giovedì 29 marzo 2012

Bocconcini di sfoglia e würstel con salsa alla senape


Leggo, e manca poco faccia un salto dalla sedia direttamente in terra.
E' che quando una notizia sembra troppo bella probabilmente non e' vera.
Udite udite, l'Arabia Saudita sta considerando, dopo numerose pressioni da parte del Comitato Olimpico Internazionale, di mandare un'atleta donna alle prossime Olimpiadi di Londra.
Una delle pochissime, perche' non ce ne sono tante in un Paese dove l'ora di educazione fisica, nelle scuole pubbliche, e' riservata solo ai maschi.
Il perche' non l'ho capito, e nessuno ha mai saputo spiegarmelo in maniera convincente.
Pare che dimenarsi e sudare non stia bene, da queste parti...
Non sta bene nemmeno guardare ed acclamare la propria squadra, se per caso si e' tifose di calcio: negli stadi l'ingresso non e' permesso alle donne.
Che si abbia paura che avvenenti donzelle con occhi seducenti distraggano i giocatori?
Non credo, dato che la cosa puo' risolversi molto semplicemente facendola diventare reato.
Anche le palestre riservate alle donne sono pochissime.
E soggette a restrizioni a cui non credereste.
Ad esempio, nella rigida interpretazione dell'Islam qui professata la musica e' vietata.
Avete capito bene.
Si puo' al massimo intonare una cantilena.
Una canzone, proprio no.
E' il motivo per cui qui non troverete musica nei supermercati, o nei grandi centri commerciali.
E nemmeno in molte palestre: dove per paura di ritorsioni si fa aerobica a tempo di...nulla.
Alla mia domanda idiota di come tenessero il ritmo mi e' stato risposto che volere e' potere.
Chapeau.
Poi arriva lei, ragazza saudita di talento, intelligente, pure bella a dirla tutta..
E molto fortunata, bisogna dire.
La sua ricchissima e illuminata famiglia l'ha fatta studiare all'estero, dove ha potuto coltivare la grande passione per i cavalli e diventare una fantina di primo piano.
Nonostante abbia solo diciotto anni, ha gia' partecipato ad un'Olimpiade e vinto pure una medaglia di bronzo, la seconda in assoluto per lo scarno medagliere saudita.
Peccato che il suo Paese, velocissimo dopo la vittoria a prendersene i meriti, non l'avesse candidata ne' iscritta, e che lei fosse arrivata alla competizione solo perche' direttamente invitata dal Comitato Olimpico.
Chissa' se questa volta il Paese che non le fa guidare la macchina le permettera' di ...guidare almeno il cavallo.
Ma un consiglio spassionato mi sento di darlo, ai signori barbuti, suppongo, che dovranno esprimere il loro autorevole parere a riguardo.
Di tutto cuore: datevi all'ippica :-)


In attesa di sapere come andra' a finire, uno sfizio tanto facile quanto buono.
Fatene tanti, perche' piacciono sempre a tutti! E non omettete la salsina che da' loro un tocco davvero irresistibile.
Facilmente trasportabili, volendo, anche in un cesto da pic-nic,  dato che sono ottimi anche a temperatura ambiente.
Ed a proposito, comincia oggi un contest proprio in tema: "Oggi pranzo fuori"! Vi consiglio di andare a sbirciare da Patrizia di cosa si tratta e di che premi deliziosi ci siano in palio.
Ahivoi, sono uno dei giudici ;-)




PIGS IN BLANKETS WITH MUSTARD DIPPING SAUCE
da "Kitchen" di Nigella Lawson

pasta sfoglia ( comprata, fatta da voi, o furba)
würstel
un uovo, per spennellare

per la salsa

100 g di senape di Digione
una cucchiaiata di panna acida ( comprata o fatta da voi)


Stendere la pasta sfoglia a circa 3mm di spessore.
Spennellarla con uovo battuto e adagiarvi un wurstel ( sulla parte con l'uovo, per intenderci)


Arrotolare stretto fino a coprire il wurstel ma non fare troppi giri di pasta: deve solo arrivare a chiudere, sovrapponendosi di massimo un centimetro.


Mettere dieci minuti in frigo quindi tagliare i bocconcini della dimensione preferita.


Spennellarli con uovo battuto e adagiarli su una teglia coperta con carta forno, avendo cura che la chiusura sia in basso.
Cuocere a 220 gradi per circa 15-20 minuti (22 nel mio forno, regolatevi, devono essere belli dorati)
Servire tiepidi o a temperatura ambiente con la salsa fatta semplicemente mescolando i due ingredienti.

NOTE:

- i wurstel possono essere arrotolati nella sfoglia il giorno prima di quando si desidera cuocerli. Bastera' non spennellarli e non tagliarli in bocconcini, e tenerli in frigo ben coperti con pellicola.

-i wurstel arrotolati e non tagliati possono essere congelati. Scongelarli in frigo qualche ora ( no temperatura ambiente), quindi tagliare, spennellare e cuocere. Ovviamente se intendete congelarli usate pasta sfoglia fatta da voi o comprata dal banco frigo, non una surgelata.

- il nome originale della ricetta e' Pigs in Blankets, che vuol dire piu' o meno porcellini sotto le coperte. Ma i miei wurstel arabi sono di pollo...;-)

lunedì 26 marzo 2012

Torta di crêpes con mousse al limone e panna alla menta

Un pomeriggio come un altro, e l'augusto consorte rientra dal lavoro.
Ma no, dai, ti sei sbagliata!
Eppure dovrebbe saperlo ormai che ho sempre ragione, strano ;-)
Si, quello che hai scritto sul blog oggi.
Difficile, dato che parlavo solo di valigie e non di fisica quantistica.
E di fatti realmente accaduti.
I calzini non vanno nelle scarpe, dovresti correggere.
Lo guardo per vedere se e' serio.
Ok, fa finta.
Ma per un attimo rischia che gli tiri una testa d'aglio.
Non per fargli male, sia chiaro: solo puro esorcismo preventivo, vuoi vedere che lo spirito di Furio si sta impossessando di lui?
Poi mi guarda meglio, e si trasforma.
No, non diventa verde e grosso come Hulk.
E nemmeno mette i peli del lupo mannaro.
Diventa pericolosissimo.
Sto cuocendo le crêpes.
Una tonnellata di crêpes, ma e' un dettaglio.
Ad una ad una, come si conviene, e fatte saltare con un colpetto di polso: mi ci alleno da anni, sara' giustificato che lo faccia ad occhi chiusi.
Mi fai provare? Dev'essere divertentissimo.
Dovra' passare sul mio cadavere.
Perche' divertentissimo non sara' ripulire il film che gia' mi vedo in mente.
Pastella sui muri, sulle piatre elettriche.
Sul piano, sulla cappa.
Pieta'.
Non oggi che e' venuto il ragazzo delle pulizie...
Dai, ma una sola.
Mannaggia alle sue smorfie.
Mi fa ridere e gli passo il padellino.
Primo colpo, e la crêpe non si stacca: se avesse potuto sentirmi la stavo ringraziando.
Secondo colpo, e salta.
Al rallentatore, l'ho vista: alzarsi, girare, e ricadere.
Perfettamente in padella.
Chi lo tiene, ora?
Non il padellino, il marito tutto tronfio.
E quindi come penitenza mi tocca rettificare: nelle scarpe in valigia non ci vanno i calzini, ma oggetti che potrebbero rompersi, o che e' meglio tenere separati dal resto, tipo, che so, un caricabatterie.
Poi dicono che un semplice blog non possa causare danni cerebrali permanenti :-)

Immagino che si sia capito che la ricetta di oggi vada, tardiva come non mai, all'MT Challenge di Marzo.
Con mille grazie a Giuseppina che, oltre a proporzioni perfette, mi ha finalmente dato la scusa per comprare il ghee ( burro chiarificato), che qui si trova ovunque!
Non sara' per nulla originale, ma una torta di crêpes al limone sognavo di farmela da tempo.
Sembra indaginosa ma tutte le componenti possono prepararsi in anticipo, e la mousse talmente buona che rischierete di finirla a cucchiaiate prima di usarla.
E se la offrite coperta di panna nessuno sospettera' nulla fino al taglio: coro di oooohhhhh assicurato ;-)





TORTA DI CREPES CON MOUSSE AL LIMONE E PANNA ALLA MENTA
per una torta del diametro di 15 cm e alta 20 cm

per le crêpes

300 g di farina
700 ml di latte
100 ml di acqua
4 uova medie
un cucchiaino da caffe' di sale
burro chiarificato, per cuocerle

per la mousse al limone

4 uova intere
6 tuorli
180 g di zucchero semolato
la buccia grattugiata di due limoni
190 ml di succo di limone
4 g di gelatina ( due fogli della Paneangeli)
50 g di burro
70 ml di panna liquida fresca

per la panna alla menta

200 ml di panna liquida fresca
un cucchiaio di zucchero
una ventina di foglie di menta


Preparare la mousse al limone ( da farsi il giorno prima): mettere in un pentolino i tuorli, le uova intere, lo zucchero, il succo di limone e la buccia grattugiata. Mescolare con un cucchiaio di legno o una spatola e mettere su fuoco medio/basso, girando sempre finche' il composto addensera', ci vorrano dieci, quindici minuti.
Togliere dal fuoco ed unire la gelatina ( che va prima ammollata almeno dieci minuti in acqua fredda) ed il burro a pezzetti.
Girare, far raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigo una notte.
Il giorno dopo la mousse sembrera'... un budino, e' cosi' che dev'essere. Mescolatela energicamente ed amalgamatevi la panna, dopo averla montata.
Rimettere in frigo.
Per le crêpes: rompere le uova in una ciotola ed unirvi la farina alternandola ai liquidi, ed infine il sale. Far riposare in frigo almeno un'ora ( io una notte)
Ungere quindi un padellino antiaderente con pochissimo burro chiarificato e cuocere le crêpes ad una ad una, impilandole su un piatto.
Farle raffreddare.
Procedere quindi a montare il dolce impilando le crêpes, e spalmando ciascuna con un po' di mousse.
Consiglio, specie se la torta e' molto alta, di metterla ogni tot strati in freezer per cinque/dieci minuti e poi procedere: questo evitera' che crolli miseramente...
Farla quindi rassodare bene in frigo, e po prima di servirla decorarla con la panna alla menta: mettere la panna in una ciotola, unire le foglie di menta spezzetate molto finemente e il cucchiaio di zucchero. Montarla e ricoprire il dolce.
Rimettere in frigo, ma tirarla fuori un quarto d'ora prima di servirla.

NOTE:

- le crêpes possono essere cotte anche con due giorni di anticipo e tenute in frigo impilate e ben coperte con la pellicola in modo che non secchino.

- le crêpes cotte possono essere surgelate: avvolgerle una ad una con pellicola a contatto.

- la mousse della farcitura si presta molto bene anche per una torta tradizionale, vista l'ottima consistenza.

- troppo laboriosa, una torta intera? Potete servire queste crepes anche semplicemente farcite con la stessa mousse, e spolverate con zucchero a velo o accompagnate da panna come quella di copertura. Oppure buttarvi su quelle con i formaggi vanigliati ed i frutti rossi, o quelle con il caramello al limone :-)



giovedì 22 marzo 2012

Plumcake marmorizzato al doppio cioccolato, con il barbatrucco

Dovrei ricordarmene, ma ogni volta e' la stessa storia.
Condividere una valigia con mio marito.
Non sembra tanto grave, eh?
Facile a dirsi, se non lo conoscete.
E se non conoscete me.
I nostri rispettivi cassetti della biancheria potrebbero, effettivamente, ben funzionare come indizio.
Squadrati, regolari, organizzati, i suoi.
Divisi per genere, per colore.
Che poi la cosa non gli impedisca di continuare a non trovare cio' che da anni ci mette dentro e' altro affare di cui non mi occupero' ora.
Scanzonati, arcobaleno, leggermente anarchici i miei.
D'altronde sono io che scrivo questo blog, e mi prendo il diritto di usare altre parole al posto di disordinati...
Un po' senza regole, o meglio con regole a tratti che valgono per quando mi prendono i cinque minuti dell'ordine maniacale.
Appunto, cinque.
Ed al sesto tutto e' come prima.
La preparazione delle rispettive valigie, una barzelletta.
Da un estremo all'altro, con una che ci manca poco che ci lanci dentro i vestiti e l'altro che imbusta le camicie nella plastica per farle sgualcire meno.
Ma nei viaggi brevi un bagaglio solo e' d'obbligo, e bisognerebbe trovare un compromesso...
Invece il copione e' sempre quello.
Amore, faccio la valigia per entrambi appena rientro.
Non gli par vero, tutte le volte, che mi offra volontaria.
E ancora non so perche' lo faccio!
Cronometratemi, posso partecipare alle Olimpiadi del settore: e non nella sola specialita' di lancio del bikini o della scarpa.
Un occhio all'armadio, e tutto quello che potrebbe servirci e' dentro in un attimo.
Poi torna lui, ed al risultato sono riservate occhiate di vera compassione.
Stefi, non vedi, non e' razionale.
Di grazia, perche' mai dovrebbe esserlo?
Ma non tutto sparso, i calzini nelle scarpe, le mutande arrotolate che prendono meno spazio, ottimizzare e' il segreto.
Ma il segreto di che???
E si mette a ottimizzare.
Ok, non ho speranze.
E mi vanto di non averne.
D'altronde, come ha detto qualcuno, per essere perfetti non bisogna avere almeno un difetto?
Almeno, appunto ;-)


Super twist al solito plumcake marmorizzato, questo prevede cioccolato bianco e fondente tra gli ingredienti dei due composti.
Il risultato, un impasto delizioso per una torta facile, morbida e che si conserva a lungo...dovete provarlo!
E con il piccolo tutorial di come...marmorizzare alla perfezione, richiesto da una lettrice tanto gentile :-)




BLACK AND WHITE CHOCOLATE MARBLE LOAF CAKE
per uno stampo da plumcake 25cm per 11cm
da Cakes and Bakes di Linda Collister

225 g di burro a temperatura ambiente ma non sciolto
225 g di zucchero semolato, meglio se tipo Zefiro
4 uova intere
un cucchiaino di estratto di vaniglia
225 g di farina
3 cucchiaini di lievito per dolci
75 g di cioccolato fondente
un cucchiaio di cacao amaro
75 g di cioccolato bianco

Battere il burro con le fruste per almeno cinque minuti in modo che risulti chiaro e ben montato.
Aggiungere lo zucchero e montare ancora due minuti.
Aggiungere le uova leggermente sbattute con una forchetta a poco a poco, sempre battendo, e quindi l'estratto di vaniglia.
Unire la farina mescolata con il lievito e amalgamare il tutto usando una spatola.
Dividere l'impasto tra due ciotole, e a parte fondere il cioccolato fondente su fuoco bassissimo, meglio se a bagnomaria.
Farlo intiepidire ed aggiungerlo insieme al cucchiaio di cacao ad una delle due meta' di impasto.
Fondere anche il cioccolato bianco a bagnomaria, ed unirlo appena intiepidito alla seconda meta' di impasto, quella rimasta chiara.
Ora il barbatrucco per ottenere un bell'effetto marmorizzato: nella teglia versare l'impasto a cucchiaiate, alternando i colori, in un solo strato.
Poi coprire con un secondo strato facendo attenzione a sovrapporre impasti di colore diverso:


Procedere fino ad esaurire i due impasti, quindi infilare la lama di un coltello e rotearla in lungo e largo  per tutto il dolce



Fino ad ottenere un effetto del genere


Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi, la ricetta dice un'ora e un quarto ma nel mio forno in 50 minuti era pronto.
Quindi regolatevi, calcolando che e' un impasto denso e come tale necessita di un pochino per cuocere bene anche all'interno.
Fa sempre fede la prova stecchino ;-)
Servire a temperatura ambiente, magari con un ciuffetto di panna montata.

NOTE:

- il dolce avvolto nella pellicola si mantiene perfettamente anche per cinque giorni.

lunedì 19 marzo 2012

Panini morbidissimi da hamburger, ed un augurio speciale

Un pomeriggio di Luglio, sul litorale romano.
Tutti dentro una nuvola di polvere bianca.
No, non eravamo in Paradiso.
E prima che vi venga in mente chissa' cosa, era solo zucchero a velo.
Piu' semplicemente ero a casa di una cara amica a renderemi conto che tra me e le decorazioni in pasta di zucchero non c'e' solo un abisso di manualita', pazienza, cura, grazia e dedizione che evidentemente non ho.
No, c'e' pure un set di unghie tipo arma di distruzione di massa, motivo per cui tutti i miei graziosi animaletti di quel pomeriggio si presentavano feriti e martoriati da cicatrici non volute.
Poi dalla nuvola spunta qualcosa.
E' un contenitore, ed ha le gambe.
Guardo distratta, nemmeno l'ho sentito il campanello suonare.
Il contenitore finisce in freezer, ed oltre alle gambe spunta il resto.
Non l'avevo mai incontrato prima, se non di passaggio tra i commenti di qualche blog.
E il suo, a confessarlo, non era ancora tra quelli che seguivo.
Forse ci siamo presentati, o forse no, tanto lo sapevamo che eravamo l'araba e lo zio piu' famoso del web :-)
Parole, tante.
Battute, molte.
Risate, a non finire.
Un gruppetto che sembravamo liceali che si incontrano spensierati dopo la fine della scuola.
Tanti interessi in comune, e la cucina di Cristina un campo di battaglia.
Le sedie in perizoma, e non chiedetemi cosa voglia dire perche' puo' capirlo solo chi era presente.
Il contenitore nel freezer con il gelato allo zabaione piu' buono mai mangiato, e finito in maniera indegna dalla sottoscritta in barba a tutte le buone maniere di questo mondo.
Quella, la prima volta.
Ce ne sono state altre.
Ai cambi di stagione, come descrivo sempre i miei fuggevoli rientri in Italia.
Grazie Piero, dell'amicizia...semestrale, anche se odi Martha Stewart e Nigella, e quindi il novanta per cento dei piatti che pubblico :-)
Delle ricette, delle chiacchiere, dei consigli che non riusciro' mai a seguire per le foto, e perche' ci viene sempre in mente la stessa battuta dello stesso film nello stesso momento!
E via, l'hai capito che tutta 'sta tiritera e' per augurarti buon compleanno?
Coraggio, che per essere novanta te li porti benissimo ;-)



lo Zio

Uso privato di blog pubblico, anzi di tanti blog, oggi!
E la ricetta al festeggiato non piacera', come al solito mi dira' che c'e' troppo lievito ;-)...ma a voi la scelta di diminuirlo, se avete il tempo che invece a me manca sempre.
Sono di un buono, ma di un buono, che non ne vorrete piu' uno acquistato, e, da non sottovalutare, si possono surgelare!



BURGER BUNS
da Buon Appetito America! di Laurel Evans
per 8 pezzi

450g di farina
50g di zucchero semolato
un cucchiaino di sale
una bustina di lievito di birra secco da 8 grammi, oppure un cubetto di lievito fresco
un uovo
180 ml di acqua tiepida
30 g di burro morbido
semi di sesamo per la copertura
un uovo battuto con poca acqua per spennellare

Mescolare la farina, lo zucchero,  il burro ammorbidito, il lievito secco o fresco, l'uovo intero ed infine l'acqua calda a poco a poco. Girare prima con un cucchiaio, poi impastare a mano o con l'impastatrice.
A meta' lavorazione aggiungere il sale, ed impastare per non meno di dieci minuti.
Raccogliere quindi l'impasto in una palla e metterlo in una ciotola leggermente unta d'olio e coperta con pellicola, lasciandolo lievitare un paio d'ore finche' sara' raddoppiato di volume
Riprendere l'impasto e dividerlo in otto pezzi, e formare con ciascuno un disco di circa 2,5cm di spessore e 8 cm di diametro.




Poggiare i dischi su una teglia unta ( o coperta con carta forno), coprirli con pellicola o con un panno e farlil lievitare ancora un'altra ora circa.
Spennellarli quindi con delicatezza con l'uovo battuto con l'acqua e cospargerli con il sesamo.



Cuocerli in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 15 minuti.

NOTE:

- i panini cotti possono essere surgelati. Lasciateli poi scongelare a temperatura ambiente chiusi nella pellicola, o se avete fretta anche nel microonde.

- per servirli con i burgers non dimenticate di tagliarli a meta' e di tostarli leggermente dalla parte piatta, prendono tutto un altro sapore.

- cosa metterci dentro? Ampia scelta tra burgers di tonno, di salmone, di noci e lenticchie o di gamberi!

lunedì 12 marzo 2012

Oggi...



...niente ricetta, ma solo l'avviso che blog, proprietaria e marito se ne vanno per qualche giorno in vacanza.
Risposte alle email e commenti al mio ritorno, settimana prossima.
A presto :-)
Wow, per una volta in vita mia sono riuscita ad essere breve!



giovedì 8 marzo 2012

Burgers di gamberi

Non ci crederete mai.
Ma ci siamo passati pure noi.
L'ultimo degli accadimenti che ti aspetteresti tra le dune.
Un'ondata di freddo senza precedenti.
Si vede che a forza di tirarcela, e' arrivata: da tutti quelli che almeno una volta mi hanno detto beata te, li' al caldo.
In proporzione, sia chiaro.
Vivo in una localita' sul mare, abituata ai trenta gradi anche in inverno.
To', ventisette proprio nei giorni della merla :-)
Ebbene, per la prima volta da quando vivo qui condizionatori spenti: diciotto gradi di massima.
Che lo so che vi faranno fare delle grasse risate, ma qui si e' visto di tutto.
Ragazzini che arrivano a scuola bardati come per una spedizione sul K2.
Genitori che chiedono, giuro, che la scuola venga chiusa perche' uscire la mattina con questo freddo sara' certamente fatale a loro e le loro creature.
Perche' intendiamoci, diciotto gradi se ti metti al sole ti fanno sentire caldo lo stesso.
Ma i dieci, dicasi, dieci di minima per qualche notte quelli si che ci hanno fatto tribolare.
Non faccio testo, perche' ho le mani fredde anche con cinquanta: ma il mio abbigliamento notturno ha prima gettato mio marito nello sconforto.
Poi lo sconforto si e' tramutato in invidia perche' io stavo calda e lui no  ;-)
Una coperta, bisogna comprare una coperta.
E si va a farlo nell'unico negozio che ne abbia.
Il proprietario ha un sorriso, ma un sorriso che descrivere e' impossibile.
Arriva saltellando dal retro del locale, dove non mi stupirebbe sapere che ha allestito una sala-per-macumbe-ed-affini con cui spera di prolungare all'infinito le temperature (impo)polari...
Dunque, coperta ce n'e' una sola.
Troppo piccola per il mio letto enorme.
Di un colore, anzi di vari colori improbabili ed un tantino accesi.
Di un tessuto mai visto, ma che fa le scintille se la tocco.
Che si fa?
Si compra e pure di corsa.
E mi e' grata, la coperta.
Infatti e' corta ma cade, per motivi oscuri, sempre dalla mia parte.
Mio marito la odia, dice che ci prende la scossa ogni volta che la tocca.
Credo che dirgli che e' l'esatta traduzione pratica di "notte di fuoco" non gliela fara' diventare piu' simpatica ;-)


Il freddo e' passato, i trenta gradi sono tornati. Ma questa ricetta e' stata fatta una sera che mi stavo surgelando ed aspettare la cottura davanti al forno acceso mi ha fatto un certo piacere...
Sono buonissimi, leggeri e velocissimi da fare.
Potete usare anche gamberi surgelati, ma con un prodotto fresco saranno tutta un'altra cosa.
Se li fate piccoli, tipo stampino da mini-muffin, staranno benissimo anche su un buffet.




BURGERS DI GAMBERI
ispirati ad una piatto visto su Living di Martha Stewart
per 6/8 pezzi piuttosto grandi

450 g di gamberi ( peso da puliti, anche surgelati)
un albume
6 cucchiai di pangrattato, piu' o meno
2 cucchiaiate colme di yogurt greco
la buccia grattugiata di un limone
succo di mezzo limone
prezzemolo tritato
sale
poco olio extravergine per la cottura


Mettere circa 300 g di  gamberi crudi nel mixer e farlo andare finche' non si otterra' una pasta densa.
Gli altri vanno invece tagliuzzati a pezzi grossolani.
Mescolare in una ciotola la pasta di gamberi, i gamberi a pezzi, l'albume, lo yogurt, il succo di limone e la buccia, un po' di prezzemolo tritato, sale e pangrattato.
Non aggiungerne troppo, il composto sara' comunque morbido.
Versarne quindi delle grosse cucchiaiate su carta forno ( come detto non e' lavorabile con le mani, e' troppo morbido)



Appiattire un po' con il dorso del cucchiaio in modo da dare una forma piu' o meno da burger.
Cospargerli con altro pangrattato e un filo d'olio.


Infornare a 210 gradi finche' saranno ben dorati e coloriti, circa 10 minuti- 12 minuti a seconda di quanto li fate grossi.
Servire tiepidi con una spruzzata di succo di limone o, se avete i miei stessi gusti, con un pochino di salsa agrodolce.

NOTE:

- i burger cotti si mantengono benissimo da un giorno all'altro: a voi l'opzione di scaldarli, o mangiarli a temperatura ambiente.
Un pasto in ufficio che vi invidieranno tutti!

- in foto sono di un brutto esagerato, in realta' sono quasi rosati...color gambero :-)

lunedì 5 marzo 2012

Torta di mandorle e cioccolato al caramello, sottosopra

Pensavo di averle sentite tutte.
Beh, forse tutte no, ma almeno una buona parte.
Incredibilmente sempre dalla stessa fonte, che come sanno alcuni lettori affezionati alle scemenze scritte su questo blog e' garanzia certa di argomenti surreali su cui discutere.
Dopo, perche' sul momento si rischia lo choc.
Quindi non paga di non aver trovato la carta igienica in un supermercato in cui il solo settore dedicato e' un mezzo isolato.
Non paga di continuare con invidiabile ostinazione a cercare le etichette in italiano sui prodotti arabi.
Non paga di pensare ancora, nonostante ormai credessi di averle fatto cambiare idea, che le pietanze che preparo provengano da una pasticceria di cui io sola conosco l'ubicazione, e la tengo pure ben segreta.
Non paga di controbattere con piatti da denuncia ai Nas che mi hanno convinto del fatto che gli anticorpi del corpo umano funzionino proprio bene.
Non paga di attribuire i suoi morbi a fantascientifiche ragioni, e di renderci tutti partecipi di ogni sintomo: compreso il numero di volte che ha visitato la toilette all'ultimo attacco di mal di pancia.
Non paga di telefonare alle ore piu' impensate per immani futilita', e nel contempo in sottofondo devi pure sorbirti uno sciacquone, giuro, con lei che ti dice " che hai sentito l'acqua? e' mio marito" che ti fa pensare che l'umana decenza debba essere certo un concetto relativo.
No, non e' mai abbastanza.
Passeggiata sul lungomare, la signora inevitabilmente presente.
C'e' il solito traffico di famiglie arabe che fanno un pic-nic, qualche anziano che pesca con la canna ed un immancabile, internazionale pallone a rotolare piano sul molo.
Oddio ma i cinesi so arrivati pure qua?
Giuro che non capisco.
Si, cinesi ce ne sono pure qui, e parecchi.
Ma nessuno all'orizzonte.
Co sti riscio' devono stare proprio in mezzo ai piedi?
Ho pensato per un attimo alla teoria dei mondi paralleli.
Sono certamente in quello in cui tutte queste cose non sono visibili.
Ma si, guarda!
Il riscio' in questione e' un mezzo tipo Ape che traina un carrello da gommone.
Un ignaro signore sta semplicemente mettendo la sua barca in acqua.
Sono sollevata di vedere che la teoria dei mondi paralleli non trova conferma nemmeno oggi.
Ma un quinto della sua fantasia visionaria, e sarei stata Ken Follett.
Peccato ;-)


Un vero peccato di gola, e che fa un figurone perche'...questa torta si fa bella da sola: il topping infatti diventa caramello senza alcun intervento extra, e fa pure da decorazione. Le torte rovesciate sono sempre una garanzia!
Morbida, umida e golosa: fidatevi.
E se qualche mandorla rimane attaccata alla carta forno dopo che la sformate, niente paura, la staccate con un cucchiaino e la riappiccicate dove doveva stare ;-)




CHOCOLATE ALMOND UPSIDE DOWN CAKE
di Martha Stewart
(per una teglia da 24cm)

per il topping

 50 g di burro
140 g di brown sugar, o in alternativa zucchero Muscovado
50 g di miele
150 g di mandorle a lamelle

per la torta

156 g di farina
45 g di cacao amaro
un cucchiaino di bicarbonato
mezzo cucchiaino di sale
113 g di burro
150 g di zucchero
3 uova grandi
240 ml di buttermilk ( in alternativa yogurt bianco naturale piuttosto liquido)
estratto di vaniglia


Per prima cosa preparare il topping nella teglia, che sara' stata coperta con carta forno: versarvi il burro fuso e sopra lo zucchero di canna ( o brown sugar, se lo trovate). Coprire con il miele e infine le mandorle a lamelle.


Preparare la torta: in una ciotola mischiare la farina, il cacao, il bicarbonato e il sale.
In una planetaria con gancio a K o semplicemente con delle fruste elettriche battere burro e zucchero per almeno cinque minuti, in modo da ottenere un composto chiaro e montato.
 Aggiungere un uovo intero alla volta, battendo bene dopo ogni aggiunta.
Ora con le frusta a bassa velocita' unire un terzo degli ingredienti secchi e meta' del buttermilk.
Unire un altro terzo degli ingredienti secchi e il resto del buttermilk piu' la vaniglia.
Finire con l'ultimo terzo e girare giusto per amalgamare.
Versare nella tortiera sopra il topping e e cuocere a 180 gradi in forno preriscaldato per circa 45-55 minuti ( dipende dai forni)
Tirare fuori dal forno e immediatamente rigirare la teglia sul piatto da portata lasciandola cosi' per cinque minuti in modo che il caramello formatosi possa ricadere sulla torta.


Togliere quindi la tortiera e far raffreddare completamente prima di servire.

NOTE:

-se usate una tortiera a cerniera, consigliata in questo caso, mettetela dentro un'altra teglia in cottura: la mia ha perso un po' di caramello in forno.

- il dolce si conserva morbidissimo per tre giorni, oltre non e' arrivato.

- il brown sugar e' uno zucchero scuro che sa di caramello che usa molto negli USA per i dolci. Provate a cercarlo, dona un aroma delizioso. In alternativa usare zucchero Muscovado.


 

giovedì 1 marzo 2012

Muffins (surgelabili!) al limone, mandorle e mirtilli

Il nome sul display, e per poco non mi prende un colpo.
Prende di sicuro a mio marito che gesticola come un ossesso un qualcosa che immagino voglia dire non rispondere.
Ammetto che sono tentata, eccome se lo sono.
Dopo la prima, devastante esperienza sfido chiunque ad aver voglia non solo di rivedere, ma anche solo di risentire ospiti simili.
Perche' ora il muro e' a posto, ed il biglietto strappato incollato cosi' bene che se non lo guardi troppo da vicino sembra ancora intero.
Il tappeto ripulito, il divano pure.
Tutte quelle briciole sul pavimento raccolte, e la tenda sporca di cioccolato lavata.
Non mi dispiacerebbe se lo status quo perdurasse almeno un altro paio di mesi.
Ma non ce la faccio, perche' oltre che una zanzara molesta in un'altra vita sono stata di certo anche una scimmia.
Del tipo piu' curioso che esista.
Ciao!
Che entusiasmo, dall'altra parte.
Immagino voglia ringraziare per la serata e magari chissa', scusarsi per lo scempio che i figli hanno portato avanti nella sua piu' totale indifferenza.
Ti chiamo perche' non troviamo piu' un pupazzo.
Non e' ne' un ringraziamento, ne' una scusa.
Sono certa che l'abbiamo lasciato li' da te.
Insieme alle macerie, mi verrebbe da rispondere.
Cerco nei cassetti che sono stati aperti, sotto i letti che sono stati scoperchiati, in giardino e do un'occhio pure alla piscina, sia mai il cadavere del pupazzo mi sia sfuggito, dall'altro ieri.
Sottopongo ad interrogatorio il ragazzo delle pulizie.
Niente di niente.
Richiamo per avvisare, e di nuovo mi aspetto un grazie.
Mi torna indietro una voce seccata, che ripete di essere sicura che il pupazzo sia a casa mia da qualche parte.
Di guardare meglio.
Ora si che mi sto scocciando.
Avviso che abbiamo gia' cercato benissimo, e qui finisce la storia.
Non mi fa alcun effetto sapere che uno dei due diavoli senza quel pupazzo non possa dormire: sento la strega di Biancaneve che e' in me venire prepotentemente fuori.
Pure con un certo gusto, vi diro'.
E mentre chiudo la cornetta mi martella in testa una frase, ma detta solo come Clark Gable ha saputo fare: francamente, me ne infischio ;-)


I muffins non piacciono a tutti, lo so. O meglio, a volte creano aspettative che non mantengono: troppo secchi invece che morbidi, gommosi invece che soffici.
Questi secondo me vi fanno ricredere, grazie alle mandorle all'interno che li rendono umidi e morbidissimi a lungo.
Quel tocco di aspro dei mirtilli con il limone, poi, mette loro definitivamente il turbo.
Piccoli e golosi, con la sorpresa di reggere perfettamente il congelamento!




LEMON, ALMOND AND BLUEBERRY MUFFINS
da Cakes and Bakes di Linda Collister
per 12 muffins

50 g di mandorle
250 g di farina
un cucchiaio raso di lievito per dolci
85 g di zucchero di canna
buccia grattugiata di un limone
3 cucchiai di succo di limone
un uovo grande
280 ml di latte
4 cucchiai di olio di semi
150 g di mirtilli, anche surgelati

Frullare le mandorle non troppo finemente, devono rimanere dei minuscoli pezzetti e non diventare farina.
Unirle alla farina, lo zucchero, il lievito e la buccia di limone.
In un'altra ciotola battere leggermente l'uovo intero con il latte, l'olio ed il succo di limone.
Unire il liquido al mix di farina lavorando pochissimo, essenziale accorgimento per muffins morbidi.
Aggiungere i mirtilli (se surgelati non farli scongelare) e mischiarli con un paio di colpi di cucchiaio.
Allego la foto solo per farvi vedere che il composto non e' perfettamente amalgamato, ed e' questa la chiave perche' vengano soffici!


Versare il composto negli stampi per muffins coperti con un pirottino di carta, riempiendoli per circa due terzi abbondanti.
Cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 20-22 minuti.
Far intiepidire e servire con zucchero a velo.

NOTE:

- i muffins cotti si possono surgelare: una volta freddi metterli in freezer su un vassoio, e quando ben duri trasferirli in un sacchetto per alimenti.
Far scongelare a temperatura ambiente per una ventina di minuti e scaldare leggermente al microonde: saranno come nuovi.

- i muffins cotti si conservano due giorni a temperatura ambiente, purche' chiusi in una scatola. Scaldarli prima di servirli, sono piu' buoni tiepidi.
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