lunedì 22 maggio 2017

Pollo. Al Ritz!







Ah, il pollo.
Il povero volatile è consumato molto spesso in casa arabafelice, sia nelle sue versioni più light che in quelle un po' meno, tanto da meritarsi una sezione apposta su questo blog.
D'altronde è cosi versatile che se ben cucinato puù trasformarsi in un piatto davvero gustoso.
Quello che vi mostro oggi è graditissimo specialmente ai bambini e può fare tranquillamente parte di un menù settimanale a loro dedicato: scommettiamo che ve lo richiederanno?
E cosa da non sottovalutare: piace moltissimo anche ai grandi!
Ovviamente il Ritz del titolo non è il famoso hotel, ma gli altrettanto noti crackers utilizzati per la golosissima panatura ;)




 RITZY CHICKEN NUGGETS
da Feast di Nigella Lawson
per 12-16 pezzi piccoli

2 grossi petti di pollo
280 ml di latticello (buttermilk)
150g di crackers tipo Ritz ridotti in briciole
sale
olio per friggere

Appiattire i petti di pollo battendoli con un mattarello dopo averli messi in un sacchetto di plastica per alimenti, quindi tagliare ognuno in 6- 8 strisce.
Salare i pezzi e metterli in una ciotola con il buttermilk a marinare per almeno 3 ore, ma anche fino a 2 giorni.
Al momento di cuocere, scaldare l'olio in padella.
Scolare i pezzi di pollo dall'eccesso di buttermilk quindi impanarli nelle briciole di Ritz e friggerli, pochi alla volta, su fuoco medio finchè ben dorati.
Servire caldi, magari con del ketchup e una insalatina.

NOTE

- la marinatura  nel buttermilk rende il pollo morbidissimo, e più ci sta meglio è. Ormai lo vendono parecchi supermercati, ma se proprio non lo trovate fate un composto di metà yogurt bianco denso e metà latte.

- fritti sono divini. Se friggere è contro la vostra natura possono essere spennellati con olio e cotti in forno a 200 gradi per circa 20 minuti o comunque fino a completa cottura del pollo. Però croccanti e deliziosi come fritti non si battono....


venerdì 19 maggio 2017

Tartufini al cioccolato senza... tutto!


Insisto.
Persevero.
Ma questi sono troppo buoni!
Per chi è a dieta, per chi sta attento a cosa ingurgita.
Per chi è goloso.
Per chi è vegano e chi no.
Chi non mangia glutine e chi invece si.
Insomma, una delizia semplicissima e non si cuoce nulla!
La ricetta la trovate oggi dalle Amiche diFuso :)

giovedì 18 maggio 2017

Il pane. Senza pane!



Piano, piano.
Lo so che siete pronti a lanciare strali, tuoni, fulmini e saette.
Che non vedete l'ora di dirmi che questo non è pane.
Che non c'è lievito.
Farina.
Non si impasta.
Come oso chiamarlo tale.
Che il pane è altra cosa e con questa roba qua sopra non ha niente a che spartire.
Cominciamo col dire che LO SO :)
Non stupitevi: anche una cuoca cialtrona sa che che questo non è pane "vero".
Ma ho un sacco di amiche in regime low-carb, a basso contenuto di carboidrati in vista dell'estate.
Altre, meno fortunate, per problemi di salute seri.
Lo snack di un giorno low carb può essere un po' triste, in effetti, se pensate alle relativamente poche opzioni disponibili se il regime si deve, o si vuole seguire, con una certa serietà.
Qui sopra invece avete una roba che sembra, attenzione, una piadina.
Non una frittata.
Che si può spalmare di qualcosa.
O che si può abbinare a due a due per farci una specie di panino da portare in ufficio.
Ci si può fare pure una specie di scarpetta.
Una specie di tutto.
Ma se non si può mangiare altro, è sempre meglio di niente ;)


Il nome originale è cloud bread, e facile capire il perchè venga paragonato ad una nuvola visto che per la maggior parte è fatto di ...aria! La ricetta è semplice ma bisogna cuocerla bene perchè l'interno poco cotto non risulta il massimo.
L'augusto consorte, per motivi oscuri e dovuti forse alla fame atavica che si porta dietro li ha adorati.
Di che sanno, gli ho chiesto.
E lui: di sofficità. 
La poesia è finita quando ci ha messo su una fetta di salame (halal, non pensate male...)
Provatelo se dovete seguire un regime a basso contenuto di carboidrati, e casualmente è pure gluten free!




CLOUD BREAD
vecchia ricetta della dieta Atkins, ripresa da mezzo mondo 

3 uova 
55 grammi di formaggio tipo Philadelphia oppure yogurt greco ben sodo
sale, spezie a piacere
un pizzico di cremortartaro o bicarbonato


Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ben ferma insieme al cremortartaro.
A parte sbattere i tuorli con sale e formaggio fino ad avere un composto omogeneo e senza grumi. Unire eventuali spezie o erbe aromatiche scelte (qui origano secco)
Ora amalgamare gli albumi a neve con i tuorli in tre volte, mescolando delicatamente dall'alto verso il basso per non smontare il tutto.
Dividere il composto in sei mucchietti su carta forno leggermente unta che andranno leggermente appiattiti fino a raggiungere lo spessore di circa 2 cm.


Cuocere subito in forno preriscaldato a 160 gradi per circa mezz'ora o comunque fino a che sarà ben colorito.
Far raffreddare completamente prima di consumare.



NOTE 

- dà il meglio di sè da freddo. Non consumatelo caldo nè tiepido.

- mi fa sorridere quando mi si chiede se sappia di uovo: è l'ingrediente principale! Ma condendolo bene ma soprattutto con l'accompagno adatto è veramente sorprendente. Il bello è la consistenza che lo rende adatto ad essere spalmato e quindi per chi non può, o non vuole, mangiare un carboidrato aiuta ad ingannare un po' la mente. Se potete mangiarvi una fetta di pane, mangiate quella. Questo è per chi per le esigenze più svariate non può farlo.


- il tempo di cottura può variare a seconda dei forni. Non alzate troppo la temperatura perchè volete che anche l'interno si cuocia bene prima di tirarlo fuori.

- con lo yogurt non ho mai provato, ma solo con il Philadelphia.

- conditelo bene, altrimenti senza sale o spezie è ovviamente un po' sciocchino.

- con il burro di arachidi, se vi piace, è divino. Ma qualcuno qui ci ha messo pure la Nutella....

- un pezzo ha circa 70 calorie. Senza Nutella, eh.



lunedì 15 maggio 2017

Gazpacho di melone, agrumi e zenzero


Zuppe, vellutate, parenti ed affini?
Piacciono tutte senza remore.
Se poi vanno servite fredde e non necessitano di alcuna cottura ancora meglio, visti i quarantacinque gradi del mio deserto in questo momento!
Un gazpacho che utilizzasse anche la frutta l'ho già assaggiato ed anche preparato, ma mai uno che non prevedesse pomodori per nulla.
Leggendo gli ingredienti ero certa che avrebbe incontrato i miei gusti e molto probabilmente quelli dei miei ospiti.
Di sesso femminile, sicuro.
Gli altri non so bene.
L'augusto consorte l'ha definito buono, ovviamente non è il suo genere, in piccole dosi.
E ha chiosato che è più un piatto per signorine.
Sarà, ma le signore presenti non si sono lamentate ;)

ORANGE, MELON AND GINGER GAZPACHO
per 4 porzioni
500 g circa di melone giallo
un grosso cetriolo sbucciato, tagliato per il lungo e privato dei semi
un pezzetto di zenzero fresco
un quarto di un peperone rosso tagliato grossolanamente
2 cipollotti, solo la parte bianca
succo e buccia finemente grattugiata di un lime
il succo di un'arancia oppure di due mandarini
mezzo cucchiaino di aceto bianco
sale
per servire
un piccolo mazzetto di menta, coriandolo, o basilico (solo le foglie)
50 ml di olio d'oliva
spicchi di lime
 
Mettere tutti gli ingredienti (tranne olio, erbe aromatiche e spicchi di lime) nel frullatore con un generoso pizzico di sale e far andare le lame, meglio se a scatti, finchè il tutto risulta omogeneo.
Versare quindi in un contenitore e far riposare in frigo fino al momento di servire.
Frullare quindi le erbe con l'olio ed un ulteriore generoso pizzico di sale quindi usare l'olio aromatico per condire con parsimonia il gazpacho, con qualche spicchio di lime di lato.
 
 NOTE

- state pensando che questa è una non-ricetta: verissimo. Butti tutto nel frullatore e viene? Esattamente. Addirittura se nemmeno il tempo di riposo si vuole rispettare l'autrice suggerisce di utilizzare ingredienti ben freddi ed eventualmente unire uno o due cubetti di ghiaccio. Non ho mai provato avendo, entrambe le volte in cui l'ho preparato, fatto con largo anticipo.


- un gazpacho con la frutta può essere un piatto ottimo o scadere nella famiglia dei frullati se non lo si condisce bene. Il sale si deve sentire,  così come avrei addirittura unito più aceto anche se in effetti è risultato fresco e delicato. Gli agrumi, specialmente il lime, assolutamente indispensabili per conferire freschezza e rendere il piatto meno banale.

- l'autrice dice che basta per quattro porzioni. Verissimo, ma in dosi molto generose. Essendo più uno starter che un piatto principale qui è stato servito con più moderazione.

- semplicissimo, sapore molto buono, fresco ed adatto alla bella stagione che sta arrivando da voi ed a quella perenne da me. 
 
 

mercoledì 10 maggio 2017

Crême caramel al mandarino


Intitolarsi "Citrus" vuol dire automaticamente candidarsi a far parte degli innumerevoli libri di cucina di casa arabafelice.
Non è un mistero che gli agrumi mi piacciano da morire, che la bevanda preferita sia la limonata e che le torte con questi frutti battano per la sottoscritta qualunque dolce che sappia di cioccolato.
Da piccola la massima libidina era, quando mamma non vedeva, mettere un po' (forse anche più di un po', va') zucchero in un bicchiere e spremerci sopra del succo di limone a poco a poco, in modo solo da impregnarlo senza scioglierlo per poi mangiarlo a cucchiaiate.
Questo spiega molto, eh?
Scherzi a parte, la tragedia sta nel fatto che l'amore per gli agrumi non è condiviso dall'augusto consorte ai miei stessi livelli.
Quindi per tagliare la testa al toro inzio con quello che è da sempre il suo dolce preferito, il creme caramel, unito qui all'aroma del mandarino.


INGREDIENTI
per 6 porzioni
per il caramello
100 g di zucchero semolato super fino tipo Zefiro

per i dolci
500 ml di latte intero
2 uova intere e 2 tuorli
la buccia finemente grattugiata di due mandarini
un pizzico di semi di anice (facoltativo)
100 g di zucchero semolato super fino
 
Imburrare leggermente sei stampini da creme caramel o sei piccole pirofile da forno, poco profonde.
Mettere il latte in un pentolino con la buccia di mandarino e, se si usano, i semi di anice.
Portare quasi ad ebollizione quindi spegnere il fuoco e lasciare a riposare.
Preparare quindi il caramello: spargere in modo uniforme lo zucchero in un pentolino e coprirlo con tanta acqua quanta ne basta a coprirlo appena. Mettere su fuoco medio e far cuocere finchè il caramello sarà di un colore ambrato.
E' possibile girare il pentolino ogni tanto per aiutare lo zucchero a sciogliersi ma resistere alla tentazione di mescolare.
Togliere dal fuoco ed immediatamente, lavorando velocemente, dividere il caramello tra gli stampini preparati.
Preriscaldare il forno a 150 gradi.
Mescolare le uova ed i tuorli con lo zucchero giusto quel che basta per amalgamare, senza montare, evitando che diventino una mousse.
Filtrare il latte ed unirlo al composto di uova, sempre girando delicatamente, senza montare.
Lasciar riposare intanto che il caramello rapprende, circa 15-20 minuti.
Se dopo questo tempo il composto presentasse ancora della schiuma in superficie eliminarla con delicatezza.
Versare il composto negli stampini sul caramello e coprire ogni stampino con alluminio.
Mettere gli stampini in una teglia a bordi alti e versare nella teglia dell'acqua bollente che arrivi a circa metà altezza degli stampini stessi.
Cuocere in forno caldo per 15 minuti, quindi eliminare l'alluminio e cuocere altri 15 minuti o comunque finchè le creme sono cotte ma ancora conservano un tremolio al centro.
Togliere gli stampini dalla teglia e farli raffreddare a temperatura ambiente, quindi coprirli e metterli in frigorifero.
Prima di servirli passare una lama piatta tra i dolci ed il bordo dei contenitori quindi capovolgerli sui piatti di servizio. Il caramello colerà attorno ai dolci e formare un piccolo lago alla base.

NOTE

- la ricetta è ben spiegata e precisa al millilitro. Con queste dosi vengono esattamente sei stampini di quelli di alluminio usa e getta. Le indicazioni sono accurata, dato che l'autrice si prende il tempo di spiegare il fatto che i creme caramel non vanno montati troppo o faranno le bolle dopo la cottura.
Meno bene forse è spiegato il caramello, se proprio devo mettermi nei panni di chi non l'abbia mai fatto: il fuoco medio indicato è, per un novizio, pericolo di disastro se non si tiene il tutto attentamente sotto controllo.

-  la cottura a 150 gradi. Allora, lo so che questa temperatura è quella indicata da tutti i cuochi che seguo compresi i non cuochi come Nigella Lawson e Martha Stewart. Ebbene nel mio forno questi dolci a 150 gradi non si cuociono nemmeno a pregarli in cinese, quindi ho alzato a 160 come d'abitudine. L'autrice stessa indica però più che il tempo, la consistenza che si deve raggiungere.

- vivendo come sapete nel mezzo del nulla, la mia visita settimanale al supermercato ha l'aspetto di una lotteria: quello che trovo, trovo. Al prezzo che trovo, e no, non è che nei Paesi arabi si mercanteggi a meno che non siate nei souq. Quindi questi usati sono mandarini bio marocchini, e speriamo sia vero...comunque sia non è che fossero eccezionali, ma sono riusciti comunque a regalare l'aroma desiderato al dolce.

- dunque, la ricetta viene ed è buona. L'aroma di mandarino delicato ed un cambiamento dal solito aroma limone che uso nella ricetta di famiglia.

lunedì 8 maggio 2017

La pasta fresca di Luca Montersino



Quando si dice avere un'idea e portarla avanti.
In effetti è ammirevole.
Incurante delle critiche, dei pareri contrari, delle inevitabili polemiche.
Cinque anni, ci ha messo.
Cinque anni di studi.
Di ricerche.
Di, assicura, visione di documenti riservati inviateli nientemeno che dalla NASA.
Me la immagino china sui libri di notte.
Quella notte che arriva perchè è il Sole a girare, non la Terra.
Eh si, non sapete degli ultimi trend in tema?
Cinque anni in cui, tra l'altro, avrà pur avuto un relatore.
Si, perchè cinque anni sono serviti ad una studentessa tunisina per scrivere una tesi di laurea per cercare di dimostrare che la Terra è piatta come viene desunto dalla lettura del Corano.
Un respiro profondo, ci vuole.
La ragazza, nell'introduzione, scrive di voler rovesciare le leggi di Newton, Copernico ed Einstein vista la debolezza dei loro fondamenti (!) e di proporre quindi una nuova visione basata su alcuni versetti del Corano.
Comincio dalla fine: la tesi è stata respinta.
E' spuntato un tal putiferio in Tunisia appena il documento è stato reso noto che l'università non ha avuto scelta, bocciata.
Ora per carità non sono uno scienziato.
Ma ad occhio e croce nemmeno la signorina in questione.
E nemmeno lo diventerà, se tanto mi dà tanto.
Ma le ho appena trovato l'anima gemella.
Il noto, da queste parti, religioso che sostiene la stessa tesi.
Facendo anche esempi pratici come quelli che si possono visionare nel video relativo.
Dio li fa e poi li accoppia, o meglio dovrebbe accoppiarli.
Peccato perchè avrebbero fatto furore.
Se solo fossimo mille anni indietro :)

No comment :) ed oggi incolpo ringrazio quella cuoca straordinaria e generosa di Pasqualina che ha condiviso su facebook questa ricetta perfetta per la pasta fresca.
Qui nel deserto non trovo grandi farine, la semola me la devo portare ed i risultati non sono sempre granchè: ebbene con questa ricetta ho fatto bingo, non la cambierò più.
Provate e mi saprete dire ;)



PASTA FRESCA
di Luca Montersino

300 g farina debole
200 g di semola rimacinata
50 g di tuorli
200 g di uova intere
10 g di olio
goccio d'acqua


Impastare tutti gli ingredienti insieme tranne l'acqua. Unirla poco a poco, alla dose di un cucchiaino alla volta non di più, ed impastare energicamente.
Io sono cialtrona ed impasto tutto nella planetaria con il gancio a K.
Se lavorate con la macchina fermatevi ogni tanto e provate con le mani se l'impasto sta insieme, piuttosto che correre il rischio di aggiungere troppa acqua!
Si dovrà ottenere un panetto piuttosto sodo ma che non si sbricioli. Avvolgere nella pellicola e far riposare in frigo un'oretta almeno.
Stendere quindi nel formato desiderato.


NOTE

 - vi prego, non mi chiedete quante uova siano 200 g o quanti tuorli siano i 50 g indicati: a seconda della dimensione il numero usato varia parecchio! Va proprio fatto lo sforzo di pesare :)

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