lunedì 30 ottobre 2017
Sorrisi di Dracula!
Allora, questa non vuole essere una ricetta ma solo un'idea divertente per passare un pomeriggio con i bambini.
I ...sorrisi qui sopra sono stati realizzati con gioia pari al macello che si è fatto dalle due bimbe di 4 e 7 anni della mia vicina venezuelana: io ho solo tagliato i biscotti a metà e preparato il frosting alla vaniglia, poi l'assemblaggio è tutto loro.
Spaventosi, eh?
Potete comprare biscotti pronti e frosting in barattolo, in questo modo non ci sarà nulla da preparare.
SORRISI DI DRACULA
da Delish.com
biscotti tondi comprati o fatti in casa,
frosting alla vaniglia comprato o fatto in casa (segue ricetta)
colorante rosa o rosso
mini-marshmallow
mandorle a metà o a filetti
Se non trovate il frosting fatelo voi mescolando 56 grammi di burro a temperatura ambiente con 2 cucchiai di latte, 240g di zucchero a velo, un cucchiaino di estratto di vaniglia e la punta di un cucchiaino di sale.
Amalgamate il burro con un cucchiaio in modo che si intrida di zucchero quindi sbattete, unendo ilsale, con le fruste elettriche per 4-5 minuti finchè chiaro e montato.
Unire a questo punto il colorante e battere ancora.
Dividere i biscotti a metà, spalmare un velo di frosting e sistemare i marshmallow in modo che sembrano denti. Spalmare un velo di frosting sull'altra metà e chiudere.
Aggiungere alla fine il filetto di mandorla a simulare i canini.
Conservare in frigo se non si consumano subito ma tirare fuori 15 minuti prima di gustarli in modo che il frosting torni morbido.
NOTE
- la ricetta ha il tag gluten free: lo diventa se usate biscotti senza glutine e comprate frosting e marshmallow con la spiga barrata.
- il frosting è in pratica una crema al burro alla vaniglia realizzata con la ricetta di Martha Stewart. Potete prepararlo in anticipo e conservarlo in frigo in un contenitore ermetico oppure congelato. Va però riportato a temperatura ambiente per poter essere spalmato. Si presta anche ad essere usato per decorazioni con la sacca da pasticceria perchè tiene benissimo la forma.
lunedì 23 ottobre 2017
Biscotti incredibili alle arachidi
Ci sono stati tempi in casa arabafelice in cui l'augusto consorte diceva di preferire il salato.
Ci sono stati tempi in cui i biscotti erano guardati con sospetto dallo stesso soggetto.
Con poco, se non nullo, interesse.
Ci sono stati tempi in cui il suddetto addirittura decretò "non mangio biscotti".
Poi si vede che i tempi sono cambiati.
O i suoi gusti.
O i biscotti che hanno cominciato a girare per casa sono migliorati drasticamente?
Non sapremo mai la risposta.
Sappiamo solo che questi, come altri, non sono stati mangiati.
Sono stati divorati.
Ne è stato assaggiato l'impasto crudo decretandolo come uno dei migliori al mondo.
Beh, burro, zucchero a velo e frutta secca : se amate il genere è il paradiso.
Il profumo che emanano le arachidi a tostare prima ed i biscotti che cuociono dopo assolutamente irresistibile.
Insomma oltre alla preghiera di rifarli al più presto, solo un'altra richiesta.
Che ne tirassi fuori almeno il doppio.
Fate voi ;)
la sottoscritta e Yotam Ottolenghi alla presentazione di Sweet a New York
PEANUT SANDIES
per circa 18 pezzi
90g di arachidi non tostate e non salate, senza pelle, oppure arachidi tostate
150 g di farina
125 g di burro a temperatura ambiente
50 g di zucchero a velo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
un quarto di cucchiaino di sale
un quarto di cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiai di zucchero Demerara
Tostare le arachidi in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 8-10
minuti (ma solo 3 o 4 se si usano arachidi tostate) finchè risulteranno
ben dorate.
Farle raffreddare completamente quindi metterle nel robot da cucina insieme a 50 g di farina (presi dal totale) e far andare le lame con la funzione ad intermittenza finchè il tutto sarà ridotto ad una polvere fine.
Sbattere con le fruste o nell'impastatrice con il gancio a K il burro con lo zucchero a velo per circa due minuti, finchè chiaro e spumoso.
Unire l'estratto di vaniglia raccogliendo bene il composto con una spatola dalle pareti della ciotola, quindi unire la restante farina, il lievito ed il sale girando il gancio a bassa velocità.
Unire quindi le arachidi polverizzate e battere ancora solo un attimo, solo per amalgamare.
Versare il composto sul piano da lavoro e lavorarlo leggermente in modo da compattarlo, quindi formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente non troppo stretta e mettere in frigo per almeno un'ora.
Farle raffreddare completamente quindi metterle nel robot da cucina insieme a 50 g di farina (presi dal totale) e far andare le lame con la funzione ad intermittenza finchè il tutto sarà ridotto ad una polvere fine.
Sbattere con le fruste o nell'impastatrice con il gancio a K il burro con lo zucchero a velo per circa due minuti, finchè chiaro e spumoso.
Unire l'estratto di vaniglia raccogliendo bene il composto con una spatola dalle pareti della ciotola, quindi unire la restante farina, il lievito ed il sale girando il gancio a bassa velocità.
Unire quindi le arachidi polverizzate e battere ancora solo un attimo, solo per amalgamare.
Versare il composto sul piano da lavoro e lavorarlo leggermente in modo da compattarlo, quindi formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente non troppo stretta e mettere in frigo per almeno un'ora.
Stendere quindi l'impasto tra due fogli di carta forno finchè sarà
spesso circa mezzo cm abbondante. Tagliare dei cerchi da circa 7 cm di
diametro e adagiarli nella teglia preparata foderata con carta forno, a
circa 1 centimetro l'uno dall'altro.
Reimpastare eventuali ritagli in modo da tagliare più biscotti possibile.
Spolverizzare i biscotti con lo zucchero demerara e cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 15 minuti o finchè risulteranno dorati.
Far raffreddare nelle teglia prima di servirli.
Durano anche una settimana se conservati in un contenitore ermetico.
NOTE
- allora, che sono buonissimi lo avete capito. Attenzione alla frullatura delle arachidi con la farina: brevi scatti delle lame perchè non volete riscaldare il tutto facendo fuoriuscire l'olio dalla frutta secca, compromettendo la ricetta inesorabilmente.
- le preparazioni con il burro montato sembrano semplici ma nascondono qualche insidia: raffreddate l'impasto in frigo se temete che si stia scaldando troppo e non lavoratelo a lungo con le mani, solo l'indispensabile.
- l'autore invita a provarli, oltre che così come sono, anche con un velo di cioccolato fuso, un po' di Nutella o una cucchiaiata di gelato. Suggerisco di ascoltarlo.
- me ne sono venuti 17 invece che 18. Forse dovrei smettere di mangiare gli impasti crudi :)
- le arachidi non tostate dalle mie parti si trovano facilmente. Se usate quelle già tostate o magari salate attenzione al sale poi in ricetta.
- lo zucchero Demerara fa parte degli zuccheri "light brown" e prende il nome dalla zona di provenienza. E' leggermente più grossolano dello zucchero di canna classico e dona un effetto croccantino in superficie veramente irresistibile.
- l'impasto crudo di questi biscotti si può surgelare, già steso per comodità.
- i biscotti cotti si conservano anche una settimana in un contenitore ermetico. Ma è dura tenerli in giro così a lungo, credetemi...
- questa è una delle poche ricette del libro senza foto. Durante il mio incontro a New York con Yotam Ottolenghi di cui ho già parlato mi sono presentata con il cellulare spianato tipo fucile con la foto qui sopra in bella mostra. Look, gli ho detto. E lui: the Peanut Sandies, what a beautiful picture! Capirete la soddisfazione derivante dalla certezza, ora, che dovessero venire esattamente così :)
Spolverizzare i biscotti con lo zucchero demerara e cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 15 minuti o finchè risulteranno dorati.
Far raffreddare nelle teglia prima di servirli.
Durano anche una settimana se conservati in un contenitore ermetico.
NOTE
- allora, che sono buonissimi lo avete capito. Attenzione alla frullatura delle arachidi con la farina: brevi scatti delle lame perchè non volete riscaldare il tutto facendo fuoriuscire l'olio dalla frutta secca, compromettendo la ricetta inesorabilmente.
- le preparazioni con il burro montato sembrano semplici ma nascondono qualche insidia: raffreddate l'impasto in frigo se temete che si stia scaldando troppo e non lavoratelo a lungo con le mani, solo l'indispensabile.
- l'autore invita a provarli, oltre che così come sono, anche con un velo di cioccolato fuso, un po' di Nutella o una cucchiaiata di gelato. Suggerisco di ascoltarlo.
- me ne sono venuti 17 invece che 18. Forse dovrei smettere di mangiare gli impasti crudi :)
- le arachidi non tostate dalle mie parti si trovano facilmente. Se usate quelle già tostate o magari salate attenzione al sale poi in ricetta.
- lo zucchero Demerara fa parte degli zuccheri "light brown" e prende il nome dalla zona di provenienza. E' leggermente più grossolano dello zucchero di canna classico e dona un effetto croccantino in superficie veramente irresistibile.
- l'impasto crudo di questi biscotti si può surgelare, già steso per comodità.
- i biscotti cotti si conservano anche una settimana in un contenitore ermetico. Ma è dura tenerli in giro così a lungo, credetemi...
- questa è una delle poche ricette del libro senza foto. Durante il mio incontro a New York con Yotam Ottolenghi di cui ho già parlato mi sono presentata con il cellulare spianato tipo fucile con la foto qui sopra in bella mostra. Look, gli ho detto. E lui: the Peanut Sandies, what a beautiful picture! Capirete la soddisfazione derivante dalla certezza, ora, che dovessero venire esattamente così :)
lunedì 16 ottobre 2017
Middle Eastern Millionaire's Shortbread
Diciamolo, che per una golosa come la sottoscritta il libro in questione è in invito a nozze.
O meglio un tuffo in una piscina di quei sogni zuccherati che faccio ma poi mi concedo con moderazione.
La scelta mai fu più difficile: ce ne fosse, delle ricette pubblicate, che non voglio provare!
Le meringhe, le pavlove....tutto mi chiama.
Poi ho vista questa.
C'è il Medio Oriente nel titolo?
E mi è sembrato che mi chiamasse più forte delle altre.
D'altronde se non la provo io che gli ingredienti usati li trovo ovunque, chi altro?
Il Millionaire's Shortbread classico l'ho fatto, e mangiato, molte volte.
Spesso buono, a volte stucchevole.
Diciamo una elegante barretta di Twix.
Ora, capiamoci: niente contro le barrette di Twix, anzi.
Ma riuscire Ottolenghi a partire da questa premessa e non solo migliorarla, ma farle fare un salto di qualità è da miracolo.
E il salto di qualità è talmente lungo che si atterra proprio su un altro pianeta.
Un pianeta dove quella che era una barretta di Twix diventa un dolce raffinatissimo.
Pieno di sapori a me noti che si mescolano tra loro in un mosaico perfetto.
La sorpresa, è questo dolce.
E la grande soddisfazione, concedetemelo, di utilizzare e far conoscere ingredienti ancora relativamente nuovi e non di uso propriamente comune nella mia madrepatria.
Non siate sospettosi: ne sarete ripagati.
MIDDLE EASTERN MILLIONAIRE'S SHORTBREAD
per la base
40 g di zucchero a velo
35 g di amido di mais
40 g di zucchero semolato, meglio se tipo Zefiro
175 g di burro fuso e raffreddato
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
250 g di farina
un pizzico di sale
per lo strato di halva
200 g di halva, rotta in piccoli pezzi
80 g di pasta tahine
per lo strato di caramello alla pasta tahine
200 g di zucchero, meglio se tipo Zefiro
120 ml di acqua
100 g di burro a temperatura ambiente, a cubetti
80 ml di doppia panna
150 g di pasta tahine
1/4 di cucchiaino di fior di sale
Preriscaldare il forno a 200 gradi e foderare una teglia quadrata da 20
cm di lato con carta forno, assicurandosi che la carta arrivi oltre i
lati della teglia stessa.
Per la base, setacciare amido di mais e zucchero a velo quindi aggiungere lo zucchero semolato e mescolare, quindi con il gancio a foglia dell'impastatrice in funzione aggiungere lentamente il burro fuso e raffreddato. Unire quindi la vaniglia, ed infine la farina setacciata ed il sale.
Fermarsi appena il composto sta insieme.
Pressare l'impasto con le mani alla base della teglia preparata e cuocerla nel forno preriscaldato per circa 25 minuti o comunque finchè dorata.
Far raffreddare completamente. Per il raffreddamento completo può volerci più di un'ora quindi non cominciare a realizzare gli altri strati, specie il caramello, troppo presto.
Per lo strato di halva: spezzettarla in pezzi molto piccoli ed amalgamarla alla pasta tahine con un cucchiaio di legno finchè il tutto sarà omogeneo. Versare il composto sulla base fredda e spalmarla aiutandosi con il dorso di un cucchiaio.
Per il caramello: mettere acqua e zucchero in un pentolino su fuoco medio/basso. Far sciogliere lo zucchero mescolando ogni tanto quindi alzare un po' la fiamma a medio/alta e senza più toccare portare a bollore, facendo bollire circa 12 minuti o finchè il composto acquisterà un bel colore dorato.
Togliere dal fuoco ed aggiungere panna e burro, facendo attenzione agli schizzi.
Appena il burro fonde aggiungere anche il sale e la pasta tahine mescolando bene.
Versare sullo strato di halva e far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per minimo 4 ore.
Tagliare quindi in barrette o cubi, aggiungendo del fior di sale in cima ad ognuna.
Per la base, setacciare amido di mais e zucchero a velo quindi aggiungere lo zucchero semolato e mescolare, quindi con il gancio a foglia dell'impastatrice in funzione aggiungere lentamente il burro fuso e raffreddato. Unire quindi la vaniglia, ed infine la farina setacciata ed il sale.
Fermarsi appena il composto sta insieme.
Pressare l'impasto con le mani alla base della teglia preparata e cuocerla nel forno preriscaldato per circa 25 minuti o comunque finchè dorata.
Far raffreddare completamente. Per il raffreddamento completo può volerci più di un'ora quindi non cominciare a realizzare gli altri strati, specie il caramello, troppo presto.
Per lo strato di halva: spezzettarla in pezzi molto piccoli ed amalgamarla alla pasta tahine con un cucchiaio di legno finchè il tutto sarà omogeneo. Versare il composto sulla base fredda e spalmarla aiutandosi con il dorso di un cucchiaio.
Per il caramello: mettere acqua e zucchero in un pentolino su fuoco medio/basso. Far sciogliere lo zucchero mescolando ogni tanto quindi alzare un po' la fiamma a medio/alta e senza più toccare portare a bollore, facendo bollire circa 12 minuti o finchè il composto acquisterà un bel colore dorato.
Togliere dal fuoco ed aggiungere panna e burro, facendo attenzione agli schizzi.
Appena il burro fonde aggiungere anche il sale e la pasta tahine mescolando bene.
Versare sullo strato di halva e far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per minimo 4 ore.
Tagliare quindi in barrette o cubi, aggiungendo del fior di sale in cima ad ognuna.
NOTE
- la ricetta è spiegata con dovizia di particolari per ogni passaggio, anche i tempi di cottura sono esatti tenendo sempre presente che l'osservazione del prodotto è metro più veritiero del mero conteggio dei minuti. Per esempio nel mio forno la base ha cotto qualche minuto meno, mentre il caramello sul mio fornello un paio di minuti in più.
- l'halva è un dolce diffusissimo in Medio Oriente ma anche in tutto il Mediterraneo Orientale. La base di partenza è la pasta di sesamo a cui vengono aggiunti altri ingredienti ed infatti esiste in diversi gusti. Quella richiesta nella ricetta è quella base, che come potrete immaginare vendono ovunque qui in Arabia. Halva, o meglio halwa, in arabo significa dolce, e molto dolce è la preparazione in questione che viene servita in genere a piccole dosi con il caffè oppure usata come ingrediente per altre preparazioni. Se la comprate assicuratevi che abbia un retrogusto dolce di sesamo e non sappia di rancido e controllate gli ingredienti, ahimè ne esistono versioni economiche che sono solo zucchero ed aromi artificiali. L'ingrediente principale deve essere il sesamo, o la pasta di sesamo (tahine).
- la tahine, o pasta di sesamo, è appunto dal sesamo realizzata. I semi vengono tostati, triturati e la farina ottenuta allungata con olio di sesamo. Viene usata in moltissime preparazioni delle quali forse la più conosciuta è l'hummus. Se quando la comprate sa di rancido è vecchia, anche se non scaduta: fatevela cambiare.
- lo strato di halva e tahine è divino, si bilanciano a vicenda in modo sublime senza accavallarsi. Stenderlo richiede un tantino di pazienza perchè piuttosto viscoso, ma bagnando il dorso del cucchiaio con acqua fredda si riesce senza problemi.
- la ricetta è spiegata con dovizia di particolari per ogni passaggio, anche i tempi di cottura sono esatti tenendo sempre presente che l'osservazione del prodotto è metro più veritiero del mero conteggio dei minuti. Per esempio nel mio forno la base ha cotto qualche minuto meno, mentre il caramello sul mio fornello un paio di minuti in più.
- l'halva è un dolce diffusissimo in Medio Oriente ma anche in tutto il Mediterraneo Orientale. La base di partenza è la pasta di sesamo a cui vengono aggiunti altri ingredienti ed infatti esiste in diversi gusti. Quella richiesta nella ricetta è quella base, che come potrete immaginare vendono ovunque qui in Arabia. Halva, o meglio halwa, in arabo significa dolce, e molto dolce è la preparazione in questione che viene servita in genere a piccole dosi con il caffè oppure usata come ingrediente per altre preparazioni. Se la comprate assicuratevi che abbia un retrogusto dolce di sesamo e non sappia di rancido e controllate gli ingredienti, ahimè ne esistono versioni economiche che sono solo zucchero ed aromi artificiali. L'ingrediente principale deve essere il sesamo, o la pasta di sesamo (tahine).
- la tahine, o pasta di sesamo, è appunto dal sesamo realizzata. I semi vengono tostati, triturati e la farina ottenuta allungata con olio di sesamo. Viene usata in moltissime preparazioni delle quali forse la più conosciuta è l'hummus. Se quando la comprate sa di rancido è vecchia, anche se non scaduta: fatevela cambiare.
- lo strato di halva e tahine è divino, si bilanciano a vicenda in modo sublime senza accavallarsi. Stenderlo richiede un tantino di pazienza perchè piuttosto viscoso, ma bagnando il dorso del cucchiaio con acqua fredda si riesce senza problemi.
- il caramello con il tahine è una, anzi LA, rivelazione. Lo userò in molte altre preparazioni.
- il dolce è molto ricco, ovviamente. Eppure una forza misteriosa vi farà tornare al vassoio per quello che sarà, per molte volte, l'ultimo pezzo.
- concedetemi una nota personale: ho realizzato la ricetta oltre un mese fa, e rimuginavo nei miei sogni di poter dire ad Ottolenghi del miracolo in cui era riuscito.
Tutti i suoi dolci sono buoni, ma qui la storia come è spiegato è diversa. Poi un recente viaggio a New York mi ha portato, tra l'altro, ad una presentazione di Sweet tenuta da Yotam Ottolenghi in persona e relativo "book signing", ovvero firma delle copie, a seguire. Sogno realizzato: anche lui dice di essersi stufato del Millionaire's Shortbread classico e ride ed annuisce quando gli dico che qui abbiamo davvero cambiato livello. E poi, apprendendo dove vivo, aggiunge: who else, if not you! Chi altri, se non tu! riferendosi alla reperibilità ingredienti: tutto torna, per davvero allora il dolce mi chiamava....:)
- il dolce è molto ricco, ovviamente. Eppure una forza misteriosa vi farà tornare al vassoio per quello che sarà, per molte volte, l'ultimo pezzo.
- concedetemi una nota personale: ho realizzato la ricetta oltre un mese fa, e rimuginavo nei miei sogni di poter dire ad Ottolenghi del miracolo in cui era riuscito.
Tutti i suoi dolci sono buoni, ma qui la storia come è spiegato è diversa. Poi un recente viaggio a New York mi ha portato, tra l'altro, ad una presentazione di Sweet tenuta da Yotam Ottolenghi in persona e relativo "book signing", ovvero firma delle copie, a seguire. Sogno realizzato: anche lui dice di essersi stufato del Millionaire's Shortbread classico e ride ed annuisce quando gli dico che qui abbiamo davvero cambiato livello. E poi, apprendendo dove vivo, aggiunge: who else, if not you! Chi altri, se non tu! riferendosi alla reperibilità ingredienti: tutto torna, per davvero allora il dolce mi chiamava....:)
lunedì 2 ottobre 2017
La meringata di Iginio Massari
Appena quell'amica dall'Italia me l'ha scritto in un messaggio per un attimo ho pensato ad un errore.
Eh si, perchè era sera qui nel deserto saudita quando il Re ha emanato il decreto e dato in contemporanea l'annuncio durante un evento pubblico negli USA (avete capito bene, non qui in Arabia Saudita, ma tant'è)
Non credevo di vederlo con i miei occhi, ma le donne qui potranno finalmente guidare l'automobile.
Unico Paese al mondo dove fosse vietato.
Anche alle straniere, prima che vi venga in mente che ci fossero eccezioni.
Su questo blog se ne è parlato spesso.
E onestamente stavo per accingermi a parlarne di nuovo, visto che un eminente religioso locale ha pochi giorni fa decretato che il divieto è giusto perchè le donne hanno, secondo lui, un quarto del cervello di un uomo.
Il signore in questione me la stava servendo su un piatto d'argento, la possibilità di prenderlo velatamente in giro perchè voi capite, un personaggio di tale levatura mentale ed immensa cultura sarà certamente superiore a qualche mia innocente battuta.
Quello che i media italiani non hanno riportato, invece, è che il religioso è stato successivamente sollevato dal suo incarico a seguito dalle affermazioni che gli hanno fatto ridere dietro da mezzo mondo (no, non mezzo: tutto)
Per una volta non voglio essere sarcastica.
E non voglio pensare a tutto quello che ancora le donne saudite non hanno ottenuto in termini di diritti e di parità con i connazionali uomini.
Per una volta voglio gioire della loro conquista, e basta.
Certo, è una concessione del Re e come tale va presentata.
Ma non avete idea di quante donne per questo si siano battute, siano state arrestate, picchiate, minacciate.
E nonostante tutto hanno continuato.
Ce l'hanno fatta.
Ora il Paese deve organizzarsi per essere pronto a ricevere questa ondata rosa, ehm, nera (visto il colore del vestito locale ) che si riverserà sulle strade e il permesso sarà effettivo da Giugno 2018.
Pare che sarà riservato solo alle donne dai trenta anni in su!
Di nuovo, non ci lamentiamo.
E' un inizio.
E se quel giorno arriverà sul serio una foto della sottoscritta per strada al posto di guida non ve la leverà nessuno :D
Un dolce da grandi occasioni per un'occasione che è più che grande: in realtà l'avevo realizzata mesi fa per il mio compleanno ma mai postata.
Non è difficile se si ha un po' di dimestichezza con la meringa, e la crema meringata sta per diventare il vostro nuovo amore.
Si può congelare e servire come un semifreddo, quindi comodissima da preparare in anticipo.
Quanto sia buona ve lo lascio immaginare...
Bella, la mia poco. Ma andate a guardare quella di Cooking Planner e vedrete come può venire...
E visto che parliamo di grandi occasioni, oggi è il compleanno della mia amica Lu, detta la criminale :D e la dedico anche a lei, sicura che potrebbe piacerle tanto quanto è piaciuta a me!
E visto che parliamo di grandi occasioni, oggi è il compleanno della mia amica Lu, detta la criminale :D e la dedico anche a lei, sicura che potrebbe piacerle tanto quanto è piaciuta a me!
MERINGATA DI IGINIO MASSARI
(presa dal blog Cooking Planner)
Per la meringa (ma ne ho fatto il doppio di quanto indicato qui)
Albumi 200 g
Zucchero 100 g
Zucchero a velo 400 g
Zucchero 100 g
Zucchero a velo 400 g
Per la crema meringata (ne ho fatto metà dose rispetto a quanto indicato qui)
Albumi 250 g
Zucchero 400 g
Crema pasticcera 200 g
Baccello di vaniglia 1
Pezzettini di cioccolato fondente 200 g
Panna montata lucida 1000 g
Modellare su un foglio di carta da forno dei dischi di meringa di circa un cm o poco meno ( ho fatto dei dischi tre dischi di 20 cm e il resto da sbriciolare per la decorazione, ma con la dose indicata non sono riuscita, per questo ho fatto il doppio)
Prima della cottura spolverare di zucchero a velo.
Infornare a 120°C per circa due ore quindi fare raffreddare completamente.
Per la crema meringata, mescolare albumi e zucchero e portarli fino a 62°C, mescolandoli in continuazione con un frustino, poi montarli. Incorporate la crema con la vaniglia , il cioccolato e la panna montata lucida e amalgamare delicatamente.
Formare la meringata utilizzando i tre dischi di meringa alternati da un generoso strato di crema. Ricoprite il tutto con la crema e con pezzi di meringa e congelate.
Tirare fuori un’ora e due prima di servire, badando a che abbia ancora la consistenza del semifreddo (perché è molto più buona)
NOTE
- ho realizzato le basi il giorno prima e il giorno successivo ho preparato la crema ed assemblato il dolce quindi lasciato una notte in freezer.
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