Cena della Vigilia e pranzo di Natale condividono a casa arabafelice lo stesso postulato: per nessuna ragione si serviranno dolci diversi dai classici Pandoro e Panettone.
Ci saranno per accompagnarli salse, creme, zabaioni, un anno anche un gelato al vinsanto che strappò un'ovazione.
Al naturale, scaldati, le fette una volta grigliate che per poco non mi costarono un'accusa di eresia.
Tutto
il resto, torroncini, panforti, ricciarelli (ricordiamo sommessamente
la, ehm, notevole ed immancabile toscanità acquisita della suddetta
casa) pastiere, capresi, marron glacè, diavolerie varie viene portato in
tavola rigorosamente al caffè, che nulla ci sia a distogliere
dall'importanza dei dolci precedenti.
Ma nella vita expat Natale
non è solo il 25 Dicembre, quello che si cerca ad ogni costo di
festeggiare in terra natìa: in realtà comincia a fine Novembre, con il
Ringraziamento americano, e continua man mano ogni fine settimana per
salutare amici e conoscenti prima che tutti si viaggi o si rientri nei
Paesi d'origine.
Quindi è un fiorire di cene e tè pomeridiani a tema,
con decorazioni che stridono con i 30 gradi del clima, e ben poco dei
cibi tipici che si trovano di qualità discutibile ed a prezzi folli.
Per
l'ultimo a cui ho partecipato, pochi giorni fa, mi sono presentata con
qualcosa che sapevo avrebbe fatto piacere alle mie nuove conoscenze
(tipo la signora vegana ma solo cinque giorni a settimana, nel weekend
poco ci manca che diventi direttamente cannibale, ma ve lo racconto
un'altra volta) o meglio alle loro abitudini alimentari sempre tanto
alla moda: un dolce che casualmente è vegano, senza uova nè latticini
ovviamente, freddo come si addice al clima ma con un profumo di Natale
da far esclamare che assomiglia ad un Christmas Pudding inglese.
Ora,
con il Christmas Pudding non ha niente a che spartire ma tra chiodi di
garofano, cannella ed arancia che sappia di festa è assicurato.
E nemmeno si usa il forno, che a queste latitudini e ahimè di questi tempi, è un bonus non da poco!
La ricetta viene da un libro recentemente recensito su queste pagine, Nistisima di Georgina Hayden, che ho amato alla follia e che vi consiglio vivamente per un regalo di Natale.
Piatti
vegetariani e vegani della tradizione ortodossa greca e cipriota che
hanno tutto fuorchè l'essere punitivi nè fanno rimpiangere piatti più
ricchi o complessi.
Provatelo questo dolce, perchè è una vera sorpresa!
MAMA'S HALVA
da Nistisima di G. Hayden
per 16 porzioni
600 ml di latte di mandorla
360 g di zucchero semolato
2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio
5 chiodi di garofano
2 bastoncini di cannella
un'arancia
200 ml di olio di semi di girasole (o altro olio neutro) più dell'altro per lo stampo
140 g di mandorle spellate
400 g di semolino (non il tipo finissimo)
cannella in polvere per la finitura
Versare
il latte di mandorla in una pentola media insieme a 600 ml di acqua, lo
zucchero, l'acqua di fiori di arancio, i chiodi di garofano ed i
bastoncini di cannella. Grattugiare finemente la buccia dell'arancia ed
aggiungere anch'essa.
Portare a bollore su fuoco medio quindi
abbassare la fiamma e far sobollire piano per circa un quarto d'ora,
finchè leggermente sciropposo. Rimuovere chiodi di garofano e cannella e
lasciare da parte.
Spennellare uno stampo da bundt non troppo
piccolo con poco olio. Tritare grossolanamente le mandorle. Scaldare
tutto l'olio in una padella ben capiente su fuoco medio/basso. Scaldarlo
per circa un minuto quindi aggiungere il semolino e tostarlo,
mescolando sempre, per circa 5 minuti o finchè sarà dorato. Far
attenzione perchè se scurisce troppo prenderà un gusto amaro.
Unire
le mandorle tritate quindi poco alla volta aggiungere lo sciroppo
preparato, mescolando sempre, finchè sarà tutto assorbito ed il composto
prenderà consistenza di un purè denso.
Versare subito nello stampo preparato livellando bene.
Far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per una notte. Al momento di servire invertire lo stampo su un piatto da portata e spolverizzare con cannella a piacere.
NOTE
- il
nome non deve trarre in inganno: l'halva tipica dei dolci mediorientali
qui non c'entra nulla! E' invece il nome di questa preparazione a base
di semolino tipica di Grecia, dove viene preparato con la farina di
semola, e Cipro, dove si preferisce il semolino non così fine. Negli
ingredienti viene indicato che non vada usato, appunto quello finissimo
che in pratica è la farina. Non vi stupirà sapere che dove vivo il
semolino si trovi in ogni super in tre differenti misure: fine, medio,
grosso.
Ho usato il medio ma in realtà qualunque andrà bene.
- la ricetta è semplice ma bisogna far attenzione alla tostatura del semolino perchè il passo da deliziosamente tostato a bruciato è molto, molto breve e parlo con cognizione di causa. Non lasciate il fornello incustodito.
- il composto viene pressato in uno stampo da bundt di cui poi prenderà la forma. Nessun problema a sformarlo ma ungetelo bene! Il mio misura 25 cm ed era pieno quasi fino all'orlo. Le 16 porzioni si riferiscono al fatto che essendo un dolce molto ricco non se ne servono fette giganti. Portato ad un consesso di dieci persone ce ne sarebbe stato anche per un eventuale bis di tutti i commensali.
- il latte di mandorla usato è quello non zuccherato. Non è specificato ma direi ovvio. Può essere in realtà sostituito da tutta acqua ma dà un bellissimo aroma quindi non omettetelo.
- la consistenza è quella di una torta morbida o un budino. Buonissimo a dir poco, sembra quasi marzapane ma molto meno carico
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