo su un tagliere e farlo riposare, e mettere da parte l'uva in una ciotola.
Mettere la teglia di cottura su due fornelli accesi, versarci l'aceto e e grattare le parti bruciacchiate dal fondo della stessa.
Versare tutto ciò che si riesce a ricavare in un pentolino e scaldarlo su fuoco medio, quindi unirvi il burro.
Tagliare il pollo e servirlo cosparso con l'uva e la salsa preparata.



NOTE

- il pollo qui è aperto a farfalla. Da me li vendono già aperti, ma in effetti non è difficile da fare in casa se non avete come me la sindrome dell'autopsia quando tagliuzzate qualunque cosa che fosse viva in precedenza. Comunque sia questo aiuta moltissimo la cottura, rendendola uniforme e sicuramente più veloce.

- la ricetta è di una facilità disarmante. In pratica si michia tutto e si cuoce in forno. Stop. Unico passaggio extra la salsa, che comunque sia è facoltativa. E' buonissima, ma confermo che il pollo viene morbido e saporitissimo già di suo.

- di solito cuocio il pollo a temperatura leggermente più bassa. Ma devo dire che invece ha funzionato benissimo ed i tempi si sono rivelati veritieri. C'è pochissimo olio e quelli che vedete in teglia sono i succhi di cottura.

- in realtà il tocco magico oltre all'uva lo danno i semi di finocchio. Viene fuori un aroma che oso definire molto...toscano, se mi si permette il termine.

- per farla breve, è buonissimo. Sorprendentemente gradito anche dal mio toscano augusto consorte che in genere è più robusto nelle preferenze. A questo proposito, secondo Melissa Clark il pollo basta per 4/6 persone. In effetti è così, a meno che non siate come mio marito che ne considera uno come monoporzione. Fate voi ;)

mercoledì 10 ottobre 2018

Guacamole...con l'ingrediente segreto!





Sta tutto nel titolo.
Eh si, perchè questo non è un guacamole classico secondo i sacri testi.
E' una variazione sul tema.
Nemmeno tanto stramba o coraggiosa, onestamente.
Eppure, dice l'autrice che a sua volta ha preso la ricetta da Ian Coogan, chef di un noto ristorante di New York, quando la pubblicò per la prima volta sul New York Times si scatenò un putiferio.
Tutti i puristi del guacamole, che evidentemente sono tanti, le si rivoltarono contro.
Il mondo di Twitter fu invaso da migliaia di tweet di condanna, e ben pochi di approvazione.
Sia chiaro, non che lo avessero assaggiato: ma era l'idea dei piselli aggiunti all'avocado che evidentemente ha scioccato il sentire comune sull'argomento.
E se ci aggiungiamo che persino l'allora presidente Obama ed il suo avversario politico Jeb Bush (Melissa Clark, una signora, non lo dice, ma ve lo dico io: Jeb Bush ai tempi raccoglieva fondi per la sua campagna elettorale e prese la palla al balzo, dopo il famoso tweet, per vendere guacamole, a suo dire fatto con la ricetta perfetta, sul suo sito...),  per una volta d'accordo su un argomento, ci misero del loro si capisce quale sia stata la portata della cosa.
Sono nati, udite udite, gruppi di assaggio.
Chi promuove, chi boccia.
Che poi volendo essere puntigliosi, l'hummus, per fare un esempio, nasce come fatto con i ceci.
Perchè hummus, in arabo, vuol dire proprio cece.
Poi ovunque è un fiorire di creme simili a base della qualunque, e non ho visto alzarsi stendardi e spade in difesa dell'originale.
Insomma, sono del parere che nel mondo ci sia posto per più di un guacamole.
O no? ;)




THE CONTROVERSIAL PEA GUACAMOLE
da Dinner:Changing the Game di Melissa Clark
per circa due tazze abbondanti
100g circa di piselli sgusciati, freschi o surgelati
2 peperoncini tipo Jalapeno, piccoli
2 cucchiai di coriandolo fresco tritato
3/4 di cucchiaino di sale kosher ( o più)
3 piccoli avocado maturi, sbucciati, privati del nocciolo e schiacciati
2 cipollotti, solo la parte bianca, affettatti più sottile possibile
buccia grattugiata e succo di un lime (o più, se serve)
un cucchiaio di semi di girasole non salati, tostati
sale in fiocchi per servire
spicchi di lime, per servire

- Se si usano piselli freschi, riempire una ciotola con acqua e ghiaccio. In una casseruola portare a bollore dell'acqua salata quindi appena bolle immergervi i piselli per un minuto per mantenerli "al dente". Scolarli e trasferirli immediatamente nella ciotola di acqua ghiacciata.
Se si usano piselli surgelati saltare questo passaggio.

- Accendere il grill del forno alla massima potenza. Mettere uno dei peperonicini in una piccola teglia adatta alla cottura col grill ed arrostirlo, girandolo ogni tanto, finchè sarà bene abbrustolito, circa 2 o 3 minuti. Trasferirlo in una ciotola, coprirla con della pellicola trasparente da cucina e lasciar riposare un quarto d'ora.
Quando sarà possibile maneggiarlo rimuovere la pelle bruciacchiata usando uno strofinaccio, quindi tagliarlo a metà, eliminare i semi e le membrane interne.
Tagliare a metà e rimuovere i semi e le membrane anche all'altro peperoncino, quindi tritarlo.

- Mettere i piselli nel robot da cucina, tenendone da parte due cucchiaiate per la guarnizione finale, ed aggiungere il peperoncino crudo, quello arrostito, il coriandolo e un quarto di cucchiaino di sale.
Frullare finchè il tutto sarà amalgamato ma con ancora qualche pezzetto visibile.

- In una ciotola media amalgamare la polpa di avocado schiacchiata, i cipollotti tritati, il succo e la buccia di lime, mezzo cucchiaino di sale e il mix di piselli.
Assaggiare ed aggiungere più sale e succo di lime, se serve.
Guarnire il guacamole con i piselli lasciati da parte, i semi di girasole tostati, del sale in fiocchi e qualche spicchio di lime.


NOTE

- ricetta semplice e rapida, non presenta alcuna difficoltà pratica. La presenza dei piselli addolcisce il tutto ed a gusto personale, come indicato, ho aggiunto più sale e succo di lime di quanto scritto.
Il coriandolo in casa mia è entrato una sola volta, e volato fuori alla velocità della luce. Da allora viene sempre ed immancabilmente sostituito con il prezzemolo, e qui non si è fatta eccezione.

- l'aggiunta dei piselli fa si anche che la preparazione rimanga di un verde brillante ben più a lungo che con l'avocado e basta.

- se sia buono o meno? E' buonissimo, tenendo a mente che non è il guacamole classico: il mio augusto consorte ha detto che è cento volte meglio, altri dissentivano, altri ancora erano d'accordo.
La controversia è arrivata anche in Medio Oriente, ma devo dire che la maggior parte di chi l'ha assaggiato l'ha trovata una gradevolissima variante dell'originale.


lunedì 1 ottobre 2018

Confettura agrodolce di peperoni



Avete presente un invito dell'ultimo minuto.
Declino, anzi no, magari passo un attimo a salutare.
Che ormai visto il tempo che ho finirà che non andrò più da nessuna parte.
Ah si, tocca portare qualcosa.
Apro il frigo: non è che in casa mia manchino mai gli ingredienti per tirar fuori un piatto.
E' il tempo piuttosto a farsi desiderare.
Una torta ce ne vuole troppo, i biscotti idem.
Forse una di quelle cialtronate senza cottura che ho qui su queste pagine.
Potrei in effetti comprare qualcosa, il meraviglioso super sotto casa ha una sezione pasticceria e sfizi salati niente male.
Ma mi capite, lo so, se dico che è contro la mia religione :)
Quindi ok, mi sa che me la cavo facendo pure finta di aver fatto una roba alla moda.
Che qui i "cheese and fruit platters" vanno alla grande sui buffet chic.
Tanto chic alla fine non sarà, pazienza.
Un po' di formaggi, dell'uva, delle albicocche secche.
Le noci pecan che piacciono a tutti.
I mitici Triscuit, i crackers olio e rosmarino della stessa azienda che produce gli Oreo, e quindi buonissimi.
Ed in mezzo il mio asso nella manica, o nel barattolo.
La confettura di peperoni preparata pochi giorni prima.
Complici i peperoni stessi in super offerta speciale per poi scoprire, ovviamente, che tanto freschi non erano e l'offerta era in realtà una mezza "sòla", come si direbbe a Roma.
Quindi per la regola che nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma i peperoni diventano confettura.
Un po' agrodolce, appena appena di piccante.
Sono stata quindici minuti, all'evento dove l'ho portata.
Sono bastati per un numero infinito di richiesta della ricetta.
Ma la migliore, la padrona di casa.
Che assaggiandola, mi fa.
Ora sai che regalarmi per Natale ;)

Divina a dir poco, fatta sempre e mi chiedo perchè mai postata prima. Ottima con i formaggi, con gli antipasti, per gli aperitivi. Ottima da regalare e con il pregio di essere gluten free e vegan.
Fatene scorta, e buon uso ;)




CONFETTURA AGRODOLCE DI PEPERONI

un kg di peperoni rossi
400 g di zucchero
200 ml di aceto bianco
2 cucchiaini di sale, o comunque a gusto personale
peperoncino secco, facoltativo

Lavare i peperoni quindi liberarli dal picciolo, aprirli in due ed eliminare tutti i semi ed i filamenti bianchi. Tagliarli quindi a strisce e quindi a dadini.
Metterli in una ciotola capiente con metà dello zucchero, mescolare, coprire con della pellicola e lasciare una notte in frigo.
Il giorno dopo versare nella pentola di cottura i peperoni e tutto il liquido che si sarà formato, aggiungere il resto dello zucchero, l'aceto ed il sale.
Far sobollire piano un'ora circa ed a questo punto dare una frullata con un frullatore ad immersione: il tutto non dovrà ridursi a crema ma solo amalgamarsi un po'.
Rimettere sul fuoco per un'altra mezz'ora ed a questo punto cominciare a controllare la consistenza con la prova piattino: versare un po' del composto in un piattino e mettere in frigo, quindi controllare dopo che si sarà raffreddato.
Continuare la cottura fino a raggiungimento della consistenza desiderata quindi aggiungere un poì dipeperoncino secco, se piace, nella quantità preferita.
Invasare la marmellata calda in barattoli sterilizzati, chiuderli e capovolgerli a formare il sottovuoto.
Lasciarli capovolti fino a completo raffreddamento.

NOTE

- anche il sale può essere un po' aumentato: assaggiate e verificate ma a fine cottura, non aggiungetene troppo all'inizio.

- si conserva per mesi nei barattoli sterilizzati e col sottovuoto. Fate attenzione che i tappi siano a prova di aceto (ormai tutti i tappi lo sono in realtà)

- per sterilizzare i barattoli vuoti : metterli in lavastoviglie con un lavaggio ad almeno 60 gradi e farli asciugare all'interno.
In alternativa passarli in forno a 100 gradi per una decina di minuti, spegnerlo e farli raffreddare completamente all'interno.


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