lunedì 27 marzo 2017

Mini tatin all'ananas


Posto qualche ricetta dopo un po'di pausa, ed apriti cielo.

Uffa, ancora una ricetta salata.
E si che di solito la lamentela è che posto troppi dolci.

Oddio nel 2017 ancora posti ricette con l'agnello, assassina.
Lo cucino perchè vivo circondata da onnivori ed ognuno si merita di poter mangiare ciò che sceglie. Che poi io non lo mangi è altra storia, ed in teoria assolutamente irrilevante. E' che non rompo l'anima a chi invece lo fa. Ecco, lungi da me dal volermi porre a modello per alcunchè. Ma se qui poteste prendere esempio non sarebbe poi tanto male.

La ricetta è troppo difficile e ci vuole un sacco di tempo.
C'è un indice che ne contiene quasi seicento. Non basta guardarne un'altra?

La ricetta è  facile, ci vogliono solo tre ingredienti. Me ne mancano due, che faccio.
Assolutamente come sopra.

Ancora Nutella, olio di palma non ti dice nulla?
Eccome se mi dice. Mi guarda e allarga le braccia, scuotendo la testa perchè chi lo demonizza nemmeno sa il perchè. O crede di saperlo ed ahimè, sbaglia.

Fai ricette con gli Oreo, orrore.
A parte che allora non so chi le legga, visto che sono tra le più visitate ma nessuno ha il coraggio di dirlo. O evidentemente presenze aliene passano tra le pagine di questo blog facendo numero al contatore di visite. No, non fa particolarmente figo snobbarli per partito preso, come tanti altri prodotti. Nè fa figo usarli per forza. Ricordo che qui appare solo roba che piace a me a al di me consorte, non inviti all'acquisto, all'azione, alla mobilitazione popolare in uno o l'altro senso.

E' tutto fuori stagione sul tuo blog.
Non dovrà ripeterlo un'altra volta dove vivo, vero? E che c'è una sola stagione: quella del reparto surgelati del freezer al supermercato.

Solo pochi degli ultimi messaggi ricevuti. Leggervi mi fa sempre piacere, in ogni caso.
Ma qui continua ad essere pubblicato solo quello che mi va, e mi piace. E non offendetevi se invece che direttamente vi ho risposto qui.
Su, che di predicatori e depositari della Verità con V maiuscola siamo già tutti, abbondantemente forniti ;)

La ricetta di oggi è colpa  merito della mia amica Lu, che giustamente dopo un libro sulle verdure me ne ha regalato uno sulla frutta, because balance is everything in life :D
Questa fa parte della serie figurone con pochissimo sforzo: solo un lavoro di assemblaggio e poi il forno fa la meraviglia!
Un tè pomeridiano, una colazione, un dopocena leggero magari con una pallina di gelato alla vaniglia...se sapete cucinare, vi verranno benissimo.
Ma il bello è che vengono anche se non sapete farlo! Chi prova per primo? ;)



MINI TARTE TATIN ALL'ANANAS
da Sempliciessenziali - frutta di Donna Hay
per 6 pezzi

60 g di burro
220 g di zucchero semolato
60 ml di acqua
un baby ananas tagliato a fette
375 g di pasta sfoglia (congelata o fatta in casa, e senza glutine per i celiaci)

Fondere il burro su fuoco medio in una padella antiaderente.
Appena fuso unire lo zucchero e l'acqua e cuocere mescolando per due minuti o comunque finchè lo zucchero risulterà sciolto.
Aggiungere le fette di ananas e cuocere per 3 minuti (io tre minuti per lato)
Ora mettere un po' di sciroppo e una fetta di ananas in sei stampini per tartelletta da circa 9 cm di diametro (i miei 10).
Stendere la sfoglia a 3 mm di spessore e ricavare 6 dischi grandi quanto gli stampini e appoggiarli sulle fette di ananas ripiegando i bordi verso l'interno.


Mettere gli stampini in una teglia e cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 18-20 minuti o comunque finchè la pasta risulterà gonfia e dorata.
Aspettare qualche istante e rovesciare sui piattini di servizio.



NOTE

- non aspettare troppo a sformare le mini tatin: lo sciroppo indurirebbe rendendo l'operazione più difficoltosa.

- sono buonissime tiepide ma anche a temperatura ambiente. Sono perfette il giorno stesso in cui vengono cotte, quello dopo la sfoglia perde ovviamente un po' di croccantezza.

- come scritto sopra sono perfette da sole ma per un dopo pasto con una pallina di gelato faranno un figurone....

- il tag gluten free si riferisce al fatto che può essere usata pasta sfoglia senza glutine, che ormai si trova facilmente nei supermercati italiani.



lunedì 20 marzo 2017

Pollo alla paprika, origano e limone

Due ospiti a cena.
Uno cordiale, allegro, gentile oltre ogni limite ed ormai un caro amico.
L'altro, un collega dell'augusto consorte venuto da lontano conosciuto finora solo di nome.
Ma che sarebbe andata male si è capito subito.
Il primo saluta sorridendo.
Il secondo chiede cosa ci sia per cena.
Esattamente come ho detto: ancora nell'ingresso, quasi preoccupato.
Il saluto non arriverà mai.
Annuncio pasta al pesto, che per quanto possa sembrare banale a voi fortunati, nel deserto è un piatto esotico e pressocchè introvabile.
Tralasciando che la pasta sia fatta in casa ed il pesto quello delle preziose scorte portate dall'Italia.
Non mangio il pesto. Preferisco la pasta in bianco. 
Un sasso, al mio posto, sarebbe stato più espressivo.
E di secondo?
Non batto ciglio, e parlo del vassoio di costolette di agnello fritte e presentate con tre salse diverse.
Non mangio l'agnello. C'è del pollo?
Ma il mio consorte lo ha riconosciuto bene lo sguardo assassino, e non so se tema di più per la sua incolumità o quella dell'educatissimo, ehm, ospite.
Scongelo al volo, e lo preparo a tempo di record con una specie di crumble di formaggio ed erbe, che non si dica mai che gli ho fatto la fettina ai ferri
Viene servito il pesto agli altri, a lui la pasta in bianco come ordinato.
Che, per fugare ogni dubbio, non ha previsto aggiunta di olio, burro o chissà quale formaggio.
In purezza appena scolata.
L'agnello al resto dei commensali, ed il pollo a lui.
Ormai lo guardo con un'aria leggermente di sfida, mentre mi sforzo di rimanere educata.
Questo è, accidenti, il mio problema.
Un'educazione perfetta e l'idea inculcata che l'ospite sia sacro.
Ma nonostante tutto?
Non mi guarda nemmeno mentre accuratamente ripulisce il petto di pollo dalla graziosa panatura scartandola verso il lato del piatto.
Ma il bello doveva ancora venire.
Annuncio l'arrivo del dessert, e di nuovo la sua voce.
Sono diabetico.
Quanto mi sia venuto da ridere non riesco nemmeno a descriverlo, mentre gli dico serafica pazienza, dovrà fare a meno della panna cotta.
E di colpo ribatte, quasi spaventato.
No no, questa la mangio!

Come è andata a finire? Mio marito mi ha chiesto scusa in ginocchio per mesi, e con l'altro ospite che aveva riso sotto i baffi tutta la sera conoscendo il soggetto ne parliamo ancora dopo anni.
Il gentleman in questione? Mai più rivisto, ovviamente, e buon per lui più che per me.
Dato che nel frattempo le buone maniere le ho lasciate sotto le palme e dietro ai cammelli ;)
Passando al pollo, che è meglio, correte a farlo perchè veramente non solo è facilissimo, è tutto pronto in tavola in meno di mezz'ora,  ma veramente viene fuori una roba incredibile.
Provate e poi venite a dirmi se non avevo ragione!



PORTUGUESE STYLE CHICKEN

un cucchiaio di paprika affumicata
un cucchiaino d pepe di Cayenna
un cucchiaino di cumino macinato (l'ho omesso)
un cucchiaio e mezzo di origano secco
60 ml di olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di aceto di vino rosso
un cucchiaio di brown sugar
sale  e pepe
3 spicchi di aglio
12 fusi di pollo (vanno bene anche cosce o sovracosce)
2 fette di pane bianco (gluten free in caso di bisogno)
80 ml di acqua
spicchi di limone per servire

Mescolare in una ciotola la paprika, il pepe di Cayenna, il cumino e l'origano.
Unire l'olio, un solo cucchiaio di aceto, lo zucchero, sale e pepe a piacere e mescolare.
Togliere da questo mix due cucchiaiate che vanno messe da parte.
Aggiungere al resto della marinata gli spicchi d'aglio schiacciati e il pollo, girando perchè sia ben coperto.
Versare quindi il tutto su una teglia coperta con carta forno e cuocere in forno preriscaldato a 250 gradi per circa 15-18 minuti, o comunque finchè dorato e ben cotto.
Mentre il pollo cuoce mettere il pane a pezzi, l'acqua, il cucchiaio di aceto rimasto e i duc cucchiai di marinata lasciati da parte in un piccolo robot da cucina, facendo andare le lame finchè il tutto è amalgamato.
Servire il pollo con la salsa preparata e degli spicchi di limone.



NOTE 

- la ricetta si fa letteralmente da sola, salsa a parte. L'ho servito anche senza salsa di accompagnamento e credetemi, ci siamo leccati le dita anche così.

- le spezie usate sono di uso comune, secondo me le avete tutte in casa.

- il brown sugar è uno zucchero bianco addizionato di melassa. Si trova ormai anche in Italia ma se proprio fosse irreperibile buttatevi sullo zucchero di canna, tenendo a mente che è un'altra cosa ;)

martedì 14 marzo 2017

Spalla di agnello caramellata, a lenta cottura



Con Glynn Purnell è stato amore a prima vista.
Il suo precedente libro, già passato per queste pagine, uno di quelli che meritano in casa arabafelice il ripiano più basso della libreria di cucina, quello dove stazionano i libri usati più di frequente.
Quindi con entusiasmo ho sfogliato il nuovo e onestamente davvero ho avuto l'imbarazzo della scelta.
Non vi dico cosa sono i dolci... ma non di solo quelli si vive.
L'agnello qui in Medio Oriente è la carne più diffusa nonchè più tipica.
Per tacer che è una delle preferite dal mio augusto consorte...
Quindi naturale provare una ricetta diversa per cucinarlo, ricca di tutte quelle spezie che non faccio certo fatica a reperire.
E poi, diciamolo, Glynn Purnell ha un modo di scrivere accattivante e molto divertente:dopo aver letto che usare la torcia da pasticceria sull'agnello mi avrebbe fatto sentire come Stallone o Schwarzenegger in un film d'azione non ho assolutamente potuto farne a meno ;)



CARAMELISED, SLOW-COOKED LAMB
per 4-6 porzioni
un cucchiaio di cumino in polvere
un cucchiaio di zenzero secco in polvere
un cucchiaino di peperoncino secco
mezzo cucchiaio di garam masala
mezzo cucchiaio di cannella
una spalla d'agnello con l'osso da circa 1,8 kg
2 teste d'aglio
2 cipolle
20 g di rosmarino fresco
25 g di light brown sugar
per la vinaigrette classica
200 ml di olio di girasole
50 ml di aceto di vino bianco
un cucchiaino di senape di Digione
per le verdure
2 cuori di lattuga
50 g di spinaci baby
sale
200 g di fagiolini, possibilmente fini
300 g di piselli
200 g di taccole
50 g di crescione

Per l'agnello: mescolare tutte le spezie e strofinarle con le mani sull'agnello in una ciotola. Coprire e far riposare una notte in frigo in modo che l'agnello abbia tempo di assorbirne i profumi.

Accendere il forno a 180 gradi. Tirare fuori dal frigo l'agnello in modo che torni a temperatura ambiente.
Mettere gli spicchi d'aglio non sbucciati in una teglia da forno insieme alle cipolle tagliate in quattro e al rosmarino. Appoggiare l'agnello sopra le verdure e cuocere per 2 ore -2 ore e mezzo o finchè l'agnello sarà ben cotto e risulterà tenero.

Mentre l'agnello cuoce preparare la vinaigrette semplicemente mescolando insieme gli ingredienti.

Aprire i cuori di lattuga e separare le foglie e metterle in una ciotola insieme agli spinaci.
Pulire i fagiolini quindi versarli in acqua bollente salata per 2 minuti. PAssati i due minuti aggiungere i piselli e le taccole e bollire il tutto per un minuto ulteriore.
Scolare le verdure ed immediatamente unirle alla ciotola di lattuga e spinaci. Unire il crescione e condire con la vinaigrette.

Appena l'agnello è cotto tirarlo fuori dal forno e farlo riposare 15 minuti.
Quindi spolverizzare con lo zucchero il lato dell'agnello dove è presente il grasso e caramellare lo zucchero con una torcia da pasticceria o ponendo la teglia sotto il grill.
Affettare e servire con le verdure preparate.
 
 NOTE

- la spalla di agnello da me si trova con molta facilità. La dimensione era leggermente più piccola di quanto richiesto (1,400 invece di 1,800 kg) ma non ho ridotto alcuna dose tranne ovviamente di poco il tempo di cottura.

- la ricetta non prevede sale e ovviamente la cosa mi impensieriva. Il mix di spezie è però abbondante e sufficiente per insaporire il tutto alla perfezione...per non parlare della pelle dopo che viene caramellata!

- non è previsto l'uso dell'olio e come sopra mi sono impensierita, ma in effetti l'agnello viene appoggiato sull'aglio e sulle cipolle che lo tengono staccato dal fondo e non si attacca nulla.

- il light brown sugar non è zucchero di canna ma zucchero a cui è stata aggiunta della melassa.

- nessuna spezia prevale, aiutata anche dal fatto che l'agnello ha un aroma già pungente di suo. Meno male, nessuno si è accorto della cannella....e il tutto è addolcito dalle verdure e la loro vinaigrette che consiglio assolutamente di non omettere.

- il tempo di cottura delle mie verdure è stato leggermente più lungo perchè le trovo solo surgelate. Il procedimento assolutamente lineare e ben spiegato.

- la pelle caramellata è stata una scoperta. Una roba da perdizione e da litigate. Siate preparati :)

- la lunga cottura rende l'agnello morbidissimo e la carne quasi si disfa da quanto è morbida.
 
 

lunedì 13 marzo 2017

Terrina di verdure e mousse al pomodoro in crosta di porri


Morta.
O meglio fingermi morta.
Questo l'impellente desiderio leggendo della sfida di MTChallenge di questo mese.
Una terrina per cui ci vuole un recipiente che non ho.
Che non posso acquistare perchè sono nel mezzo del deserto.
E no, Amazon non consegna nei luoghi dove le vie non hanno nomi nè numeri civici.
Con ingrediente fondamentale la gelatina.
La colla di pesce, che sarà mai.
Nulla, tranne che nei Paesi islamici la nostra colla di pesce ricavata dal maiale è per ovvi motivi bandita e se ne trova una "halal" ovvero permessa estratta dal manzo con la quale non mi sono mai trovata bene.
Uhm, confessiamo.
Ne ho una piccola, preziosa scorta portata dall'Italia.
Tanto non grunisce e non sembra salame, non l'hanno mai confiscata.
Ma religiosamente conservata perchè quando finisce, finisce.
E addio panna cotta, budini e bavaresi.
Ok, Giuliana, solo perchè sei tu :)
Poi leggo che la terrina si può fare di verdura e quindi l'obbligo del recipiente mi pare venga meno.
Non so nemmeno se ho azzeccato tutte le regole.
Ma ci tenevo troppo a provare.
Ispirata alla ricetta che è conservata da non so quante decine d'anni in quell'agenda gialla e marrone che è appartenuta a mia madre e ora ho io.
Un foglio strappato ad una rivista, e non ricordo quale.
Quella ovviamente più ricca e complessa, questa figlia del ricordo di una foto che mi incantava.
Un piatto fresco, adatto al clima dove vivo e dove non c'è nessuno che non abbia fatto il bis dopo la prima fetta con la scusa che tanto è leggera, no?
Ma adatto anche ad una tavola pasquale.
Due giorni, Giuliana, due giorni ci ho messo!
Ma accidenti se ogni tanto vale la pena far finta di non essere cialtrona :)


 Con questa ricetta partecipo a MTChallenge di questo mese che vede Giuliana lanciare il guanto di sfida sulle terrine.





 TERRINA DI VERDURE E MOUSSE DI POMODORO IN CROSTA DI PORRI
per uno stampo 24cm per 10 cm ed alto almeno 7 cm

circa 6-8 porri, a seconda delle dimensioni
150 g di fagiolini
200 g di carote
3 peperoni rossi
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
350 ml di panna fresca da montare
400 g di pomodori maturi
6 fogli di colla di pesca da 2 g l'uno
una manciata di foglie di basilico
sale, pepe 

per la salsa allo yogurt e senape
200 g di yogurt greco
un cucchiaino di senape di Digione
un cucchiaio di aceto bianco
un cucchiaio di capperi tagliuzzati
sale

per la salsa al pomodoro
200 g di pomodori maturi
2 cucchiai di aceto di mele
2 cucchiai di aceto balsamico
1 cucchiaino di zucchero
sale

Per prima cosa foderare lo stampo con pellicola trasparente in modo che sporga bene e in abbondanza dai quattro lati.
Tagliare dai porri le foglie ben verdi, lavarle e lessarle in acqua bollente salata per 14 minuti, usando una pentola molto capiente.
Scolarle su una superficie piana ed asciugarle con della carta da cucina.
Appena saranno raffreddate abbastanza da poter essere maneggiata prenderne una alla volta ed aprirla facendo scorrere le dita all'interno, vedrete che si aprono con facilità.
Foderare quindi lo stampo con le foglie, sovrapponendole e lasciando che sporgano dai lati in modo da poter alla fine essere richiuse.
Per il mio stampo sono bastate le foglie di sei porri.

Prendere i porri a cui sono state tagliate le foglie e tagliarli a metà per il lungo ma senza arrivare a separarli in fondo. Lessarli per dieci minuti in una pentola capiente piena di acqua bollente salata e scolarli in piano su una teglia, cercando di eliminare quanta più acqua possibile.

Tagliare le carote molto sottili (ho usato uno spiralizer, l'attrezzo per fare gli spaghetti di verdura) e stufarle in poco olio in una larga padella per circa cinque minuti, tagliate così sottili ci vuole poco a farle ammorbidire. Salare e lasciare da parte.

Lessare i fagiolini in acqua bollente salata lasciandoli leggermente al dente e lasciarli da parte, cercando sempre di tamponare quanta più acqua possibile.

Arrostire i peperoni in forno a 200 gradi per circa 45 minuti, a seconda della dimensione degli stessi. Tirare fuori dal forno e lasciarli riposare in una ciotola coperta con pellicola.
Quando saranno abbastanza tiepidi spellarli e dividerli in falde più o meno uguali, tamponandoli con carta da cucina e lasciare da parte.

Preparare la mousse di pomodoro: incidere sui pomodori una croce sulla buccia senza andare troppo in profondità. Mettere una pentola di acqua sul fuoco e quando bolle immergere i pomodori per circa un minuto, quindi trasferirli subito in una ciotola di acqua ben fredda.
Spellarli usando l'incisione a croce come punto di partenza, eliminare i semi e frullare la polpa.
Farla restringere un poco sul fuoco quindi condire con del sale e mettervi dentro le foglie di basilico spezzettate con le mani. Coprire e lasciare in infusione per mezz'ora, quindi passare da un colino per eliminare il basilico.
Ammollare la colla di pesce in acqua fredda per circa 10 minuti, quindi strizzarla benissimo ed unirla mescolando al pomodoro tiepido, mettendo il tutto su fuoco bassissimo solo il tempo che la gelatina si incorpori.
Lasciar tornare a temperatura ambiente.
Misurare 180 ml di liquido dal composto di pomodoro appena preparato e quando freddo unirlo con delicatezza alla panna che sarà stata montata ben soda con sale e pepe a piacere.
Non usare cucchiai o mestoli, meglio una frusta a mano per incorporare il liquido che va aggiunto a poco a poco.

Comporre quindi la terrina adagiando i porri lessati ora divisi a metà con la parte piatta rivolta verso l'alto, facendo attenzione che siano asciutti.
Coprire con circa un centimentro di mousse di pomodoro e mettere la terrina cinque minuti in freezer.
Ora fare uno strato di carote, versare la mousse e rimettere in freezer.


Fare lo stesso con lo strato di fagiolini e terminare con i peperoni, sempre ben asciutti come il resto delle verdure.
Chiudere quindi le foglie di porro sulla terrina ed avvolgere con la pellicola trasparente che pende dai lati.
Mettere in frigo per almeno sei ore, ma meglio una notte.

Per la salsa allo yogurt mescolare tutti gli ingredienti.
Per la salsa al pomodoro procedere con i pomodori come fatto su per la terrina. Tagliuzzarli a quadretti ed unirli al resto degli ingredienti.

Al momento di servire rivoltare la terrina sul piatto da portata, sarà facile aiutandosi con la pellicola che andrà staccata con delicatezza.

Usando un coltello a lama lunga e senza premere, ma piuttosto affettando come fareste per un filone di pane tagliare delle fette sottili che andranno adagiate sui piatti ed accompagnate dalle salse a piacere.




NOTE

- il piatto non è complicato ma solo lungo, ho preparato le verdure il giorno prima rispetto a quello in cui ho effettivamente composto la terrina, e servita quello dopo ancora.

- fare attenzione che le verdure siano bene asciutte prima di essere utilizzate: una terrina annacquata non è il massimo...

- questa dose di gelatina è sufficiente perchè la mousse sia morbida senza risultare imbalsamata.

- se avete paura a tagliare le fette mettete la terrina in freezer una decina di minuti prima di tagliarla e soprattutto non premete con il coltello. Siate delicati e le fette usciranno perfettamente. Andranno spostate con una spatola.

venerdì 10 marzo 2017

Asparagi gratinati



Un piatto veloce e gustoso per far finta che sia quasi Primavera ad ogni latitudine.
Facilmente adattabile per i celiaci.
E modificabile col formaggio vegano invece di quello tradizionale se dovesse servire.
Ma soprattutto, Geografia questa sconosciuta....
Se siete curiosi, è tutto qui!

lunedì 6 marzo 2017

Torta al cacao con caffè e arancia, o meglio Alligator Cake!



Avete presente quando leggete di una torta che si, ok, sembra buonissima ma la mettete da parte.
In fondo l'accoppiata arancia e cioccolato per la sottoscritta non ha l'appeal che ha per molti.
L'augusto consorte ne è estimatore, in effetti.
Poi questa torta comincia a apparire di nuovo.
E di nuovo.
Nessuna sorpresa, dato che l'originale è stato postato da una delle cuoche più raffinate, preparate e straordinarie che il web annoveri.
Nessuna sorpresa che le sue ricette siano un successo assicurato.
Nessuna sorpresa che la sorella della sottoscritta attinga più al suo blog che al mio.
Nemo propheta in patria mica l'ho detto io, no?
Sopresa grande, invece, la mattina che l'augusto consorte chiede espressamente un dolce che racchiuda arancia e cioccolato.
Il segno che mi serviva.
Ed eccola qui, con la raccomandazione a tutti di farla presto e non aspettare segni del destino per realizzarla.
Ah, e che c'entra l'alligatore.
Assolutamente niente.
Colpa di un telefono cellulare e del suo T9.
Senza pensare alle lacrime di coccodrillo dopo che ne avrete mangiato, ebbene si, una fetta di troppo. Ed un'altra ancora ;)



QUATTRO QUARTI AL CACAO CON CAFFE' E ARANCIA
per uno stampo da 20 cm

175 g di burro morbido ma non sciolto
175 g di zucchero semolato
175 g di uova (pesate con il guscio) a temperatura ambiente
 175 g di farina 00
1 tazzina di caffè espresso a temperatura ambiente
la scorza ed il succo di una arancia non trattata (a temperatura ambiente)
70 g di cacao amaro
1 cucchiaino colmo di lievito per dolci.

Per la glassa a specchio di Elisa Baker 
90 g di cioccolato fondente di qualità
2 cucchiai di glucosio liquido
30 g di burro
2 cucchiai di acqua bollente


Montate bene con le fruste elettriche o con la planetaria, il burro morbido con lo zucchero, fino ad ottenere una massa spumosa e chiara. Pulite i bordi della ciotola con la spatola per staccare il burro e continuate a montare fino a che lo zucchero non sarà sciolto.
Uno alla volta, incorporate le uova e fate in modo che il precedente sia ben amalgamato prima di aggiungere il successivo.
Versate il caffè raffreddato, continuando a montare, quindi la scorza ed il succo di arancia. E' possibile che a questo punto il composto si "stracci" o si divida. Non vi preoccupate.
Setacciate la farina con il cacao ed i lievito e miscelate bene, quindi aggiungeteli in 2 tempi, incorporando con una spatola. Mescolate bene fino a che le polveri non saranno ben amalgamate.
Versate il composto nello stampo che avrete foderato con carta da forno (anche uno stampo a cerniera va benissimo), e fate cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi.
Nel mio forno la cottura ha richiesto 40 minuti. A 35 lo stecchino era ancora sporco di impasto liquido. Valutate con il vostro. Non la stracuocete.
Fate raffreddare una decina di minuti quindi capovolgetela su una gratella e fatela raffreddaere completamente prima di glassare.
Per la glassa mettete il cioccolato tritato, il burro ed il glucosio (sostituibile con il miele, ma può caratterizzare il sapore finale), in una ciotola di acciaio e fate sciogliere il tutto a bagno maria. Mescolate bene quindi aggiungete 2 cucchiai di acqua bollente e mescolate ottenendo una glassa bella lucida e fluida.
Mettete un foglio di carta da forno sotto la griglia su cui è posizionato il dolce. Versate immediatamente la glassa facendola scendere al centro del dolce. Questa si allargherà colando sui lati e coprendo la superficie in maniera molto uniforme. Non dovrete usare la spatola, se non per rifinire i bordi, magari raccogliendo quella che scende sulla carta.
Fate riposare in modo che la glassa solidifichi un po' quindi servite.



NOTE

- se possibile, è ancora più buona il giorno dopo ma capisco che aspettare sia sacrificio alla portata solo di santi o aspiranti tali.


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