Frappe di Iginio Massari

giovedì 6 febbraio 2020



Non ci crederete mai, ma è successo.
Innescato il meccanismo della modernizzazione, questo ha continuato a girare, girare senza fermarsi più.
Non è passato molto da quando vi ho annunciato che finalmente qui in Arabia le donne potevano guidare l'automobile.
Da quel primo resoconto sono passati meno di due anni: donne in macchina ora ce ne sono tante, tantissime.
E i temuti incidenti che avrebbero dovuto causare rimangono invece al 99% patrimonio dei colleghi maschi.
Sono stati aperti dei cinema, dope il divieto ultra trentennale e molti sono in costruzione.
Magari la scelta dei film non è infinita e la censura sulle pellicole senza pietà ma insomma, ci si accontenta.
Poi sono arrivati i visti turistici a trasformare un Paese inaccessibile e misterioso in una nuova meta facilmente raggiungibile.
Ma la cosa a cui non riesco a credere è che ormai sempre più donne vanno in giro senza abaya.
Avete capito bene.
L'abaya, il soprabito nero che tutte dobbiamo indossare sopra gli abiti e che doveva sempre toccare il pavimento per essere ...a norma.
Rigorosamente largo a sufficienza da non far intuire alcuna forma, ci ha trasformato per decenni in sacchi della spazzatura battuti dal vento che qui soffia perenne.
Prima era diventato sempre più stretto.
Poi sempre più decorato e ricamato.
Poi colorato.
Poi un po' più corto.
Poi un po' più scollato.
Poi con scritte coraggiose.
Ed infine, sta sparendo.
La sottoscritta è uscita anche stamattina indossandolo come sempre, che diciamolo che è un po' una gran comodità dato che sotto si può avere indistintamente dall'abito da sera al pigiama e nessuno se ne accorgerà.
Il mio è nero ma decorato, con un taglio svasato che già me lo faceva sembrare peccaminoso a sufficienza.
Ovvio che chi non lo indossa deve vestire in modo adeguato al luogo dove ci si trova, ovvero gambe e spalle coperte, niente di attillato, corto, o comunque troppo vistoso, fianchi rigorosamente coperti e così via.
Do un'occhiata al mio guardaroba ed il responso è impietoso.
Non posseggo praticamente nulla che vada bene per andare in giro senza essere rimproverata.
Di comprare capi in linea con la "modest fashion" locale non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello.
Pazienza, dovrò aspettare che shorts, jeans attillati e magliette filo-vita prendano piede anche qui.
E se tanto mi dà tanto dubito che ci vorranno altri venti anni ;)

Di ricette di frappe siete pieni, lo so, e d'altronde su queste pagine ce ne sono addirittura altre tre: quelle dell'Artusi, quelle Laduréè e quelle magiche e furbissime al Philadelphia.
Ma come potevo resistere e non provare quelle del grande Iginio Massari?
Fatele anche voi se non le conoscete: potrebbe diventare in un attimo la vostra ricetta di frappe preferita ;)


FRAPPE DI IGINIO MASSARI
da Non Solo Zucchero 2

500 g di farina manitoba
60 g di zucchero semolato
60 g di burro morbido
175 g di uova (peso da sgusciate!)
5 g di sale fino
50 g di Marsala
buccia grattugiata di un limone
un cucchiaino di estratto di vaniglia o semi di una bacca
olio di arachide per la frittura
zucchero a velo per la finitura


Mettere la farina nell'impastatrice insieme allo zucchero, il burro, le uova, il sale, il marsala, la buccia di limone e  la vaniglia.
Lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo, se non si possiede l'impastatrice formare una fontana con la farina e versare al centro gli altri ingredienti mescolando prima con una forchetta e poi a mano.
Avvolgere l'impasto nella pellicola trasparente e farlo riposare a temperatura ambiente per un'ora.
Stendere quindi la pasta molto sottile col mattarello o con la sfogliatrice (per me penultima tacca della macchinetta Imperia) e ricavare dei rettangoli da tagliare con un tagliapasta. Inciderli al centro e friggerli pochi alla volta in olio a 175 gradi.
Scolare su carta assorbente quindi spolverizzare con zucchero a velo.

NOTE

- con queste dosi ne vengono tantissime! Dimezzate pure ;)

4 commenti

  1. Mamma mia quanto mi piacerebbe rivedere ora l'Arabia Saudita dopo tutti questi cambiamenti epocali. E con l'apertura al turismo non è detto che non accadrà.
    Che bontà le frappe!Giusto perché si deve stare lì a friggere, perché altrimenti io le raddoppierei le dosi, altro che dimezzarle!A me poi piacciono tanto cosparse di Alchermes, sperando che il maestro Massari non se ne abbia a male...nel qual caso anche al naturale vanno benissimo😎

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  2. Queste sono bellissime notizie, qualcosa comincia a cambiare. Poi è giusto che ognuno possa fare come vuole, portarlo oppure no. L'importante è che si possa essere liberi nelle proprie scelte.
    In questo periodo mi sono imbattuta spesso in questa ricetta di Massari con usa la manitoba. Appena trovo il tempo per dedicarmi alla frittura le voglio provare

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  3. Step by step, con tutto il coraggio, la forza e la tenacia delle donne!!!!
    Sicuramente piccole conquiste molto sofferte!

    Frappe...Ahhhh come mi mancano in questo periodo le "bugie"...le versioni sfigate non sono minimamente paragonabili alle originali.
    Pazienza...

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