giovedì 30 maggio 2013

Filetti di salmone al forno con panatura di senape e prezzemolo



Venti minuti in totale.
Non vi si chiede altro.
Beh, tranne comprare gli ingredienti.
E nello stesso tempo potrete preparare la cena ai vostri familiari in un baleno.
Oppure servire un piatto chic agli ospiti.
Organizzare una cenetta romantica.
Tutto senza sbattimenti.
Senza sporcare.
Fate solo bella figura ;-)
Tutto merito di Lorraine Pascale, pare.
E la ricetta?
Sul blog dello Starbooks!

lunedì 27 maggio 2013

Tiella-ll'...arabafelice :-)


Il giorno che succederà nevicherà nel deserto.
E magari avremo un'eclissi a coronare l'evento.
Perchè mai e poi mai riuscirò a riproporre una ricetta per l'MT Challenge così com'è.
Vorrei, sia chiaro, e forse mai come questa volta.
La tiella di riso, patate e cozze non l'ho mai assaggiata.
Ma solo il cielo sa quanta gola faccia a me, che ogni volta che esco dal Paese che mi ospita faccio certe scorpacciate di cozze al limite dell'indigestione.
Mai messe in un piatto più complicate di uno spaghetto, e sono curiosa.
Ma dei mitili in questione nessuna traccia.
O meglio, ogni tanto se ne vede un vassoietto triste e sconsolato sul banco del pescivendolo.
Non sconsolato, ora che ci penso.
Scongelato è la parola giusta.
E sono pure tutte già aperte.
Insomma, non mi ci avvicinerei nemmeno se fossero loro a pagarmi.
E quindi si fa senza, ripiegando sui bellissimi gamberi locali per quello tocco di mare che altrimenti mancherebbe.
Sul resto, considero quasi un lusso non avere troppa scelta.
Trovo solo un tipo di patate.
Solo un tipo di zucchine.
Solo un tipo di riso oltre al Basmati, un chicco egiziano con cui vengono risotti abbastanza decenti.
Chissà se il tutto reggerà o mi ritroverò con un budino.
Non capisco cottura durante, accidenti a quando ho messo tutte quelle patate in superficie che mi impediscono di vedere.
La forchetta ci entra, e tira su un paio di chicchi.
Cotti!
E pure staccati l'uno dall'altro, che mi sembra una specie di miracolo.
Beh, voi forse lo sapevate, ma qui in casa arabafelice è la prima volta che il riso viene cotto in questo modo.
Sorpresa, e gaudio e giubilo.
Scopro un piatto buonissimo.
Altro che budino.
L'augusto consorte ha esclamato che lo vuole almeno una volta a settimana per il resto della vita.
Non so cosa potrebbe succedere, se dovesse assaggiare quello con le cozze ;-)

La tiella in questione non è ovviamente l'originale avendo sostituito le cozze con i gamberi: del mar Rosso, però! ;-)
Il resto è rimasto fedele alla ricetta di Cristian tranne per il sale che lui non usa e che io ho dovuto aggiungere.
Ed ovviamente il piatto va all'MT Challenge di questo mese :-)




TIELLA DI RISO, PATATE E GAMBERI

300 g di patate
200 g di riso
una cipolla media
2 zucchine
un grosso pomodoro
circa mezzo kg di gamberi, peso da sgusciati
circa 50 g di formaggio grattugiato (metà parmigiano, metà pecorino)
sale
acqua q.b.

Fare un giro d'olio nella teglia preparata quindi adagiarvi uno strato di patate affettate sottilmente, alcune fette di zucchina e la cipolla anch'essa molto sottile.
A parte sciacquare il riso e versarlo nella teglia a coprire le verdure, quindi mettervi sopra il pomodoro a pezzi e i gamberi sgusciati.
Mettere nella teglia poca acqua nella quale si sarà sciolto il sale, ad arrivare a filo del riso ma la preparazione non deve galleggiare.
Spolverizzare con metà del formaggio grattugiato e fare un altro strato con le patate e zucchine rimaste.
Finire con il formaggio e un filo d'olio.
Infornare a 170 gradi (ho coperto con l'alluminio la prima mezz'ora) per un'ora circa.
Ho alzato la temperatura a 200 gradi verso la fine per ottenere una bella gratinatura.


NOTE

- il piatto è più buono se riposa un pochino dopo la cottura.

- noi l'abbiamo gustato tiepido, ed addirittura freddo al lavoro il giorno dopo: ancora perfetto!

giovedì 23 maggio 2013

Torta a sei strati al cioccolato e caramello salato


Dilemmi.
Domande.
Dubbi.
Questa, o l'altra?
Tormenti.
Ma una decisione va presa, suvvia.
Servono un'occasione speciale, e molti, molti amici con cui condividere il peccato.
Per il mio compleanno era stata l'altra, a vincere: quel cheesecake del quale mi sembrava di sentire il sapore solo guardandolo sulle pagine della rivista.
Mannaggia, però, per quella piena di cioccolato.
E con ben cinque strati di caramello salato.
La mia nuova droga, forse sarà un bene non mangiarne a dismisura.
Sospiro: non mi farò una torta a sei piani per la colazione del weekend, poco ma sicuro.
A meno che non voglia mangiarla per tutti i fine settimana da qui a sei mesi.
Ma le torte ascoltano i patemi dei golosi, e fanno capitare le occasioni per poterle preparare.
Stefania, venite a cena per il mio compleanno?
Ma certo, la simpatica collega nonchè quasi dirimpettaia è una delle compagnie più piacevoli del circondario.
Oltre ad essere un'ottima cuoca.
Scozzese, e fa degli scones dei quali ha già detto che porterà la ricetta con sè nella tomba.
Tutte le volte le dico che ci incontreremo di nuovo nell'aldilà, ma per ora la minaccia non ha sortito effetti.
Però...mi aiuti con i dolci, siamo tanti!
Figuriamoci, non mi sembra vero.
Che torta ti piacerebbe?
E dice la parola magica.
Che non lo sa.
Ma ultimamente è fissata con il caramello salato.
Lo sapevo, che la torta a forza di fissarne la foto era riuscita a manipolarmi la vita.
Non solo ho la scusa.
Ma mi viene servita su un piatto d'argento.
Tirarla fuori al momento delle candeline un piacere.
E pure una certa faticata, visto il peso non proprio piuma.
Le fette, a ruba.
Qualcuno ne prende via anche un pezzo per la colazione.
Trafugo un misero resto, ormai dilaniato dagli attacchi.
E che si dica che l'ho fatto per la foto.
Mica perchè ne volevo una seconda razione ;-)


Allora, la ricetta può far paura nelle dosi ma è per tre, dicasi, tre torte che vanno poi tagliate, farcite e impilate: sfama un vero esercito!
Sul buono, non so cosa dirvi se non che se vi piace il cioccolato, il caramello salato e...le americanate, fa al caso vostro: un bilanciamento perfetto, per nulla stucchevole.
Per me,  ho fatto benissimo a farmela capitare tra le mani.
E spero di farmela ricapitare!
Comunicazione di servizio: trovate Arabafeliceincucina su Sale&Pepe di Giugno, tra i blog consigliati :-)



SALTED CARAMEL CHOCOLATE CAKE
da The Best of Martha Stewart Living: Cakes & Cupcakes
per un dolce a sei piani da 24 cm 
 

per le tre torte da cuocere

360g di farina
500 g di zucchero
140 g di cacao amaro
un cucchiaio di bicarbonato
un cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
un cucchiaino raso di sale
4 uova grandi
375 g di latticello (oppure metà latte metà yogurt bianco, mischiati)
375 g di acqua tiepida
140 g di olio di semi
un cucchiaino di estratto di vaniglia

per il caramello salato

760g di zucchero
80g di glucosio liquido
63 g di acqua bollente
500 g di panna da montare
226 g di burro
un cucchiaino di sale grosso, leggermente pestato

per la copertura

450 g di cioccolato fondente
226 g di burro
60 g di zucchero a velo
mezzo cucchiaino di sale grosso, pestato
45 g di cacao amaro
70 g di acqua bollente
fleur de sel o altro sale grosso pestato per il tocco finale


Preparare le tre torte: mescolare la farina, lo zucchero, il cacao, il bicarbonato, il lievito e il sale.
Ora battendo con le fruste unire le uova intere, il latticello, l'acqua tiepida, l'olio e la vaniglia.
Battere per tre minuti quindi dividere l'impasto tra tre teglie da 24 cm di diametro ciascuna e cuocerle a 180 gradi per circa 35 minuti. Ovviamente le tre torte saranno piuttosto basse.
Farle raffreddare completamente quindi avvolgere nella pellicola e farle riposare una notte in frigo.
Mentre le torte raffreddano preparare il caramello salato: versare lo zucchero semolato, il glucosio e l'acqua in una pentola a bordi alti e capiente con il fondo spesso.
Mettere su fuoco alto e far sciogliere lo zucchero, ci vorranno un paio di minuti.
Continuare a cuocere senza mai mescolare finchè il composto prenderà un colore ambrato, ci vorranno 10-15 minuti a seconda del fuoco.
Intanto far bollire a parte la panna, e quando il caramello sarà pronto toglierlo dal fuoco e versarvi a poco a poco, sempre girando, la panna bollente: attenzione agli schizzi!
Rimettere tutto sul fuoco e far cuocere finchè un termometro da pasticceria segnerà 114 gradi, ci vorranno solo pochi minuti.
Togliere dal fuoco, aspettare dieci minuti quindi unire il burro a pezzetti, mescolando molto bene, ed il sale.
E' liquido appena fatto, prende consistenza con il riposo.
Far riposare una notte fuori dal frigo.
Il giorno dopo riprendere le torte e tagliare ciascuna a metà: ho usato un attrezzo apposito per farlo ma verrà bene anche con un coltello affilato. Gli strati ottenuti saranno molto sottili come si vede anche dalla foto.
Mettere un primo strato sul piatto da portata e ricoprirlo con uno strato abbondante di caramello salato.
Continuare fino ad esaurmento ma lasciare l'ultimo strato scoperto.
Inserire degli spiedini di legno in modo che il tutto rimanga dov'è ;-) e avvolgere con pellicola.
Mettere in frigo perchè si compatti.


Mentre la torta si compatta, preparare la copertura: sciogliere metà del cioccolato a bagnomaria, quando è liquefatto aggiungere il resto del cioccolato a pezzi e mescolare finchè il tutto si scioglie, togliendo dal fuoco.
Far raffreddare completamente.
Battere quindi il burro con lo zucchero a velo ed il sale per almeno 5 minuti, finchè sarà bianco e ben montato.
A parte sciogliere il cacao nell'acqua bollente, e far intiepidire.
A poco a poco e con le fruste in funzione aggiungere il cioccolato sciolto e il composto di cacao al mix di burro e zucchero.
Usare la crema SUBITO, dopo aver sfilato gli spiedini, per ricoprire la torta da tutti i lati, avrà la consistenza ideale per essere spalmata.





Spolverizzare il lato superiore con il fleur de sel oppure con il sale grosso pestato e servire dopo un passaggio in frigo di almeno un'ora.



NOTE:

- le tre basi possono essere cotte in anticipo e surgelate.

- la torta farcita e ricoperta può essere tenuta tre giorni in frigo. Toglierla 20 minuti prima di servirla in modo che la copertura si ammorbidisca leggermente.

- il dolce si taglia in fette perfette, basta farlo riposare.

- riducendo le dosi opportunamente si può realizzare una torta sola, da dividere a metà e farcire.

- il dolce nella sua interezza è stato più che sufficiente per oltre 15 persone di cui alcune hanno fatto il bis, e ne è avanzato il pezzetto che vedete!

lunedì 20 maggio 2013

Riso basmati freddo con anacardi, uvetta e spezie



Una giornata può diventare bella per mille motivi diversi.
E non importa più quanto sia iniziata male.
Un sorriso.
Un'occhiata.
Una telefonata.
Una frase.
Oppure un pacco inaspettato.
Che arriva nel mezzo del deserto.
Ogni volta mi domando come facciano a trovarmi, in un Paese dove poche strade hanno nomi e nessuna casa ha il numero civico.
Si dà un'indicazione di massima, un telefono e via, si spera.
Lo apro e gli occhi mi brillano ancora prima di vederne il contenuto.
Accipicchia, come luccica.
Non è un diamante, ma un gioiello si.
Un gioiello di pentola.
A voler chiamare le cose con il proprio nome non è una pentola qualsiasi.
E il wok della Lagostina che desideravo da tempo.
Perchè ebbene si.
Avrò centinaia di stampini per biscotti.
Altrettante teglie.
Posso fare torte di tutte le forme.
Budini di ogni foggia.
Casseruole di ogni tipo e dimensione.
Ma accidenti, in casa arabafelice mancava il wok!
Grande, oso definirlo accogliente.
Sembra fatto apposta per realizzare piatti da condividere.
Due porzioni come dieci: beh, sono almeno tre pentole diverse in una.
La inauguro con una ricetta del Paese che mi ospita, ed una delle prime che ho imparato a replicare.
Come è possibile che non fosse ancora su queste pagine?
Vincete qualunque dubbio, e fidatevi.
Il riso sarà sgranato e saporito.
Le spezie vi profumeranno la cucina.
Il teletrasporto non l'hanno inventato, ancora, no.
Ma sarete nelle Mille e Una Notte al primo assaggio ;-)




Provatelo questo piatto, che non è la solita insalata di riso.
Si mangia a temperatura ambiente e dura un paio di giorni, vedrete che comodità: ottimo per una cena etnica con gli amici, per un pranzo come si deve in ufficio e come novità da portare in spiaggia.
Le spezie sono regolabili a proprio piacere, così come il sale: quindi assaggiate e fatelo vostro.
Il tocco agrodolce dell'uvetta e il croccante degli anacardi: non ne avete già voglia?
Ed è pure naturalmente vegan e gluten free!




RISO BASMATI FREDDO CON ANACARDI, UVETTA E SPEZIE
per 4/6 porzioni circa

350 g di riso basmati
500 ml di acqua
due cucchiai di olio di semi
un cucchiaino di zafferano in pistilli oppure una bustina di polvere
60 g di anacardi non salati
60 g di uvetta
due chiodi di garofano
due pizzichi di cannella
un cucchiaino abbondante di sale

Per prima cosa sciacquare il riso basmati finchè l'acqua non sarà limpida.
Mettere l'olio nel wok Lagostina e farlo scaldare su fuoco medio, unire quindi il riso e lasciarlo tostare mescolando.
Unire l'uvetta e cuocere un minuto circa, mescolando.
Aggiungere ora l'acqua (che sarà a temperatura ambiente), le spezie e lo zafferano sciolto in un dito d'acqua calda.
Salare ed appena il composto arriva a bollore abbassare il fuoco, coprire il coperchio e lasciar cuocere per circa 10-12 minuti.
Spegnere il fuoco, aggiungere gli anacardi, mescolare e rimettere il coperchio facendo riposare il tutto.
Appena a temperatura ambiente mescolare vigorosamente con una forchetta per sgranare bene e servire.

NOTE

- questo piatto è in genere un accompagnamento a piatti di carne, ma noi lo mangiamo come piatto unico.

- è ottimo anche il giorno dopo, se dovesse avanzare, quindi da portare in ufficio o...in spiaggia ;-)

giovedì 16 maggio 2013

Biscotti farciti, da fare con un dito


Arriva di corsa, come se avesse urgenza.
Entra in classe e sembra in pensiero.
La nuova collega americana, assunta da pochi giorni, è giovane e vanta una laurea in una prestigiosa università del suo Paese.
Ha molta buona volontà, pare.
Ed infatti la prima cosa che fa, a due settimane dal suo primo giorno di lavoro, è chiedere ferie.
Per carità, non è colpa sua: è la nostra scuola ad avere un bizzarro sistema di vacanze di cui è facile approfittare, se non hai tanta voglia di lavorare.
Stefania, devi aiutarmi.
Ma certo, se posso.
Vado in Italia per due settimane.
Beata te, mi viene da dire.
Vivrai circondata di arte, Storia, cultura e chi più ne ha più ne metta.
Visiterai Roma, Pisa, Venezia.
Forse ti mancherà il fiato, di tanto in tanto, davanti all'insostenibile bellezza di certi panorami, od opere d'arte.
Sono ottimista.
Il problema non è questo.
Non vuole la solita lista di luoghi da visitare.
Sono preoccupata per il cibo.
Ma insomma, non mi risultano turisti morti o insoddisfatti ultimamente: i piatti italiani sono famosi in tutto il mondo per una ragione...
Si, ma sono abituata alla versione americanizzata, magari resto delusa.
Ecco, questo è possibile.
Ma bisognerebbe fare carta bianca della propria mente e del proprio palato...
E' che ho sentito che mangiate roba strana.
Beh, in questo competiamo ad armi pari, mi viene in mente, ma taccio.
Tipo quella roba nera con il riso.
Ah, il risotto al nero di seppia?
Cerco di spiegare che non ha mai ucciso nessuno, e un assaggio lo merita davvero.
Si ma mi hanno detto che portano una seppia cruda in tavola e te la strizzano davanti per fare uscire il nero sul risotto!
Pietà: mi sono sbellicata senza ritegno.
Le ho chiesto se le seppie sono spugne, secondo lei.
Scherzavo.
Ma ha risposto, seria, che non lo sa.
Ogni tanto Google servirebbe a qualcosa, a saperlo usare.
Sospiro, mentre le spiego.
Lei incredula.
Ed io spero.
Che assieme alla seppia arrivi a tavola il calamaro gigante.
Vivo.
E se la porti via :-)

Se non l'avessi sentito con le mie orecchie probabilmente non ci crederei, ma ci rido da un paio di settimane!
Mentre aspetto di vedere se torna ;-) mi godo questi biscottini assolutamente deliziosi e facilissimi da fare che faranno fare a gara ai vostri bimbi per aiutarvi: scommettiamo che avrete un sacco di pollici volontari?
Per il ripieno sbizzaritevi con marmellate, Nutella, lemon curd o qualunque altra crema vi venga in mente.




CHOCOLATE THUMBPRINTS
da Cookies di Martha Stewart
per circa 25 pezzi

113 g di burro
60 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
un cucchiaino di estratto di vaniglia
150 g di farina

per il ripieno

40 g di cioccolato fondente
un cucchiaino di glucosio (o miele)
20 g di burro
oppure marmellata, lemon curd, Nutella...

Battere con le fruste elettriche il burro con lo zucchero a velo, il sale e la vaniglia per almeno tre minuti di orologio.
Unire quindi la farina lavorando ora con una spatola, amalgamando bene.
L'impasto è morbido ma lavorabile, quindi formare delle palline usando due cucchiaini di composto per ciascuna.
Appoggiare le palline su una teglia e mettere in frigo 10 minuti.
Cuocere quindi in forno preriscaldato a 180 gradi per 10 minuti, quindi tirare fuori dal forno e pressare al centro con il pollice per formare un incavo.



Rimettere i biscotti in forno per circa 7-9 minuti, finchè i bordi cominceranno leggermente a colorare.
Se l'incavo tende a sparire pressare nuovamente appena tolti dal forno.
Far raffreddare completamente e preparare il ripieno: mettere in un pentolino il burro, il glucosio (o miele) e il cioccolato. Far scaldare a bagnomaria girando di tanto in tanto.
Far intiepidire il composto perchè prenda consistenza quindi usando una sacca da pasticceria ( ma qui si fa cucina cialtrona quindi ho messo tutto in un sacchetto per surgelati a cui ho tagliato un angolo :-)
farcire i biscotti.
Lasciar riposare in modo che il ripieno asciughi.


NOTE:

- i biscotti potete farcirli con quello che volete, sono buonissimi con la marmellata.

- durano anche quattro giorni chiusi in una scatola di latta.

lunedì 13 maggio 2013

Mousse al cioccolato, piena di ingredienti segreti (senza burro, panna, zucchero, uova nè cottura)

Chi si scusa s'accusa, diceva sempre mia nonna.
E quindi cominciare dalle scuse deporrebbe male a mio favore.
Stavolta ammetto che la prima scettica sono stata io.
Ho letto, e non ho creduto.
Stavolta non poteva funzionare.
Eppure se non vedo, e soprattutto non assaggio, non credo.
Proviamoci.
Due avocado comprati apposta, e fatti maturare dalla forza del mio sguardo impaziente.
Beh, forse li ho messi anche un attimo in giardino a 40 gradi, ma lasciamo perdere dettagli poco importanti.
Ho sciolto il cioccolato, ed ho aspettato che si raffreddasse.
Di corsa ho buttato tutto nel frullatore.
E le bucce degli avocado nella pattumiera.
L'augusto consorte non dovrà sospettare.
Un secondo e tutto diventa crema.
Sembra cioccolato, tutto qui.
Assaggio anche se non è fredda.
Oddio.
Era vero.
E' buona!!!
E' adatta ai celiaci, ai vegani e...ai fanatici della palestra: ebbene si, è pure leggera.
Oso dire che fa quasi bene.
Quasi, ho detto, prima di essere sommersa da messaggi che mi daranno della millantatrice.
L'esame più severo, da passare.
Amore, assaggia.
Cos'è?
Perchè ormai l'ha imparato, che nulla è quel che sembra.
E' crema al cioccolato, e fin qui non ho mentito.
Buona!
Vittoria.
C'è un retrogusto...
E' il cocco, amore.
Ah ecco, si, sarà quello.
Il resto, lo leggerà qui ;-)

Conoscete Giada de Laurentiis? E' la nipote del grande produttore cinematografico Dino, e negli USA una chef piuttosto famosa.
Questa ricetta viene da uno dei libri tratti da uno dei numerosi show televisivi.
Adatta a patiti della linea a cui piaccia molto il cioccolato: non è poi così pericolosa per l'imminente prova costume!
E per chiunque abbia intolleranze al glutine o al lattosio.
Ah, cosa più importante: è buonissima!!!!
E oltre a servirla così com'è potrete farci bicchierini, farcire dolci, biscotti...
Mi credete pure stavolta? ;-)
E non scordate di andare a vedere quale ricetta di Lorraine Pascale sia stata pubblicata sul blog dello Starbooks!



CHOCOLATE AVOCADO MOUSSE
da "Giada at Home" di Giada de Laurentiis
per 4 bicchierini

90 g di cioccolato fondente
2 grossi avocado, ben maturi
20 g di cacao amaro
100 g di sciroppo d'agave oppure d'acero oppure miele
un cucchiaino di estratto di vaniglia
un pizzico di sale
45 g di latte di mandorla non zuccherato oppure di cocco non zuccherato oppure di soia


Far sciogliere il cioccolato fondente su fuoco bassissimo oppure a bagnomaria.
Lasciarlo raffreddare un pochino quindi versarlo nel frullatore ( ma viene meglio nel robot con le lame) insieme agli avocado a cubetti e il resto degli ingredienti.

Frullare fino ad ottenere un composto liscio, raschiando le pareti del robot con una spatola se parte del composto dovesse rimanere attaccato.
Ecco la mousse appena fatta, prima del passaggio in frigo: è già cremosissima!


Far raffreddare un paio d'ore in frigo (o mezz'ora in freezer se avete fretta) e servire accompagnando con lamponi, come suggerisce Giada, o panna montata come suggerisco io :-)

NOTE:

- la crema può essere preparata un paio di giorni in anticipo e tenuta coperta in frigo.

- ha una consistenza ottimale anche per farcire torte e dolci (voglio metterla nei macarons!)

- è naturalmente gluten free e vegan, oltre ad essere abbastanza leggera.

- è più buona se la fate con il latte di mandorla o di cocco.

- non usate un cioccolato troppo amaro, secondo me viene più buona.

venerdì 10 maggio 2013

"Oat couture" granola bars


Niente da fare, così va il mondo.
Una bella ragazza ha molto, molto da impegnarsi per sembrare intelligente.
Figuriamoci per poter dimostrare di essere brava in qualcosa.
Lorraine Pascale non è bella: è bellissima.
E' alta, magra, flessuosa.
E cucina benissimo.
Se le mangia, tutte le cose che cucina, e si vede che le piacciono.
In un mondo di cuochi giganti, o quantomeno sovrappeso, è una vera eccezione.
Eppure credetemi, a me uno chef strabordante non fa poi venire tutta questa fame, ma provoca una certa repulsione....parere personalissimo, sia chiaro.
Accolgo volentieri quindi l'idea di questo mese di testare le ricette di una cuoca, finalmente, magra.
Per la riprova, se mai servisse, che mangiare si può tranquillamente anche rimanendo una taglia quaranta ;-)
Le barrette provate qui mi hanno attirato subito perchè dopo averne comprate milioni ho iniziato a farmele da me e non mi lascio sfuggire ogni nuova ricetta in merito.
Semplici, a base di avena in fiocchi, con molta frutta secca e lo sciroppo d'acero a dolcificare.
Per carità, nulla di dietetico!
Chiamiamola una sana botta di energia, piuttosto.
Ebbene, la ricetta funziona alla perfezione.
Come qualcuno forse sa sono maniacale in cucina per quel che riguarda pesi, dosi e misure.
Qui non manca nulla, dalle dimensioni della teglia  alla temperatura del forno sia in Celsius che in Fahreneit.
Mischio, compatto e cuocio.
Aspetto paziente, taglio e assaggio.
Divine.
Le mie sono più scure dell'originale, ma non è questione di cottura: è che il mio zucchero è dark brown invece che light brown, tutto qui.
Un gusto quasi caramellato, e tutte quello scrocchiare sotto i denti.
Da avere voglia di riandare in palestra solo per mangiarne un'altra ;-)


"OAT COUTURE" GRANOLA BARS
di Lorraine Pascale
125g di burro
200 g di light brown sugar
250 g di fiocchi d'avena
75 g di noci pecan, tostate
75 g di semi di zucca
75 g di uvetta o cranberries
100 ml di sciroppo d'acero

Foderare una teglia quadrata da 20cm con carta forno e metterla da parte.
Sciogliere il burro in una pentola bassa e larga, meglio se antiaderente. Unire lo zucchero e cuocere per 3-4 minuti, sempre mescolando, finchè lo zucchero si scioglie ed il composto fa le bolle.
Togliere la pentola dal fuoco ed unire i fiocchi d'avena, le noci pecan, i semi di zucca, l'uvetta e lo sciroppo d'acero.
Mescolare molto bene in modo che i fiocchi d'avena siano bene intrisi quindi versare il composto nella teglia preparata.
Pressare benissimo con il dorso di un cucchiaio, o ancor meglio con le mani: saltare questo passaggio pregiudica la tenuta delle barrette, una volta cotte.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 30 minuti, quindi lasciare raffreddare nella teglia.
Quando ben freddo tirare sformare aiutandosi con la carta forno e tagliare in otto barrette.
Si conservano in frigo in una scatola ermetica anche quattro giorni.

NOTE

- Come ho detto sopra la ricetta non ha bisogno di alcun aggiustamento per venire al primo colpo.
Unico punto chiave la compattatura dell'impasto prima della cottura, ma l'autrice lo ribadisce molto chiaramente.

- Le barrette possono stazionare in frigo per diversi giorni, e da queste parti sono già state replicate più di una volta.


-Validissime per colazione, snack o improvvisi cali di zuccheri :-)

 

giovedì 9 maggio 2013

Pollo marinato al limone, il più facile del mondo!


Di nuovo la stessa storia.
Corsi e ricorsi.
Inevitabilmente, credo.
A discutere delle stesse questioni.
L'augusto consorte parla, e se ne esce fuori con un termine sconosciuto.
Almeno ai più, includendo me.
Ribatto di trovare l'equivalente in italiano, visto che il toscano non lo mastico più di tanto.
Non l'avessi mai detto.
Tuoni e fulmini.
Lampi e saette.
Ma come oso.
Dovrei ricordarmi che lui, scusate, non parla toscano.
E' italiano arcaico, please.
E come tale dovrei rassegnarmi.
Forse inchinarmi.
Ascoltare rapita.
Non questa volta.
Sono pressocchè sicura che il termine in questione sia assolutamente astruso, altrochè.
Inevitabile la sfida.
Brandisce l'Ipad come una spada, mentre asserisce che si vedrà presto, chi ha ragione.
Lunghe, estenuanti ricerche.
Guardo di sottecchi fingendo il più totale disinteresse, e scruto il viso per indovinare.
Niente, non trova niente, ed  io vinco la scommessa di sicuro.
Eccolo! Vieni a leggere se non ci credi.
Mannaggia a me ed all'italiano arcaico.
La parola in questione esiste eccome, secondo l'Accademia della Crusca, in disuso ma esiste.
L'augusto consorte si sente ancora più augusto, mentre sospira che non ci posso fare nulla se non rassegnarmi: hai sposato uno che parla la lingua di Dante.
Sarà, ma ti capisci solo con i tuoi simili!
Che sfrontatezza da parte mia.
Sono io ad essere limitata, non lui a parlare in modo incomprensibile.
Ormai l'accento toscano ha preso piede, ben più dell'abusato romanaccio...
Tra i due litiganti il terzo gode.
E' la tv a parlare, ora.
Toh, guarda il tuo Dante.
Scrive sulla carta igienica.
E noi in silenzio.
Non c'è più religione, eh? ;-)


Il pollo che vedete qui è uno dei piatti fatti almeno una volta a settimana in casa arabafelice.
Preparo il sacchetto la sera prima ed il giorno dopo basta mettere tutto in teglia e si cuoce senza bisogno di intervento alcuno.
Non è il solito pollo: morbido, succulento come non immaginate.
E' uno di quei piatti che superano, e di molto, le aspettative: provate e mi saprete dire ;-)




MAGIC MARINATED CHICKEN
da Everyday Food di Martha Stewart

un pollo a pezzi, con la pelle
sale
due limoni
un paio di spicchi d'aglio
125 ml di olio extravergine
abbondante prezzemolo tritato


In un sacchetto di plastica per surgelati mettere i pezzi di pollo dopo averli salati.
Versare quindi l'olio, unire gli spicchi d'aglio interi, i due limoni a fettine sottili (ma non troppo o le troverete carbonizzate!) e abbondante prezzemolo tritato finemente.
Far riposare il sacchetto ben chiuso per 30 minuti, se lo tenete a temperatura ambiente e avete fretta, altrimenti mettere in frigo per un paio d'ore o anche una notte.



Con una pinza o una forchetta togliere i pezzi di pollo dal sacchetto scolandoli dall'olio ed adagiarli su una teglia coperta con carta forno.
Unire anche le fette di limone e la maggior parte del prezzemolo, insieme all'aglio.
Scartare invece l'olio rimasto.
Cuocere in forno preriscaldato a 220 gradi per circa 35 minuti, finchè il pollo risulterà ben dorato.

NOTE:

- in questa ricetta il pollo NON si cuoce nel sacchetto!!! Quello serve solo a marinarlo, poi i pezzi vanno tirati fuori e adagiati in teglia come da istruzioni.

- il pollo è buonissimo appena fatto ma anche il giorno dopo, ed anche a temperatura ambiente.

- l'aglio nella ricetta può essere diminuito o aumentato a piacere.

- visto che lo chiedete tutti, la parola in questione è...strinto...arcaico per stretto come spiegato qui !!!!

lunedì 6 maggio 2013

Torta morbidosa alle fragole



Ciao a tutti, mi chiamo Macchia e sono il gatto di casa arabafelice.
Prendo il posto della mia padrona, oggi, perchè mi ha detto che le mie ultime vicissitudini hanno fatto sobbalzare sulla sedia tanti lettori, ed i messaggi che arrivano per interessarsi della mia salute sono moltissimi ancora oggi.
Sto molto meglio, anzi possiamo azzardare che stia benissimo!
Ho ricominciato pure a farmi le unghie sul divano, invece che sull'albero in giardino...
Me la sono vista brutta, si.
Ma a volte è un vantaggio non avere parole per poter raccontare.
E forse i miei padroni, onestamente, certi particolari non vogliono nemmeno saperli.
Il nome del colpevole, forse, ma come faccio? ;-)
I primi giorni dopo l'incidente non mi sono mossa da un angolo del tappeto del soggiorno, e barcollavo ogni volta che provavo ad alzarmi.
Ma dato che sono un gatto, mica un umano, sono riuscita non si sa come ad inerpicarmi sul mio angolo di divano preferito, dove sta la mia copertina...
Gli occhi della mia padrona che mi scrutavano in continuazione.
Il mio padrone ( del quale si prende cura quasi tanto quanto di me ;-) preoccupato, lo vedevo, chiedere sempre alla padrona se secondo lei ce l'avrei fatta.
Lei ha sempre detto di si.
Anche quando doveva girare la testa per non guardarmi quelle piaghe impressionanti.
La portafinestra del soggiorno lasciata sempre socchiusa, dato che viste le ferite non potevo certo usare la mia porticina basculante, e la padrona che diceva che della polvere e della sabbia non le importa nulla.
Di mio ho fatto l'enorme favore di non farla disperare per prendere l'antibiotico.
Ed ho ricominciato a camminare.
Ora corro pure, e faccio dei salti da disciplina olimpica quando gioco a rincorrermi la coda.
Sono ingrassata di nuovo, tanto la padrona dice che sono più bella con la "panza", fortunata me!
Mica come lei che guardo perplessa mentre prova gli esercizi addominali sul pavimento del soggiorno per le classi di fitness: le salto sul petto ma tanto è contenta di farli con un peso!
Mi sono ricresciuti i peli e le ferite non si vedono quasi più, vedi che non doversi fare la ceretta ha i suoi vantaggi.
Quindi grazie a tutti, davvero.
Mi è andata bene.
Ma mi piace pensare che con tante persone come quelle che hanno scritto qui per interessarsi a me ci saranno tanti altri miei simili fortunati, se vi dovessero incontrare :-)




 Oggi guest post di Macchia :-) ed io mi limito alla torta: semplice semplice, ma dovete sentire che roba esca fuori! Da provare la base anche con altra frutta, ma con le fragole è un sogno.
Datele una chance, ma soprattutto siate pazienti: non c'è paragone tra l'assaggiarla subito ed aspettare il giorno dopo...;-)
Ed oggi ricomincia lo Starbooks! Quale sarà il nuovo libro che verrà testato per un mese? Scopritelo qui.


STRAWBERRY CAKE
per uno stampo da 24cm
da Living di Martha Stewart

85 g di burro
180 g di farina
un cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
mezzo cucchiaino scarso di sale
150 g di zucchero
un uovo intero
125 ml di latte
un cucchiaino di estratto di vaniglia
circa 300 g di fragole, e 2 cucchiai di zucchero per la copertura

Battere il burro con lo zucchero con le fruste elettriche per 3 minuti di orologio.
Unire, sempre battendo, l'uovo intero e poi il latte, facendo attenzione ad incorporare bene.
Il composto diventa liquido, non preoccupatevi ;-)
Aggiungere quindi sale e vaniglia.
Ora abbassando la velocità delle fruste al minimo unire la farina e il lievito, e lavorare finchè il tutto è amalgamato.
Versare l'impasto nella teglia unta e infarina, o coperta con carta forno, livellandolo un pochino e mettervi sopra le fragole tagliate a metà per il lungo e spolverizzare con i due cucchiai abbondanti di zucchero.
Non preoccupatevi se le fragole sembrano tante, si distanziano in cottura (anzi rimpiango di non averne messa qualcuna in più, qui!)
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per dieci minuti, quindi abbassare la temperatura a 160 e continuare per circa 45 min/ un'ora, dipende dai forni.
Nel mio era pronta in 50 minuti (oltre ai 10 a 180 gradi).
Far raffreddare completamente prima di servire.

NOTE:

- lo zucchero nella ricetta originale era 190 g, ma con 150 viene perfetta.

- è molto, molto più buona il giorno dopo, quindi resistete!

- dura anche quattro, cinque giorni a temperatura ambiente, coperta con pellicola.

- con una pallina di gelato alla vaniglia, magari furbissimo, diventa irresistibile.

giovedì 2 maggio 2013

Torta magica di pane, burro e marmellata


Lo sapevo.
Era solo questione di tempo.
Il primo exploit mi aveva fatto ben capire il personaggio.
E da quello, un continuo.
L'incubo di ogni insegnante.
Lo confesso, che più di una volta ho desiderato non essere la sua prof ma, che so, una compagna di scuola un po' manesca.
Lui, il piccolo principe, è sempre lo stesso.
Inopportuno, arrogante.
Ha anche azzardato a mezza voce una specie di complimento volgare per il quale io sono saltata sulla sedia, e lui ha saltato tutte le ricreazioni per un mese.
Mica è colpa mia se ho il super udito.
Un test importante, in classe.
Di quelli che ci arrivano direttamente dagli USA e lì vanno prontamente rispediti per la valutazione.
Indispensabili per ottenere i punteggi necessari per entrare alle varie università.
Osservo il piccolo principe.
Si agita, si muove, scommetto qualunque cosa che non sa le risposte.
Gli cade la matita, apposta.
Le rompe la punta, apposta.
Chiede di poter andare a prendere un temperamatite nello zaino in corridoio.
Uscire dall'aula è fuori discussione e gliene porgo una perfettamente appuntita con un sorriso.
L'afferra con malagrazia.
Scocciato.
Io beata.
Ora vuole andare in bagno.
Non si può, le regole non le faccio io.
Ma mi piace farle rispettare.
Lo faccio parlare quindici secondi solo per godere delle argomentazioni per cui se non lo faccio uscire subito riporterà danni fisici permanenti...
Pazienza, io.
E per forza lui.
Si risiede di malavoglia.
Poi l'impoderabile.
Un nanosecondo.
Si alza e di scatto corre ad aprire la portafinestra sul retro dell'aula, che dà sul giardino interno.
Lo afferro al volo saltandogli dietro,  mentre gli chiedo che diamine voglia fare.
Miss, vuole impedirmi di prendere una boccata d'aria?
Meno male non si possono leggere i pensieri.
Ora gli annullo il test.
E non si saprà mai che la cosa non mi è costata nemmeno un po' ;-)


Il dolce di oggi è stato uno dei miei tanti amori culinari a prima vista: troppo allettante l'idea di trasformare pane, burro e marmellata, la mia amatissima merenda di bambina, in una torta a sè stante!
Beh, è magica davvero. Dopo la cottura nessuno indovinerà che è fatta con il pane a fette, visto che diventa un impasto unico e che si taglia perfettamente.
Morbidissima, si conserva a lungo e può essere personalizzato dalla marmellata preferita: che aspettate a provare? :-)




TORTA MAGICA DI PANE, BURRO E MARMELLATA
per un piccolo stampo da plumcake da 10cm x 20cm
da Everyday Food di Martha Stewart

250 g circa della marmellata preferita (per me di arance)
8 fette di pancarrè
poco burro
4 uova intere e un tuorlo
60 g di zucchero
430 ml di latte
180 ml di panna fresca
un pizzico di sale
un cucchiaino di estratto di vaniglia

Imburrare leggermente le fette di pane e passarle sotto il grill finchè saranno dorate da ambo i lati, pochi minuti in totale.
Nel frattempo versare tutta la marmellata sul fondo dello stampo da plumcake foderato con carta forno (che avevo finito :-)
Tagliare quindi le fette a metà e impilarle come da foto nello stampo in modo che tocchino la marmellata ma non vi affondino troppo.
Potrebbe essere necessario tagliare qualche bordo perchè vi entrino per bene.


Battere le uova e il tuorlo con lo zucchero e il sale, ed a parte scaldare leggermente panna e latte con la vaniglia. Unire il composto di uova a quello di latte e versare tutto sulle fette di pancarrè impilate.
Il liquido sembra tanto ma ci vuole tutto: versatelo a poco a poco aspettando ogni volta che venga assorbito un pochino.
Fare sempre attenzione a non smuovere troppo le fette nè lo strato di marmellata per evitare che il dolce non venga bene.
Far riposare il dolce crudo per 30 minuti a temperatura ambiente.


Cuocere quindi in forno preriscaldato a 180 gradi per circa un'ora, coprendolo con un foglio di alluminio se dovesse scurire troppo. Nel mio forno c'è voluto leggermente meno.


Appena cotto è gonfio, si affloscerà raffreddandosi ma non preoccupatevi, è normale.
Far raffreddare completamente nello stampo, senza toccarlo.
Passare quindi una lama tra il dolce e i bordi per staccarlo leggermente e e invertirlo sul piatto da portata.



NOTE:

- il dolce si mantiene perfettamente per quattro/cinque giorni.

- in cottura si compatta perfettamente diventando un tutto unico: nessuno capirà che lo avete fatto con fette di pane!

- la marmellata va bene in qualunque gusto.
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