lunedì 31 maggio 2010
Caramel chocolate tarts
Ricordate la terribile paura di volare? Per un paradosso senza spiegazione, tanto odio prendere l'aereo tanto amo girare per aeroporti, specie quelli mediorientali.
O meglio la spiegazione c'e', ed e' pure semplice: ci si trova di tutto, dalle stranezze alimentari ai souvenirs piu' kitch che si possa immaginare. Desiderate un posacenere a forma di cammello? Di sicuro c'e'.
Un deliziosa T-shirt che riporta sul retro la scritta Proud to be Saudi? C'e' anche quella.
All'aeroporto di Dubai pero' c'e' anche una grande libreria, com mille sezioni diverse, ed una relativa alla cucina: dove volete che mi fiondi ogni volta che ci passo???
La ricetta di oggi proviene proprio da un piccolo libretto comprato li' qualche mese fa, intitolato Tarts, sweet and savoury , pubblicato da The Australian Women's Weekly.
Un'occhiata velocissima alle pagine ed e' stato mio.
Quindi, se quando viaggiate vedete due strani individui, in genere con almeno un trolley a testa e le mani piene di libri siamo noi. E se poi qualcuno vi pesta i piedi inavvertitamente mentre siete in fila al check in, abbiate pazienza: potrei essere io gia' assorta nella lettura...
CARAMEL CHOCOLATE TARTS (per 12 mini tarts)
150g di farina, piu' extra per lavorare
90 g di burro freddo
40 g di zucchero
per il ripieno:
una lattina di latte condensato da 397 grammi
20 g di burro
2 cucchiai di miele
100g di cioccolato fondente, per la copertura
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Lavorare velocissimamente con la punta delle dita la farina, lo zucchero ed il burro freddo ridotto in piccoli pezzi. Appena il composto sta insieme, smettete di lavorarlo.
Farlo riposare in frigo 15 minuti, dopodiche' senza usare il mattarello prelevare piccole porzioni di impasto e pressarle sul fondo e sul bordo di 12 stampini da mini muffins ( diametro della base 3.5 cm).
Mettere la teglia 10 minuti in freezer, e poi in forno. Cuocere circa 10-15 minuti, finche' i gusci saranno appena scuriti.
Intanto, mischiare il latte condensato con il miele ed il pezzetto di burro in un pentolino. Porre su fuoco basso e far cuocere finche' il tutto sara' liscio e ben caldo. Appena arriva a bollore, cuocere un minuto e togliere dal fuoco.
Versare questo composto nei gusci ancora molto caldi, riempiendoli fino all'orlo.
Rimettere la teglia in forno e cuocere finche' il ripieno comincera' a caramellare sui bordi, mi ci sono voluti pochi minuti.
Togliere dal forno e far raffreddare a temperatura ambiente
Sformare le tartellette dallo stampo, ed intanto sciogliere il cioccolato. Aiutandosi con una sac-a-poche o anche semplicemente con un cucchiaino, formare uno strato uniforme di cioccolato sulla superficie.
Lasciare rapprendere il cioccolato e servire.
NOTE:
- meraviglia delle meraviglie, le tartellette pronte, farcite e decorate si possono congelare!
Scongelatele a temperatura ambiente e saranno come nuove.
giovedì 27 maggio 2010
Cous cous allo zafferano e limone con verdure
Per un breve periodo della mia avventurosa vita da sposata ho vissuto in Libia, in un paesino sperduto nel nulla, con tanto mare di fronte casa, tanta sabbia sui lati e ben poche delle comodita' a cui siamo abituati a portata di mano.
La corrente elettrica c'era, ma saltava in continuazione. L'acqua c'era, ma senza elettricita' non arrivava in casa. Il pane era venduto per la strada, e quando dico per la strada intendo proprio in terra.
Nemmeno l'ombra di altri occidentali oltre a me e mio marito nel raggio di parecchi km, e pare che in zona fossi la prima donna straniera nel giro degli ultimi vent'anni: potete immaginare la curiosita' suscitata e lo scompiglio!
La famiglia mia vicina di casa era una numerosa tribu' dai novanta ai due anni, che nonostante la quasi impossibilita' di comunicare a parole, si mostro' subito generosa, portandoci spesso assaggi della loro cucina.
E' qui che ho scoperto che il cous cous mi piaceva da morire, ed anche se la ricetta di oggi non e' quella della signora libica, che lo faceva con un sugo rosso di agnello, quando lo preparo mi viene sempre in mente.
E soprattutto ripenso al famoso invito a cena, in cui eravamo una ventina seduti in terra davanti a questo enorme vassoio pieno di cous cous e carne, e tutti aspettavano che mio marito, ospite d'onore, se ne servisse per primo prima di cominciare.
Ed il suo sguardo disperato verso di me, che sapevo benissimo volesse dire dove sono le forchette???
Semplicemente non c'erano...ma poi ne apparsero due come per magia, solo per noi.
Volete mettere l'imbarazzo? Eppure l'esperienza di questa cena rimane indimenticabile.
E poi non si dica che il cibo non e' il linguaggio universale...
COUS COUS ALLO ZAFFERANO E LIMONE CON VERDURE
cous cous precotto, circa 60g a commensale
zafferano in polvere
succo di limone
olio extravergine
peperoni
zucchine
melanzane
sale
ceci lessati
Preriscaldare il forno a 200 gradi.
Tagliare le melanzane e le zucchine a fettine, il peperone a falde. Adagiare il tutto su una teglia coperta con carta forno e spennellare le verdure con dell'olio.
Infornare e portare a cottura, ci vorranno circa venti minuti. In alternativa le verdure possono anche essere grigliate.
Toglierle dal forno e condirle subito con sale, parecchio succo di limone e poco olio.
Cuocere il cous cous secondo le istruzioni riportate sulla confezione, condirlo con dello zafferano sciolto in poca acqua calda , sale poco olio.
Servire il cous cous a temperatura ambiente accompagnato dalle verdure a cui andranno aggiunti all'ultimo i ceci lessati.
NOTE:
- acquista parecchio se preparato in anticipo e fatto riposare qualche ora.
lunedì 24 maggio 2010
Mousse delicata al limone
Ho un debole per i dolci al limone.
Lo so che guardando il blog si possa immediatamente replicare che probabilmente ho un debole per molte altre cose :-) ma il limone e' di sicuro il gusto che mi accompagna sin dall'infanzia senza vedere intaccato il suo posto nella mia personale classifica.
Da piccola poi, immancabilmente il mio cono gelato preferito era limone, con un po' di fragola e cioccolato ad accompagnare.
Ogni tanto qualche gelataio solerte e non richiesto, si prodigava in consigli, e scuoteva il capo davanti all'abbinata limone/cioccolato, lasciandomi totalmente indifferente.
Di piu' pote' un numero di Topolino: in un vecchio fumetto, Pippo e Topolino vanno dal gelataio. Pippo ordina fragola, limone e cioccolato e Topolino pensa: " che razza di gusti!".
Ammetto che rimasi un po' male...ma il cono rimase quello.
Il dolce di oggi e' preso da uno degli ultimi numeri della rivista Everyday Food di Martha Stewart, ed e' una nuvola di limone irresistibile, specie se abbinata con della frutta.
Ho usato delle more trovate per intercessione divina al supermarket, ma anche lamponi, fragole, o anche delle pesche a cubetti devono starci benissimo.
Questa ricetta partecipa alla freschissima raccolta di Morena.
MOUSSE DELICATA AL LIMONE ( per 6 coppette )
125 ml di succo di limone appena spremuto
125 ml di acqua
6 g di gelatina in fogli
70 g di zucchero
250 ml di panna fresca da montare
la punta di un cucchiaino di sale
frutta a piacere, per decorare
Unire il succo di limone all'acqua a temperatura ambiente, ed in questo liquido ammollare la gelatina.
Quando sara' ben idratata, all'incirca quindi dopo un quarto d'ora, unire al composto di limone anche lo zucchero ed il sale.
Mettere il tutto sul fuoco a bagnomaria e girare continuamente finche' la gelatina sara' perfettamente sciolta.
Togliere dal fuoco e far tornare a temperatura ambiente.
Intanto montare la panna ben ferma, ed unirla al composto di limone ormai raffreddato.
Il risultato sara' piuttosto scoraggiante, un ammasso liquidino...ma non temete, mettete il tutto in un contenitore e poi in frigo.
Di tanto in tanto, aprite il frigo e con un cucchiaio date una bella e vigorosa rimestata alla mousse.
Appena avra' raggiunto una consistenza adeguata, allora potrete formare delle spumose coppette o bicchierini, da servire decorati con la frutta preferita.
NOTE:
- come ho gia' detto, la mousse appena fatta e' piuttosto liquida, ed assume in frigo la giusta consistenza.
Questo il motivo per cu consiglio di farla rapprendere in un contenitore unico, e formare poi le coppette quando sara' piu' solida.
- lo zucchero nella ricetta originale era piu' del doppio, a mio parere eccessivo. Andate di assaggi e vedete a vostro gusto se desiderate aggiungerne o toglierne, come al solito.
giovedì 20 maggio 2010
Panini profumati al basilico
Quando sfogliai la prima volta Pane & C, pubblicazione del Corriere della Sera, mi piacque subito: ricette semplici nella realizzazione ma con un tocco di originalita' in ciascuna.
Peccato che il libro non fosse mio, e che mia sorella a sua volta lo avesse preso in prestito da una terza persona.
Lo desideravo molto, ma non sarei rimasta in Italia abbastanza a lungo per poterlo richiedere all'editore, essendo la pubblicazione terminata da anni...quando un giorno, camminando in una piazza romana, mi avvicinai ad una bancarella di libri usati: il mio libro era li'!!! Lo acquistai subito e tutta contenta tornai a casa, trovando mia sorella, anch'ella tutta contenta, con lo stesso libro in mano...era passata davanti a quel mercatino anche lei.
Da allora ho due copie di Pane & C sullo scaffale, a riprova che a volte i desideri, se fortemente voluti, si realizzano in duplice copia...
PANINI PROFUMATI AL BASILICO
500 g di farina 0
25 g di lievito di birra
un cucchiaino di zucchero
50 g di foglie di basilico
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
2 cucchiani di sale
acqua, q.b.
Setacciare la farina ed unirla allo zucchero, al sale ed al lievito di birra sbriciolato. Unire anche le foglie di basilico, lavate ma non asciugate, spezzettate grossolanamente con le mani.
Cominciare ad impastare unendo a poco a poco l'acqua, circa 300 ml in totale, ed appena il lievito sara' sciolto unire anche 2 cucchiai di olio.
Impastare per qualche minuto, dopodiche' formare una palla con l'impasto, ungerla con altro olio e farla lievitare in una ciotola coperta per 40 minuti.
Riprendere l'impasto, lavorarlo brevemente, e dividerlo in dodici pezzi. Dare a ciascuno la forma di una pallina regolare, che verranno disposte in teglia coperta da carta forno.
Con un pennello ungere i panini con l'olio rimasto e far lievitare, coperti, per un'altra mezz'ora.
Preriscaldare il forno a 200 gradi.
Spolverare i panini con poca farina, e cuocerli per i primi 10 minuti con una ciotola d'acqua nel forno.
Rimuovere la ciotola e continuare la cottura per altri 15-20 minuti, a seconda del vostro forno.
lunedì 17 maggio 2010
Lemon-lime satin creams
Chi mi conosce, sa che sono una persona molto razionale, controllata nelle proprie emozioni e meno che mai plateale nella dimostrazione di qualunque stato d'animo. Non che questa sia sempre una bella cosa, ma ci si tira dietro, volenti o nolenti, il proprio carattere tutta la vita.
Eccezioni permettendo.
Infatti, tutto questo dura finche' i miei piedi sono saldamente attaccati alla terraferma: appena toccano la sottile moquette della cabina di un aereo, la persona cosi' padrona di se' di cui sopra lascia il posto ad un alter ego diametralmente opposto, che suscita alternativamente curiosita' e stupore negli altri passeggeri, e fastidio o pena negli assistenti di volo, a seconda dei casi.
Eh si, volare mi procura un'angoscia ed un terrore che e' molto difficile rendere a parole. Il senso di impotenza e la mia presunta certezza che piu' aerei si prendono piu' aumenta la possibilita' di essere coinvolti in un incidente rendono un incubo ogni viaggio, e credetemi, aerei sono costretta a prenderne parecchi.
Quindi tremo visibilmente, comincio anche a balbettare, impallidisco e comincio a chiedere con finta, fintissima nonchalanche alle hostess se le vibrazioni che avverto indichino un problema ad uno dei motori...
In uno degli ultimi incubi, pardon, viaggi, la hostess provo' a confortarmi portandomi una marea di riviste.
Io, avida lettrice, in aereo non riesco a leggere nulla, nemmeno guardo i film, ma tengo gli occhi puntati sull'air show, che mostra i progressi di viaggio...
Eppure, per farle piacere, la prima rivista provai ad aprirla.
Era un numero di Ahlan-Wa-Salan, ovvero la rivista di bordo della Saudi Arabian Airlines, e per un attimo credetti di avere, tra gli altri sintomi, anche le allucinazioni. Che ci faceva Nigella Lawson in quella rivista? Semplice, rispondeva ad un'intervista e lasciava un paio di ricette, tra cui queste deliziose, voluttuose terrine.
La crema che ne risulta ha una consistenza setosa al palato, per usare le parole di Nigella, ed irresistibile nel suo gusto agrumato.
Servitela con cialdine, o shortbreads, o per accompagnare della frutta fresca, vi metteranno in pace con il mondo.
Io stetti meglio gia' solo a guardarle...
LEMON LIME SATIN CREAMS ( per 6 terrine da 8cm di diametro)
la buccia grattugiata ed il succo di due limoni
la buccia grattugiata ed il succo di un lime
150 g di zucchero semolato
6 uova
300 ml di panna fresca liquida
Versare in una ciotola le uova intere, lo zucchero, la buccia grattugiata degli agrumi ed il loro succo.
Battere con le fruste elettriche finche' lo zucchero sara' sciolto ed il tutto risultera' amalgamato.
Unire la panna liquida, battere ancora brevemente e coprire il contenitore con pellicola trasparente prima di metterlo in frigo.
Nota di Nigella: piu' il composto riposa meglio e', lei suggerisce due giorni addirittura! Personalmente l'ho lasciato una notte in frigo.
Quando vorrete cuocerlo, preriscaldare il forno a 155 gradi e mettete dell'acqua a scaldare in un pentolino sul fuoco.
Versare il composto nelle cocottine scelte, e sistemare le cocottine in una teglia a bordi alti almeno 3 dita, dato che l'acqua precedentemente messa sul fuoco va ora versata in teglia in modo da cuocere la crema a bagnomaria.
Cuocere circa 35 minuti. La crema calda sara' piuttosto morbida ma rassodera' leggermente raffreddandosi.
Comunque non e' un budino, non deve potersi tagliare a fette!
Potete scegliere se servire la crema a temperatura ambiente o fredda di frigo: e' buonissima in entrambi i casi.
NOTE:
- la ricetta originale prevedeva 250g di zucchero, ma a mio parere sono decisamente eccessivi.
Quindi vedete voi, io ho ridotto a 150g ma nulla vieta di aggiungerne, o toglierne ulteriormente.
giovedì 13 maggio 2010
Spigola con panatura di formaggio al basilico
Con un marito appassionato apneista e pescatore subacqueo in giro per casa, si rischia seriamente che prima o poi mi crescano le squame sul corpo.
Se e' vero che siamo cio' che mangiamo, allora ho probabilita' fortissime di essere geneticamente molto vicina ad un pesce...o semplicemente rischio di stufarmene, non succederebbe anche a voi se aprendo il freezer foste accolti immancabilmente dai vari esemplari, rigorosamente surgelati interi avvolti nella pellicola, che vi guardano con gli occhioni fissi come in un museo delle cere?
Quindi, nella continua e disperata ricerca di nuove ricette per cucinarlo, e smantellare il museo di cui sopra, mi sono imbattuta in una puntata di The F word condotto dallo chef inglese Gordon Ramsay.
E' semplicissima, ma grazie alla presenza del basilico nella panatura, sprigiona davvero un aroma d'estate.
Basilico dell'orto, eh!
Ve la rigiro, epurata dalle parolacce, of course :-)
SPIGOLA CON PANATURA DI FORMGGIO AL BASILICO
filetti di spigola ( o qualunque altro pesce) a seconda dei commensali
pangrattato
parmigiano grattugiato
sale, pepe
basilico
aceto balsamico di ottima qualita'
pomodorini ciliegia
olio extravergine
aglio
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
In una padella, scaldare un paio di cucchiai di olio con uno spicchio di aglio. Appena caldo gettarvi i pomodorini tagliati a meta', e far saltare a fuoco vivo giusto un paio di minuti, salarli e metterli da parte.
Preparare la panatura per i filetti, mescolando parmigiano, pangrattato ed abbondante basilico spezzettato (nella proporzione di un cucchiaio di parmigiano per ogni due di pangrattato).
Unire alla panatura poco olio, ed usarla per coprire i filetti, gia' leggermente salati e pepati, disposti in teglia su carta forno.
Cuocere in forno caldo per circa 10 minuti, o comunque fino a doratura.
Servire tiepido, accompagnando con i pomodorini saltati conditi con un po' di aceto balsamico.
lunedì 10 maggio 2010
Cheesecake al limone e latte condensato (senza cottura)
I cheesecakes, da quando li ho scoperti, mi fanno impazzire.
Infatti non ne preparo quasi mai, e solo se ho molti, moltissimi ospiti con cui dividerlo, e sia assicurato che gli eventuali avanzi sono ridotti al minimo.
A dire il vero, solo quelli cotti in forno che per me, un po' talebana delle ricette, rispecchiavano il vero Cheesecake, con la C maiuscola, quello di New York, per intenderci...
Ogni lustro si cambia gusto? Non lo so, sta di fatto che la prima volta che ho assaggiato questo cheesecake senza cottura, me ne sono innamorata contro ogni previsione.
La texture e' perfetta, il sapore quanto di piu' vicino ad uno cotto in forno mai sperimentato.
Unico problema: la cuoca aveva deciso di non mollare la ricetta. O meglio, di mollarla a pezzi, indizi, questo ci va, anzi no, non ti ho detto della gelatina?
Fino ad un fatidico giorno.
Comincio col dire che non sto raccontando certo una delle mie gesta piu' edificanti...a casa della suddetta signora, in un pomeriggio caldissimo, fantasticavo di raffinate tecniche di tortura a cui avrei potuto sottoporla, mentre lei, evasiva come sempre, torturava me, vaneggiando di latte condensato, ma lo zucchero ci va o no? E prende il suo piccolo block-notes, dove tiene il prezioso scritto...
Ora, a volte le cose che accadono nei film accadono anche nella vita reale, per cui e' veramente squillato il telefono, e lei si e' veramente dovuta alzare a rispondere, lasciando veramente il block notes sul tavolo.
Ed io, con la velocita' di un felino, ho veramente ed impunemente sbirciato.
Non si dice d'altronde, che il fine giustifica i mezzi?
Con questa ricetta partecipo al contest di Dolci a gogo, " Cheesecake...dal dolce al salato! ", ed alla raccolta di Menta e Cioccolato, " Summer Cakes"
CHEESECAKE LIMONE E LATTE CONDENSATO
(stampo da 20/22 cm di diametro)
500 g di formaggio Philadelphia
70 ml di succo di limone, appena spremuto
un barattolo di latte condensato zuccherato da 397 g
7 g di gelatina in fogli
125 g di biscotti Digestive
60 g di burro
lamponi o fragole, per decorare e per il coulis
Preparare la base: ridurre i biscotti in polvere nel mixer, amalgamarli al burro fuso e pressare il composto ottenuto con le mani sulla base di una teglia a cerniera (io ho usato un anello da pasticceria).
Mettere la teglia in frigo per mezz'ora.
Intanto ammollare la gelatina in acqua, e versare il Philadelphia freddo di frigo in una ciotola.
Sbatterlo per un minuto con le fruste elettriche, dopodiche' aggiungere, sempre battendo, il latte condensato a poco a poco.
Scaldare a bagnomaria il succo di limone, e scioglierci la gelatina scolata e strizzata.
Mi raccomando, il composto deve solo appena intiepidirsi, la gelatina scioglie subito. Lasciare riposare qualche minuto ed incorporare al limone e gelatina un paio di cucchiai del composto di Philadelphia (serve a far si che la gelatina non faccia poi i grumi una volta unita al resto).
Unire quindi i due composti, girando bene. Versare il tutto sulla base di biscotti e lasciare qualche ora in frigo, meglio tutta una notte.
Al momento di servire, decorare a piacere con lamponi, fragole o altra frutta.
Per il coulis: frullare lamponi o fragole con succo di limone e poco zucchero a velo, a seconda dei gusti personali.
NOTE:
- si pu' preparare con anche due giorni di anticipo.
- dato che si taglia perfettamente, si presta anche ad essere preparata in teglia rettangolare per tante mini porzioni singole.
- se mai dovessi venire a casa vostra, e non vorrete darmi qualcuna delle vostre ricette, nascondete i quaderni in cassaforte :-)
giovedì 6 maggio 2010
Asparagi al quadrato
Non mi piace la matematica, punto e basta.
Sono una romantica insegnante di Lettere ( in una scuola americana, quindi lingua inglese e Letteratura americana, ndr), che si perde nell'infinito, affascinante romanzo della Storia, o tra le mille pagine della Letteratura, cercando di contagiare con la malattia delle parole ventotto piccoli cervelli la maggior parte delle volte piuttosto scettici sul mio entusiasmo.
Per non parlare della grammatica, i miei alunni ridono quando la chiamo la matematica delle parole, e ricordo loro l'imperituro conforto che verra' alle loro vite dal sapere sempre quale forma dei verbi usare...
Conteggi, equazioni, proporzioni e radici quadrate hanno invece un che di meccanico che mi ispira molto meno, e, detto tra noi, mi annoia parecchio.
Ma dato che non si puo' essere coerenti, nutro invece nella vita reale un insano amore per rette, linee, rettangoli e quadrati.
Se poi le linee e le rette sono simmetriche, ancora meglio: potevo quindi non rimanere incantata davanti ad una tarte perfettamente rettangolare, opera di Martha Stewart?
E non serve nemmeno lo stampo apposito, che per un crudele scherzo del destino ancora non possiedo!
La ricetta e' semplicissima, e plasmabile a proprio gusto:
TARTE DI ASPARAGI
pasta sfoglia (anche furba), o brisee
asparagi, non troppo grossi
formaggio che fonda, tipo Emmenthaler, Gruyere, Fontina...
sale, pepe
olio extravergine
uovo, per la spennellatura
Preriscaldare il forno a 200 gradi.
Stendere la pasta sfoglia, o brisee, in un rettangolo delle dimensioni desiderate su un foglio di carta forno. Ripiegare pochi centimetri dei lati della pasta in modo da formare un bordo, e bucherellare il fondo con una forchetta.
Coprire la base della tarte con un foglio di alluminio doppio, lasciando liberi i bordi, ed infornare per una decina di minuti.
L'accorgimento dell'alluminio fara' si che siano solo i bordi a gonfiare, e non il fondo.
Tirare quindi fuori dal forno, eliminare l'alluminio e cospargere la base con abbondante dose del formaggio scelto, grattugiato o tagliato in pezzi molto piccoli.
Allineare quindi gli asparagi crudi sulla base di formaggio, alternando punte e gambi.
Con un pennello ungere di olio gli asparagi, ed infine salare e pepare.
Spennellare i bordi con uovo battuto con dell'acqua, e rimettere in forno fino a cotture completa, nel mio caso altri 15 minuti abbondanti.
Servire tiepida, o a temperatura ambiente.
lunedì 3 maggio 2010
Furbizie a colazione...
La prima volta che vidi questo impasto, fu in un improbabile programma televisivo americano di cucina nell'ormai lontano 2005.
Improbabile perche' il ketchup sulle lasagne non rientrava nei miei gusti...ma all'improvviso il (sedicente) chef disse di avere una magica ricetta per croissants.
Mi appuntai le dosi piuttosto perplessa, ma corsi a comprare il Philadelphia ed il burro: era vero! L'impasto sfogliava, pur senza lavorazione con i giri, ed era incredibilmente buono.
Nacquero quindi i primi croissants furbi, che postati inizialmente su Mister Carota nell'ormai lontano 2005 non riscossero molto successo, anzi passarono totalmente inosservati.
Fu invece la versione postata su un noto forum di cucina nel 2007 che suscito' piu' interesse. La sfoglia...sfogliava, anche senza giri, e qui stava la furbizia...
Recentemente, Adriano su Profumo di Lievito ne ha postato una versione splendida che invece prevede una lavorazione con i giri, ed ho deciso di provare.
Adriano fa risalire l'apparizione della ricetta su un forum italiano ad addirittura prima del 2005, come variazione di una ricetta di Lory, la Mercante di Spezie, quindi l'origine continua a rimanere dubbia.
Sta di fatto che tutte, dicasi tutte, le mie amiche e colleghe americane conoscono questo impasto.
Ma invece dei soliti croissants, questa volta ho dato la forma di simil-danish pastries e girelle.
E non dimenticate che questa sfoglia, omettendo lo zucchero ed aggiungendo del sale, si presta a ottime ricette salate, come potete vedere su La vetrina del Nanni.
DANISH PASTRIES E GIRELLE FURBE
250 g di formaggio Philadelphia
250 g di farina
160 g di burro tirato fuori dal frigo mezz'ora prima di impastare
2 cucchiai rasi di zucchero (oppure del sale a piacere, per preparazioni salate)
tuorlo d'uovo allungato con acqua, per spennellare
marmellata, o creme preferite, per farcire
In una ciotola, lavorare il philadelphia, il burro, la farina miscelata con lo zucchero fino ad avere un composto di briciole. Non impastare, avvolgere il tutto nella pellicola e mettere in frigo una notte ( io solo 3 ore).
Trascorso il tempo, tirare fuori dal frigo e stendere un rettangolo piu' o meno regolare.
Se guardate la foto, vedrete che si vedono ancora i pezzetti di burro nella sfoglia!
Dare una piega a tre (cioe' piegare le estremita' una sull'altra), avvolgere in pellicola e far riposare in frigo almeno mezz'ora.
Questo procedimento del giro va ripetuto per tre volte, non accorciando mai i tempi di riposo.
All'ultimo giro la sfoglia sara' diventata liscia e bellissima, tiriamola quindi in un rettangolo abbastanza regolare di circa 3 o 4 mm di spessore e cominciamo a tagliare le nostre danish pastries, che devono essere dei quadrati perfetti. Pieghiamo il quadrato a triangolo e pratichiamo due tagli, senza arrivare fino alla fine:
Ora possiamo aprire nuovamente con delicatezza il triangolo ed incrociare i due lati tagliati uno sull'altro.
La foto e' di certo piu' chiara di me!
Ed ecco la danish pronta ad essere farcita con la marmellata, o cio' che piu' vi aggrada.
Per le girelle invece, bastera' tagliare delle strisce di sfoglia, farcirle ed arrotolarle su se stesse.
Mi raccomando, non reimpastate mai i ritagli, non sfoglierebbero piu'. Piuttosto, sovrapponeteli e ristendeteli con il mattarello.
Cuocere danish pastries e girelle dopo averle delicatamente pennellate con tuorlo allungato con acqua in forno caldo a 210 gradi finche' non le vedrete sfogliate e dorate, circa 15-20 minuti nel mio forno.
Mentre aspettate che il forno scaldi, tenete le paste in frigo, se sono fredde sfogliano meglio.
NOTE:
- potete surgelare le danish pastries e le girelle gia' formate da crude. Bastera' poi scongelare in frigo o per pochi minuti a temperatura ambiente.
- si possono cuocere anche da surgelate, ma in questo caso va azzeccato il tempo di cottura ;-)
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