martedì 27 ottobre 2015

Biscotti magici in tre ingredienti...e una forchetta (e qualcosa di me :)



Questi biscotti sono magici, perchè vengono sempre.
Non necessitano di ingredienti strani.
O di procedimenti infiniti.
Fattibili dalle Alpi alle Piramidi.
Dall'Artico al deserto.
Insieme alla storia di come ci sono finita, nel deserto.
Con un grazie gigante alle Amiche di Fuso e alle Mamme nel deserto che oggi mi ospitano!

lunedì 26 ottobre 2015

Quattro quarti al limone con glassa e limoni canditi


Si avvicina a grandi passi e l'entusiasmo è palpabile.
Io ed il mio costume olimpionico la accogliamo sorridendo.
D'altronde, come ci si vuole vestire per una sessione di acquagym?
Le spiego come avverrà la lezione, annuisce volenterosa.
Indico anche dove può cambiarsi, dato che è ancora completamente vestita.
Non ne ha bisogno, dice.
Comincio a preoccuparmi, solo un filo.
Dunque, nell'ordine abbiamo.
T-shirt a maniche lunghe di cotone.
Pantaloni della tuta di flanella pesante.
Ciliegina sulla torta, scarpe da ginnastica con tanto di calzini di spugna.
Si mette anche il cappello.
Fa per entrare in acqua, e senti solo la mia voce disperata.
C'è voluto un quarto d'ora per convincerla a togliere almeno le scarpe.
Non ne vuole sapere.
Ho gentilmente espresso le mie preoccupazioni, spiegando che tutta quella roba la tirerà giù come niente.
Non ha funzionato, e l'ho buttata sullo scherzo implorandola di non farmi ripassare al volo le tecniche di rianimazione nel caso mi dovessi tuffare per tirarla fuori.
L'ho buttata sulla logica e sul buon senso, e niente.
E dove nulla ha potuto, ha vinto l'ultima arma: il mio rifiuto a farla partecipare.
Ok, le scarpe le toglie, il resto no.
Va giusto a mettersi un pantalone più leggero.
Dice che costumi non ne possiede.
Ok.
Ha compilato il moduto di ingresso, si è data un bell'otto come valutazione del livello di fitness.
Ha scritto che sa nuotare.
E che va sempre in palestra.
Che pratica ogni sport immaginabile.
Vuoi vedere che ho una campionessa olimpionica, ed io a pensar male.
C'è da far galleggiare le gambe.
No, dice lei.
Come no, dico io.
Ma so nuotare, non galleggiare.
Andiamo bene.
Prevedo tante, tante soddisfazioni :)

Dolci al limone ce ne sono tanti, su questo blog. Ma qui al limone c'è anche la glassa e decorazione, quindi è un dolce...al triplo limone!
La quattro quarti è un dolce denso, quindi fate attenzione alla cottura, ed è buonissimo!
Chi la prova per primo?


LEMON POUND CAKE
per uno stampo da plumcake da circa 23 cm per 13 cm
da Cakes di Martha Stewart

113g di burro
180 g di farina
un generoso pizzico di sale
un quarto di cucchiaino di bicarbonato
un cucchiaio di buccia di limone grattugiata
220 g di zucchero
3 uova grandi
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
120 g di panna acida

per i limoni canditi
un limone, affettato sottile
125 ml di acqua
100 g di zucchero
60 ml di succo di limone

per la glassa
120 g di zucchero a velo
qualche cucchiaio di succo di limone


Preparare la torta: mischiare in una ciotola farina, buccia di limone, sale, bicarbonato.
A parte battere con le fruste elettriche il burro a temperatura ambiente e lo zucchero finchè il tutto  risulterà una crema soffice e montata. Unire quindi le uova una alla volta, ed infine la vaniglia.
Unire quindi la farina con delicatezza alternandola alla panna acida.
Versare nello stampo imburrato ed infarinato (per me coperto con carta forno) e cuocere per circa 45-55 minuti facendo comunque la prova stecchino.
Coprire con alluminio se la superficie scurisce troppo in fretta.
Intanto preparare i limoni: in una casseruola mettere zucchero ed acqua e portare a bollore, girando per far sciogliere lo zucchero.
Aggiungere le fette di limone e far cuocere a fuoco molto basso, roteando ogni tanto il pentolino, finchè saranno translucide, circa 35 minuti scarsi.
Trasferirle con un mestolo forato su della carta forno e conservare il liquido di cottura, a cui ora va aggiunto il succo di limone.
Tirare la torta fuori dal forno e mentre è ancora nello stampo praticare diversi forellini sulla superficie usando uno spiedino, quindi versarvi il liquido di cottura delle fette di limone lasciandone da parte qualche cucchiaio.
Lasciar riposare mezz'ora quindi sformare e spennellare anche i lati con lo sciroppo lasciato da parte.
Per la glassa: mescolare zucchero a velo con poco succo di limone finchè raggiunta una consistenza spalmabile.
Versare sul dolce facendola colare anche sui lati.
Far rapprendere mezz'ora quindi decorare con le fette di limone.

NOTE

- il dolce non glassato può essere realizzato con un giorno di anticipo oppue congelato.

- il dolce glassato dura anche quattro/cinque giorni.

-  - se non trovate la panna acida, potete farla da voi unendo un vasetto di yogurt bianco a mezzo litro di panna fresca liquida più il succo di mezzo limone. Lasciare qualche ora a temperatura ambiente e poi una notte in frigo, quindi potrete utilizzarla.



giovedì 22 ottobre 2015

Vellutata di melanzane e peperoni arrostiti con aioli allo zafferano


Avete presente leggere una lista di ingredienti e pensare che si, ce ne fosse uno solo che non si adori.
Staranno bene tutti insieme?
Verrà fuori un miscuglio alla fine senza sapori definiti?
Provare è l'unica soluzione.
E si vi dico che questa roba è da svenire, credeteci ;)




ROASTED PEPPER AND AUBERGINE SOUP WITH SAFFRON AIOLI
da Great Homemade Soups di Paul Gayler
per 4-6 persone
3 grossi peperoni rossi
1 grossa melanzana
2 spicchi d'aglio non sbucciati
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
30 g di burro (olio per la versione vegana)
1 cipolla grossa
un cucchiaino di paprika affumicata
un cucchiaio di timo tritato fine
200 ml di passata di pomodoro o succo di pomodoro
2 cucchiaini di zucchero semolato
750 ml di fondo bianco di pollo (brodo vegetale per la versione vegana)
60 ml di panna ad alto contenuto di grassi (di soia per la versione vegana)
sale e pepe
Per l'aioli
mezzo cucchiaino di zafferano in stimmi
100 ml circa di maionese di buona qualità (anche vegana)
uno spicchio di aglio
fettine di baguette tostate e paprika extra per servire

Mettere i peperoni privati dei semi e tagliati in pezzi, la melanzana a cubetti e l'aglio in una teglia, irrorarli con l'olio e infornarli a 200 gradi per circa 30 minuti finchè le verdure saranno arrostite e ammorbidite.
Controllare l'aglio, perchè ovviamente cuoce prima e toglierlo quando è il caso.
A parte in una casseruola a fondo spesso sciogliere metà del burro e cuocervi la cipolla tritata grossolanamente per 5-8 minuti, o comunque finchè sarà ammorbidita.
Aggiungere il timo e la paprika e cuocere altri 5 minuti.
Unire le verdure arrostite, lo zucchero, il brodo e la passata di pomodoro (o il succo).
Portare e bollore, abbassare il fuoco e cuocere per 30 minuti o finchè le verdure saranno ammorbidite.
Intanto preparare l'aioli: scaldare 3 cucchiai di acqua e aggiungere lo zafferano. Lasciare su fuoco più basso possibile per un paio di minuti. Togliere dal fuoco e lasciare da parte finchè completamente freddo.
Quando è freddo unirlo alla maionese insieme all'aglio tritato fine.
Frullare le verdure con il loro liquido in un frullatore o usare un frullatore ad immersione.
Filtrare e versare in una pentola pulita, riportare a bollore e unire la panna, il burro restante e salare e pepare a piacere
Dividerla tra quattro piatti  e completarli con la baguetta tostata, l'aioli e una spolverata di paprika.

NOTE

- seppur consti di diversi passaggi la ricetta è molto semplice e ben spiegata. Facile comunque organizzarsi con i tempi, dato che, ad esempio, le verdure possono comunque essere arrostite il giorno prima di preparare la zuppa.

- ogni aroma qui bilancia perfettamente l'altro: e quindi il sale, lo zucchero, la paprika, il timo....contribuiscono tutti a creare un gusto ed un profumo unici.

- arrostire la verdure conferisce un gusto affumicato che la zuppa non avrebbe altrimenti. Quando l'autore dice che vi ricorderà vacanze sul Mediterraneo ha proprio ragione.

- l'aioli (lo so che si scrive con la dieresi , abbiate pazienza ma per qualche oscuro motivo il carattere sulla mia tastiera non funziona) è qui in versione semplificata che parte da maionese pronta. La mia era fatta in casa ma solo perchè non ne trovo di buona qualità da acquistare.

- il piatto finito non è un minestrone dal sapore indefinito ma una esplosione di sapori ben definiti, su tutti quello delle verdure arrostite e della paprika.

- so che in alcune parti del mondo non è stagione di peperoni e melanzane. Ma in altre si :)

lunedì 19 ottobre 2015

Pavlova al cappuccino



Nigella Lawson dice di essere fierissima di questa ricetta.
Allora, non ho tempo per perdermi in ciance.
Ma sappiate che doveva essere per otto.
Ce la siamo mangiata in quattro.
E non è finita la sera stessa perchè tutti ci siamo vergognati come cani.
Fatta per festeggiare il compleanno dell'augusto consorte, grande amante di meringhe & simili.
Praticamente, come dice l'autrice, una meringa al caffè con panna montata e cacao.
E si che sono più da dolci con la frutta.
Ma al momento sono ancora convinta che sia una delle robe più buone mai uscite dalla mia cucina.
Ed entrata nelle nostre pance.
Non fatevi ingannare dalla foto fatta in fretta e furia sul piano della cucina: è molto, molto più bella dal vivo (soprattutto se non ce ne manca già metà....:)



CAPPUCCINO PAVLOVA
da Nigellissima di Nigella Lawson
per un dolce da 23cm di diametro

250 g di zucchero semolato
4 cucchiaini di caffè istantaneo solubile in polvere (non in granuli)
4 albumi freschi o pastorizzati
un pizzico di sale
2 cucchiaini di amido di mais
1 cucchiaino di aceto bianco
300 ml di panna fresca da montare
1 cucchiaino di cacao in polvere di buona qualità


Preriscaldare il forno a 180 gradi e foderare una placca da forno con carta forno.
Imburrarla leggermente (consiglio mio, si stacca meglio)
Mischiare in una ciotola lo zucchero con il caffè istantaneo.
A parte cominciare a montare gli albumi con il pizzico di sale finchè non cominceranno ad essere gonfi e spumosi.
A questo punto unire a poco a poco il mix di zucchero e caffè.
Continuare a montare finchè si otterrà una meringa soda e di un bel colore écru.
Alla fine unire l'amido e l'aceto.
Versare la meringa sulla carta forno e modellarla in un cerchio da 23 cm di diametro, cercando di farla perfettamente piatta in superficie.
Infornare ed immediatamente abbassare il calore a 150 gradi.
Cuocere per un'ora, quindi spegnere il forno e lasciar raffreddare la meringa completamente all'interno.
Una colta che è perfettamente fredda rovesciarla così che la base risulti ora in alto (si può evitare...) e staccare delicatamente la carta forno.
Montare la panna e versarla sul dolce.
Cospargere con il cacao e servire.


NOTE

- la meringa può essere cotta un giorno in anticipo ma il dolce va assemblato al massimo mezz'ora prima di servirlo per evitare che la meringa si ammorbidisca troppo.

- rispetto alla ricetta originale non trovo necessario rivoltare la meringa sotto-sopra: è fragile e rischiate comunque che si rompa di più, anche se il suo aspetto pieno di crepe è parte del suo fascino.
Basterà sfilare la carta forno che avrete imburrato da sotto e far scivolare il dolce sul piatto da portata.

- fare attenzione che il caffè solubile sia effettivamente in polvere: i granuli non si scioglierebbero bene nella meringa.

giovedì 15 ottobre 2015

Vellutata di fagioli bianchi con bottarga di tonno



Zuppe, minestre, creme, vellutate.
Nominatene una ed avrete uno dei piatti fissi in casa arabafelice.
Che noi non ci facciamo scoraggiare dal clima, primo.
E secondo, molte sono buonissime anche fredde.
Detto questo, sfogliare il libro del mese è stato amore a prima vista con minimo metà delle proposte.
Ma con una l'amore è stato passione travolgente.
Pensando a quella bottarga meravigliosa che attendeva in frigo un qualcosa di veramente degno per giustificarne l'uso.
E per aprire un prodotto del genere, considerando dove vivo, doveva essere un piatto da re.
Minimo.
Benissimo, questo è il piatto per il re, la regina e tutta la corte messa insieme.
Fatta già due volte nel giro di una settimana.
Perchè capite, ormai la bottarga va consumata ;) 
 
 TUSCAN WHITE BEAN SOUP WITH TUNA BOTTARGA
300 g di fagioli bianchi secchi (peso prima dell'ammollo), tenuti a bagno una notte
una cipolla
3 spicchi di aglio schiacciati
1 piccola foglia di alloro
un rametto di rosmarino
750 ml di fondo bianco di pollo o brodo vegetale
200 ml di latte intero
sale e pepe macinato al momento
75 ml di olio extravergine d'oliva
150 g di bottarga di tonno
 


Mettere i fagioli ben scolati in una pentola larga, aggiungere la cipolla a pezzi grossolani, metà dell'aglio, l'alloro ed il rosmarino.
Aggiungere un litro d'acqua e portare il tutto a bollore.
Abbassare il fuoco al minimo e continuare la cottura per un'ora circa, o finchè i fagioli saranno teneri.
Scolarli tenendo da parte 400 ml del liquido di cottura.
Ora mettere i fagioli cotti in una pentola pulita con il latte, il brodo ed il liquido di cottura tenuto da parte. Portare a bollore e far cuocere a fuoco basso per 25 minuti.
Togliere alloro e rosmarino a questo punto.
Frullare la zuppa in un frullatore o con un frullino ad immersione finchè sarà perfettamente liscia.
Aggiustare a piacimento di sale e pepe.
Scaldare intanto l'olio in un padellino a fuoco medio ed aggiungere il restante aglio riducendo il fuoco al minimo. Tenere sul fuoco per un minuto e togliere immediatamente, solo perchè l'olio assorba l'aroma.
Scartare l'aglio e versare metà dell'olio nella zuppa.
Dividerla tra quattro piatti e guarnirla con la bottarga affettata finemente e un filo dell'olio all'aglio rimasto prima di servirla.

NOTE

- mi sono attenuta alle dosi di liquidi indicate nonostante mi sembrassero leggermente abbondanti ed ho fatto bene: la zuppa alla fine risulta con il perfetto grado di cremosità.


- giustamente l'autore non fa mai aggiungere sale durante le fasi preparatorie, ma solo dopo che la vellutata è pronta e frullata. Infatti, come raccomandava sempre anche mia mamma che libri non ne ha scritti ma cucinare sapeva farlo bene, i legumi si salano solo alla fine.

- ho preferito passare la zuppa nel bicchiere del frullatore invece che con il frullino ad immersione: anche se più indaginoso il risultato è innegabilmente migliore.

- non so se sono stata solo fortunata, ma il liquido di cottura rimastomi alla fine era esattamente 399 ml! I miei fagioli però ci hanno messo un po' più di un'ora a cuocere.

- l'aglio in casa mia viene utilizzato con molta parsimonia ed ho quindi usato tre spicchi piccoli: devo dire che quasi non si sente, dato che comunque l'olio viene infuso per pochissimo tempo.

- l'accostamento con la bottarga è assolutamente sublime, non ho altre parole per descriverlo. Viene fuori un primo piatto o starter per una cena di pesce davvero non banale. E diciamolo, anche molto, molto facile.
 
- se proprio, dico proprio, non avete tempo potete usare i fagioli in barattolo, circa 600 g peso da scolati.
 

lunedì 12 ottobre 2015

Ciambella soffice allo yogurt, senza lievito


In quale abisso di disperazione, difficile immaginarlo.
Accetti un lavoro da colf, vieni da un luogo dove la povertà è inimmaginabile.
Arrivi a casa dei tuoi ricchi padroni.
Ops, scusate, si chiamano datori di lavoro.
Ti fanno fare di tutto, con orari assurdi.
Ti proibiscono di chiamare casa.
Cibo molto, molto eventuale.
Vuoi scappare.
La tua padrona lo scopre.
E non trova meglio da fare che tagliarti una mano.
L'ambasciata indiana ha chiesto formalmente al governo saudita di aprire un'inchiesta.
Sarà.
E' che me la ricordo così bene, quella sera.
Un ristorante alla moda.
Una famiglia saudita con parenti ed amici seduta al tavolo davanti al nostro.
Lei, da sola, ad un altro.
Guarda in terra.
Il suo lavoro è badare ai bambini appena diventeranno troppo fastidiosi per la mamma persa in chiacchiere.
Le viene portata una bibita in lattina ed una ciotola di non so cosa.
La guardo, è poco più grande dei bimbi che deve accudire.
Ha gli occhi grandissimi e spaventati ogni volta che incontra uno sguardo.
Le sorrido, ed abbassa la testa alla velocità della luce.
Guarda la sua ciotola.
Servono cibo giapponese, qui.
Chissà se lei, che probabilmente viene da Etiopia o Eritrea, ne ha mai visto prima.
Tanto nessuno le ha chiesto se le piacesse.
Non mangia niente.
Dall'altro tavolo schiamazzi, montagne di cibo, Iphone all'opera.
Andiamo via prima di loro, ma me lo sono sempre chiesta che fine avesse fatto.
E' che purtroppo comincio a convincermi che l'umanità non si possa insegnare.


Passo oltre, come sempre :) e vi lascio una torta meravigliosa opera, come sbagliarsi, di Nigella Lawson.
E' in pratica una torta allo yogurt ed infatti proviene dal suo libro in cui si sbizzarrisce con la cucina italiana.
Sottolinea come ogni famiglia italiana ne abbia una sua versione ed io non faccio eccezione, con quella della mia mamma che per me rimane imbattibile.
Però questa, con la differenza dell'amido dell'impasto e dell'assenza del lievito è veramente una bella scoperta.
Chi la prova? ;)




YOGURT POT CAKE
da Nigellissima di Nigella Lawson
per uno stampo a ciambella da 20 o 22 cm di diametro

150 g di yogurt bianco non zuccherato
150 ml di olio di semi
3 uova
250 g di zucchero semolato
175 g di farina
75 g di amido di mais oppure fecola di patate
la buccia grattugiata di mezzo limone
un cucchiaino e mezzo di estratto di vaniglia
zucchero a velo, per servire


Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ferma.
Lasciarli da parte quindi unire lo yogurt e lo zucchero ai tuori, sbattendo bene con le fruste elettriche.
Sempre frullando unire l'olio a filo, la vaniglia e la buccia di limone.
Unire infine la farina e l'amido.
Ora con una spatola unire delicatamente gli albumi cercando di non smontare il composto.
Versare nello stampo imburrato e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 30-35 minuti.
Far intiepidire prima di sformare e spolverizzare di zucchero a velo.


NOTE

- dato che la torta non ha lievito Nigella raccomanda di usare uno stampo a ciambella come indicato oppure uno normale ma comunque di circa 22 cm di diametro, o la torta non cuocerebbe bene all'interno se lo si usasse troppo piccolo.

- dura tranquillamente quattro o cinque giorni coperta con la pellicola.

- Nigella dà le dosi per la ricetta anche con la misura dei vasetti di yogurt, però il suo misura 150 g e non 125 come la maggior parte devi vasetti di yogurt in Italia. Per praticità quindi riporto le dosi in grammi e millilitri.


lunedì 5 ottobre 2015

Torta affogata al cocco e latte condensato



Partendo dal presupposto che le torte "bagnate" non mi piacciono.
Partendo dal presupposto che ero scettica come poche volte con una ricetta.
Partendo dal presupposto che mi consolava la lattina di latte condensato tra gli ingredienti.
Partendo dal presupposto che Martha Stewart non mi ha mai deluso.
Anzi, solo una volta.
Ed era colpa mia che avevo sbagliato un passaggio.
Bene, buttiamoci.
Farla è facilissimo.
Finire a cucchiaiate il composto di cocco e latte condensato, pure.
Resisto.
Lo verso.
Speriamo bene.
Mi sembra tantissimo.
E poi il miracolo.
La torta se ne va a nanna, ed io io con lei.
Il giorno dopo è morbida.
Umida, sottolineo.
Non bagnata.
Grido al miracolo.
Quanto sia buona ve lo lascio immaginare.
E incredibilmente non è nemmeno troppo dolce.
Provate, che è di un facile e comodo che vi stupirà!





COCONUT CAKE WITH TROPICAL FRUIT
per uno stampo rettangolare circa 22 cm per 33cm
da Cakes di Martha Stewart

113 g di burro
6 uova grandi
la punta di un cucchiaino di bicarbonato
un pizzico di sale
180 g di zucchero
25 g di farina di cocco
120 g di farina
250 ml di panna liquida fresca
397 g di latte condensato zuccherato
390 g di latte di cocco
altra panna da montare per servire
frutta a piacere per servire


Montare gli albumi con il bicarbonato e il sale per 5 minuti, finchè si ottiene una meringa, quindi unire al composto sempre frullando i tuorli e lo zucchero a poco a poco .


Ora con una spatola o il gancio a K dell'impastatrice unire il burro fuso e freddo e la farina di cocco.
Unire a poco a poco anche la farina 00, versare nella teglia e cuocere a 180 in forno preriscaldato per 20-25 minuti.


Mentre la torta cuoce mescolare in una ciotola panna fresca, latte di cocco e latte condensato senza montare.
Appena la torta esce dal forno versarvi sopra tutto questo composto a poco a poco.


Far raffreddare a temperatura ambiente poi in frigo per almeno 5 ore (meglio una notte)
Prima di servire montare la panna ma non troppo, quindi servire la torta con della frutta tropicale a piacere e se lo avete del cocco in scaglie.

NOTE

- la torta va fatta necessariamente il giorno prima rispetto a quello in cui va servita, dato il lungo riposo.

- è buonissima sia fredda di frigo che portata a temperatura ambiente.

- il liquido con cui va bagnata sembra tanto, ma la torta lo assorbe perfettamente. Fare attenzione a distribuirlo bene anche negli angoli.

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