Una pie classica del sud degli Stati Uniti che unisce un
guscio croccante e friabile ad un ripieno, si, fatto principamente di
zucchero ma sorprendentemente non stucchevole.
Un gusto caramellato e
una consistenza interessante, cremosa ma rustica allo stesso tempo
grazie alla presenza della farina di mais nel ripieno.
Un mistero il nome: infatti il dolce non ricorda in alcun modo una scacchiera come il titolo potrebbe far pensare.
L'origine
potrebbe risiedere nel fatto che il dolce poteva essere conservato a
lungo fuori dal frigo in un "chest", ovvero un contenitore e da qui il
passaggio a "chess".
O ancora pare che qualcuno a cui ne fu chiesto
il nome rispose "it's jes' pie" ovvero it's just pie, è solo una pie,
nello slang del sud degli USA.
Comunque sia sarà pure solo una pie...ma che pie ;)
BROWN SUGAR CHESS PIE
da The Book on Pie di Erin Jeanne McDowell
per uno stampo da pie da 24cm
283 g di dark brown sugar
30 g di farina di mais finissima
113 g di uova intere (circa 2 grandi)
85 g di tuorli
230 ml di latte intero
28 g di burro fuso
un cucchiaino e mezzo di estratto di vaniglia
mezzo cucchiaino di sale
un guscio da pie da 23 cm di diametro, parzialmente cotto,spennellato con albume e completamente freddo
CARAMELIZED PIE CRUST
per l'All Buttah Pie Dough
150 g di farina
1 g di sale fino
113 g di burro freddissimo tagliato a cubetti di circa 1 cm
60 ml di acqua ghiacciata (ma può servirne meno, o di più a seconda della farina)
zucchero semolato, circa 50 g per caramellare
WHIPPING CREAM SAUCE
235 g di panna liquida da montare
50 g di zucchero semolato (facoltativo, non l'ho usato)
1 e 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
Preparare la base:
mescolare sale e farina. Unire i cubetti di burro freddissimo
sfregandoli tra le dita in modo che si intridano per bene di farina e
finchè avranno la dimensione di mezzi gherighi di noce. Ora creare uno
spazio al centro ed unire l'acqua (attenzione che potrebbe non servire
tutta, unitene meno della metà per iniziare). Mescolare con le dita in
modo da idratare la farina ed appena l'acqua è assorbita compattare il
panetto tra le mani senza impastare.
L'impasto non dovrà essere troppo secco nè troppo morbido, quindi regolatevi con l'acqua.
Formare
un disco spesso circa un paio di cm, avvolgerlo in pellicola per
alimenti e mettere in frigo per almeno 30 minuti o fino a due giorni.
Per caramellare semplicemente spolverizzare l'impasto con lo zucchero mentre lo si stende con il mattarello.
Foderare
quindi uno stampo da pie da 24 cm di diametro stendendo la pasta a
circa mezzo cm. Bucherellare la base con i rebbi di una forchetta quindi
foderare con carta forno e riempirla di sfere in ceramica da forno
facendo attenzione a salire anche sui bordi.
Mettere in forno
preriscaldato a 205 gradi per circa 15-17 minuti, finchè i bordi saranno
coloriti, quindi togliere carta e pesi e continuare la cottura per
due-tre minuti.
Far raffreddare completamente e spennellare con un sottile strato di albume. Far asciugare completamente.
Per il ripieno:
Mescolare
zucchero e farina di mais, quindi unire uova e tuorli e sbattere per un
paio di minuti finchè il composto risulterà più chiaro.
Unire il
resto degli ingredienti amalgamando benissimo quindi versare nel guscio
di pasta parzialmente cotto e completamente freddo.
Cuocere in forno
preriscaldato a 165 gradi, posizionando la teglia nella parte bassa, per
circa 35-40 minuti o comunque finchè i bordi del ripieno risulteranno
sodi mentre al centro sarà ancora leggermente tremolante.
Far raffreddare completamente a temperatura ambiente quindi passare in frigo per almeno un'ora prima di servire.
Per la copertura:
Montare la panna con lo zucchero, se lo si usa, finchè il tutto addensa. Dovrà avere la consistenza di una salsa densa ma non montare. Unire infine la vaniglia. Conservare in frigo anche fino a 24h ma potrebbe smontarsi un po'. Nel caso, frullare nuovamente prima di servire.
NOTE
- il dolce non è complicato ma la base richiede un po' di manualità ed esperienza nel maneggiare impasti ricchi di burro che una lavorazione sbagliata può rendere duri ed indigesti invece che friabili e leggeri. Nel libro la sezione sulla lavorazione delle basi è fatta molto bene, arricchita da foto esplicative ed addirittura un elendo di errori ed eventuali soluzioni. Molto interessante anche che per ogni realizzazione sia possibile abbinare più basi (nel libro presenti anche in versioni gluten-free e vegan!), la mia scelta è andata a un super classico con solo l'aggiunta di poco zucchero sulla superficie che non tanto addolcisce, ma più che altro rende ancora più interessante ogni morso.
- dettagliatissimo anche il capitolo su quanto impasto e ripieno servano a seconda della teglia usata. Tenete presente che una teglia classica da pie da 24cm ha una capienza diversa da, per esempio, una teglia a cerniera delle stesse dimensioni che invece ne richiederà di più. Avendo usato una piatto da pie mi sono attenuta alle dosi indicate che si sono rivelate precise al grammo.
- il brown sugar, ormai lo sapete, non è zucchero di canna ma zucchero melassato, ovvero zucchero semolato addizionato di melassa. A seconda di quanta melassa è presente lo zucchero diventa light o dark brown. Qui viene usato il brown, ovvero quello a più alta concentrazione di melassa, che regala un fantastico gusto di caramello.
- nel mio forno il dolce ha dovuto cuocere qualche minuto in più del previsto perchè dopo 35 minuti il ripieno era ancora completamente liquido. Ho molto apprezzato che oltre al numero di uova/tuorli da utilizzare fosse presente anche il peso: infatti qui non trovo spesso uova grandi ed ho dovuto aggiungerne uno per raggiungere la quantità necessaria.
- la copertura è semplice panna semimontata. Non serve aggiungere zucchero, secondo me, dato che fa tutto già il ripieno. La vaniglia direi imprescindibile.
- il
profumo in cottura è da tortura dantesca, come il non poter assaggiare
il dolce finchè ben freddo di frigo. Ma vale veramente la pena: guscio
croccante e friabile, un ripieno cremosissimo.
Uno di quei dolci da
una fettina sola, per carità, che non ce la faccio per poi ritrovarsi in
cucina a...livellarne i bordi per amor di geometria mentre i ritaglia
finiscono in bocca.
Insomma, un successone!
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