lunedì 31 marzo 2014

Sigari alla Nutella, in tre ingredienti!


Ci è voluto tempo.
Pazienza.
Arrabbiature senza precedenti.
Strenua forza di volontà.
Perchè va bene parlare.
Va bene ragionare.
Va bene insegnare.
Si raggiunge un limite.
E viene solo una gran voglia di prenderlo a calci.
Che poi, diceva Totò, ogni limite ha la sua pazienza.
E si ricomincia da capo.
Il piccolo principe ha riempito le nostre giornate con exploit che si narreranno per anni.
Riempito quelle dei suoi compagni a cui non lesinava dispetti.
Vi ho risparmiato il racconto di quando in sala mensa è salito improvvisamente su un tavolo urlando Allah Akbar, ovvero Allah è grande in arabo, atteggiandosi a rockstar e dimenandosi come un matto.
La signora addetta alla supervisione in lacrime.
O di quando ha sottratto un megafono al vicepreside spaventando poi tutti i bambini delle elementari.
Di quando ha sputato per gioco sul pranzo di un compagno.
E ci ha riso per ore.
Di tutte le scuse addotte per non aver studiato, fatto i compiti, presentato in tempo i progetti assegnati.
Tanti respiri profondi.
Coraggio.
Passerà.
Mai dargli soddisfazione.
Poi, un lampo.
E' raffreddato, il nostro principe.
Si soffia apposta rumorosamente il naso per tutta l'ora di lezione.
Lo ignoro.
Una montagna di fazzoletti di carta sul suo banco, e gli intimo di buttarli nel cestino e disinfettare.
Subito, miss.
Non credo ai miei occhi.
Non ci crede nessuno.
Appallottola i fazzoletti sporchi e li lancia sulla mite aiutante indiana che da poco tempo affianca alcuni professori in classe.
Lei abbassa gli occhi per non far vedere le lacrime.
Lui ride.
Io credo di essermi sentita il sangue pulsare nel cuore e nel cervello come mai prima d'ora.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
E' stato espulso.
Allah è grande, lo dico sempre anche io ;)


Avete presente quando giurereste che una ricetta vi chiami dalle pagine di un libro? Beh, questo è il caso: impossibile resistere ad una furbata simile.
Lavoro pressocchè zero ed avete uno sfizio buonissimo ed anche bello da vedere.
E rimangono croccanti per un paio di giorni, consentendovi di realizzarli in anticipo nonostante ci vogliano davvero pochi minuti: in meno di mezz'ora sono pronti!




CHOCOLATE & HAZELNUT FILO ROLLS

pasta fillo
Nutella
poco burro
zucchero a velo per spolverizzare


Prendere un foglio di fillo e tagliarlo in rettangoli circa 16cm x 19cm.
La pasta fillo secca velocemente all'aria, quindi tenerla coperta con un panno umido e lavorare con pochi rettangoli alla volta.
Spalmare un rettangolo con circa un cucchiaio raso di Nutella cercando di fare uno strato uniforme, lasciando però i bordi liberi.

Spennellare i bordi con pochissimo burro quindi piegarli e poi arrotolare.


Mettere i sigari in una teglia, spennellarli con pochissimo burro e cuocerli circa 10 minuti in forno preriscaldato a 200 gradi.
Dovranno essere appena dorati.
Farli raffreddare e servirli spolverizzati con zucchero a velo, volendo con della panna montata.

NOTE

- i sigari cotti si conservano due/tre giorni senza perdere croccantezza purchè chiusi in una scatola di latta foderata con carta da cucina.

- la pasta phillo in Italia l'ho vista alla Coop ed alla SMA, banco surgelati. Per i romani ce l'ha anche Castroni.

lunedì 24 marzo 2014

Brownies al cioccolato senza farina, burro, lievito nè latte (ma con l'ingrediente segretissimo!)



Tante parole.
E chiunque dica che non aiutano sbaglia di grosso.
Ho ricevuto centinaia di commenti, email, messaggi.
Mi stupisce sempre toccare con mano tanta gentilezza da perfetti sconosciuti.
Chi vuole spedirmi una crema per le ustioni.
Chi mi vuol far sorridere.
Chi mi dice che sono una tosta.
E mi viene in mente che al momento sono solo tostata :D
Chi è intorno a me guarda il braccio e scuote la testa.
Pazienza per l'idiota che mi ha chiesto se ho una malattia della pelle.
Fortissima tentazione di rispondere si, ma anche molto, molto contagiosa.
Pazienza per chi mi abbraccia e ci mette sopra la mano facendomi fare un salto.
Pazienza per tutte le lenzuola che si sono sporcate con l'unguento che uso, di un bel giallo oro.
E che va via solo con tre lavaggi e candeggina.
Pazienza per le magliette.
L'augusto consorte del quale ricorderò per sempre gli occhi sbarrati di quella sera appena mi ha visto.
Ed il suo silenzio strano andando in ospedale.
Cavaliere come pochi non mi lascia nemmeno prendere in mano la bottiglia dell'acqua.
Si che sono ustionata, non totalmente disabile ancora no.
Lui, l'uomo per cui il raffreddore dovrebbe essere inserito tra le malattie pericolose al pari dell'Ebola.
Lui, l'uomo per cui l'influenza è anticamera di morte certa.
Il naso tappato handicap da pensione di invalidità.
La tosse come viene a lui, a nessuno.
Due linee di febbre, testamento.
Ogni tanto mi lamento anche io, però.
Le bruciature fino a qualche giorno fa un male cane.
Sollievo solo dall'unguento, quello che ha tinto il mio corredo di giallo.
L'augusto mi guarda dal divano.
Io in poltrona
Vorrebbe far qualcosa.
Consolarmi.
Cerca le parole.
Amore, mi fa male.
Faccia seria, quasi greve.
Pensa a Giordano Bruno. E lui non aveva nemmeno la crema.
Silenzio mentre lo guardo.
La risata che mi sono fatta, altro che medicine ;)


Grazie di cuore a tutti: penso di aver risposto a tutte le email e messaggi su Facebook ricevuti, se non l'ho fatto mi siete sfuggiti ma veramente il numero è stato impressionante!
Sto molto meglio, il viso è a posto mentre il braccio ha bisogno di ancora un po' di tempo ma migliora anch'esso.
E per non perdere l'abiturdine ecco una ricetta di quelle..furbissime, come piacciono a me.
Nessuno, giuro, capirà cosa c'è dentro.
Morbidi, scioglievoli, qualcosa tra un brownie e un fudge.
Gluten free, senza lattosio: i fagioli diventeranno il nuovo hit di casa vostra :D
La ricetta viene da uno dei miei siti di fitness preferiti.




BLACK BEAN BROWNIES
per una teglia quadrata da 20cm


un barattolo di fagioli neri, o 240 g di fagioli lessati da voi
2 uova intere
un albume
25 g di cacao amaro
un cucchiaino di caffè solubile
130 g di zucchero
un pizzico di sale
un cucchiaino di estratto di vaniglia
due manciate di gocce di cioccolato, facoltative


Scolare i fagioli dal liquido di conservazione, sciacquarli sotto l'acqua corrente ed asciugarli su della carta da cucina.
In caso di fagioli lessati in casa basterà asciugarli un po'.
Metterli nel robot con le lame insieme al sale, lo zucchero, l'applesauce, le uova, l'albume, la vaniglia, il cacao ed il caffè solubile.
Girare fino ad avere un composto perfettamente omogeneo, quindi togliere le lame ed aggiungere le gocce di cioccolato usando un cucchiaio: il mix è molto liquido, è normale.
Versarlo nella teglia scelta foderata con carta forno appena unta con olio di semi e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa mezz'ora.
Fa fede la prova stecchino.
Far raffreddare completamente prima di tagliare in 16 quadrotti.
Spolverare a piacere con zucchero a velo prima di servire.


NOTE

- la ricetta originale prevede il dolcificante al posto dello zucchero.

- la consistenza è scioglievole e morbida, ma si tagliano perfettamente purchè li si facciano raffreddare.

 -sono molto più buoni il giorno dopo: ce la fate a resistere?

- si conservano perfettamente anche cinque giorni.

lunedì 17 marzo 2014

Tartellette alla marmellata, le più buone (e facili) del mondo!


Lo sfrigolio diventa botto.

Il dolore.
L'olio bollente fa male, e parecchio.
Specie se ti si sparge dappertutto in un secondo.
Vanità era fino al secolo scorso peccato capitale.
Non so perchè mi venga in mente mentre mi affretto a raffreddare la guancia colpita, poco a dir la verità.
Forse perchè intanto dovrei guardarmi il braccio che non si riconosce più.
Solo la gamba mi chiama a gran voce, e mi tocca togliermi i jeans intrisi troppo velocemente per non tirar via anche un pezzo di pelle.
Non mi spavento facilmente.
Ma mi fa male tutto, nemmeno capisco più dove.
L'augusto consorte avvisato da una telefonata vola a casa e mi infila in macchina, che ultimamente da queste parti le donne non possono andare dal medico da sole.
L'abaya nera che devo indossare tocca il braccio e la gamba e vorrei dire tutte le parolacce del mondo al volume più alto del mondo.
Il pronto soccorso è bianchissimo.
Sarà il contrasto con tanti esseri vestiti di nero che ci camminano dentro.
L'augusto consorte mi ci spinge dentro superando al volo l'infermiere predisposto al triage.
Mi fanno sedere, il dottore sta arrivando.
Un'infermiera gentile mi accarezza il braccio buono.
Non è niente, dice.
Il dottore entra parlando al telefono.
Ordina che mi si faccia un'iniezione di non si sa cosa.
Why, chiedo afferrandogli il braccio d'impulso.
Infastidito dalla domanda e dal contatto risponde che mi fa bene in un inglese zoppicante.
Voglio una crema per le ustioni, non un'iniezione.
Mi guarda il viso ma il peggio è sotto l'abaya.
Rifiuta di guardare gamba e braccio offesi.
Sarebbe sconveniente, come ribadito da legge recente.
Insisto.
Ho il permesso del consorte, d'altronde.
Se ne va.
Non lo rincorro per prenderlo a calci perchè la priorità sono io.
Ma mi riprometto di farlo se mai dovessi reincontrarlo.
L'infermiera mi prende per mano.
Don't worry.
Le guarda lei, le ustioni, e ne riferisce all'imbecille a cui mi sono riferita poche righe fa con il titolo di dottore.
Ustioni di secondo grado, pomata, unguento, antidolorifico.
E sempre l'infermiera gentile che mentre mi passa la crema sulla pelle in fiamme mi chiede cosa stessi cucinando per farmi sorridere.
Diciamo che poteva andare peggio.
E mi cade per caso lo sguardo sul foglio dell'accettazione.
Riga nome del paziente.
Wife 1
Moglie numero uno.
Nel Paese dove se ne possono avere quattro tutte insieme.
Manco il mio nome.
Strano luogo, quello che mi ospita.
Tra un paio di giorni ci farò su una risata.



Ringrazio tutte le persone carinissime che mi hanno scritto in questi giorni: messaggi su Facebook, Whatsapp, email, di tutto di più.
Va molto meglio nonostante la mano destra ancora poco disposta a cooperare e che batte piano piano su questa tastiera.
Ricetta in archivio da un po', e credetemi sulla parola: non c'è stato nessuno che non abbia fatto il bis, tra esclamazioni e grida al miracolo.
Nessuno a dieta ci si avvicini: e non dite che non avevo avvisato ;)



VIENNESE TARTLETS
per 12 pezzi

175 g di burro morbido
60 g di zucchero a velo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
150 g di farina autolievitante (oppure 150 g di farina e un cucchiaino colmo di lievito per dolci)
40 g di amido di mais
4 cucchiai di marmellata di amarene (o quello che volete)
altro zucchero a velo, per la copertura


Battere il burro, lo zucchero a velo e la vaniglia finchè si avrà un composto morbido e cremoso.
Unirel la farina setacciata e l'amido, anch'esso setacciato, e girare con una spatola per ottenere un composto morbido.
Non impastare con le mani!
Ora dividere il composto tra 12 stampini da muffin coperti con pirottini di carta. I pirottini di carta dovranno risultare pieni fino quasi al bordo.
Con il retro di un cucchiaino bagnato creare un affossamento al centro di ogni pirottino, in modo da creare un cestino, premendo per circa due terzi dell'altezza.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi  per circa 20 minuti, finchè saranno dorati.
Saranno ancora un po' morbidi al centro, è così che devono essere.
Lasciarli riposare quindici minuti, quindi riempire il centro con la marmellata e far raffreddare completamente.
Prima di servire spolverizzare di zucchero a velo.


NOTE

- sono buonissimi appena fatti ma perfetti anche il giorno dopo se conservati in un contenitore ermetico.

giovedì 13 marzo 2014

Tortine furbissime ai funghi e formaggio


Ogni tanto succede.
Niente parole.
Proclami.
Accuse.
Racconti.
Succede che decidi di friggere una zeppola.
E la zeppola decide di friggere te.
Ustioni su una gamba, un braccio.
Schizzi di olio bollente dappertutto.
Due dita della mano destra fuori uso.
Il viso preso di striscio, ma per fortuna è la parte meno grave.
Le prossime le faccio al forno :D


Mentre recupero il pieno uso della mano vi lascio una ricetta favolosa per quanto sia buona senza richiedere quasi nessuno sforzo: bellissime come antipasto, su un buffet o anche come piatto unico per una cena leggera.
Provatele, superano ogni aspettativa.
Anche di velocità ;)



CREAMY GARLIC MUSHROOM PIES
per 4 pezzi

4 grossi funghi Portobello
un cucchiaio e mezzzo di olio di semi (ma ho usato olio extravergine)
150 g di formaggio cremoso all'aglio ed erbe tipo Boursin
sale, pepe
uovo battuto o latte per spennellare
pasta sfoglia (comprata, fatta in casa o furba)


Accorciare il gambo dei funghi in modo da renderli piatti e cuocerli in una padella con l'olio per pochi minuti per parte, finchè saranno morbidi e scuriti.
Rilasceranno un po' di liquido, è normale: farli scolare su carta assorbente da cucina per assorbirne l'eccesso.
Tagliare intanto la pasta sfoglia in quattro quadrati, ogni lato dovrà essere di circa 4cm più largo dei funghi.
Porre i quadrati su una teglia coperta con carta forno quindi mettere un pezzetto di formaggio al centro di ciascuno. Completare con un fungo in ogni quadrato e condire con sale e pepe.



Sollevare i lati dei quadrati attorno ai funghi, pizzicando la pasta in modo che risulti stretta e fissata in una sorta di cestino.
Spennellare i bordi con uovo battuto o latte e cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 15-20 minuti, finchè la pasta sarà gonfiata e dorata.

NOTE

- meglio consumare le tortine entro poche ore dalla loro preparazione.

- se non trovate il Boursin andrà bene qualunque formaggio morbido alle erbe, e aggiungete un trito di aglio.


lunedì 10 marzo 2014

Mousse al cioccolato di casa mia


L'ho già scritto nel mio ultimo post, e lo ripeterò
La Festa della Donna è ogni giorno.
Nel senso che ogni giorno c'è qualcuno che la festa cerca di fargliela, in un modo o nell'altro.
Ci sono Paesi dove le donne per poter richiedere un documento di identità debbano avere il permesso di un parente maschio.
E se ritiene che non sia necessario, pazienza.
Non sarò registrata nemmeno la tua morte, dato che nessuno lo ha fatto con la tua vita.
Ci sono Paesi dove le donne non possono guidare l'automobile, e dipendere sempre da qualcuno per spostarsi.
Ci sono Paesi dove le donne non possono indossare ciò che desiderano, perchè almeno velate da ampie palandrane non indurranno in tentazione tutti i santi uomini che le circondano.
Ci sono Paesi dove andare dal medico senza un parente maschio non è possibile.
Augurati di non sentirti mai male mentre tuo marito è al lavoro.
Ci sono Paesi dove nessuno litiga per le quote rosa: è ancora il diritto di voto, ad essere richiesto.
Ci sono Paesi dove andare in bicicletta non è consentito, perchè il mezzo è considerato indecente.
Ci sono Paesi dove sedersi su un'altalena può risultare sconveniente.
Ci sono Paesi dove sei coperta da capo a piedi, e ti si vedono solo gli occhi: ma magari sono troppo belli o troppo truccati e per colpa tua qualcuno cadrà in tentazione.
Ci sono Paesi dove l'istruzione femminile è un optional, dato che nessuno crede dietro quel velo nero ci sia anche un cervello.
Ci sono Paesi dove lavorare è una conquista recente, ma ad esempio farlo in una gioielleria non è consentito: se sei donna potresti non avere, dicono, le forze necessarie per difendere la merce da eventuali ladri.
Ci sono Paesi dove tuo marito lo sceglie qualcun altro.
E fa niente se ha settantanni più di te.
Ci sono Paesi dove tuo marito può divorziare e sbatterti per la strada semplicemente pronunciando tre parole davanti a testimoni.
Ovvio che se vuoi farlo tu, invece, devi rivolgerti ad una corte e portare prove su prove delle motivazioni che ti hanno spinto.
Auguri, donne.
Di nascere sempre nel Paese giusto.


La mousse in questione è di un buono, ma di un buono che non sembra nemmeno possibile. Gli albumi montati danno, dopo il riposo in frigo, una consistenza spumosa che fa mugulare chiunque l'assaggi.
La ricetta viene dall'agenda gialla e marrone di mia madre, e come tante ricette del passato usa allegramente uova crude.
Personalmente non ho problemi a farlo, dato che posso reperire uova di sicura freschezza. 




MOUSSE AL CIOCCOLATO
per 12 bicchierini come in foto

250g di cioccolato fondente
2 cucchiai di caffè freddo
30g di burro
5 uova freschissime
4 cucchiai di zucchero a velo


Sciogliere a bagnomaria il cioccolato spezzettato insieme al burro ed al caffè. Far intiepidire e aggiungere i tuorli ad uno a uno, senza aggiungere il successivo se il primo non risulta assorbito.
Unire quindi lo zucchero a velo e mescolare vigorosamente con una frusta a mano finchè il composto sarà lucido ed omogeneo.
Montare gli albumi ed unirli al composto con delicatezza per non smontarli: il tutto prenderà un aspetto liquido e poco confortante, non spaventatevi.
Versare nei bicchierini, coprirli con pellicola e metterli una notte in frigo.
Al freddo rassoderanno prendendo la consistenza per cui sarà impossibile smettere di mangiarne.
Servire con cialde e biscottini.

NOTE

- il dolce deve essere per forza di cose preparato il giorno prima rispetto a quello in cui va consumato.

- la mousse ormai rassodata è divina anche farcire torte, bignè e chi più ne ha più ne metta.


sabato 8 marzo 2014

Clafoutis di lamponi per Unlamponelcuore



Festa della donna.
Sarà.
Sarà che piuttosto non faccio altro che leggere, e vedere, che alle donne c'è sempre qualcuno che fa la festa.
E non mi riferisco ad un mazzo di mimose.
Vivo in un Paese dove i diritti basilari delle cittadine vengono calpestati ed ignorati ogni santo giorno.
E non consola sapere che sono in buona compagnia.
Alle donne di Bratuniac hanno portato via tutto.
Mariti e figli.
Leggete questo post, e non potrete non sentire una stretta al cuore.
Oggi troverete in rete quintali di lamponi.
Con questa iniziativa, i foodblogger che aderiscono a "unlamponelcuore" intendono far conoscere il progetto "Lamponi di Pace" della Cooperativa Agricola Insieme, nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi.
Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.
A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare".


La ricetta di oggi è quindi solo un pretesto.
Perchè si parli di un progetto che merita di andare avanti.
Cercate questi prodotti, che hanno anche una pagina facebook , nelle Coop e nelle Ipercoop.
Sono distribuiti anche da Altromercato e dal commercio equosolidale.
E quando un prodotto fa del bene, non è anche più buono?




CLAFOUTIS DI LAMPONI
da EveryDay Food di Martha Stewart
per una teglia da pie da 23 cm 

55 g di burro
188 ml di latte
3 uova grandi
95 g di zucchero
60 g di farina
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
la punta di un cucchiaino di sale
250 g di lamponi


Mescolare latte, uova, zucchero, vaniglia, sale e farina con un frullino ad immersione.
Unire il burro fuso e frullare di nuovo.
Distribuire i lamponi interi nella teglia, quindi versarvi il composto.
Spolverizzare con una cucchiaiata di zucchero e cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 25-30 minuti, finchè dorato.
Servire tiepido o a temperatura ambiente.


NOTE

- il clafoutis è un dolce morbido, non una torta, quindi non si può sformare: si serve nella teglia in cui è stato cotto.

- in cottura gonfia parecchio ma si affloscia da freddo, è normale che sia così.

- è molto buono anche il giorno dopo.

- qui riscuote molto successo freddo di frigo.

giovedì 6 marzo 2014

Torta morbidissima al cocco, lime e frutti di bosco.

La Martha è sempre la Martha.
Ed io al suo richiamo non resisto.
Confesso di possedere molti, se non quasi tutti, dei suoi libri ed uno nuovo è benvenuto come se in casa mia ci entrasse lei in persona.
Che nel caso spero mi porti un dolce, eh!
Provo le ricette ormai da anni, e le sue torte hanno fatto compagnia in molti degli eventi di casa arabafelice.
Che sia un compleanno, la colazione o un tè con le amiche è sempre la scusa buona per provarne un'ennesima.
Nel libro del mese, Cakes, ci si perde.
Lo si sfoglia rimanendo incantati ad ogni pagina, e con la voglia matta di vedere cosa ci sia nella successiva.
E' diviso in sezioni che vanno dai dolci a strati, a quelli adatti per accompagnare un tè, ai cheesecakes...
Il dolce qui sopra è tratto da quella "Cakes with fruit", ovvero torte con la frutta.
Un mare di frutti di bosco si appoggia piano su una torta morbida, che li accoglie senza inglobarli.
Una festa per gli occhi, prima che per il palato.
Semplicissima, pochi passaggi come sempre ben dettagliati ed il dolce è già in forno.
E' grande, fa parte di quelle preparazioni che gli Americani definiscono adatte "to feed a crowd", ovvero per sfamare un esercito.
Beh, non so se due persone si possa tecnicamente considerare che ne formino uno.
Perchè la prima teglia ce la siamo mangiata così, a colazione, per qualche mattina.
Ma meno delle cinque indicate per la durata...
Morbidissima grazie alla presenza di tanta frutta rimane tale fino all'ultima briciola.
Perfetta in tutte le stagioni.
E specie per chi vive in un'estate perenne ;)

COCONUT-LIME-BERRY CAKE
( per uno stampo rettangolare 23 cm x 33 cm)
170 g di burro a temperatura ambiente ma non sciolto
210 g di farina
2 cucchiaini di lievito per dolci
mezzo cucchiaino raso e scarso di sale
75 g di farina di cocco (la ricette richiede il tipo zuccherato, ma va benissimo qulla normale)
190 g di zucchero, ed un cucchiaio a parte
3 uova grandi
188 ml di buttermilk (latticello)
2 cucchiaini di buccia di lime grattugiata
2 cucchiai di succo di lime
450 g di frutti di bosco misti (lamponi, mirtilli, more)
3 cucchiai di rum oppure di succo d'arancia


Imburrare lo stampo ed infarinarlo, eliminando l'eccesso di farina.
In una ciotola mescolare la farina, il lievito, il sale ed il cocco.
Con delle fruste elettriche montare il burro ad alta velocità con i 190 g di zucchero per almeno 4 minuti, finchè il composto sarà chiaro e montato.
Aggiungere quindi un uovo alla volta, con le fruste in funzione.
Ora ridurre la velocità delle fruste ed aggiungere il composto di farina in tre volte, alternando con il buttermilk.
Unire la buccia ed il succo di lime e versare il composto nello stampo preparato.
In un'altra ciotola mettere i frutti di bosco, il cucchiaio extra di zucchero ed uno di farina insieme al rum (oppure succo di arancia). Girare brevemente senza romperli quindi versare il tutto sull'impasto, senza premere.
Cuocere a 180 gradi per circa 35 minuti (40 nel mio forno) facendo la prova stecchino ma stando attenti a non infilzare un frutto!.
Servire tiepida o a temperatura ambiente.
La torta si conserva, avvolta nella plastica, anche cinque giorni.


NOTE

- la ricetta è spiegata dettagliatamente e basta seguire le indicazioni per ottenere un ottimo risultato.

- l'autrice spiega che si può usare anche un solo tipo di frutti di bosco, non amando il mix.

- a me servito prolungare la cottura un pochino, ma ogni forno è diverso e voi cominciate a controllare dopo mezz'ora.

- il latticello, o buttermilk, ormai si trova con una certa facilità nei banchi frigo di molti supermercati italiani. In caso non fosse disponibile, sostituitelo con un composto fatto da metà latte e metà yogurt bianco.

lunedì 3 marzo 2014

Pane di semola rimacinata a lievitazione naturale


Una delle mie solite due valigie dei rientri di Dicembre.
Rigorosamente una di generi alimentari, ed una con i miei effetti personali.
Che se il destino dovrà accanirsi, mi farà meno male sapere che ha fatto una scelta netta.
Non stavolta, ovvio.
Quella che fa di me il perfetto prototipo dell'emigrante non è abbastanza delicata, per i miei gusti.
Lui ha bisogno di cure, e di essere avvolto con tutto il barattolo tra i mie vestiti.
E magari infilato tutto dentro una borsa, oltre che ad una busta di plastica
Il lievito madre che un certo panificio romano mi ha regalato il pomeriggio prima di partire da Roma, mentre il panettiere mi chiedeva incuriosito cosa dovessi farci.
Non lo sapevo, ma ci sarebbe stato tempo per pensarci.
Se non mi avessero perso la valigia.
Quella.
I miei vestiti, le scarpe, le borse, la scorta di lenti a contatto.
E il lievito madre.
Poi, siccome era Natale, e si sa che a Natale succedono i miracoli, quella telefonata.
E' passata solo, si fa per dire, una settimana.
Posso recuperarla in uno sperduto aeroporto dell'Arabia Saudita.
Non oso pensare a cosa troverò aprendola.
Piuttosto, ci troverò dentro ancora qualcosa visti i tempi che corrono?
L'addetto alla dogana è curiosissimo.
Non credo provi tutti i giorni l'ebbrezza di controllare una valigia prima della riconsegna.
Le lenti a contatto non suscitano molto interesse, certa biancheria già meglio.
Sospiro.
Ma che puzza.
E la sente pure lui.
Sa di...lontamente alcolico.
L'addetto annusa.
Guarda il barattolo pieno di un blob orripilante, e non ha il coraggio di aprirlo.
C'è voluto un po' a convincerlo che non è un mix da fattucchiera per creare bevande alcoliche dove sono rigorosamente vietate, ma piuttosto un lievito ormai moribondo.
La rianimazione è iniziata subito, con frenetici messaggi su Whatsapp con lui, e se Mark Zuckerberg ci legge ora fa il pane pure lui :D
Primi tentativi di usarlo, diciamo poco soddisfacenti.
E sto per rassegnarmi.
Poi vedo questo.
No, vabbè: potrei guardarlo per ore senza avere il coraggio di mangiarlo.
Farina di semola rimacinata, ovviamente, qui non se ne trova, userò la piccola scorta che mi porto ad ogni viaggio.
Non credo ai miei occhi.
Non è bello come il suo, ma ogni scarrafone...
Buono da morire.
L'augusto consorte che decreta che è un altro pianeta.
Insomma, fatelo.
Fatelo per me, che non ho più farina adatta per riprovarci.
Me la tirerò ricordando che Paganini non ripete ;)

Quindi con un grazie infinito a Teresa per la ricetta , a Gambetto nella Zuppa per il pronto intervento e supporto nella rianimazione del lievito ed a Cartoline della Mia Cucina per le foto di alcuni passaggi, posto qui la ricetta che mi ha stupito.
Buono, fragrante, e se seguite religiosamente i passaggi nemmeno tanto complicato.
Per trovarvi su un altro pianeta al primo boccone ;)



PANE DI SEMOLA RIMACINATA A LIEVITAZIONE NATURALE


600 g di semola rimacinata
500 g di acqua
120 g di lievito madre bene in forza
12 g di sale


Primo impasto, da fare la sera: mescolare la semola con 450 ml di acqua a velocità molto bassa usando la foglia se avete l'impastatrice (altrimenti procedete a mano, ma senza impastare) e far riposare il composto 30 minuti.
Aggiungere quindi il lievito madre a pezzetti e l'acqua rimasta nella quale sarà stato sciolto il sale. Impastare a mano o, se avete l'impastatrice prima con la foglia e poi con il gancio. Appena l'impasto si raccoglie sul gancio è pronto.
Far riposare un'ora a temperatura ambiente quindi fare due giri di pieghe a tre.
Mettere l'impasto con la chiusura sotto un una ciotola unta, coprire con pellicola e mettere in frigo.
Il mattino dopo tirare la ciotola fuori dal frigo e far tornare il tutto a temperatura ambiente.
Fare un altro giro di pieghe a tre e mettere a lievitare fino al raddoppio (ho lasciato 3 ore) sotto una ciotola rovesciata sul piano della cucina.
A questo punto ho rovesciato l'impasto ed ho formato la pagnotta arrotolando usando i pollici (meglio se guardate le foto !)
Sistemare la pagnotta su un panno pulitissimo e lasciar lievitare coperto con la ciotola per circa tre ore (Teresa dice di premere l'impasto, se torna alla posizione iniziale è pronto. Prendetemi per scema, ho avuto terrore di smontare tutto a toccarlo :D
Scaldare il forno a 250 gradi con dentro una teglia. Far scivolare il pane, dopo aver praticato dei tagli con una lametta,  sulla teglia rovente e abbassare subito a 230 gradi.
Dopo dieci minuti abbassare a 210 e portare a cottura.
Il pane è pronto quando bussando sul fondo suona vuoto.
Far raffreddare prima di tagliarlo.




NOTE

- se non avete il lievito madre da Cartoline dalla mia cucina trovate le dosi per farlo con il lievito di birra.

- se avete la pietra refrattaria da Teresa le indicazioni per cuocervi il pane.
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