lunedì 27 agosto 2012

Gelato furbissimo alla vaniglia senza gelatiera, che non ghiaccia mai!







Finite, come sono iniziate.
Nel silenzio più totale.
Tanto se ne è parlato altrove, quanto qui sono passate quasi inosservate.
Apparentemente.
Eppure le recenti Olimpiadi hanno segnato un record mondiale da far accapponare la pelle: le prime con almeno una donna per ogni nazione.
Arabia compresa, e credetemi fino a che non le ho viste con i miei occhi non ci ho creduto.
Quella sfilata durante la cerimonia inaugurale, e loro sorridenti seppure avvolte e coperte dai veli tradizionali.
A debita distanza dai colleghi maschi, non sia mai poi a casa si sia tacciate di comportamenti sconvenienti.
Facile, in un posto dove è sconveniente andare in bici, guidare una macchina non si può, e il diritto di voto conquistato da così poco che nemmeno si è avuto il tempo di esercitarlo, ancora, e provarne l'ebbrezza.
Un posto dove in tanti hanno espresso sdegno per la decisione del governo di aderire, finalmente, alle regole imposte dal Comitato Olimpico, dicendo che le donne partecipanti sarebbero state per sempre le "prostitute olimpiche".
E quando tutto sembrava fatto, eccoci di nuovo a trattenere il fiato.
La judoka saudita è costretta dalla sua religione a coprirsi sempre i capelli,  anche durante le gare.
Peccato che il velo sia severamente vietato in combattimento, e non certo per razzismo od ottusità: potrebbe essere pericolosissimo per l'atleta stessa, nella foga della lotta.
Allora non se ne fa nulla?
Compromesso, come sempre.
Cambia il velo e diventa una cuffia, che non possa incastrarsi od essere tirata dall'avversario.
Del padre, del Comitato, dell'Arabia, del re, dell'opinione pubblica saudita.
Che si, da queste parti si ha il brutto vizio delle ritorsioni e fare qualcosa di non gradito al sentire comune può portare in qualche caso a ricevere in cambio che so, una minaccia di morte.
Con una certa probabilità di avverarsi, purtroppo.
L'ho guardata, la sua gara.
Lei spaesata, un tantino.
Quanta gente, quanti occhi tutti per lei che viene dal mondo dove le donne sono invisibili...
Ottantadue secondi netti.
Tanto è bastato alla sua avversaria per eliminarla.
Ma sono certa che non ci sarà nessuno che oserà chiamarla perdente ;-)



Questo gelato è la nuova droga di casa arabafelice, ed ha già provocato assuefazione in una lista di invitati a cena che va pericolosamente allungandosi...provatelo senza cambiarne una virgola, e vedrete se non hanno ragione!
Morbido, cremoso, vellutato senza mai diventare un blocco di ghiaccio, e con pochissimi ingredienti di comunissima reperibilità: non fatevi pregare, e dategli una chance.
Mi saprete dire...





NO-FUSS VANILLA ICE CREAM
da Everyday Food di Martha Stewart

una lattina di latte condensato ( quello zuccherato!) da 397 g
500 ml di panna fresca da montare
estratto di vaniglia ( leggere la nota ;-)
2 cucchiai di liquore tipo Vov oppure Bourbon


Mescolare in una ciotola il latte condensato con la vaniglia ed il liquore.
A parte montare la panna molto soda, quindi unire con delicatezza i due composti mescolando dal basso verso l'altro cercando di non smontare troppo il tutto.



Versare in uno stampo a piacere il composto ottenuto...dal look già piuttosto promettente :-)


Far riposare almeno otto ore in freezer, quindi servire a piacere.
Qui qualcuno ha deciso di variegarlo con la Nutella...



NOTE:

- questo gelato non diventa mai così duro da non potersi mangiare, quindi non tiratelo fuori dal freezer con troppo anticipo rispetto a quando volete servirlo o ve lo ritroverete liquefatto.

- il liquore non si sente per nulla, ve lo dice un'astemia: ma l'alcol presente aiuta a non far ghiacciare troppo il gelato. Le mie amiche lo hanno servito anche a dei bambini, dicendomi che la quantità sul totale è veramente irrilevante.

- l'estratto di vaniglia che ho usato io è piuttosto intenso e ne sono bastati due cucchiaini. Ma la vaniglia è solo un aroma, va a piacere...quindi andate un po' a naso ;-) 

- Vov e Bourbon sono i liquori che ci stanno meglio perchè non si sentono alla fine e lasciano il gusto proprio...vanigliato. Se non li avete usate altri liquori ma ricordando che possono far virare il gusto finale: lo garantisco solo se usate uno dei due menzionati ;-)


lunedì 20 agosto 2012

Trio di mousse con frutti di bosco





E' finita.
Un'altra volta.
Un mese esatto, come sempre
Lunare, sia chiaro, che qui tra le dune anche il calendario è speciale.
Mese di Ramadan, intendo.
Che non è una festa, come molti credono.
Ma proprio il nome del nono mese dell'anno, prima di entrare in quello di Shawwàl.
Mese in cui i musulmani osservano il digiuno dall'alba al tramonto.
Si astengono dal bere, dal fumare, dalle attività sessuali.
Come si faccia a non bere quando, come ora, fuori ci sono cinquanti gradi è mistero che non sono in grado di capire, nè come abbiano fatto gli atleti dei Paesi islamici alle, da poco, passate Olimpiadi.
Ma se chiedete ad una donna araba cosa faccia tutto il giorno durante il Ramadan la risposta sarà sempre la stessa.
Cucinare.
Dalla mattina alla sera, appunto.
Perchè appena il tramonto arriva immaginatevi una cena di Natale.
Ma tutte le sere per un mese!
Piatti vari, tanti, tantissimi.
Colorati, speziati, profumi da indovinare.
Datteri a profusione.
Dolci da spiluccare fino al mattino, che quando il sole sorge è quasi una maledizione, e non si può toccare più nulla.
Se non si vuole, certo.
Ma mi domanderò sempre perchè in Arabia i ristoranti ed i bar durante Ramadan siano obbligatoriamente chiusi, come la maggior parte dei negozi.
Si fa shopping di notte, ed il supermarket apre dalle nove di sera all'una del mattino...
Ora, so che rispettare questa usanza è questione di fede.
Ma chiudere tutto perchè, per evitare tentazioni?
Succede solo qui, che i musulmani altrove evidentemente sono più forti e in grado di passare davanti a, che so, Cinnabon senza assaltare il bancone.
Ed anche a noi occidentali viene gentilmente ricordato ogni anno di non mangiare in pubblico, pena il carcere e se va male l'espulsione dal Paese...
Ci sono eccezioni, è ovvio.
Malati, bambini, donne incinte possono mangiare come sempre e recuperare il digiuno in un altro periodo dell'anno.
Giusto.
Meno giusto il giorno che a scuola ho osato bere un sorso d'acqua per prendere un medicinale (cosa assolutamente lecita anche durante Ramadan) ed un alunno premuroso mi ha ricordato che lo stavo offendendo.
Gli ho sorriso, sottolineando che forse sarebbe rimasto più offeso dal vedermi vomitare sul suo banco se la pillola miracolosa non avesse invece prontamente fatto effetto.
Lo so, non avrei dovuto.
Ma silenzio, subito.
Lo dico sempre io, che ci vuol poco ad andare d'accordo :-)


Festeggiamo anche noi, allora, con un dolce al cucchiaio di una semplicità disarmante ma di un buono che non avete idea.
Provatelo, anche le cuoche alle prime armi: a prova di...tutto :-) riesce sempre e non richiede nè abilità nè ingredienti particolari.
C'è solo da cuocere le pesche sul fornello, ma si tratta di cinque minuti: credetemi, sarete ricompensati.





TRIO DI MOUSSE CON FRUTTI DI BOSCO
(per 4 bicchierini)
dal numero di Luglio de La Cucina Italiana

300g di pesche ( sono circa 2)
250g di panna fresca da montare
100g di frutti di bosco a piacere
un amaretto morbido
12g di cacao amaro
30g di zucchero
una noce di burro
Grand Marnier oppure succo di limone
frutta per decorare
vino bianco, un paio di cucchiai


Sbucciare le pesche, tagliarle a pezzi e metterle in un pentolino con i 30g di zucchero, poco burro ed uno spruzzo di vino bianco. Portare a bollore e far cuocere circa 5-7 minuti finchè la frutta sarà quasi totalmente disfatta.
Spegnere e far raffreddare, quindi frullare se si vuole una mousse liscia o lasciare con qualche pezzo qua e là, come ho fatto io.
Mescolare i frutti di bosco con il Grand Marnier oppure il succo di limone e un cucchiaio di zucchero, quindi lasciarli marinare una mezz'ora.
Montare la panna finchè sarà cremosa ( quindi non del tutto!) e dividerla in tre ciotole: due ciotole da 70g ciascuna ed una da 110 g.
Aggiungere ad una ciotola da 70g la mousse di pesche, all'altra da 70g con l'amaretto sbriciolato ed a quella da 110 unire il cacao.


 

Subito mescolare la panna e le  pesche e mettere la mousse in frigo.
Invece montare i due composti, quello al cacao e quello con l'amaretto, in modo da montare la panna completamente.
Ora montare i bicchierini mettendo sul fondo la frutta con il loro sughetto, poi la mousse con l'amaretto, quella al cacao e infine quella con le pesche.
Prima di servire decorare con un frutto a piacere e con una salsina fatta frullando dei lamponi ( o altri frutti di bosco a piacere, anche misti) con zucchero a velo e succo di limone.


NOTE:

- il dolce si mantiene perfettamente in frigo anche per due giorni prima di essere servito, ma coprite i biccherini con la pellicola trasparente e non mettete nè la salsina nè la decorazione che verranno aggiunti solo all'ultimo.

- le dosi bastano per quattro bicchierini piuttosto piccoli, quindi se volete porzioni più abbondanti raddoppiate.

lunedì 13 agosto 2012

Smoothie di arancia frullata, banana e limone



Dev'essere una nuova moda.
Un trend dell'estate in corso che mi è, imperdonabilmente, sfuggito.
Forse un nuovo sport.
Diffusissimo.
E pare che a fare diversamente si sia irrimediabilmente out.
Bisogna lamentarsi delle vacanze appena trascorse.
Non poco, eh.
Non puoi capire che tragedia!
Mi spavento.
Tragedia è termine con cui indicherei un lutto.
Una malattia.
Un incidente.
Un accadimento di gravissima portata.
E questo mi aspetto.
E' morto il telefonino nuovo cadendomi in mare.
Ah, ecco.
Scusate se sono insensibile a non pensare all'anima del piccolo parallelepipedo di plastica.
E' che la sua morte fatica a sembrarmi un evento tanto luttuoso, dato che a differenza di, che so, un parente caro, si può facilmente sostituire con un uno simile se non uguale.
Non ti immagini che caldo faceva!
Ora, di caldo un pochino me ne intendo :-) e questo non vuol dire comunque che lo soffra meno.
Ma è estate, che ci si aspetta, specie se si va in un Paese nordafricano.
Non oso pensare all'eventualità del freddo fuori stagione: avrebbe portato a gesti estremi?
Gli aperitivi e gli happy hour costavano uno sproposito, ci siamo rovinati. 
Sarà, ma nemmeno li consiglia il dottore.
Quindi si sarebbero potuti facilmente evitare, invece di condannarmi ora a sapere cosa costi un cocktail alla moda in una  località di villeggiatura altrettanto alla moda.
Che zanzare, c'erano.
Parlo da vittima sacrificale adorata dalle suddette:dunque, le zanzare sono sempre esistite. 
Non mi pare facciano parte delle nuove specie appena scoperte.
Come i mezzi per prevenirle, evitarle, o almeno levarsi il prurito.
Ma una puntura sulla lingua mai, eh?
Siamo tornati più stanchi di quando andiamo a lavorare.
Per carità, qui potrei anche essere d'accordo.
Certe vacanze, le mie non da meno, sono un tale concentrato di eventi uno dopo l'altro che fisicamente dopo un po' se ne risente, specie dopo un certo numero di serate finite alle due del mattino...
Però, suvvia, sempre di vacanze si tratta.
E siamo andati a letto di...mattina perchè ci stavamo divertendo, mica perchè eravamo intenti ad estrarre diamanti da una miniera, in condizioni disumane.
Ricordarlo, invece di farne tragedia greca, non farebbe tanto male.
Non puoi capire come ho mangiato male.
Non solo non posso capirlo, ma nemmeno voglio.
Se cerchi la pizza in Vietnam e la torta della nonna in Alaska dubito che le troverai come te le aspetti.
E magari ti sta anche bene ;-)


Vacanza o non vacanza, a questa bibita rinfrescante non importa: sana ma soprattutto buonissima, va per la maggiore ultimamente in casa arabafelice, pare non stanchi mai.
Merenda, colazione, non importa: ci sta sempre a pennello.
Sembra o non sembra di avere il sole in un bicchiere?


 

SMOOTHIE DI ARANCIA FRULLATA, BANANA E LIMONE
per due bicchieri

2 o 3 arance, a seconda della grandezza
1 banana non troppo grande
il succo appena spremuto di un limone
zenzero grattugiato, facoltativo

Pelare al vivo le arance ovvero togliere buccia e parte bianca.
Mi sono trovata benissimo, e per questo ve lo mostro, ad usare per questa operazione uno sbuccia-agrumi della Fiskars...nemmeno sapevo esistesse!
Ma toglie bene tutto senza intaccare il frutto.


Tagliarle a pezzi e metterle nel frullatore insieme alla banana a fette ed il succo di limone.
Frullare ad alta velocità per un minuto e servire subito, grattugiando pochissimo zenzero sulla superficie se lo si gradisce.


NOTE:

- meglio realizzarlo con frutta fredda di frigo.

- non prepararlo in anticipo: la vitamina C contenuta nelle arance si ossida a contatto con l'aria.

lunedì 6 agosto 2012

Crumble facilissimo con le pesche


Una ciotola verde.
Quel mestolo di legno un po' graffiato.
L'agenda gialla e marrone che sembrava contenere chissà quali segreti.
Sorrisi, tanti.
Risate, da non potersi contare.
Le mura di cucina a trattenere tutto questo a perfezione, che la felicità è sempre giusta giusta, e solo le tristezze sono incontenibili.
Profumi, quanti.
Chissà se vale come profumo anche l'odore di bruciato di quella volta che mamma si dimenticò un uovo a rassodare sul fornello che non si sa bene come, dopo che l'acqua venne tutta consumata, saltò fuori dal pentolino e si fece ritrovare sul pavimento.
Schizzi di cioccolato da leccare di nascosto, e salse da guardare addensare.
Qualche piatto che non è mai venuto, e quel budino che rimase liquido per sempre.
Sembrava un parco di divertimenti, a me piccina.
Unica stanza di casa dove sporcare senza pietà fosse tollerato, perchè si sa che cucinare non è un lavoro pulito.
E come facessero burro, uova e poco altro a spuntare fuori dal frigo e diventare torta sembrava sempre una magia.
Tante case, e la cucina di mamma sempre quella.
Fino alla fine.
Poi ho avuto le mie, sperdute sulle carta geografica, tra le dune, grattacieli e un paio di deserti.
Ci fu quella un po'...spartana dove lo sportello del forno ti rimaneva in mano, se provavi ad aprirlo.
E quella in cui mi si disse di non usare i fornelli, che pure facevano bella mostra di sè, perchè le perdite di gas talmente forti da poter causare un'esplosione, e mi si fornì con grande nonchalanche, a dispetto dei miei occhi spalancati a dismisura, di un fornelletto da campeggio dove cercare di farsi un tè caldo diventava un'avventura.
Quella così piccola da dover fare a turno ad entrare fino ad una che ha le dimensioni di un monolocale.
Eppure tutte uguali, perchè non c'è cucina in cui non si faccia da mangiare.
Tutte a parlare la stessa lingua, in fondo.
Perchè masticare, grazie al cielo, è internazionale.
E ci si capisce sempre ;-)


Lo so che c'è caldo, ma questo dolce è troppo buono per aspettare.
E poi le pesche mica ci sono tutto l'anno!
Un dopopasto, una merenda dopo il mare, e per me anche una prima colazione.
Da farne incetta, finchè durano le pesche ;-)
Il post e la relativa ricetta possono essere letti anche sul blog delle Cucine Lube.




PEACH CRUMBLE
per una teglia quadrata da 20cm

un kg circa di pesche, oppure pesche noci
zucchero semolato a piacere ( anche nulla!)
2 cucchiai di succo di limone
4 cucchiaini di amido di mais
un pizzico di sale

per il crumble

120 g di burro a temperatura ambiente
45 g di brown sugar, oppure zucchero di canna
110 g di farina
un pizzico di sale


Mettere il burro morbido ( ma non sciolto!) a pezzi e il brown sugar (o lo zucchero di canna, se non lo trovate) in una ciotola e lavorare il tutto con le fruste elettriche per un paio di minuti, in modo da ottenere un composto omogeneo e montato.
Lasciare da parte le fruste e aggiungere la farina tutta insieme insieme al sale.



Ora lavorare il tutto con le dita ( assolutamente non impastare) sfregando il composto tra i polpastrelli in modo da ottenere un insieme di briciole più o meno grandi.



Mettere la ciotola con le briciole in frigo e preparare la frutta.
Sbucciare le pesche (in caso di pesche noci la buccia può essere lasciata) e tagliarle a spicchi non troppo grossi. Irrorarla con il succo di limone e versare l'amido di mais ed il sale, mischiando bene.
Lo zucchero è assolutamente a piacere, se la frutta è abbastanza dolce potrebbe non servirne: nella preparazione in foto ne ho messo un cucchiaio.
Girare bene e versare la frutta in una teglia di pyrex, non è servito imburrarla o mettere la carta forno.
Coprire con il crumble in maniera omogenea e cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per mezz'ora, 40 minuti a seconda dei forni.


Se dopo una ventina di minuti la preparazione si sta colorendo troppo coprire con l'alluminio e portare a cottura.
Far obbligatoriamente riposare almeno una ventina di minuti prima di gustarlo: la frutta diventa tiepida e il crumble prende la gusta consistenza.


NOTE:

- provate a cercare il brown sugar ( a Roma ce l'ha Castroni): dona alle preparazioni un profumo davvero particolare.

- il crumble si serve nella stessa teglia in cui si prepara, quindi sceglietene una carina :-)

- il composto di briciole di farina e burro può essere preparato in anticipo e surgelato nei sacchetti per il freezer: usare sulla frutta direttamente da surgelato allungando solo i tempi di cottura.

- il crumble è servito tiepido meglio se nello stesso giorno in cui si prepara, ma a me piace molto anche freddo di frigo.


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