lunedì 4 dicembre 2017

Cuori alle mandorle



Voi leggete, io volo.
O meglio noi voliamo: perchè con la sottoscritta anche l'augusto consorte e Macchia partono definitivamente dal deserto in cui questo blog è nato.
Se come si dice è il viaggio la vera avventura lo sarà certamente per noi tre oggi: 400 km di macchina, due ore di aereo più attese varie ci faranno sbarcare oltre 1500 km più lontani.
Sempre Arabia, sempre araba rimango.
Felice, lo spero.
Che se qualcuno mi avesse detto, anni fa, che mi sarebbe dispiaciuto lasciare la cittadina, o meglio dire lo sgraziato agglomerato urbano nato attorno ad una grande raffineria nel mezzo del nulla non ci avrei creduto.
Eppure, qui lascio il bellissimo compound che ci ha ospitato dandoci l'illusione di vivere altrove.
Gite nel deserto e salti sulle dune in fuoristrada di cui uno epocale dopo il quale ancora mi chiedo come sia stato possibile uscirne tutti interi.
Quella volta che la strada sulla montagna era larga esattamente quanto la macchina, e dall'altra parte lo strapiombo mi faceva tenere gli occhi fissi davanti pregando che finisse in fretta.
Giornate su spiagge vuote, bianche ed inaccessibili a tutti tranne al mio consorte che non so come si ricordava sempre quando andava lasciata la strada per buttarsi a sinistra nel nulla e spuntava davanti per magia, e la comitiva ogni volta non credeva ci saremmo arrivati sul serio.
O che avesse davvero preso un tonno, la volta che ci riuscì solo col fucile subacqueo.
Quel viaggio magnifico a Madein Saleh, e non ci volevo nemmeno andare perchè 6 ore di macchina su per le montagne con due macchine di amici non mi sembravano il massimo della sicurezza, visto che per la metà non ha preso il cellulare e per l'altra metà pure il GPS ha alzato le mani dicendoci "dove diamine siete finiti se manco vi rilevo col satellite".
Centinaia e centinaia di visi, decine di nazionalità ed altrettante lingue ed accenti.
Incontri che mi porto dietro, altri che mi lascio alle spalle volentieri.
Ricordi di risate, serate, qualche follia che mai vedrà queste pagine ed amici per la vita.
Un paio di eventi drammatici e spaventosi, che però provare a scriverne mi fa ancora salire l'ansia per cui niente,  magari un giorno.
I tramonti più belli del mondo, anche se l'augusto consorte li guarda sempre annoiato ovunque siamo (e intendo dalle Maldive alla Polinesia) dicendo sempre che sono tutti uguali a quelli della sua Livorno.
Una cucina da sessanta, e ripeto sessanta metri quadrati: irripetibile fortuna per una foodblogger, e per il porto di mare che è stata la mia casa.
Perchè una cosa splendida della vita expat è che si guadagna un po' di quell'atteggiamento easy going  tipico di altre culture, sebbene io la tovaglia sulla tavola la metta anche se dobbiamo mangiarci con le mani e tanti amici i falafel comprati sulla strada.
Ti annoi lì?
La domanda assurda che mi sono sentita rivolgere dall'Italia con più frequenza.
E la mia risposta sempre uguale: magari!
La vita nel nulla va un po' creata, l'ho raccontato spesso, e non capita a meno che non ve la cerchiate.
Ho insegnato per anni in una scuola internazionale, con la grande soddisfazione di rispondere no, inglese a chiunque mi chiedesse se insegnavo italiano.
Ho studiato e sono diventata Certified Proctor for SAT test, e ho quindi supervisionato ed amministrato i temibili SAT test nella scuola di cui sopra.
Sono diventata istruttrice certificata di Functional Training e Personal Trainer, perchè quello che era un hobby amatissimo potesse diventare un'occupazione.
Ed ovvio, ho tenuto lezioni di cucina per stranieri fino quasi all'ultimo giorno di permanenza.
La ricetta più richiesta, la focaccia Locatelli.
Un caldo tremendo, stupendo.
Le immersioni, gli squali, i delfini.
I cammelli, e lo so che sono dromedari.
Le strade senza nome, senza numero e senza asfalto.
La luce presto la mattina.
La sabbia.
E sopra ogni cosa le storie di cui questo blog è pieno.
E quelle di cui non è pieno perchè ho visto cose che voi umani...
Quindi se vi va, oggi incrociate le dita per me.
Che ci siano nella mia vita tante nuove storie da raccontare.
E che siano tutte belle :)



L'ultima ricetta dalla vecchia casa non a caso...un cuore.
E non a caso un biscotto di una bontà inaudita sempre colpa di quella solita criminale della mia amica Lu che me ne aveva parlato addirittura la scorsa estate dopo averli provati per lo Starbooks  (i suoi perfetti, i miei ciccioni :D e quindi mi aveva consentito di procurarmi la farina corretta per la loro realizzazione.
Fateli e regalateli per Natale: vi vorranno tutti bene!!!



ALMOND-RYE HEART COOKIES
per circa 20 pezzi
da A New Way to Bake di Martha Stewart 


70 gr di mandorle sgusciate e pelate
60 gr di farina di segale bianca (vedere la nota)
60 gr di farina 0
la punta di un cucchiaino di sale
la punta di un cucchiaino  di cannella in polvere
113 gr di burro a temperatura ambiente
60 gr di zucchero a velo, più altro per spolverizzare
1 tuorlo grande
 la punta di un cucchiaino di aroma di mandorle


Tostare le mandorle in forno preriscaldato a 180 gradi per circa dieci minuti, ma controllando perchè potrebbe volerci meno tempo. Sfornare e lasciar raffreddare completamente.
Nel robot con le lame mettere quindi le due farine e le mandorle ormai fredde e frullando solo a scatti per non surriscaldare il composto ridurre a polvere. Unire quindi sale e cannella, sempre frullando SOLO a scatti. Meno tempo ci mettete, meglio è!
A parte, usando le fruste elettriche, sbattere il burro con lo zucchero per qualche minuto, finchè il composto sarà soffice, chiaro e montato. Unire quindi tuorlo e aroma di mandorle frullando ancora un attimo.
Quindi usando sempre le fruste ma a bassa velocità unire il composto di farina e mandorla, giusto per amalgamare.
Il composto sarà molto morbido, metterlo quindi in frigo una decina di minuti.
Dopodichè prelevare un cucchiaio di impasto, lavorarlo tra le mani a formare un salsicciotto di circa 18 cm e largo circa mezzo (così dice la ricetta, i miei sono un po' più spessi e vengono bene lo stesso).
Appoggiare il salsicciotto sulla teglia coperta con carta forno e modellarlo a cuore.
Procedere finchè non finisce l'impasto e mettere la teglia in frigo una ventina di minuti (tengono meglio la forma così) oppure in freezer per dieci.
Cuocere a 180 gradi per circa 17 minuti, ruotando la teglia a metà cottura.
Dovranno risultare dorati.
Sfornare e trasferire la teglia su una gratella per far raffreddare i biscotti: non toccateli assolutamente per ora, si romperebbero.
Prima di servire cospargere con zucchero a velo.


NOTE

- la farina di segale bianca NON è la farina di segale che trovate comunemente al super, che infatti è più scura ;) in Italia l'ho trovata da Eataly, che vende anche on line. E' essenziale per la riuscita della ricetta e non sostituibile.

- i biscotti, specie se molto sottili, possono risultare fragili quindi attenti a maneggiarli.

- si conservano anche 4-5 giorni chiusi in una scatola di latta.

- la quantità di biscotti ottenuta dipende ovviamente dalle dimensioni dei salsicciotti. I miei sono più ciccioni :D quindi me n'è venuto qualcuno meno di quanto indicato nella ricetta originale.



lunedì 27 novembre 2017

Seconda stella a sinistra, con quel pane che è un abbraccio




Non è tanto la ricetta che conti, oggi, anche se è il pretesto che Michael me l'ha fatto conoscere.
Conoscere come si fa oggi nei tempi moderni, su un blog che ha condiviso con Eleonora ed un social media.
E tramite quel gioco da cui tanto ho imparato.
Come dicevo non è la ricetta che sia importante, ma la sua forma: un abbraccio da cui sarebbe impossibile riuscire a liberarsi.
Michael era arguto, colto, simpatico ed umile.
Direte che è facile dirlo di una persona che non c'è più?
Non per me, credetemi, che piuttosto non dico nulla.
Disponibile fino all'inverosimile, anche quando mi permisi di chiedergli un parere tramite messaggio privato e finimmo a parlare di ricette!
Abbraccio, dicevo, che oggi va ad Eleonora e Micol, sua moglie.
Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna.
Lo diceva spesso mia madre citando Foscolo e tanto mi colpiva quel riferimento alla gioia in un contesto che mi pareva non c'entrasse per niente.
L'ho capito col tempo, il significato.
E quanto si possa attribuire alla vita di Michael.
Non ci si consola dai lutti, lo so.
Ma si impara poi a ricordarsi solo ciò che è stato bello.
E' questo che auguro ad Eleonora e Micol oggi :)

martedì 14 novembre 2017

Torta incredibile al cioccolato bianco e frutti rossi


Da grande estimatrice del cioccolato bianco sono sempre attirata dai dolci che lo contengono, anche se spesso rimedio cocenti delusioni.
O sono troppo dolci, e detto da una che mangia lo zucchero a cucchiaiate vorrà ben dire qualcosa, o comunque stucchevoli o ancora mal bilanciati.
Per non parlare dell'uso ahimè diffuso di usare materia prima non di eccellente qualità, che in un prodotto come il cioccolato bianco fa una differenza a dir poco abissale.
Assaggiate una barretta di Galak del bar ed un pezzetto di Valrhona Ivoire e capirete cosa intendo.
Per tornare al dolce qui sopra, ero preoccupatissima non solo per il sapore ma per la riuscita dato che la cottura è la parte complicata.
Con questo in mente ho realizzato il dolce il giorno prima della cena in cui dovevo servirlo in modo che se non fosse venuto bene avrei avuto tempo di cucinare qualcos'altro.
In realtà qualcos'altro ho dovuto cucinarlo comunque: ma perchè a forza di assaggiare la torta si è dimezzata!
A tutti gli amanti del cioccolato bianco in ascolto: è la torta per voi.
Anzi per noi :)
Sapore divino, ok, ma qui è la consistenza che fa strabuzzare gli occhi: si taglia come una torta e diventa una mousse in bocca.
Riuscite ad immaginare niente di meglio? ;)


STICKY WHITE CHOCOLATE CAKE
da Fika & Hygge di Bronte Aurell
150 g di burro
150 g di cioccolato bianco di buona qualità
2 uova
200 g di zucchero semolato
150 g di farina
un pizzico di sale
2 cucchiaini di zucchero vanigliato o estratto o i semini di un baccello
mezzo cucchiaino di buccia di limone grattugiata

Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Sciogliere il burro a fuoco basso quindi togliere dal fuoco ed unire il cioccolato bianco a pezzi mescolando finchè si scioglie. Lasciare da parte.
Montare le uova con lo zucchero semolato finchè il composto sarà chiaro e gonfio con delle fruste elettriche, quindi setacciare le polveri in un recipiente separato ed unirle al composto di uova delicatamente.
Unire quindi da ultimi la buccia di limone ed il composto di cioccolato e burro mescolando per amalgamare il tutto.
Versare l'impasto in uno stampo circolare da 23cm imburrato e coperto con carta forno ed infornare immediatamente.
Cuocere per circa 15-17 minuti finchè la torta sarà leggermente sotto il punto di cottura: i lati dovrebbero risultare ben cotti mentre il centro ancora un po' crudo.
Uno stecchino inserito a 2 cm dal bordo dovrebbe comunque uscire asciutto.
Togliere dal forno e lasciar riposare nello stampo per almeno un'ora prima di trasferire sul piatto da portata.
Servire con uno dei seguenti accompagnamenti a scelta:

- salsa di lamponi: schiacciare 120 g di lamponi e metterli in un pentolino con 2 cucchiai di zucchero a velo. Bollire per qualche minuto quindi passare attraverso un colino.

- frutti di bosco freschi.


NOTE

- la torta esiste anche in versione scura , sostituendo il cioccolato bianco con quello fondente o al latte.  In questo caso l'accompagnamento può essere comunque i frutti di bosco freschi oppure si può tagliare in piccoli pezzi 50 g di cioccolato e mischiarlo a della panna montata insieme a mezzo cucchiaino di cacao amaro.


- qualcosa per completarla è comunque necessaria: l'ho provata sia con soli frutti di bosco sia con il coulis ed entrambi ci stanno magnificamente, stemperandone la dolcezza con un leggero gusto pungente.

- nel mio forno la torta dopo 17 minuti era liquida, quindi è stata tenuta di più e sono riuscita ad ottenere un interno cremosissimo, quasi una mousse, roba da leccare i cucchiaini dimenticandosi allegramente delle buone maniere.
Il rischio è di cuocerla troppo e perdere questo effetto.

- il cioccolato bianco deve assolutamente essere di qualità. Quello scadente si scioglie male ed ha un gusto artificiale che rischierebbe di compromettere il dolce. Prendere il migliore che riuscite a trovare.

- è buonissima anche un paio di giorni dopo, anzi secondo me migliora pure.

- inutile dirvi che è difficile fermarsi alla prima fetta. Fate come me, preparatela solo se avete ospiti e qualcuno con cui dividerla!

venerdì 10 novembre 2017

Brownie senza glutine al cioccolato e noci pecan



Un brownie cioccolatosissimo.
A cui non saprete resistere.
Con il croccantino delle noci pecan.
E gluten free, ma non ditelo a nessuno ;)
La ricetta e qualche storia dal deserto oggi dalle Amiche di Fuso!

lunedì 30 ottobre 2017

Sorrisi di Dracula!



Allora, questa non vuole essere una ricetta ma solo un'idea divertente per passare un pomeriggio con i bambini.
I ...sorrisi qui sopra sono stati realizzati con gioia pari al macello che si è fatto dalle due bimbe di 4 e 7 anni della mia vicina venezuelana: io ho solo tagliato i biscotti a metà e preparato il frosting alla vaniglia, poi l'assemblaggio è tutto loro.
Spaventosi, eh?
Potete comprare biscotti pronti e frosting in barattolo, in questo modo non ci sarà nulla da preparare.


SORRISI DI DRACULA
da Delish.com

biscotti tondi comprati o fatti in casa,
frosting alla vaniglia comprato o fatto in casa (segue ricetta)
colorante rosa o rosso
mini-marshmallow 
mandorle a metà o a filetti

Se non  trovate il frosting fatelo voi mescolando 56 grammi di burro a temperatura ambiente con 2 cucchiai di latte, 240g di zucchero a velo, un cucchiaino di estratto di vaniglia e la punta di un cucchiaino di sale.
Amalgamate il burro con un cucchiaio in modo che si intrida di zucchero quindi sbattete, unendo ilsale, con le fruste elettriche per 4-5 minuti finchè chiaro e montato.
Unire a questo punto il colorante e battere ancora.
Dividere i biscotti a metà, spalmare un velo di frosting e sistemare i marshmallow in modo che sembrano denti. Spalmare un velo di frosting sull'altra metà e chiudere.
Aggiungere alla fine il filetto di mandorla a simulare i canini.
Conservare in frigo se non si consumano subito ma tirare fuori 15 minuti prima di gustarli in modo che il frosting torni morbido.

NOTE

- la ricetta ha il tag gluten free: lo diventa se usate biscotti senza glutine e comprate frosting e marshmallow con la spiga barrata.

- il frosting è in pratica una crema al burro alla vaniglia realizzata con la ricetta di Martha Stewart. Potete prepararlo in anticipo e conservarlo in frigo in un contenitore ermetico oppure congelato. Va però riportato a temperatura ambiente per poter essere spalmato. Si presta anche ad essere usato per decorazioni con la sacca da pasticceria perchè tiene benissimo la forma.


lunedì 23 ottobre 2017

Biscotti incredibili alle arachidi



Ci sono stati tempi in casa arabafelice in cui l'augusto consorte diceva di preferire il salato.
Ci sono stati tempi in cui i biscotti erano guardati  con sospetto dallo stesso soggetto.
Con poco, se non nullo, interesse.
Ci sono stati tempi in cui il suddetto addirittura decretò "non mangio biscotti".
Poi si vede che i tempi sono cambiati.
O i suoi gusti.
O i biscotti che hanno cominciato a girare per casa sono migliorati drasticamente?
Non sapremo mai la risposta.
Sappiamo solo che questi, come altri, non sono stati mangiati.
Sono stati divorati.
Ne è stato assaggiato l'impasto crudo decretandolo come uno dei migliori al mondo.
Beh, burro, zucchero a velo e frutta secca : se amate il genere è il paradiso.
Il profumo che emanano le arachidi a tostare prima ed i biscotti che cuociono dopo assolutamente irresistibile.
Insomma oltre alla preghiera di rifarli al più presto, solo un'altra richiesta.
Che ne tirassi fuori almeno il doppio.
Fate voi ;)
la sottoscritta e Yotam Ottolenghi alla presentazione di Sweet a New York



PEANUT SANDIES
per circa 18 pezzi
90g di arachidi non tostate e non salate, senza pelle, oppure arachidi tostate
150 g di farina
125 g di burro a temperatura ambiente
50 g di zucchero a velo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
un quarto di cucchiaino di sale
un quarto di cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiai di zucchero Demerara
Tostare le arachidi in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 8-10 minuti (ma solo 3 o 4 se si usano arachidi tostate) finchè risulteranno ben dorate.
Farle raffreddare completamente quindi metterle nel robot da cucina insieme a 50 g di farina (presi dal totale) e far andare le lame con la funzione ad intermittenza finchè il tutto sarà ridotto ad una polvere fine.
Sbattere con le fruste o nell'impastatrice con il gancio a K il burro con lo zucchero a velo per circa due minuti, finchè chiaro e spumoso.
Unire l'estratto di vaniglia raccogliendo bene il composto con una spatola dalle pareti della ciotola, quindi unire la restante farina, il lievito ed il sale girando il gancio a bassa velocità.
Unire quindi le arachidi polverizzate e battere ancora solo un attimo, solo per amalgamare.
Versare il composto sul piano da lavoro e lavorarlo leggermente in modo da compattarlo, quindi formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente non troppo stretta e  mettere in frigo per almeno un'ora.
Stendere quindi l'impasto tra due fogli di carta forno finchè sarà spesso circa mezzo cm abbondante. Tagliare dei cerchi da circa 7 cm di diametro e adagiarli nella teglia preparata foderata con carta forno, a circa 1 centimetro l'uno dall'altro.
Reimpastare eventuali ritagli in modo da tagliare più biscotti possibile.
Spolverizzare i biscotti con lo zucchero demerara e cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 15 minuti o finchè risulteranno dorati.
Far raffreddare nelle teglia prima di servirli.
Durano anche una settimana se conservati in un contenitore ermetico.

 NOTE

- allora, che sono buonissimi lo avete capito. Attenzione alla frullatura delle arachidi con la farina: brevi scatti delle lame perchè non volete riscaldare il tutto facendo fuoriuscire l'olio dalla frutta secca, compromettendo la ricetta inesorabilmente.


- le preparazioni con il burro montato sembrano semplici ma nascondono qualche insidia: raffreddate l'impasto in frigo se temete che si stia scaldando troppo e non lavoratelo a lungo con le mani, solo l'indispensabile.

- l'autore invita a provarli, oltre che così come sono, anche con un velo di cioccolato fuso, un po' di Nutella o una cucchiaiata di gelato. Suggerisco di ascoltarlo.

- me ne sono venuti 17 invece che 18. Forse dovrei smettere di mangiare gli impasti crudi :)

- le arachidi non tostate dalle mie parti si trovano facilmente. Se usate quelle già tostate o magari salate attenzione al sale poi in ricetta.

- lo zucchero Demerara fa parte degli zuccheri "light brown" e prende il nome dalla zona di provenienza. E' leggermente più grossolano dello zucchero di canna classico e dona un effetto croccantino in superficie veramente irresistibile.

- l'impasto crudo di questi biscotti si può surgelare, già steso per comodità.

- i biscotti cotti si conservano anche una settimana in un contenitore ermetico. Ma è dura tenerli in giro così a lungo, credetemi...

 - questa è una delle poche ricette del libro senza foto. Durante il mio incontro a New York con Yotam Ottolenghi di cui ho già parlato mi sono presentata con il cellulare spianato tipo fucile con la foto qui sopra in bella mostra. Look, gli ho detto. E lui: the Peanut Sandies, what a beautiful picture! Capirete la soddisfazione derivante dalla certezza, ora, che dovessero venire esattamente così :)

lunedì 16 ottobre 2017

Middle Eastern Millionaire's Shortbread


Diciamolo, che per una golosa come la sottoscritta il libro in questione è in invito a nozze.
O meglio un tuffo in una piscina di quei sogni zuccherati che faccio ma poi mi concedo con moderazione.
La scelta mai fu più difficile: ce ne fosse, delle ricette pubblicate, che non voglio provare!
Le meringhe, le pavlove....tutto mi chiama.
Poi ho vista questa.
C'è il Medio Oriente nel titolo?
E mi è sembrato che mi chiamasse più forte delle altre.
D'altronde se non la provo io che gli ingredienti usati li trovo ovunque, chi altro?
Il Millionaire's Shortbread classico l'ho fatto, e mangiato, molte volte.
Spesso buono, a volte stucchevole.
Diciamo una elegante barretta di Twix.
Ora, capiamoci: niente contro le barrette di Twix, anzi.
Ma riuscire Ottolenghi a partire da questa premessa e non solo migliorarla, ma farle fare un salto di qualità è da miracolo.
E il salto di qualità è talmente lungo che si atterra proprio su un altro pianeta.
Un pianeta dove quella che era una barretta di Twix diventa un dolce raffinatissimo.
Pieno di sapori a me noti che si mescolano tra loro in un mosaico perfetto.
La sorpresa, è questo dolce.
E la grande soddisfazione, concedetemelo, di utilizzare e far conoscere ingredienti ancora relativamente nuovi e non di uso propriamente comune nella mia madrepatria.
Non siate sospettosi: ne sarete ripagati.

MIDDLE EASTERN MILLIONAIRE'S SHORTBREAD

per la base
40 g di zucchero a velo
35 g di amido di mais
40 g di zucchero semolato, meglio se tipo Zefiro
175 g di burro fuso e raffreddato
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
250 g di farina
un pizzico di sale
per lo strato di halva
200 g di halva, rotta in piccoli pezzi
80 g di pasta tahine

per lo strato di caramello alla pasta tahine
200 g di zucchero, meglio se tipo Zefiro
120 ml di acqua
100 g di burro a temperatura ambiente, a cubetti
80 ml di doppia panna
150 g di pasta tahine
1/4 di cucchiaino di fior di sale
 
Preriscaldare il forno a 200 gradi e foderare una teglia quadrata da 20 cm di lato con carta forno, assicurandosi che la carta arrivi oltre i lati della teglia stessa.

Per la base, setacciare amido di mais e zucchero a velo quindi aggiungere lo zucchero semolato e mescolare, quindi con il gancio a foglia dell'impastatrice in funzione aggiungere lentamente il burro fuso e raffreddato. Unire quindi la vaniglia, ed infine la farina setacciata ed il sale.
Fermarsi appena il composto sta insieme.
Pressare l'impasto con le mani alla base della teglia preparata e cuocerla nel forno preriscaldato per circa 25 minuti o comunque finchè dorata.
Far raffreddare completamente. Per il raffreddamento completo può volerci più di un'ora quindi non cominciare a realizzare gli altri strati, specie il caramello, troppo presto.

Per lo strato di halva: spezzettarla in pezzi molto piccoli ed amalgamarla alla pasta tahine con un cucchiaio di legno finchè il tutto sarà omogeneo. Versare il composto sulla base fredda e spalmarla aiutandosi con il dorso di un cucchiaio.

Per il caramello: mettere acqua e zucchero in un pentolino su fuoco medio/basso. Far sciogliere lo zucchero mescolando ogni tanto quindi alzare un po' la fiamma a medio/alta e senza più toccare portare a bollore, facendo bollire circa 12 minuti o finchè il composto acquisterà un bel colore dorato.
Togliere dal fuoco ed aggiungere panna e burro, facendo attenzione agli schizzi.
Appena il burro fonde aggiungere anche il sale e la pasta tahine mescolando bene.
Versare sullo strato di halva e far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per minimo 4 ore.
Tagliare quindi in barrette o cubi, aggiungendo del fior di sale in cima ad ognuna.
 
 NOTE

- la ricetta è spiegata con dovizia di particolari per ogni passaggio, anche i tempi di cottura sono esatti tenendo sempre presente che l'osservazione del prodotto è metro più veritiero del mero conteggio dei minuti. Per esempio nel mio forno la base ha cotto qualche minuto meno, mentre il caramello sul mio fornello un paio di minuti in più.


- l'halva è un dolce diffusissimo in Medio Oriente ma anche in tutto il Mediterraneo Orientale. La base di partenza è la pasta di sesamo a cui vengono aggiunti altri ingredienti ed infatti esiste in diversi gusti. Quella richiesta nella ricetta è quella base, che come potrete immaginare vendono ovunque qui in Arabia. Halva, o meglio halwa, in arabo significa dolce, e molto dolce è la preparazione in questione che viene servita in genere a piccole dosi con il caffè oppure usata come ingrediente per altre preparazioni. Se la comprate assicuratevi che abbia un retrogusto dolce di sesamo e non sappia di rancido e controllate gli ingredienti, ahimè ne esistono versioni economiche che sono solo zucchero ed aromi artificiali. L'ingrediente principale deve essere il sesamo, o la pasta di sesamo (tahine).

- la tahine, o pasta di sesamo, è appunto dal sesamo realizzata. I semi vengono tostati, triturati e la farina ottenuta allungata con olio di sesamo. Viene usata in moltissime preparazioni delle quali forse la più conosciuta è l'hummus. Se quando la comprate sa di rancido è vecchia, anche se non scaduta: fatevela cambiare.

- lo strato di halva e tahine è divino, si bilanciano a vicenda in modo sublime senza accavallarsi. Stenderlo richiede un tantino di pazienza perchè piuttosto viscoso, ma bagnando il dorso del cucchiaio con acqua fredda si riesce senza problemi.
 
 - il caramello con il tahine è una, anzi LA, rivelazione. Lo userò in molte altre preparazioni.

- il dolce è molto ricco, ovviamente. Eppure una forza misteriosa vi farà tornare al vassoio per quello che sarà, per molte volte, l'ultimo pezzo.

- concedetemi una nota personale: ho realizzato la ricetta oltre un mese fa, e rimuginavo nei miei sogni di poter dire ad Ottolenghi del miracolo in cui era riuscito.
Tutti i suoi dolci sono buoni, ma qui la storia come è spiegato è diversa. Poi un recente viaggio a New York mi ha portato, tra l'altro, ad una presentazione di Sweet tenuta da Yotam Ottolenghi in persona e relativo "book signing", ovvero firma delle copie, a seguire. Sogno realizzato: anche lui dice di essersi stufato del Millionaire's Shortbread classico e ride ed annuisce quando gli dico che qui abbiamo davvero cambiato livello. E poi, apprendendo dove vivo, aggiunge: who else, if not you! Chi altri, se non tu! riferendosi alla reperibilità ingredienti: tutto torna, per davvero allora il dolce mi chiamava....:)

lunedì 2 ottobre 2017

La meringata di Iginio Massari


Appena quell'amica dall'Italia me l'ha scritto in un messaggio per un attimo ho pensato ad un errore.
Eh si, perchè era sera qui nel deserto saudita quando il Re ha emanato il decreto e dato in contemporanea l'annuncio durante un evento pubblico negli USA (avete capito bene, non qui in Arabia Saudita, ma tant'è)
Non credevo di vederlo con i miei occhi, ma le donne qui potranno finalmente guidare l'automobile.
Unico Paese al mondo dove fosse vietato.
Anche alle straniere, prima che vi venga in mente che ci fossero eccezioni.
Su questo blog se ne è parlato spesso.
E onestamente stavo per accingermi a parlarne di nuovo, visto che un eminente religioso locale ha pochi giorni fa decretato che il divieto è giusto perchè le donne hanno, secondo lui, un quarto del cervello di un uomo.
Il signore in questione me la stava servendo su un piatto d'argento, la possibilità di prenderlo velatamente in giro perchè voi capite, un personaggio di tale levatura mentale ed immensa cultura sarà certamente superiore a qualche mia innocente battuta.
Quello che i media italiani non hanno riportato, invece, è che il religioso è stato successivamente sollevato dal suo incarico a seguito dalle affermazioni che gli hanno fatto ridere dietro da mezzo mondo (no, non mezzo: tutto)
Per una volta non voglio essere sarcastica.
E non voglio pensare a tutto quello che ancora le donne saudite non hanno ottenuto in termini di diritti e di parità con i connazionali uomini.
Per una volta voglio gioire della loro conquista, e basta.
Certo, è una concessione del Re e come tale va presentata.
Ma non avete idea di quante donne per questo si siano battute, siano state arrestate, picchiate, minacciate.
E nonostante tutto hanno continuato.
Ce l'hanno fatta.
Ora il Paese deve organizzarsi per essere pronto a ricevere questa ondata rosa, ehm, nera (visto il colore del vestito locale ) che si riverserà sulle strade e il permesso sarà effettivo da Giugno 2018.
Pare che sarà riservato solo alle donne dai trenta anni in su!
Di nuovo, non ci lamentiamo.
E' un inizio.
E se quel giorno arriverà sul serio una foto della sottoscritta per strada al posto di guida non ve la leverà nessuno :D

Un dolce da grandi occasioni per un'occasione che è più che grande: in realtà l'avevo realizzata mesi fa per il mio compleanno ma mai postata.
Non è difficile se si ha un po' di dimestichezza con la meringa, e la crema meringata sta per diventare il vostro nuovo amore.
Si può congelare e servire come un semifreddo, quindi comodissima da preparare in anticipo.
Quanto sia buona ve lo lascio immaginare...
Bella, la mia poco. Ma andate a guardare quella di Cooking Planner e vedrete come può venire...
E visto che parliamo di grandi occasioni, oggi è il compleanno della mia amica Lu, detta la criminale :D e la dedico anche a lei, sicura che potrebbe piacerle tanto quanto è piaciuta a me!





MERINGATA DI IGINIO MASSARI
(presa dal blog Cooking Planner

Per la meringa (ma ne ho fatto il doppio di quanto indicato qui)
Albumi 200 g
Zucchero 100 g
Zucchero a velo 400 g

 Per la crema meringata (ne ho fatto metà dose rispetto a quanto indicato qui)
Albumi 250 g
Zucchero 400 g
Crema pasticcera 200 g
Baccello di vaniglia 1
Pezzettini di cioccolato fondente 200 g
Panna montata lucida 1000 g 

Per la meringa, montare a neve lucida gli albumi con lo zucchero, incorporare lo zucchero a velo con un cucchiaio a spatola.
Modellare su un foglio di carta da forno dei dischi di meringa di circa un cm o poco meno (  ho fatto dei dischi tre dischi di 20 cm e il resto da sbriciolare per la decorazione, ma con la dose indicata non sono riuscita, per questo ho fatto il doppio)
Prima della cottura spolverare di zucchero a velo.
Infornare a 120°C per circa due ore quindi fare raffreddare completamente.
Per la crema meringata, mescolare albumi e zucchero e portarli fino a 62°C, mescolandoli in continuazione con un frustino, poi montarli. Incorporate la crema con la vaniglia , il cioccolato e la panna montata lucida e amalgamare delicatamente.
Formare la meringata utilizzando i tre dischi di meringa alternati da un generoso strato di crema. Ricoprite il tutto con la crema e con pezzi di meringa e congelate.
Tirare fuori un’ora e due prima di servire, badando a che abbia ancora la consistenza del semifreddo (perché è molto più buona)

NOTE 

- ho realizzato le basi il giorno prima e il giorno successivo ho preparato la crema ed assemblato il dolce quindi lasciato una notte in freezer.



lunedì 25 settembre 2017

Crocchette irresistibili di pollo



Non bastava che fosse vietato Natale.
D'altronde è una festa religiosa di un altro credo e dalle parti in cui vivo non è vista di buon occhio.
Non bastava allora che fosse vietato San Valentino.
Festa pagana che invita al peccato. Sic.
Non bastava che fosse vietato Halloween.
Festa pagana che invita alla stregoneria (!)
Non bastava che fosse vietato tutto quello che è già vietato.
Credevo che la lista fosse lunga e ben fornita.
Fino a ieri.
Da poco infatti in Arabia Saudita è vietato festeggiare i compleanni con delle feste.
Avete capito bene.
Basta torte, palloncini, festoni, biglietti di auguri.
Non conta nulla nemmeno che siate un bambino.
Secondo il religioso che ha lanciato la fatwa queste cose non trovano alcun fondamento nell'Islam.
E la corsa a fare la festa più bella porta le famiglie a spendere troppo, magari indebitandosi
Ora per una volta ammettiamo che la ragione dietro possa essere in una qualche misura compresa.
Non come nell'occasione della fatwa contro Topolino considerato agente di Satana, sulla quale ancora mi interrogo.
Poi magari sono io.
Ma mi vengono in mente le foto su tanti giornali di miliardari arabi che festeggiano la qualunque su yacht favolosi.
Con le torte fatte arrivare in aereo da certe pasticcerie parigine che adoro.
I gioielli personalizzati da Cartier con modelli unici.
E certe Ferrari rosa, ahimè, rosa! che ho visto in giro solo da queste parti dove il denaro gira.
Ma il buon gusto fa fatica a farsi strada.
Sospiro.
Ma al pensiero che alla prossima torta che farò dovrò sentirmi un criminale scusate se mi viene un po' da ridere.
Chissà se le candeline che conservo in quel cassetto mi verranno confiscate come esplosivi? ;)


No comment, anzi ho commentato pure troppo :) piuttosto queste crocchette: le ho fatte pensando che fossero normali. Cioè buone, magari buonissime, ma normali crocchette.
Non potevo sbagliarmi di più. Si sciolgono in bocca, una roba inaudita.
Fatevi avanzare un po' di pollo e mi saprete dire!



CHICKEN CROQUETTES
da Chicken & Eggs degli Hairy Bikers
per circa 30 pezzi

700ml di latte intero
due piccole cipolle
3 chiodi di garofano
una foglia di alloro
un cucchiaio di pepe nero in grani
un cucchiaio di olio
75 g di burro
200 g di farina
200 g di pollo già cotto e tritato
un cucchiaio di prezzemolo tritato
2 uova
150 g di pangrattato fine
sale
olio per friggere


Versare il latte in un pentolino.
Inserire i chiodi di garofano in una cipolla e aggiungerla al latte insieme ai grani di pepe e l'alloro. Portare quasi a bollore quindi togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
Filtrare il latte.
In un pentolino unire olio e burro, aggiungere la seconda cipolla tritata finemente e del sale. Lasciar cuocere finchè sarà quasi trasparente quindi unire 100 g di farina presi dal totale cuocendo sempre mescolando per un paio di minuti. Unire quindi il latte raffreddato, poco alla volta, sempre mescolando quindi aggiustare di sale e pepe. Unire quindi il pollo e il prezzemolo.
Foderare una teglia da forno con pellicola trasparente e ungerla bene. Versarvi il composto di pollo e livellarlo finchè avrà uno spessore di circa due centimetri e mezzo.
Coprire con un altro foglio di pellicola unto e far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per diverse ore, meglio se una notte intera.
Quando si è pronti per cuocere le crocchette tirare l'impasto fuori dal frigo e dividerlo in 30 piccole strisce uguali.
Versare 50 g della farina restante in una ciotola, in un'altra battere un uovo, in una terza versare il pangrattato.
Prendere tra le mani una striscia di impasto e dare la forma di una piccola salsiccia, quindi infarinarla bene, passarla nell'uovo ed infine nel pangrattato. Unire l'altro uovo e altro pangrattato e farina man mano che si consumano.
Mettere le crocchette impanate in frigo per mezz'ora prima di friggerle (oppure a questo punto possono essere congelate)
Friggerle poche alla volta in olio profondo a 180 gradi per 3 o 4 minuti finchè saranno ben dorate.
Servire subito dopo averle scolate su carta assorbente.

NOTE

- non si fanno in cinque minuti ma si possono preparare in anticipo e congelare, dopodichè potete cuocerle direttamente da surgelate: meglio di così!

- il composto ha bisogno del riposo in frigo perchè rimane morbido, deve essere così per poter ottenere quel risultato di una crocchetta che si scioglie in bocca e non quello di un siluro che si conficca in gola. Resistete ad aggiungere farina, pangrattato e chissà che altro ;)

- volendo si possono ungere con olio e cuocere in forno preriscaldato a 200 per circa 20 minuti. Ma non sarà una sorpresa sapere che sono più buone fritte ;)



venerdì 22 settembre 2017

Peperoni ripieni di patate, pesto e feta



Un secondo facilissimo.
Vegetariano.
E pure gluten free.
E due righe sull'inglese....ma solo quello da paura ;)
Se vi interessa, oggi mi leggete dalle Amiche di Fuso!

mercoledì 13 settembre 2017

Pancake sofficissimi alla quinoa





Se c'è una cosa sacra in casa arabafelice, questa è la colazione.
Sacra quella di ogni giorno, in cui non importa quanto presto si debba uscire ma verrà sempre calcolato quel quarto d'ora dedicato.
Anche perchè se non mangio, svengo, fate un po' voi...
Se è sacra quella di ogni giorno, figurarsi quella dei weekend: non importa il lavoro che comporterà, perchè confesso che nel tempo ho messo sveglie per sfogliare o infornare croissant in modo che fossero pronti e fragranti al mattino o per glassare torte e ciambelle.
D'altronde non mangiamo dolci durante la settimana quindi la soddisfazione è doppia...o tripla, per la sottoscritta, guardando la faccia dell'augusto consorte che assapora come suo solito ad occhi socchiusi e sussurra Fauchon!, equiparando ciò che mangia alle prelibatezze della pasticceria/sala da tè francese della quale adora le colazioni.
Vabbè, lui è di parte ed ha un debole per la Francia oltre che per me :D
La sottoscritta invece non disdegna quelle colazioni americane mezze dolci, mezze salate e nemmeno l'assaggio di abbinamenti audaci tipo il bacon con lo sciroppo d'acero che consiglio vivamente prima che mi cancelliate dai contatti :)
Questa filippica per dire che come ho letto le ricette dei pancake nel nuovo libro di Martha Stewart non ho potuto resistere a provarne almeno una: e dato che la quinoa non mi manca mai in dispensa la scelta mi è sembrata obbligata.
Come sarà andata?


GLUTEN-FREE QUINOA PANCAKES
da A New Way to Bake di Martha Stewart
per 4 porzioni
90 g di quinoa sciacquata e scolata
250 ml di acqua
90 g di farina
2 cucchiaini di lievito per dolci
mezzo cucchiaino di sale grosso (coarse)
2 uova grandi
un cucchiaio di burro fuso (più un altro po' per la padella)
62 ml di latte
80 g di sciroppo d'acero puro (più un altro po' per servire)
mirtilli, per accompagnare

In un pentolino unire la quinoa con l'acqua fredda e portare il tutto ad ebollizione. Coprire con un coperchio, abbassare il fuoco e cuocere finchè la quinoa risulterà tenera e l'acqua completamente assorbita, circa 16 minuti.
Lasciare raffreddare completamente.
Preriscaldare il forno a 90 gradi.
In una ciotola mescolare la quinoa raffreddata, la farina, il lievito ed il sale.
In un'altra ciotola mescolare uova, burro fuso, latte e sciroppo d'acero fino ad ottenere un composto fluido.
Unire il composto di uova a quello con le polveri e mescolare, non troppo, finchè sarà omogeneo.
Ungere leggeremente una padella antiaderente con burro e scaldarla su fuoco medio. Per ogni pancake versare 2 cucchiaiate di composto sulla padella e cuocere finchè appariranno delle bolle in superficie, circa due minuti.
Quindi girare i pancake e cuocere finchè saranno dorati, altri due minuti circa.
Pulire la padella con della carta da cucina prima di ungere con altro burro e cuocere i pancake rimanenti, facendo attenzione al calore che se troppo alto tende a bruciarli velocemente.
Tenere i pancake in caldo nel forno o servirli immediatamente con sciroppo d'acero e mirtilli, se lo si desidera.

NOTE

- dritti al punto: la ricetta è buonissima! Perfetta nelle proporzioni ed anche nelle dosi, ho ottenuto esattamente otto pancake. La quinoa conferisce, oltre alle fibre ed all'apporto proteico in più come tiene a ribadire l'autrice, una morbidezza aggiuntiva molto piacevole: sono sofficissimi.

- l'indicazione di sciacquare la quinoa non è un vezzo: i semi sono infatti coperti naturalmente da una sostanza chiamata saponina che serve ad evitare che vengano attaccatti dagli uccelli. Ha un sapore amarognolo ed in grandi quantità può dare qualche problema all'apparato digerente umano. Quindi non saltate assolutamente questo passaggio.


- il gluten- free del titolo si riferisce alla sola quinoa che infatti lo è, non alla ricetta nella sua interezza.

- il sale grosso, coarse salt, americano non è come già detto anche ieri da Luciana il sale che buttiamo nell'acqua della pasta. E' più fine di quello che utilizziamo noi sotto lo stesso nome, quindi usate sale fino normale mettendone leggermente meno di quanto indicato.

- lo sciroppo d'acero usato è quello puro, e mi sembra il minimo! Ci sono in giro ahimè una marea di surrogati che sono sciroppi di zucchero mischiati a coloranti, e chissà che altro e che onestamente sono orribili. Se non per questioni salutistiche fatelo per il gusto, ormai si trova abbastanza facilmente ed è in genere diviso per grado di raffinazione in A, B e C. C è quello meno raffinato ma anche più intenso come gusto. Scegliete quello che vi piace di più.

- cuocere i pancake può riservare qualche incognita se non si è pratici. Raccomando una padella antiaderente un po' spessa oppure, se come me li fate spesso, consiglio l'acquisto di quella dedicata, esiste di diverse marche e onestamente è tutto un altro mondo. Ma soprattutto attenti alla fiamma: non sono frittelle!

lunedì 4 settembre 2017

Mousse furbissima agli agrumi e rosmarino, in tre ingredienti (senza uova)


Piena attività, in casa arabafelice.
E molto, molto trambusto.
Potrebbe essere altrimenti con un trasloco alle porte?
Piano: rimango sempre araba, e possibilmente sempre felice.
Ma ci spostiamo di quasi duemila chilometri rispetto a dove siamo ora.
E nonostante sia lo stesso Paese, pare che ci siano d'improvviso duemila problemi da risolvere.
Perchè niente è facile, nel Paese che ci ospita.
Ad esempio, la nostra amatissima gatta Macchia.
Solo una compagnia aerea la accetta in cabina con noi, ok.
Ma attenzione: non su tutte le rotte.
Ed ovviamente non su quella dalla nostra località sperduta al primo aeroporto degno di questo nome.
Già, perchè l'Arabia è grande e anche per una destinazione all'interno dei suoi confini a volte bisogna prendere non uno, ma due aerei!
In pratica in questo caso sono quattrocento chilometri di macchina tanto per iniziare.
Seguiti da relativa attesa all'aeroporto per un volo dura poco più di due ore.
E un'altra oretta scarsa per casa.
Che ancora non abbiamo, ma niente panico.
Questo se va tutto bene.
Macchia è sterilizzata.
Dotata di microchip.
Di vaccinazioni in regola.
E ovviamente di passaporto, con tanto di foto.
Con amarezza potrei affermare che ha più documenti il mio gatto che molte donne in questo Paese.
Ma fate finta di non aver letto.
PIuttosto devo sperare di trovare un addetto alla dogana a cui piacciano i gatti.
Perchè qui le regole, ehm, cambiano sempre a seconda di chi ti si pari davanti.
Inutile che tu arrivi con fogli stampati e indicazioni di massima.
Qualcosa cambia sempre.
Non dovrebbe essere difficile dato che anche al Profeta Maometto piacevano.
Speriamo che lo abbia letto anche il poliziotto che incontreremo noi :)

Vi terrò aggiornati sul trasloco di casa arabafelice, perchè nulla alle mie latitudini è normale :) piuttosto , ecco un dolce da trasloco: ovvero tre ingredienti, nessun attrezzo da usare, pochissimo lavoro e in pratica...si fa da solo!
Vi prego, provatelo: anche l'autrice del libro lo definisce a wonder, una meraviglia, e mai sono stata più d'accordo!
Fidatevi, e ci darete ragione :D





ST. CLEMENTS & ROSEMARY POSSET WITH BLACKBERRIES
da Simple di Diana Henry
per 6 porzioni

500 ml di doppia panna fresca da montare (leggere la nota)
un rametto di rosmarino fresco
150 g di zucchero semolato, meglio se tipo Zefiro
il succo di un limone e quello di mezza arancia
more, per servire


Versare panna, rosmarino e zucchero in un pentolino a fondo spesso e portare lentamente ad ebollizione girando spesso.
Appena bolle togliere dal fuoco, mettere il coperchio e lasciar riposare 30 minuti.
Togliere il rametto di rosmarino, rimettere sul fuoco scoperto e riportare lentamente a bollore, quindi abbassare la fiamma e far sobollire per 3 minuti esatti: controllare a vista, se la panna esce dal pentolino addio dolce!
Togliere dal fuoco e unire il succo di limone e arancia mescolando bene. Versare in 6 piccoli bicchierini o coppette e far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo (coprendo i bicchieri con pellicola) per almeno 3 ore.
Servire con qualche mora.

NOTE

- il posset sembra liquido appena fatto, rassoda con il riposo.

- la doppia panna è una panna con oltre il 40% di grassi, se non la trovate usate panna normale ma controllate di comprare quella con più grassi che offra il vostro super :D

- il rosmarino ci sta d'incanto. Se proprio non lo avete fresco sostituitelo con una scorza di limone o arancia. Oppure fate senza ma il doce diventa molto, molto più interessante se non lo omettete.

- se non amate le more ci sta benissimo qualunque frutta leggermente aspra, come lamponi, mirtilli o anche il rabarbaro se siete tanto fortunati da trovarlo.

- dura qualche giorno in frigo senza problemi.

lunedì 28 agosto 2017

Mousse allo yogurt, albicocche arrostite e mandorle (gluten free e senza uova)





Un esperimento al volo sapendo che avrebbe dato non buoni, ma ottimi risultati.
Bastava leggere gli ingredienti.
E il nome dell'autrice del libro da cui ho preso la ricetta.
Facilissima e velocissima se non fosse per il tempo di cottura delle albicocche ma non saltate il passaggio: quando sono arrostite prendono tutto un altro sapore, intensissimo.
Naturalmente gluten free, e nel caso servisse anche senza uova.
Chi prova? :)


ROAST APRICOT & ORANGE BLOSSOM FOOL
da Simple di Diana Henry
per 8 persone

800 g di albicocche, peso dopo averle private del nocciolo
75 ml di vino bianco oppure acqua
un cucchiaino di estratto di vaniglia
115 g di zucchero semolato
300 ml di doppia panna, o normale panna da montare
4 cucchiai di yogurt greco
5 cucchiai di miele di fiori d'arancio
3 cucchiaini di acqua di fiori d'arancio, o a piacere
mandorle affettate tostate, per servire
amaretti, facoltativi, per servire


Mettere le albicocche tagliate a metà in una teglia, col lato della polpa verso l'alto, in modo che possano starvi in un solo strato. Mescolare il vino (o l'acqua) con la vaniglia e versare il tutto sulle albicocche quindi spolverizzarle con lo zucchero semolato.
Cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per circa 30-45 minuti: molto dipende da quanto la frutta sia matura. Dovranno essere morbide.
Lasciare raffreddare nella teglia quindi togliere quelle che si presentano meglio per la decorazione delle ciotole (una metà albicocca per ciotola) e versare le altre insieme al (poco) liquido di cottura in un frullatore finchè saranno ridotte in crema.
Montare la panna ma non troppo soda quindi unirvi lo yogurt, il miele e l'acqua di fiori d'arancio.
Unire quindi la crema di albicocche arrostite senza amalgamare troppo ma lasciando un effetto marmorizzato.
Versare nelle ciotole (o in bicchierini) aggiungendo una mezza albicocca per ciascuna.
Al momento di servire aggiungere le mandorle e un poco di miele extra.
Offrire con degli amaretti.

NOTE

- buonissimo il giorno stesso, divino il giorno dopo. In caso conservatelo in frigo coperto con pellicola.

lunedì 21 agosto 2017

Cetrioli in agrodolce



Non so voi, ma tutta la vita mi ci è voluta.
Tutte le ho provate.
Crudi, cotti, affettati, mischiati ad altro.
Niente, a me i cetrioli non piacciono.
Giusto quelli sottaceto se camuffati in mezzo ad altro.
Bene, fino alla rivelazione.
Che poi mica viene da un libro sulle verdure come uno si immaginerebbe, bensì da uno che ha come argomento principale il pollo!
Sono il contorno ad una pietanza provata dallo stesso, appunto, e fatti solo perchè rapidi e senza cottura o sbattimento alcuni.
Ebbene, sono conquistata
Mi rimangio anni di insulti a tutti i cetrioli della Terra.
Non avete idea.
E per avercela, fate un'atto di fede e provate!
Per cortesia: non omettete l'aneto. Fa veramente la differenza.



QUICK-PICKLED CUCUMBER
da A Bird in the Hand di Diana Henry
per 4 persone

un grosso cetriolo
3/4 di cucchiaino di fiocchi di sale o sale normale
2 cucchiai di aceto di riso
3 cucchiai rasi di zucchero semolato tipo Zefiro
2 cucchiai di aneto tritato

Tagliare le due estremità del cetriolo e affettarlo finemente, ho usato una mandolina. Mettere le fette in un colino e salarle, quindi mettere sopra un piatto e lasciare scolare per due ore.
Risciacquare le fette ed asciugarle accuratamente, quindi metterle in un piatto.
Mescolare gli altri ingredienti per la marinata e versarla sopra le fette di cetriolo.
Tenere in frigo, coperto, fino al momento di servire.

NOTE

- lasciar riposare nella marinata qualche ora prima di servire. Addirittura più buono il giorno dopo.

venerdì 11 agosto 2017

Gelato furbissimo alla fragola, senza gelatiera


Niente gelatiera, solo un frullatore.
E tutti i miei vizi confessati nero su bianco.
Se siete curiosi, trovate tutto oggi dalle Amiche di Fuso! :)

giovedì 3 agosto 2017

Sorbetto cremosissimo alla pesca, in due ingredienti


Lo capisco che abbia fatto scalpore.
Non che io ci abbia fatto l'abitudine, sia chiaro.
Ma forse vivere a contatto con certe regole ogni singolo giorno della mia vita, e soprattutto sapere bene a cosa si vada incontro se vengono infrante mi ha fatto scuotere il capo e tirare su un respiro più lungo degli altri.
E si, perchè nel Paese che mi ospita non è che sia proprio una grande idea girare per un luogo pubblico in top sbracciato e minigonna.
O meglio puoi anche farlo.
Se non ti vede nessuno.
Quindi girare un video della peccaminosa passeggiata e postarlo sui social media non è una mossa che definirei astuta, audace e nemmeno tanto divertente.
Infatti come è finita: che la ragazza del video, della quale si vede benissimo il viso, è stata trovata ed arrestata.
Niente da fare, ha commesso un reato.
Per quanto possano non piacerci, ed ad i nostri occhi occidentali possano apparire retrograde e senza senso, qui ci sono delle regole.
E come noi richiediamo che le nostre vengano rispettate, anche qui si fa lo stesso.
Ora, l'arresto qui non ha molto a che fare con quello che vediamo nei film americani o, al limite, nella nostra madrepatria.
Qui non esistono scene madri del tipo "parlo solo in presenza del mio avvocato" o "voglio fare una telefonata".
Prima ti interrogo, mi spieghi, non puoi sentire nessuno, chissà magari ti do una sberla così magari ti ricordi meglio.
Ma qui siamo, e soprattutto è, stata fortunata: la notizia è venuta fuori ed è stata letta in tutti i telegiornali di ogni parte del mondo.
Non si fa bella figura, vero, specie se il Paese dove questo succede ha da poco avuto, udite udite, una rappresentanza in quell'organismo ONU che si occupa dei diritti delle donne.
La ragazza ha detto che il video è stato postato a sua insaputa, ottima mossa sia che sia vero, sia che non lo sia: e si è riguadagnata la libertà.
Come ho detto ha fatto enorme scalpore.
Ed è bello che ci si alzi in piedi per protestare davanti a quelle che sembrano ingiustizie senza motivo.
Eppure siamo il Paese in cui un uomo ha recentemente rifiutato di sottoporsi ad un intervento chirurgico perchè l'anestesista era una donna.
Quindi va benissimo guardare oltre il proprio orizzonte.
Ma prima, scandalizziamoci per il nostro ;)


La non-ricetta di oggi è sempre colpa sua, della mia amica Lu, che con fare suadente e criminale mi manda le favolose diavolerie che trova in rete, ben sapendo che non passerà molto prima che mi ci butti a pesce. Questa fa parte della collezione e appena l'ho vista è saltata in cima alla lista!
Ovviamente ho fatto bene, e lei sempre ragione :)
Viene fuori una roba incredibile, cremosa, assolutamente non troppo dolce.
Chi prova?


PEACH SHERBET
ispirato ad una ricetta di Martha Stewart

6 grosse pesche mature
una lattina di latte condensato da 397 g

Sbucciare ed affettare le pesche quindi metterle in freezer finchè sode. Versare le pesche nel frullatore insieme al latte condensato da aggiungere poco alla volta finchè il tutto sarà omogeneo e cremoso.
Servire dopo almeno un paio d'ore di freezer.


NOTE

-  la ricetta originale dice di frullare le pesche da congelate in modo da ottenere subito un sorbetto cremoso. Sarà il caldo ma da me è davvero troppo cremoso: preferisco la ricetta un po' più soda come in foto.

- se il vostro frullatore non è molto potente e non trita il ghiaccio saltate il passaggio delle pesche in freezer.


lunedì 17 luglio 2017

Cheesecake senza cottura agli Speculoos


Ci sono droghe leggere.
E nella categoria mettiamo le Galatine, certi yogurt della Muller, le caramelle Rossana, quelle fondenti allo zucchero.
Certi biscotti acquistati, sarà che i ricordi dei sapori della mia infanzia sono pieni di olio di palma, ignaro all'epoca del fatto che sarebbe stato considerato da lì a pochi anni praticamente mortale.
Certe merendine, probabilmente per lo stesso motivo di cui sopra.
Tutte cose che ahimè o per fortuna qui nel deserto non si trovano.
Poco male.
Perchè qui invece sono passata proprio al livello superiore: le droghe pesanti.
E non parlo della Nutella venduta in secchi, giuro, non barattoli (procurerò foto).
Qui, dove non trovo la ricotta, la mozzarella fresca e il mascarpone come il Cielo comanda, ho altre soddisfazioni.
Biscotti visti solo sui siti americani, ed introvabili in Italia.
Tipo gli Oreo mille gusti, che mi sa da voi arrivano solo quelli classici.
O li avete mai visti ricoperti di cioccolato bianco?
Roba che persino io non sono riuscita a finire il pacchetto tutto in una volta.
Perchè questo distingue la droga pesante da quella leggera: il tempo che ci vuole a farla sparire.
Spariscono entrambi, sia chiaro, ma le prime necessitano di professionisti seri.
Come mi vanto di essere.
I biscotti Lotus sono stati una scoperta relativamente recente: e chi si immaginava di trovare Speculoos originali nel bel mezzo dell'Arabia Saudita.
Incartati ad uno ad uno, apposta secondo me, per dare il tempo di ingoiare il primo prima di mettersi in bocca il secondo.
Quindi, se tanto mi dà tanto, sono in categoria droga leggera pure loro.
Per il next level, basta guardare lo scaffale di fronte.
Scorgo qualcosa a fianco del secchio di Nutella.
Stessa marca dei biscotti, ma è una crema.
Santo cielo, la crema di Speculoos.
Droga pesante, pesantissima.
Solo per avvezzi ad andarci giù duro.
Il primo cucchiaino ne richiede un secondo.
E un terzo.
Mi esce dalle orecchie ma non riesco a smettere.
Curatemi.
Non fate come la mia amica Lu, che ho contagiato ma invece di redimermi che fa?
Mi manda ricette che richiedano i suddetti ingredienti...
Non guarirò mai, lo so ;)

Non dite che non vi avevo avvisato: fate questo dolce solo in caso di serate con molti ospiti e mettendo in chiaro che non ne deve avanzare. Se ne avanza, improbabile, qualcuno deve portarla via da casa vostra.
Chiaro?
Il perchè sarete voi a dirmelo ;)




CHEESECAKE SENZA COTTURA AGLI SPECULOOS
per uno stampo rettangolare 34 per 10 cm
da Tastemade con qualche modifica

per la base
340 g di biscotti speculoos (per me i Lotus)
100 g di burro

per il ripieno
400 g di formaggio tipo Philadelphia
200 g di latte condensato zuccherato
un cucchiaino di estratto di vaniglia
100 g di crema di Speculoos (sempre Lotus per me)

per la decorazione
qualche biscotto extra, sbriciolato
un po' di crema Lotus 

Preparare la base: mettere i biscotti in un robot da cucina ed azionarlo fino ad ottenere una polvere fine. Unire quindi il burro fuso e mescolare finchè la polvere ne sarà ben impregnata e si otterrà una consistenza sabbiosa.
Versare nello stampo premendo e compattando molto bene alla base e su per i bordi.
Mettere in frigo mezz'ora o ancora meglio in freezer.
Preparare il ripieno: battere il Philadelphia a temperatura ambiente con la vaniglia ed il latte condensato. Aggiungere la crema Lotus leggermente lavorata a parte e mescolare per amalgamare.
Non sarà densissimo, non preoccupatevi, prende consistenza in frigo.
Versare quindi con attenzione nella base preparata (potrebbe avanzarvi un poco di crema, io ho ringraziato il cielo :D e mettere in frigo almeno 4 ore ma meglio una notte.
Sformare con attenzione meglio se passando prima il getto d'aria calda del phon sui bordi e la base, che comunque nel mio stampo è amovibile.
Al momento di servire decorare con le briciole di Lotus e far sciogliere un pochino di crema Lotus a bagnomaria o nel microonde in modo da colarla, calda, sul dolce freddo.
Servire subito.


NOTE

- il ripieno rassoda perfettamente così da permettere di tagliare fette perfette.

- soffre il caldo quindi servitela appena tirata fuori dal frigo.

- la crema Lotus calda...provatela sul gelato...e poi abbiate la forza di fermarvi :D

- questi biscotti in Italia mi si dice li venda Esselunga. A Roma sono, insieme alla crema, da Castroni, e se proprio non la trovate c'è anche su Amazon.

- la crema Lotus è vegan, per tutti coloro che debbano o vogliano seguire questo regime alimentare. Ovviamente non lo è la torta completa.


mercoledì 28 giugno 2017

Cheesecake senza cottura al lemon curd




Sul mio blog personale c'è un cheesecake senza cottura che spopola da millemila anni, una base velocissima ed un mix di latte condensato, formaggio cremoso e un po' di gelatina.
Poca, eh, che la odio per il rigor mortis che dona ai dolci nei quali viene usata senza moderazione o criterio.
Lì, ovviamente, funziona a meraviglia.
Sfogliando il libro del mese, come con tutti i libri di cucina, il richiamo del limone sulla sottoscritta si è fatto prepotente alla vista di questo cheesecake: qui il limone invece che dentro è...sotto, a formare uno strato separato dal resto del dolce e di gelatina nemmeno l'ombra!
Effetto visivamente molto bello, e mi sono lanciata.
Ora, come sapete vivo in un deserto dove che so, trovo i Lotus, la clotted cream, gli Oreo Double Stuff con il doppio del ripieno ma poi manca il mascarpone per sei mesi e il lemon curd, invece, non si è mai visto.
E' quindi non certo per gastrofighettitudine che mi sono dovuta fare entrambi gli ingredienti da sola.
Io, che ad ogni rientro in Italia porto la mia cialtroneria a fare un giro nel reparto surgelati e prodotti pronti dei super italiani.
E segretamente, insieme, sospiriamo :)

 INGREDIENTI
Per una teglia da 23 cm con fondo amovibile

300 g di lemon curd di buona qualità
500 g di mascarpone
500 ml di crème fraîche
2 cucchiai di zucchero a velo
Succo e buccia grattugiata di una piccola arancia ed un limone

Per la base
300 g di biscotti allo zenzero  (o digestive o ancora graham crackers)
150 g di burro fuso

Ridurre i biscotti in briciole usando un frullatore o un robot, in mancanza metterli in un sacchetto di plastica e polverizzare con un mattarello.
Unire il burro fuso e pressare il composto ottenuto alla base della tortiera imburrata e coperta con carta forno.
Versare quindi due terzi del lemon curd sulla base.
In una ciotola montare mascarpone e crème fraiche finché omogenei, unire lo zucchero a velo, il resto del lemon curd ed a questo punto assaggiare valutando se a gusto personale serva altro zucchero.
Versare il composto sulla base di biscotti e lemon curd con un cucchiaio e livellare con una spatola.
Tenere in frigo almeno 3 ore.
Per decorare usare un poco di zucchero a velo e della buccia grattugiata. Oppure tenere da parte un paio dì cucchiaiate del composto di biscotti e spargerlo sulla superficie.

 NOTE

- che dire, se non che è divina e geniale nella concezione del curd sotto oltre che dentro? L'effetto visivo è bellissimo, quello al palato ancor di più!

- il lemon curd fatto in casa è di solito meno sodo di quello acquistato. Questo fa si che nel mio caso dopo un giorno lo strato di formaggio traballasse un po' al taglio, quasi ci scivolasse sopra! Con un po' di attenzione nel taglio ed un passaggio extra in frigo il problema si risolve.

- i biscotti allo zenzero stanno benissimo con il ripieno al limone. Fate lo sforzo di cercarli, se potete.

- anche qui difficoltà zero, o forse solo nel reperire in Italia alcuni ingredienti che invece da me sono comuni tipo la crème fraiche (per contro non trovo mascarpone e curd, ho anche io le mie punizioni...)

mercoledì 14 giugno 2017

Torta senza forno al riso soffiato, cioccolato bianco e frutti rossi


Quando ormai diversi anni fa è cominciata la mia vita nel deserto non potevo immaginare che oltre a quello di tempeste di sabbia, cammelli sulla strada per andare al lavoro e donne velate di nero si stava per aprire un altro mondo.
Quello del cibo tipico di una certa parte del mondo che non era certo quella in cui mi trovavo: piuttosto quello della nutrita comunità americana del nostro, allora, compound (il centro residenziale dove viviamo)
Sono stata a barbecue anzi BBQ che avevo visto solo nei film per varietà e quantità di cibi, ho scoperto che si può cuocere un pollo intero impilato su una lattina di birra messa sopra la griglia, e che cinquantadue gradi all'ombra non scoraggia dallo stare ore in piedi davanti alla griglia rovente.
In effetti immagino che i due effetti alla fine si annullino...
Ma soprattutto, si arrostivano marshmallow!
Il primo che ho assaggiato me lo ricordo ancora, per il secondo morso che ho dovuto dare per capire se mi piacesse per davvero.
E oltre a quelli, vassoi di barrette scure, buone da morire, che solo dopo ho scoperto essere fatte con riso soffiato insieme al quale era stato sciolto di tutto, da barrette di Mars, Snickers e chissà che altro.
Amore, ovvio ed eterno.
Per cui appena ho visto sul libro del mese questo dolce che in pratica è la stessa cosa solo in versione bianca ed un pochino più abbellita, non ho avuto dubbi.
L'autrice dice che è la versione per adulti delle barrette che nomino poco sopra, forse un po' kitsch ma che piace sempre a tutti.
Ed in effetti dato il risultato non posso che darle pienamente ragione.

CRISPY FRESH BERRY LAYER CAKE
per una teglia  a cerniera rotonda da 23/24 cm
per la base
225 g di marshmallow
60 g di burro
100 g di rice crispies
100 g di cioccolato bianco 
per il topping
225 g di clotted cream
400 g di frutti di bosco misti (fragole, lamponi, more, mirtilli)
zucchero a velo per la finitura

Mettere marshmallow e burro in un pentolino su fuoco basso girando in continuazione finchè il tutto sarà sciolto ed amalgamato. Unire a questo punto i rice crispies mescolando bene in modo che risultino ricoperti dal mix di burro e marshmallow.
Versare il composto a cucchiaiate nella teglia preparata e coperta con carta forno pressando bene con il dorso di un cucchiaio fino ad ottenere una base di spessore uniforme.
Quindi sciogliere il cioccolato bianco in un pentolino posto su una pentola di acqua in ebollizione (senza che entri in contatto con l'acqua), spalmarlo sulla base preparata e lasciar solidificare.
Poco prima di servire e quando il cioccolato è completamente rappreso completare il dolce con la clotted cream, quindi con i frutti di bosco preparati ed una spolverata di zucchero a velo.
L'autrice raccomanda di servire il dolce il giorno stesso in cui lo si prepara e di conservarlo in frigo una volta decorato con la panna. 

NOTE

- più semplice di così non potrebbe essere, in effetti. E' un mero lavoro di assemblaggio, le dosi riportate sono quelle corrette per ottenere un dolce esattamente come nella foto del libro. Faccio ammenda solo per aver usato leggermente meno frutti di bosco: qui nel deserto costano una cifra tale da far tremare i polsi.

- per appiattire il composto della base il cucchiaio non è il massimo perchè tende un po' attaccarsi. Anni di esperienza nel settore cialtronate mi impongono di dirvi di usare il palmo della vostra mano, coperto con un pezzetto di carta forno.

- una nota personale sui marshmallow: capisco che possa suonare strano, ma c'è porcata e porcata. Voglio dire, esistono porcate di qualità ed altre di qualità infima. Se usate infimi marshmallow questi si sciolgono malissimo diventando una specie di mappazzone.  Quindi anche per essi optate per la miglior qualità che riuscite a trovare. E c'è una differenza abissale anche nel sapore. Sfido chiunque ad assaggiare il marshmallow fatto dallo chef Luciano Monosilio, stella Michelin del ristorante Pipero a Roma: altro che americanata, venite catapultati nella ionosfera dei sapori!
 Vero che si possono fare anche in casa: ma tutto quel lavoro per scioglierli subito dopo? E soprattutto si perderebbe l'effetto torta veloce e cialtrona che qui si vuole ottenere.
 - il cioccolato bianco, idem come sopra. Se non è di buona qualità si scioglie male e se di buona qualità scioglie male se posto su calore troppo forte. Fate attenzione come indica l'autrice.

- la clotted cream: conosco un paio di posti che la vendono in Italia, qui nel deserto si trova spesso al supermercato! Si tratta di una panna fresca molto densa con una percentuale di grassi minima, per essere considerata tale, del 55%. Le migliori in commercio si aggirano sui 62-64%...è divina, con un retrogusto ricco indescrivibile se non lo si prova. Sostituirla ovviamente non dà lo stesso risultato n termini di bilanciamento dei gusti del dolci. In casi disperati, penserei a del mascarpone montato con un dose minima di panna fresca.

- il sapore: assolutamente divino. La base, incredibilmente come solo nelle migliori porcate, non risulta troppo dolce e comunque viene ulteriormente smorzata dalla clotted cream e dall'aspro dei frutti di bosco. La spolverata di zucchero a velo non è di troppo! E per averlo assemblato in meno di dieci minuti è anche bellissimo.

lunedì 22 maggio 2017

Pollo. Al Ritz!







Ah, il pollo.
Il povero volatile è consumato molto spesso in casa arabafelice, sia nelle sue versioni più light che in quelle un po' meno, tanto da meritarsi una sezione apposta su questo blog.
D'altronde è cosi versatile che se ben cucinato puù trasformarsi in un piatto davvero gustoso.
Quello che vi mostro oggi è graditissimo specialmente ai bambini e può fare tranquillamente parte di un menù settimanale a loro dedicato: scommettiamo che ve lo richiederanno?
E cosa da non sottovalutare: piace moltissimo anche ai grandi!
Ovviamente il Ritz del titolo non è il famoso hotel, ma gli altrettanto noti crackers utilizzati per la golosissima panatura ;)




 RITZY CHICKEN NUGGETS
da Feast di Nigella Lawson
per 12-16 pezzi piccoli

2 grossi petti di pollo
280 ml di latticello (buttermilk)
150g di crackers tipo Ritz ridotti in briciole
sale
olio per friggere

Appiattire i petti di pollo battendoli con un mattarello dopo averli messi in un sacchetto di plastica per alimenti, quindi tagliare ognuno in 6- 8 strisce.
Salare i pezzi e metterli in una ciotola con il buttermilk a marinare per almeno 3 ore, ma anche fino a 2 giorni.
Al momento di cuocere, scaldare l'olio in padella.
Scolare i pezzi di pollo dall'eccesso di buttermilk quindi impanarli nelle briciole di Ritz e friggerli, pochi alla volta, su fuoco medio finchè ben dorati.
Servire caldi, magari con del ketchup e una insalatina.

NOTE

- la marinatura  nel buttermilk rende il pollo morbidissimo, e più ci sta meglio è. Ormai lo vendono parecchi supermercati, ma se proprio non lo trovate fate un composto di metà yogurt bianco denso e metà latte.

- fritti sono divini. Se friggere è contro la vostra natura possono essere spennellati con olio e cotti in forno a 200 gradi per circa 20 minuti o comunque fino a completa cottura del pollo. Però croccanti e deliziosi come fritti non si battono....


venerdì 19 maggio 2017

Tartufini al cioccolato senza... tutto!


Insisto.
Persevero.
Ma questi sono troppo buoni!
Per chi è a dieta, per chi sta attento a cosa ingurgita.
Per chi è goloso.
Per chi è vegano e chi no.
Chi non mangia glutine e chi invece si.
Insomma, una delizia semplicissima e non si cuoce nulla!
La ricetta la trovate oggi dalle Amiche diFuso :)

giovedì 18 maggio 2017

Il pane. Senza pane!



Piano, piano.
Lo so che siete pronti a lanciare strali, tuoni, fulmini e saette.
Che non vedete l'ora di dirmi che questo non è pane.
Che non c'è lievito.
Farina.
Non si impasta.
Come oso chiamarlo tale.
Che il pane è altra cosa e con questa roba qua sopra non ha niente a che spartire.
Cominciamo col dire che LO SO :)
Non stupitevi: anche una cuoca cialtrona sa che che questo non è pane "vero".
Ma ho un sacco di amiche in regime low-carb, a basso contenuto di carboidrati in vista dell'estate.
Altre, meno fortunate, per problemi di salute seri.
Lo snack di un giorno low carb può essere un po' triste, in effetti, se pensate alle relativamente poche opzioni disponibili se il regime si deve, o si vuole seguire, con una certa serietà.
Qui sopra invece avete una roba che sembra, attenzione, una piadina.
Non una frittata.
Che si può spalmare di qualcosa.
O che si può abbinare a due a due per farci una specie di panino da portare in ufficio.
Ci si può fare pure una specie di scarpetta.
Una specie di tutto.
Ma se non si può mangiare altro, è sempre meglio di niente ;)


Il nome originale è cloud bread, e facile capire il perchè venga paragonato ad una nuvola visto che per la maggior parte è fatto di ...aria! La ricetta è semplice ma bisogna cuocerla bene perchè l'interno poco cotto non risulta il massimo.
L'augusto consorte, per motivi oscuri e dovuti forse alla fame atavica che si porta dietro li ha adorati.
Di che sanno, gli ho chiesto.
E lui: di sofficità. 
La poesia è finita quando ci ha messo su una fetta di salame (halal, non pensate male...)
Provatelo se dovete seguire un regime a basso contenuto di carboidrati, e casualmente è pure gluten free!




CLOUD BREAD
vecchia ricetta della dieta Atkins, ripresa da mezzo mondo 

3 uova 
55 grammi di formaggio tipo Philadelphia oppure yogurt greco ben sodo
sale, spezie a piacere
un pizzico di cremortartaro o bicarbonato


Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ben ferma insieme al cremortartaro.
A parte sbattere i tuorli con sale e formaggio fino ad avere un composto omogeneo e senza grumi. Unire eventuali spezie o erbe aromatiche scelte (qui origano secco)
Ora amalgamare gli albumi a neve con i tuorli in tre volte, mescolando delicatamente dall'alto verso il basso per non smontare il tutto.
Dividere il composto in sei mucchietti su carta forno leggermente unta che andranno leggermente appiattiti fino a raggiungere lo spessore di circa 2 cm.


Cuocere subito in forno preriscaldato a 160 gradi per circa mezz'ora o comunque fino a che sarà ben colorito.
Far raffreddare completamente prima di consumare.



NOTE 

- dà il meglio di sè da freddo. Non consumatelo caldo nè tiepido.

- mi fa sorridere quando mi si chiede se sappia di uovo: è l'ingrediente principale! Ma condendolo bene ma soprattutto con l'accompagno adatto è veramente sorprendente. Il bello è la consistenza che lo rende adatto ad essere spalmato e quindi per chi non può, o non vuole, mangiare un carboidrato aiuta ad ingannare un po' la mente. Se potete mangiarvi una fetta di pane, mangiate quella. Questo è per chi per le esigenze più svariate non può farlo.


- il tempo di cottura può variare a seconda dei forni. Non alzate troppo la temperatura perchè volete che anche l'interno si cuocia bene prima di tirarlo fuori.

- con lo yogurt non ho mai provato, ma solo con il Philadelphia.

- conditelo bene, altrimenti senza sale o spezie è ovviamente un po' sciocchino.

- con il burro di arachidi, se vi piace, è divino. Ma qualcuno qui ci ha messo pure la Nutella....

- un pezzo ha circa 70 calorie. Senza Nutella, eh.



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